6º Reggimento alpini

Il Reggimento alpini è un reparto dell'Esercito Italiano con sede principale a Brunico, ma anche a San Candido in Alto Adige. La festa del corpo si celebra il 10 giugno, in ricordo della data del 1917, quando i battaglioni del reggimento combatterono la famosa battaglia sul monte Ortigara.

6º Reggimento alpini
Stemma 6º Reggimento alpini
Descrizione generale
Attiva1º novembre 1882 -
NazioneBandiera dell'Italia Italia
Bandiera dell'Italia Italia
Servizio Regio esercito
Esercito Italiano
TipoFanteria
RuoloTruppe da montagna
Guarnigione/QGBrunico e San Candido (BZ)
Motto"Più salgo, più valgo"
Anniversari10 giugno 1917, la battaglia sul Monte Ortigara
Parte di
Comando Truppe Alpine
Reparti dipendenti
Battaglione alpini Bassano
Comandanti
Comandante attualeCol. Alessandro Nossen
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Storia modifica

In data 1º novembre 1882, a Conegliano, viene costituito il 6º Reggimento Alpini al comando del colonnello Nicola Heusch. Il reggimento, inizialmente ordinato sui battaglioni "Val d'Orco", "Val d'Aosta" e "Val Tagliamento", nel 1886 inquadra i battaglioni: "Verona", "Vicenza", "Bassano", "Pieve di Cadore" e "Gemona".

Nel 1885-86 il 6º Reggimento contribuisce alla campagna di Eritrea, fornendo uomini per la 4ª Compagnia del 1º Btg. alpini d'Africa.

 
I resti del monumento all'Alpino a Brunico

Nel 1887 cede al neo costituito 7º alpini i battaglioni "Pieve di Cadore" e "Gemona" rimanendo ordinato sui battaglioni "Verona", "Vicenza" e "Bassano". Dall'8 settembre 1900 vi presta servizio il Sottotenente Armando Armani futuro Capo di stato maggiore dell'Aeronautica Militare. Nell'ambito del Terremoto di Messina del 1908 partecipa alle operazioni di soccorso alla popolazione di Messina e Soriano Calabro (Armani venne insignito della Medaglia d'argento al valor civile) colpite dal terremoto che ha colpito l'area Calabro sicula.

Tra il 1911 e il 1912 il 6° partecipa alla guerra italo-turca con il battaglione "Verona" (il Tenente Armani riceve la medaglia d'argento e quella di bronzo) e successivamente combatte valorosamente sui campi di battaglia della prima guerra mondiale con i battaglioni permanenti: "Verona", "Vicenza", "Bassano", i battaglioni di Milizia Mobile: "Monte Baldo", "Monte Berico", "Sette Comuni" e i battaglioni di Milizia Territoriale: "Val d’Adige", "Val Leogra" "Val Brenta", "Monte Pasubio".

Nel 1921, a seguito di un riordinamento, viene inquadrato nella 2ª Divisione Alpina, che diviene nel 1923 Raggruppamento Alpini ed infine nel 1926 Brigata Alpina.

Nel 1935 il 6º reggimento alpini, passa alle dipendenze della Divisione Tridentina (la 2ª), assieme al 5º Reggimento Alpini ed al 2º Reggimento Artiglieria da montagna. Nel 1936 il Battaglione "Trento" viene ceduto all'11º Reggimento Alpini inquadrato nella 5ª Divisione alpina "Pusteria".

Dal 1940 al 1943 il Reggimento impiega i battaglioni "Vestone", "Verona" e "Val Chiese" nella seconda guerra mondiale, combattendo con la Divisione Tridentina sul fronte greco-albanese e nella campagna italiana di Russia, nella grande unità appositamente costituita (CSIR). Nel 1943 fa rientro in Italia, precisamente a Fortezza in Alto Adige dove, con l'impiego anche di reparti della Guardia alla Frontiera, avvia le operazioni di completamento e l'addestramento fino all'armistizio quando, il 10 settembre 1943, viene sciolto assieme alla Divisione Tridentina.

Ben presto però il 6º Alpini ritorna in vita, precisamente il 10 aprile 1946 a Merano, con la trasformazione del 4º Reggimento Alpini. Viene quindi inquadrato nella Brigata alpina "Tridentina" e trasferito a Brunico nel 1953 fino al 30 settembre 1975 . In questo periodo venne composto da tre battaglioni : Bolzano con sede a Bressanone, Trento con sede a Monguelfo e Bassano con sede a San Candido; nel 1975 viene nuovamente sciolto in seguito alla riorganizzazione ordinativa dell'Esercito Italiano, lasciando in consegna bandiera e tradizioni al battaglione alpini "Bassano" in San Candido.

Qui, nel gennaio del 1993, il 6º Alpini viene ricostituito ed ordinato su Battaglione "Bassano" e Compagnia Comando e Servizi Logistici. Nel marzo del 2002, con lo scioglimento della Brigata alpina "Tridentina", viene posto alle dirette dipendenze del Comando Truppe Alpine di Bolzano e, unitamente al personale proveniente dal disciolto 11º Reggimento Alpini, viene trasferito nella sede di Brunico dove assume l'ordinamento attuale. Dal 1º dicembre 2008 è posto alle dipendenze del Centro Addestramento Alpino di Aosta.

Le attività operative del 6°, dal dopoguerra, sono state quelle di supporto alle forze di polizia per ordine pubblico e controllo del territorio (terrorismo in Alto Adige negli anni 60/70, operazioni Vespri Siciliani, Forza Paris e Santa Barbara (archiviato dall'url originale il 22 giugno 2014), Domino fino agli anni 90) oltre a quelle di soccorso alle popolazioni colpite da pubbliche calamità (da ultima l'alluvione del Piemonte nel 1994).

Tra il 2009 ed il 2011 il Sesto è stato il reparto pilota nelle attività di avvicinamento dei giovani alla vita militare: il progetto “Pianeta Difesa” comunemente soprannominato “mini-naia”.

