Karl Wolff: differenze tra le versioni

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Per questo venne allontanato e inviato in [[Italia]], dove rimase dal febbraio all'ottobre del [[1943]], in qualità di Governatore Militare e di [[SS- und Polizeiführer|Comandante supremo delle SS e della Polizia]] nel nord d'Italia. Tra i suoi compiti principali rientrava la repressione della [[Resistenza italiana]], i sospetti venivano internati nei campi di concentramento di [[Campo di Fossoli|Fossoli]] e di Bolzano per il successivo invio in Germania<ref>[[Lutz Klinkhammer]], ''L'occupazione tedesca in Italia 1943-1945'',Torino, Bollati-Boringhieri, 1993, p.84-93.</ref>. Il 10 maggio 1944 ebbe un incontro segreto in [[Vaticano]] con [[papa Pio XII]], organizzato dal colonnello [[Eugen Dollmann]] e dalla nobildonna [[Virginia Bourbon del Monte]]<ref>[[Virginia Bourbon del Monte]] era la vedova di [[Edoardo Agnelli (1892-1935)|Edoardo Agnelli]]</ref> allo scopo di evitare spargimenti di sangue al momento del ritiro delle truppe tedesche incalzate dagli alleati ormai sbarcati fin da gennaio ad [[Operazione Shingle|Anzio]].<ref>Eugen Dollmann, ''Roma nazista'', pp. 251-255</ref><ref>L'incontro portò anche alla liberazione del giurista ed esponente della Resistenza, [[Giuliano Vassalli]], dal carcere di Via Tasso ove era detenuto dalle [[Schutzstaffel|SS]]</ref>
[[File:Bundesarchiv Bild 183-H0226-501-003, Berlin, Reichstagseröffnung, Himmler, Karl Wolff (r.).jpg|thumb|upright=1.2|Wolff (dx) insieme a Himmler (1933)]]
 
Già a partire dall'ottobre [[1944]] iniziò i contatti con i comandi [[partigiani]] per il possibile ritiro delle truppe tedesche dall'Italia; a tal proposito tra marzo e aprile [[1945]] si incontrò con [[Allen Dulles]], capo del [[servizio segreto]] statunitense, e con i generali [[Terence Airey]], inglese, e [[Lyman Lemnitzer]], statunitense. Nell'aprile 1945 Wolff, all'insaputa di [[Adolf Hitler|Hitler]], negoziò la resa con gli Alleati di tutte le forze tedesche operanti in Italia ([[Operazione Sunrise]]). Il generale Wolff era un nazista convinto e fedelissimo del [[Adolf Hitler|Führer]] ed il suo intervento fu dovuto essenzialmente a ragioni di carattere personale: consapevole della imminente fine del [[Germania nazista|Terzo Reich]], con la sua iniziativa tentava di evitare una condanna per [[crimini di guerra]]. Infatti il generale, imprigionato alla fine della guerra fino al [[1949]], non venne incriminato nel [[processo di Norimberga]] proprio grazie all'interessamento di Dulles<ref>[http://books.google.it/books?id=W0GXTqN-naYC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0 Elisabetta Ricciardi, ''Vita sotto le armi, vita clandestina. Cronaca e silenzio nei diari di un ufficiale (1940-1943)'', Firenze University Press, Firenze, 2010, p. 77.]</ref>.