Follo: differenze tra le versioni
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La [[seconda guerra mondiale]] vide il comune di Follo colpito da [[Deportazione|deportazioni]], [[Bombardamento|bombardamenti]] e da innumerevoli episodi di [[rappresaglia (guerra)|rappresaglia]] da parte delle forze Nazifasciste distaccate nel territorio follese. Dal territorio follese stesso vennero a formarsi vari gruppi [[partigiani]] che dopo l'[[Proclama Badoglio dell'8 settembre 1943|8 settembre 1943]] si attivarono, iniziando a raccogliere e nascondere le armi abbandonate da alcuni reparti presenti nel territorio, prima dell'8 settembre, e sbandatisi in seguito all'armistizio. Successivamente, furono presi i primi contatti con alcuni gruppi di sbandati che si organizzavano nei territori limitrofi e si mobilitarono verso i monti del [[Calice al Cornoviglio|calicese]]. Tra gli attivi reclutatori di giovani partigiani [[Carlo Borrelli]], parroco del capoluogo, [[Orazio Montefiori]], ufficiale dell'esercito, e [[Agostino Bronzi]], ai tempi sfollato dalla città della Spezia, distrutta dai bombardamenti alleati. Molti di questi giovani furono protagonisti della costituzione del [[Battaglione Val di Vara]], formazione partigiana della [[brigata partigiana]] [[Giustizia e Libertà]]
La popolazione fu protagonista, durante la [[Resistenza italiana|Resistenza]], suo malgrado, soprattutto a causa della costante presenza sul territorio delle forze tedesche, in particolare di un distaccamento della marina del [[Terzo Reich]], proprio sul sito dove attualmente sorge la scuola secondaria statale "Salvo D'Acquisto". Il 28 luglio 1944 rappresaglie [[Fascismo|fasciste]] e [[Nazismo|naziste]] causano lo sfollamento ed il rogo del vecchio centro storico del paese di Follo Castello, ritenuto covo dei partigiani. Nell'episodio morirono due persone, imprigionate nelle loro case in fiamme. Il 15 febbraio 1945, nel paese di Pian di Follo, per rappresaglia in seguito ad un agguato che vide caduto un soldato tedesco, furono prelevati, nelle carceri spezzine del XXI fanteria, quattro partigiani ([[Sante Gattoronchieri]], [[Vasco Pieracci]], [[Alcide Paita]] e [[Albino Pietrapiana]]). Furono condotti a Piano di Follo, impiccati con il fil di ferro lungo il viale e lasciati appesi per tre giorni. Nel luogo fu posta dopo la guerra una lapide che ricorda i quattro martiri. A Sorbolo, il 12 dicembre 1944 durante un rastrellamento, venne ucciso il partigiano [[Guglielmo Luti]].
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