Il reggimento nel ventunesimo secolo modifica

 
Fregio del Corpo degli Alpini

Il 6º Reggimento Alpini è un Reparto particolare: esso è l'Autorità Militare che, alle dipendenze del Centro Addestramento Alpino di Aosta, gestisce la cosiddetta “isola addestrativa Val Pusteria”, in Alto Adige, nell'ambito della quale un gran numero di Unità, provenienti da tutta Italia e non solo, si addestrano in ambiente montano sperimentandone le peculiari asperità in aderenza alle direttive del Comando Truppe Alpine di Bolzano.

Il reggimento, che inquadra il Battaglione alpini "Bassano" (62ª Compagnia fucilieri con sede a Brunico Caserma "Lugramani" e 74ª Compagnia istruttori presso il distaccamento in San Candido caserma "Cantore"), mette a disposizione poligoni ed aree attrezzate (ex-polveriere di Villabassa e di San Giorgio), una base aeroportuale per attività con elicotteri quale l'aerocampo di Dobbiaco, punti di appoggio con infrastrutture in quota come la casermetta di passo di Limo, di Plan de Corones e di passo Gola, tutte ubicate oltre i 2000 metri di quota. A Dobbiaco è presente un poligono di tiro permanente con linea fino a 300 metri, con 25 piazzole coperte per la linea a 100 e 200 metri, mentre attività di tiro in montagna ed esercitazioni a fuoco fino a livello plotone possono essere svolte presso il poligono occasionale di Ponticello in Val di Braies. Aree nelle quali unità FS forze speciali delle quattro forze armate svolgono attività addestrative e formative sia in periodo invernale che estivo.

Il reparto dispone di personale altamente qualificato abilitato istruttore di diverse discipline, sia per addestrare i reparti in approntamento al combattimento in boschi e nei centri abitati, per attività di controllo della folla, combattimento corpo a corpo, sia per ambientare alle attività sciistiche ed alpinistiche, quali attività propedeutiche all'impiego estero. Il personale istruttore di alpinismo e scialpinismo svolge abitualmente due corsi basici sciistici e due corsi basici alpinistici ogni anno, anche a favore del personale del COMFOSE e svolge anche attività di combattimento e movimento in montagna applicando in attività operativa le tecniche alpinistiche.

Quale supporto e concorso alla formazione nelle scuole primarie e secondarie della Pusteria, il reparto fornisce numerosi concorsi durante l'anno scolastico per attività di avvicinamento all'arrampicata, sia in palestra artificiale che, mentre in estate svolge degli stage di avvicinamento alla montagna in collaborazione con l'ANA facendo base presso la caserma Cantore.

Inoltre, il 6º Alpini contribuisce alla realizzazione di eventi sportivi di rilevanza internazionale e concorre, con personale ed infrastrutture, allo svolgimento dei tradizionali Campionati sciistici delle truppe alpine (Ca.STA). Nei vari comprensori della Pusteria promuove l'attività sciistica ed alpinistica di massa a favore di militari italiani e di numerosi paesi stranieri, incentivando alla frequentazione sicura della montagna in ambiente invernale ed estivo e formando il proprio personale specializzato da qualificare istruttore di sci ed alpinismo. Nell'ambito della frequentazione sicura della montagna si annovera anche l'attività di istruzione off road, infatti una parte del personale istruttore militare di scuola è qualificato anche istruttore di guida fuori strada. Gli istruttori insegnano le tecnica di condotta dei veicoli in terreni accidentati presso il circuito omologato costruito nell'area addestrativa di Villabassa, oltre che in altre aree dolomitiche prossime alle sedi del reparto. Sono impiegati veicoli militari nei corsi a favore del personale del reparto e di unità dell'Esercito Italiano che devono essere approntate per l'impiego all'estero. La preparazione alla guida fuori strada è svolta anche a favore di personale forza speciali (FS) e close protection team (CPT) di scorta a comandanti di contingente nelle missioni estere. Vengono anche svolti corsi a favore dei nuclei della protezione civile nazionale impiegando negli esercizi i veicoli in dotazione a loro.

A partire dal 2015 al 6º Alpini si è progressivamente formato, sia come personale che come infrastrutture, il centro addestramento terrestre (CAT) di 2º livello, cioè il sistema integrato di addestramento terrestre (SIAT) al di livello plotone per l'addestramento al combattimento delle unità in ambiente alpino, allestito presso l'area addestrativa di San Giorgio di Brunico. Sofisticati sistemi elettronici e digitali, sia applicati agli equipaggiamenti del soldato combattente che allestiti presso la sala operativa del SIAT, consentono di evidenziare le procedure di impiego del singolo, della squadra, fino al plotone, attraverso l'addestramento in scenari specifici secondo le esigenze di approntamento delle unità. La tecnologa consente un immediato ritorno addestrativo valutando le riprese delle azioni sia con telecamere ambientali che con combat camera portate dai combattenti durante l'azione. Un plotone della 62ª compagnia di stanza a Brunico, effettivo al dipendente Battaglione Bassano, svolge la funzione OPFOR (opposing force) in queste attività addestrative. Personale preparato appositamente ad attivare le unità addestrate secondo procedure adottate da forze convenzionali e non relative ai diversi scenari che possono essere predisposti. Questo plotone ha svolto esercitazioni di simulazione SIAT multinazionali in Germania presso la base NATO di Hohenfels nel settembre 2016 e maggio 2017 con risultati notevoli e riconosciuti per l'efficacia e la preparazione tecnico tattica dimostrata.

Di notevole impegno risultano essere le attività di soccorso piste ed il servizio Meteomont, con i quali il reggimento contribuisce ad incrementare la cornice di sicurezza di tutti i frequentatori della montagna, svolgendo anche attività di consulenza e rilevamento sugli eventi valanghivi. Dal dicembre 2015 presso la sede di San Candido è attivo un complesso minore dell'operazione su territorio nazionale denominata Strade Sicure. È alimentato da personale del Sesto e dipendente dal Comando di Piazza di Bolzano ed ha il compito di svolgere per il controllo del valico di confine di Versciaco.

A partire dal 1° blocco 2013 presso le sedi in Pusteria si svolge il modulo K, modulo addestrativo per tutti i VFP1 che svolgeranno servizio presso le Truppe Alpine. Dopo le prime attività di incorporamento presso i RAV (reclutamento addestramento volontari), il personale destinato alle diverse unità di manovra e di supporto del Comando Truppe Alpine svolgono al Sesto un intenso programma addestrativo della durata di 2 mesi che culmina con gli assalti di squadra. Il modulo K è condotto dal personale del Sesto su base delle compagnie del Battaglione Bassano con 4 turni annui e con il concorso da parte degli altri reggimenti alpini dei comandanti di plotone e squadra.

Infine, il 6º Alpini contribuisce alle missioni internazionali con personale di staff, di collegamento ed istruzione per le forze armate.

Struttura storica del 6º Reggimento Alpini modifica

  • 1882: Battaglioni "Val d'Orco", "Val d'Aosta" e "Val Tagliamento".
  • 1885: Battaglioni "Val Tagliamento", "Val Schio", "Monti Lessini" e "Val Brenta".
  • 1886: Battaglioni "Verona", "Vicenza", "Bassano", "Pieve di Cadore", "Gemona" e "Feltre".
  • 1887: Battaglioni "Verona", "Vicenza" e "Bassano".
  • 1901: Inquadrato nel III Gruppo Alpini (dal 1910 III Brigata Alpina).
  • 1915: In aggiunta ai tre Battaglioni regolari vengono mobilitati i Battaglioni M.M. e M.T. "Monte Baldo", "Sette Comuni", "Monte Berico", "Val d'Adige", "Val Legora" e "Val Brenta".
  • 1917: Si aggiunge il Battaglione Skiatori "Monte Pasubio" e viene sciolto il Battaglione "Val Legora"
  • 1919: Sciolti i battaglioni mobilitati, restano i Battaglioni "Verona", "Vicenza" e "Bassano". Viene ricostituito il Battaglione "Monte Baldo" per impiego di polizia in Alta Slesia (sciolto nel 1921).
  • 1920: Si aggiunge il ricostituito Battaglione "Sette Comuni" (poi "Val d'Adige").
  • 1921: Inquadrato nella 2ª Divisione Alpina con i Battaglioni "Val d'Adige" (poi "Trento"), "Trento" (poi "Morbegno"), "Edolo" e "Vestone".
  • 1923: La divisione viene rinominata 2º Raggruppamento Alpini.
  • 1926: Il raggruppamento viene rinominato 2ª Brigata Alpina. Il 6º Reggimento comprende i Battaglioni "Trento", "Edolo", "Verona" e "Vestone".
  • 1934: Battaglioni "Trento", "Verona" e "Vestone".
  • 1936: Inquadrato nella 2ª Divisione Alpina "Tridentina". Viene costituito il Battaglione "Trento II" (sciolto nel 1937) in sostituzione del Battaglione "Trento", ceduto all'11º Reggimento Alpini.
  • 1937: Battaglioni "Verona" e "Vestone".
  • 1939: In aggiunta ai due battaglioni regolari vengono mobilitati i Battaglioni "Val Chiese" e "Val d'Adige" (ambedue sciolti nel 1940).
  • 1941: Battaglioni "Verona", "Vestone", il ricostituito "Val Chiese", il XVIII Battaglione Complementi (sciolto nel 1942), il VI Battaglione di Marcia (sciolto nel 1943) ed il Battaglione "Monte Baldo" (poi trasferito al 175º Reggimento Alpini Costiero).
  • 1943: Il Reggimento viene sciolto per eventi bellici.
  • 1946: Il Reggimento viene ricostituito per ridenominazione del 4º Reggimento Alpini, sui Battaglioni "Bolzano", "Trento" ed "Edolo".
  • 1951: Viene aggiunto il Battaglione Addestramento Reclute (già VI Battaglione del Centro Addestramento Reclute Alpino).
  • 1956: Battaglioni "Bolzano" e "Trento".
  • 1975: Il 6º Reggimento viene sciolto. Il Battaglione "Bolzano" passa in posizione quadro ed il "Trento" diventa autonomo. Le tradizioni del Reggimento vengono affidate al Battaglione "Bassano", inquadrato nella Brigata Alpina "Tridentina".
  • 1993: Il 6º Reggimento viene riattivato, sul Battaglione "Bassano".

Struttura attuale del 6º Reggimento Alpini modifica

  •   Comando 6º Reggimento Alpini (Brunico)
    •   Compagnia Comando e Supporto Logistico (Brunico)
    •   Battaglione alpini "Bassano" (Brunico)
      •   62ª Compagnia Alpini (2ª Compagnia Addestrativa) "La Valanga" (Brunico)
      •   74ª Compagnia Istruttori (1ª Compagnia Addestrativa) "La Travolgente" (San Candido)

Lo stemma araldico modifica

  • Scudo:
    • D'argento allo scaglione d'azzurro, accompagnato in punta da tre monti all'italiana al naturale, aventi murati sui due di base uno scudetto d'argento alla croce d'azzurro ed uno scudetto d'argento alla croce d'oro, il tutto abbassato al capo d'oro, con il quartier franco d'azzurro al tridente d'oro di San Vladimiro.
  • Ornamenti esterni:
    • Corona turrita che sormonta lo scudo, formata da un cerchio d'oro, rosso all'interno, con due cordonate a muro sui margini, sostenente otto torri (cinque visibili) di foggia rettangolare e dieci merli alla guelfa (quattro dei quali angolari), munite ciascuna di una porta e di una finestra, riunite da cortine di muro, ciascuna finestrata di uno, il tutto d'oro e murato di nero.
    • Lista bifida d'oro, svolazzante, collocata sotto la punta dello scudo, incurvata con la concavità rivolta verso l'alto, riportante di nero il motto "PIÚ SALGO PIÚ VALGO".
    • Onorificenza accollata alla punta dello scudo con l'insegna pendente al centro del nastro con i colori della stessa.
    • Nastri rappresentativi delle ricompense al valore, annodati nella parte centrale non visibile della corona turrita, scendenti svolazzanti in sbarra ed in banda dal punto predetto, passando dietro la parte superiore dello scudo.

Come nella maggior parte degli stemmi araldici dell'Esercito Italiano, gli elementi dello scudo sono evocativi della storia del reparto. I tre monti all'italiana sono infatti il simbolo convenzionale che identifica la partecipazione alla Prima Guerra Mondiale sul fronte alpino, il capo d'oro indica che il reparto è stato insignito di Medaglia d'Oro al Valor Militare ed evidenzia nel quartier franco la campagna per la quale la medaglia venne concessa, in questo caso con la rappresentazione del tridente di San Vladimiro, simbolo dell'Ucraina, che identifica convenzionalmente la partecipazione alla Seconda Guerra Mondiale sul fronte russo. Gli scudetti posizionati sui due monti rappresentano Conegliano (d'argento alla croce d'azzurro), prima sede del Reggimento (1882), e Brunico (d'argento alla croce d'oro), sede del Reggimento alla data della concessione dello stemma (17 aprile 1972).

La corona turrita, simbolo della Repubblica, è elemento comune a tutta l'araldica dell'Esercito Italiano dal 1987, andando a sostituire i precedenti trofei d'armi, specifici per ciascuna arma, corpo e specialità.

L'onorificenza rappresentata è l'Ordine Militare d'Italia, già Ordine Militare di Savoia, concesso nel 1920 a tutti i reggimenti di fanteria che presero parte alla Prima Guerra Mondiale.

I nastri corrispondono a quelli delle medaglie di cui il Reggimento è stato insignito.

Insegne modifica

Le mostrine del reggimento sono le fiamme a due punte di colore verde, tradizionali per tutti i reparti di fanteria alpina; alla base della mostrina si trova la stella argentata a 5 punte bordata di nero, simbolo delle forze armate italiane.

Campagne di Guerra e fatti d'arme salienti modifica

Onorificenze modifica

Alla Bandiera di guerra modifica

«Nei duri cimenti della guerra, nella tormentata trincea e nell'aspra battaglia, conobbe ogni limite di sacrificio e di ardimento: audace e tenace, domò infaticabilmente i luoghi e le fortune, consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli d'Italia»
— Fronti 1ª guerra mondiale (1915-1918)[1][2]
«In sette mesi di durissima campagna sui fronte russo si dimostrava granitica e potente unità di guerra, saldissimo fascio di indomite energie, di ferrea volontà e di leggendario ardimento. Durante la difficilissima manovra di ripiegamento dal fronte del Don sempre vittoriosamente tenuto, i suoi battaglioni "Vestone", "Verona", "Val Chiese", malgrado le eccezionali avverse condizioni di clima e di elementi, la mancanza assoluta di ogni rifornimento, davano continue fulgidissime prove delle loro fiere qualità guerriere. Operando con rara abilità in territorio insidiosissimo, pur spossati dalle più aspre fatiche e privazioni, superando ogni umana possibilità di resistenza fisica e morale, a Posto jalyj, e Scheljakino, a Maiakeiewa, a Arnautowo, a Nikolajewka ed in altri numerosi durissimi combattimenti stroncavano sempre nuove e soverchianti forze nemiche appoggiate da potenti mezzi corazzati, e con furore leonino rompevano il cerchio di ferro e di fuoco in cui l’avversario, rabbiosamente deciso ad annientarli, si illudeva di averli ormai chiusi. Col loro intrepido valore e con la loro travolgente irruenza, in nobile gara di abnegazione, di arditezza e di irresistibile slancio coi battaglioni del reggimento gemello, travolgevano le agguerrite e impetuose truppe nemiche, ne contenevano e ne arginavano la irruente avanzata, creando la indispensabile premessa alla ripresa ed aprivano la via della salvezza a numerose unità italiane ed alleate. Primi nell’offerta, nella sofferenza e nel sacrificio, i tre ferrei battaglioni, sempre fedeli alla loro antica tradizione, hanno superato con più che leggendario valore il loro eroico vittorioso passato di guerra»
— Fronte russo: Postojalyi - Schel jakino - Malakejewa - Arnautowo - Nikolajewka, agosto 1942 - febbraio 1943.[2][3]
«Per le splendide prove di valore date dal Battaglione “Verona” nella giornata di Braksada»
— Ettangi, 18 giugno 1913[2][4]
«Il battaglione "Bassano", con eroico ardire, concorse alla conquista di forti trinceramenti sul M. Kukla, di cui rafforzò subito intensamente il possesso, noncurante del violento fuoco di artiglieria nemica e delle perdite subite»
— M. Kukla, 10 maggio 1916[2][5]
«Il battaglione "Val Leogra", vincendo difficoltà di terreno ritenute insormontabili e la tenacie resistenza del nemico, in unione ad altri reparti, conquistava con audacia e tenacia sovrumana l'impervio M. Cimone di Arsiero, mantenendolo saldamente a prezzo di un largo e generoso tributo di sangue»
— M. Cimone di Arsiero, 23 luglio 1916[2][6]
«Per le prove innumerevoli di fulgido valore e di incrollabile tenacia date dai battaglioni "Verona", "Monte Baldo", "Sette Comuni" ed in special modo dal battaglione "Bassano" nella conquista di posizioni formidabili per la natura del terreno e la potente organizzazione difensiva dell'accanito avversario»
— M. Ortigara 10-20 giugno 1917[2][6]
«Contro nemico preponderante di forze e mezzi, imbaldanzito da iniziali successi, i battaglioni alpini “Vestone” e “Verona”, in magnifica gara di ardimento, di valore e di sacrifico, respingono e rintuzzano in più di un mese di lotta ogni tentativo avversario. Non li biasimano l'infuriare della tempesta ne il gelo che, nemico ancora più spietato, li mette a dura prova con numerosi congelamento ed assideramenti, attaccati il 21 dicembre da forze di gran lunga superiori in tre giornate di epica lotta resistono contrattaccando continuamente con irrefrenabile slancio e costringendo il nemico alla fine a ripiegare lasciando sul terreno centinaia di morti, catturandogli prigionieri e bottino d'armi e materiali. Nella fase finale della campagna, si lanciavano con impeto contro le retroguardie avversarie e in dieci duri giorni di marce forzate, di lotta cruenta, incuranti di ogni fatica e delle sensibili perdite subite, travolgevano le ultime resistenze e per primi pervenivano alla vittoriosa occupazione di un importante posizione, concorrendo in modo decisivo al crollo del fronte avversario»
— Morova, Q.M.Senije, M Slokalles, Pupatit, Kamjanit, Leskoviku 18 nov. 1940 21 apr. 1941[2][7]
«(Al battaglione "Vestone") Con la tradizionale veemenza, attaccava e travolgeva in dura lotta le prime linee russe, quindi occupava di slancio le posizioni di resistenza del nemico cadendo sulle sue artiglierie e annientandone i serventi. Contrattaccato da forze preponderanti resisteva in posto, E quando, per necessità di situazione, ebbe ordine di arretrare, lo fece in modo mirabile tenendo in rispetto il nemico contrattaccando più volte portandosi i propri feriti, un cannone ed altro numeroso materiale bellico. Esempio di ardire, tenace volontà»
— Fronte Russo: Quota 195,8 Quota 209,6 Quota 236,7 Fiume Don, 1 settembre 1942[2][8]
«Si segnalò per operosità, coraggio, filantropia e abnegazione nel portar soccorso alle popolazioni funestate del terremoto calabro-siculo del 28 dicembre 1908»
— Calabria e Sicilia, 28 dicembre 1908[2][9]
«In segno di viva, tangibile riconoscenza per il generoso contributo offerto alle operazioni di soccorso sviluppate dalle Unità C. R. I. in favore delle popolazioni colpite dall'alluvione del novembre 1994»
— Piemonte, 9 novembre – 15 dicembre 1994[2][10]

Medaglie d'Oro individuali al Valor Militare modifica

  • Ten. Giuseppe Baisi, Btg Vestone - 54 cp, Kotowkj (Russia) 1/9/1942 (alla memoria)[11]
  • Ten. Cesare Battisti, Btg "Vicenza" - 2 cp di marcia, Monte Corno di Vallarsa 10/7/1916 (alla memoria)[12]
  • Ten. Giovanni Cecchin, Btg "Sette Comuni" - 94 cp, Ortigara 10-19/6/1917 (alla memoria)[13]
  • Sten. Eros Da Ros, Btg "Verona" - 56 cp, Nikolajewka (Russia) 26/1/1943 (alla memoria)[14]
  • Asp. Giuseppe De Gol, Btg "Verona" - 56 cp, Corna Calda 14/11/1915 (alla memoria)[15]
  • Ten. Federico Enrico, Btg "Bassano" - 62ª cp, Nevoselic (Albania), 30 novembre 1940[16]
  • Ten. Gino Ferroni, Btg "Val Chiese" - Nikolajewka (Russia) 26/1/1943 (alla memoria)[17]
  • Sten. Fabio Filzi, Btg "Vicenza" - 2 cp di marcia, Monte Corno di Vallarsa 10/7/1916 (alla memoria)[18]
  • Cap. Alessandro Frugoni, Btg "Val Chiese" - Cp Comando, Nikolajewka (Russia) 26/1/1943 (alla memoria)[19]
  • Sten. Serafino Gnutti, Btg "Val Chiese", Albania 21/1/1941 (alla memoria)[20]
  • Ten. Astorre Lanari, Btg "Vestone" - 55 cp, Monte Koqkinit (Grecia) 20-21/11/1940 (alla memoria)[21]
  • Serg Magg Marcello Piccoli, Btg "Verona", Postojali (Russia) 19/1/1943 (alla memoria)[22]
  • Cle Roberto Sarfatti, Btg "Monte Baldo" -92 cp, Case Ruggi 28/1/1918 (alla memoria)[23]
  • Col. Paolo Signorini, Comandante Reggimento, Medio Don agosto 1942 - febbraio 1943 (alla memoria)[24]
  • Sten. Giovanni Tarchini, Btg "Vestone" - 54 cp, Kotowkj (Russia) 1/9/1942 (alla memoria)[25]
  • Ten. Giuseppe Testolini, Btg "Val Brenta", Col della Berretta 28/11/1917 (alla memoria)[26]
  • Ten. Luciano Zani, Btg "Val Chiese" -255 cp, Fronte russo novembre 1942 - febbraio 1943[27]

Ad essi si aggiungono altri quattro militari, già inquadrati nel reggimento, decorati per fatti successivi:

  • Magg. Augusto De Cobelli, Btg. "L'Aquila", Gruppo di Combattimento "Legnano", Valle Idice, 23 marzo 1945 (alla memoria)[28]
  • Cap. Sante Dorigo, XXIX Reparto d'Assalto, Zuga Torta, 23 maggio 1918 (alla memoria)[29]
  • Ten. Col Giovanni Fincato, partigiano combattente, zona di Verona, settembre 1943 - 6 ottobre 1944 (alla memoria)[30]
  • Alp. Alessandro Zannini, partigiano combattente, zona di Treviso, settembre 1943 - 30 aprile 1945 (alla memoria)[31]

Comandanti modifica

  • Col. Nicola Heusch dal 1º novembre 1882 al 23 giugno 1884;
  • Col. MAVM Angelo Fonio dal 24 giugno 1884 al 13 luglio 1887;
  • Col. Mario Lamberti dal 14 luglio 1887 al 18 aprile 1891;
  • Col. Giovanni Pollone dal 19 aprile 1891 al 12 agosto 1897;
  • Col. Luigi Goletti dal 13 agosto 1897 al 10 ottobre 1897;
  • Col. Francesco Somale dall'11 ottobre 1897 al 31 marzo 1899;
  • Col. Enrico Comi dal 1º aprile 1899 al 16 gennaio 1904;
  • Col. MAVM Tommaso Salsa dal 17 gennaio 1904 al 31 dicembre 1910;[32]
  • Col. Angelo Fornaseri dal 1º gennaio 1911 al 31 dicembre 1914;
  • Col. Ugo Porta dal 1º gennaio 1915 al 9 settembre 1915;[33]
  • Col. Roberto Bassino dal 10 settembre 1915 al 6 marzo 1916;
  • Col. MAVM Arnaldo Garelli dal 7 marzo 1916 al 2 gennaio 1917;

Dal 3 gennaio 1917 il 6º Reggimento Alpini, come reparto operativo, assume la denominazione di X gruppo alpini

  • Non noto da 3 gennaio 1917 al 13 aprile 1917;
  • Col. Bruno Salvioni dal 14 aprile 1917 al 30 ottobre 1917;
  • Magg. Giovanni Campini dal 3 novembre 1917 al 17 novembre 1917;
  • Col. Celestino Bes dal 18 novembre 1917 al 30 marzo 1921;[34]

Il X gruppo alpini viene disciolto il 30 marzo 1921, ed il 1º aprile 1921 si ricostituisce il 6º Reggimento Alpini

  • Col. MAVM Alfredo Cantoni dal 1º aprile 1921 al 6 gennaio 1927;
  • Col. MAVM Alberto Pariani dal 7 gennaio 1927 al 24 aprile 1927;
  • Ten. Col. MOVM Giovanni Esposito dal 25 aprile 1927 all'8 giugno 1927;
  • Col. Guido Della Bona dal 9 giugno 1927 al 14 gennaio 1931;
  • Col. MAVM Aristide Salvalaglio dal 15 gennaio 1931 al 15 dicembre 1933;
  • Col. MAVM Giovanni Varda dal 16 dicembre 1933 al 22 dicembre 1935;
  • Col. MAVM Giuseppe Cremascoli dal 23 dicembre 1935 al 14 ottobre 1937;
  • Col. MBVM Domenico Peroglio 15 ottobre 1937 al 31 ottobre 1939;
  • Col MAVM Augusto Reteuna dal 1º novembre 1939 al 31 marzo 1942;
  • Col. MOVM Paolo Signorini dal 1º aprile 1942 al 1º febbraio 1943;
  • Ten. MBVM Col. Carlo Camin dal 1º febbraio 1943 al 3 giugno 1943;[34]
  • Col. MAVM Edgardo Remotti dal 4 giugno 1943 all'8 settembre 1943.

A seguito degli eventi dell'armistizio il 6º reggimento alpini viene sciolto il 10 settembre 1943, e ricostituito il 16 aprile 1946

  • Col. CGVM Guglielmo Simeoni dal 16 aprile 1946 al 12 agosto 1947;
  • Col. MBVM Aldo Perin dal 13 agosto 1947 al 31 agosto 1948;
  • Col. MOVM Adolfo Rivoir dal 1º settembre 1948 al 14 settembre 1949;
  • Col. MBVM Alberto Prampolini dal 15 settembre 1949 al 31 ottobre 1950;
  • Col. MAVM Antonio Scaramuzza De Marco dal 1º novembre 1950 al 31 ottobre 1951;
  • Col. MBVM Giacomo Fatuzzo dal 1º novembre 1951 al 31 ottobre 1952;
  • Col. MBVM Luigi Vismara dal 1º novembre 1952 al 20 novembre 1954;
  • Col. MAVM Edoardo Tessitore dal 21 novembre 1954 al 4 novembre 1957;
  • Col. MBVM Giuseppe Inaudi dal 5 marzo 1957 all'8 marzo 1958;
  • Col. CGVM Gian Battista Lenuzza dal 9 marzo 1958 al 9 marzo 1959;
  • Col. MBVM Silvio Steffensen dal 10 marzo 1959 al 9 marzo 1960;
  • Col. Silio Barbi dal 10 marzo 1960 al 10 marzo 1962;
  • Col. Luigi Clerico dall'11 marzo 1962 al 30 settembre 1963;
  • Col. MBVM Giovanni Bernardinis dal 1º ottobre 1963 al 30 settembre 1965;
  • Col. Giovanni Mervig dal 1º ottobre 1965 al 7 novembre 1967;
  • Col. MBVM Enrico Casella dall'8 novembre 1967 al 7 novembre 1968;
  • Col. Mario Parisio dall'8 novembre 1968 al 9 gennaio 1970;
  • Col. Pier Emilio Lucio dal 10 gennaio 1970 all'8 gennaio 1971;
  • Col. Roberto Roselli dal 9 gennaio 1971 al 20 settembre 1972;
  • Col. Raffaele Carlesimo dal 21 settembre 1972 al 19 settembre 1973;
  • Col. Dario Gabutti dal 20 settembre 1973 al 30 settembre 1975.

Il 30 settembre 1975 il 6º Reggimento Alpini viene sciolto a seguito riforma organica delle Forze Armate e la custodia della bandiera di guerra passa al Battaglione Alpini Bassano.

  • Ten.Col. Luciano Dalceggio dal 1º ottobre 1975 al 31 agosto 1976;
  • Ten.Col. Paolo Langella dal 1º settembre 1976 al 5 settembre 1978;
  • Ten.Col. Maurilio Manfredi dal 6 settembre 1978 al 25 settembre 1979;
  • Ten.Col. Gian Carlo Carlotto dal 26 settembre 1979 al 25 settembre 1980;
  • Ten.Col. Luigi Fontana dal 26 settembre 1980 al 19 agosto 1982;
  • Ten.Col. Luigi Magnani dal 20 settembre 1982 al 6 agosto 1984;
  • Ten.Col. Franco Cagnasso dal 7 agosto 1984 al 6 agosto 1985;
  • Ten.Col. Bruno Job dal 7 agosto 1985 all'8 maggio 1987;
  • Ten.Col. Carlo Vanzo dal 9 maggio 1987 al 24 agosto 1989;
  • Ten.Col. Claudio Magris dal 25 agosto 1989 al 31 agosto 1990;
  • Ten.Col. Biagio Abrate dal 1º settembre 1990 al 13 gennaio 1992;
  • Ten.Col. Diego Gon dal 14 gennaio 1992 al 14 gennaio 1993.

Dal 15 gennaio 1993 il 6º Reggimento alpini viene ricostituito.

  • Col. Bruno Petti dal 15 gennaio 1993 al 9 agosto 1994;
  • Col. Francesco Francavilla dal 10 agosto 1994 al 3 agosto 1995;
  • Col. Santo Chichi dal 4 agosto 1995 al 25 luglio 1996;
  • Col. Alberto Primicerj dal 26 luglio 1996 al 24 luglio 1997;
  • Col. Roberto Filipazzi dal 25 luglio 1997 al 28 agosto 1998;
  • Col. Maurizio Ruffo dal 29 agosto 1998 al 15 settembre 1999;
  • Col. Manlio Silvestri dal 16 settembre 1999 al 23 novembre 1999;
  • Magg. Paolo Fedele dal 24 novembre 1999 al 17 febbraio 2000;
  • Col. Manlio Silvestri dal 18 febbraio 2000 al 12 marzo 2001;
  • Magg. Paolo Fedele dal 13 marzo 2001 al 18 ottobre 2001;
  • Magg. Alessandro Vollono dal 19 ottobre 2001 al 17 marzo 2002
  • Ten. Col. Enrico Gallizia dal 18 marzo 2002 al 5 settembre 2002
  • Col. Carlo Calenco dal 6 settembre 2002 al 25 novembre 2004;
  • Col. Marco Ferraris dal 26 novembre 2004 al 20 settembre 2007;
  • Col. Massimo Gianni Poli dal 21 settembre 2007 al 12 novembre 2009;
  • Col. Alessandro Pinelli dal 13 novembre 2009 al 22 settembre 2011;
  • Col. Rossi Luigi dal 23 settembre 2011 al 25 settembre 2014;
  • Col. Gianpaolo Romoli dal 26 settembre 2014 al 15 giugno 2017;
  • Col. Cristiano Masciulli dal 16 giugno 2017 al 6 dicembre 2018;
  • Col. Massimo Comelli dal 7 dicembre 2018 al 19 novembre 2020;
  • Col. Italo Giacomo Spini dal 20 novembre 2020 al 20 ottobre 2022
  • Col. Alessandro Nossen dal 21 ottobre 2022 al 20 luglio 2023.
  • Col. Massimo Umberto DAVES dal 21 luglio 2023 (attualmente in carica)

Sottufficiali di Corpo modifica

  • 1° Mar. Lgt. Manlio Mastrone dal 22 settembre 2009 al 30 settembre 2012
  • Lgt. Salvatore Consalvo dal 1º ottobre 2012 al 12 marzo 2017
  • 1° Lgt. Giuseppe Colagrande dal 13 marzo 2017 all'11 gennaio 2021
  • 1° Lgt. Paolo De Francesco dal 1º febbraio 2021

Sedi modifica

Cittadinanze onorarie modifica

Inoltre, il 6º Alpini è insignito della cittadinanza onoraria del comune di Conegliano, città ove ebbe i natali, del comune di Verona, dove il reggimento ebbe sede per lunghi anni reclutando migliaia di alpini veronesi e del comune di Asolo, per il forte legame da sempre esistente, la città e il territorio hanno dato un numero importante di reclute e al quale apparteneva il Tenente Giuseppe Testolini M.O.V.M.

Persone legate al reggimento modifica

Note modifica

  1. ^ 5 giugno 1920 Trascrizione nell’Albo dell’Ordine Militare di Savoia al ruolo Cavalieri al n 1744 bis
  2. ^ a b c d e f g h i j Il Medagliere, su esercito.difesa.it. URL consultato il 24 aprile 2021.
  3. ^ 31 dicembre 1947 al n° d’Ordine 12856 Estremi pubblicazione conferimento: Boll. Uff. 1948 disp. 5 pag. 532
  4. ^ 4 giugno 1914 Estremi pubblicazione conferimento: Boll. Uff. 1914 disp. 26 pag. 709
  5. ^ 3 agosto 1916 Estremi pubblicazione conferimento: Boll. Uff. 1916 disp.66 pag. 3658
  6. ^ a b 5 giugno 1920 Estremi pubblicazione conferimento: Boll. Uff. 1920 disp. 47 pag. 2456
  7. ^ 13 novembre 1948 al n° d’Ordine 14217 Estremi pubblicazione conferimento: Boll. Uff. 1948 disp.21 pag. 2048
  8. ^ 27 ottobre 1949 al n° d’Ordine 17069 Estremi pubblicazione conferimento: Boll. Uff. 1949 disp. 4 pag. 606
  9. ^ 15 giugno 1910 Estremi pubblicazione conferimento: Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia n.° 131 (straordinario) del 5 giugno 1910
  10. ^ 29 dicembre 1995 Estremi registrazione conferimento: numero d’ordine 19/96 di repertorio del Comitato Croce Rossa Italiana
  11. ^ Comandante di compagnia alpina, già distintosi per eccezionali doti di valore e coraggio, si lanciava con ragionata decisione all'attacco di posizione avversaria tenacemente contesa. Raggiunto con grande sacrificio di sangue l'obiettivo assegnatogli e catturati numerosi prigionieri ed armi automatiche, veniva fatto segno, col reparto, a pericolosa reazione dell'avversario. Benché avesse perduto durante la cruenta lotta il collegamento con parte della sua compagnia, cercava di ristabilire la situazione affrontando, anche da solo, il nemico. Ferito una prima volta da raffiche di mitragliatrici, si lanciava con estrema decisione e disperato coraggio contro un gruppo avversario che tentava di circondarlo, disperdendolo. Ferito una seconda volta, non desisteva dalla lotta, e, pur stremato di forze per il copioso sangue perduto, incuorava i suoi alpini tenendoli saldi con l'esempio del suo ardimento nella suprema difesa. In successivo attacco, si lanciava risolutamente con pochi superstiti contro l'avversario, rimanendo colpito a morte. Kotowschj (fronte russo), 1º settembre 1942.
  12. ^ Esempio costante di fulgido valore militare, il 10 luglio 1916, dopo aver condotto all’attacco, con mirabile slancio, la propria compagnia, sopraffatto dal nemico soverchiante, resistette con pochi alpini, fino all’estremo, finché tra l’incerto tentativo di salvarsi voltando il tergo al nemico ed il sicuro martirio, scelse il martirio. Affrontò il capestro austriaco con dignità e fierezza, gridando, prima di esalare l’ultimo respiro: “Viva l’Italia!” e infondendo così con quel grido e col proprio sacrificio, sante e nuove energie nei combattenti d’Italia. Monte Corno di Vallarsa, 10 luglio 1916.
  13. ^ Di fronte al nemico dimostrò sempre sereno coraggio, cosciente spirito di abnegazione, fiducia in sé e nei propri uomini. Fulgido esempio di eroismo, guidò la propria compagnia all'assalto di forti posizioni nemiche, primo a slanciarsi fuori dai ripari. Con tenace volontà rinnovò ripetute volte gli attacchi, non mai fiaccato dal fuoco avversario, e riorganizzò poi la truppa, rianimandola per nuovi combattimenti. Nell'azione che portò alla conquista di una forte posizione, riconfermò ancora una volta le sue doti di valoroso ed abile condottiero. Ferito gravemente da una scheggia di granata nemica, manteneva fiero contegno, incurante del dolore che lo straziava, ma fiero dell'esito vittorioso conseguito dall'azione. Si spegneva tre giorni dopo, in seguito alle ferite riportate. Cima Ortigara, 10-19 giugno 1917.
  14. ^ giovanissimo ufficiale volontario sul fronte russo, già ripetute volte distintosi per cosciente noncuranza del pericolo in arditi colpi di mano oltre il Don, chiedeva ed otteneva durante il ripiegamento di rimandere in retroguardia col suo plotone, fuso in un sol blocco di energie dal costante esempio del comandante. Riportato il congelamento di una mano, incurante delle acute sofferenze, insisteva per essere assegnato ad altri compiti rischiosi. Precedendo i suoi alpini in un irruente assalto contro il nemico che da munitissima posizione tentava di intercettare ila passo alla colonna, ferito una prima volta, persisteva nell'azione con indomito cuore e slancio rinnovato, Colpito una seconda volta mortalmente, raccoglieva tutte le forze residue per incitare i pochi superstiti a proseguire l'azione, conscio della sua importanza per la salvezza dell'intero reparto. Rara tempra di comandante, magnifico esempio di eroismo, di tenacia, di assoluta fede alla patria. Medio Don - Nikolajewka (Russia), 26 gennaio 1943.
  15. ^ Trentino di nascita, di classe anziana, ma ancora vincolato al servizio militare nell’esercito austriaco, lasciava in Australia, dove aveva stabilito i propri interessi, la moglie e i figli colà residenti, per venire a combattere, volontario, l'ultima guerra d'indipendenza. Si distinse per audaci imprese di ricognizione, condotte sempre a termine con felice risultato, nelle quali catturò diverse pattuglie avversarie. Comandante di una grossa pattuglia scelta, si slanciava alla testa dei suoi uomini all'attacco di un nucleo di nemici in forte posizione. Colpito mortalmente al petto, continuò ad incitare i suoi uomini a perseverare nell'azione, e col suo esempio eroico e con la sua parola, seppe infondere in essi tanto slancio ed ardire, che essi, sebbene di gran lunga inferiori di numero, in un nuovo e più furioso assalto, riuscirono a sloggiare il nemico e a volgerlo in fuga. Esausto, esalava l'ultimo respiro al grido di "Viva l'Italia!". Corna Calda (Albaredo-Trentino), 14 novembre 1915.
  16. ^ Comandante di una compagnia alpini, in un particolare e difficile momento di lotta cruentissima ed incerta, si lanciava tre volte, alla testa del proprio reparto, al contrattacco contro imbaldanzite e soverchianti forze nemiche. Durante la violenta mischia, che ne seguiva, trascinava eroicamente i suoi alpini nella lotta corpo a corpo, ributtando il nemico incalzante oltre le proprie linee. Nell'epilogo del combattimento, quando l'avversario volgeva in fuga, un colpo mortale troncava il suo generoso slancio. Fulgido esempio di eroismo. Nevoselic (Fronte Greco Albanese), 30 novembre 1940.
  17. ^ In sette mesi di aspra campagna dava costante prova di valore e di sublime spirito di sacrificio. Durante il durissimo ripiegamento dal fronte del Don partecipava a successivi combattimenti per spezzare l'accerchiamento nemico, distinguendosi in ogni circostanza con fermezza, decisione e noncuranza del pericolo. Durante l'attacco ad un centro abitato saldamente tenuto da rilevanti forze avversarie, visto cadere il comandante di un plotone avanzato della sua compagnia, prendeva il suo posto. Nel prosieguo dell'azione con mossa audace e decisione strappava al nemico l'edificio della stazione ferroviaria e vi si sistemava a difesa. Contrattaccato, a corto di munizioni, contrassaltava furiosamente alla baionetta costringendo la soverchiante fanteria avversaria a ripiegare. Ferito in seguito ad un nuovo e più poderoso attacco, resisteva tenacemente riuscendo a conservare il possesso della posizione, perno della nostra difesa. Impossessatosi del fucile mitragliatore di un caduto, mentre con precise raffiche falciava il nemico, veniva nuovamente e gravemente colpito all'addome. Rifiutando ogni assistenza continuava l'epica resistenza consentendo il riordinamento dei superstiti della compagnia, fino a quando, ferito ancora una volta, immolava alla Patria la sua giovane vita. Nikolajewka (Russia), 26 gennaio 1943.
  18. ^ Nato e vissuto in terra italiana irredenta, all’inizio della guerra fuggì l’oppressore per dare il suo braccio alla Patria, e seguendo l’esempio del suo grande maestro Cesare Battisti, combatté da valoroso durante la vittoriosa controffensiva in Vallarsa nel giugno-luglio 1916. Nell’azione per la conquista di Monte Corno comandò con calma, fermezza e coraggio il suo plotone, resistendo fino all’estremo e soccombendo solo quando esuberanti forze nemiche gli preclusero ogni via di scampo. Fatto prigioniero e riconosciuto, prima di abbandonare i compagni, protestò ancora contro la brutalità austriaca e col nome d’Italia sulle labbra, affrontò eroicamente il patibolo. Monte Corno di Vallarsa, 10 luglio 1916.
  19. ^ Comandante di compagnia di un battaglione, già duramente provato ed impegnato in sanguinosissimo combattimento contro forze soverchianti, attaccava con indomito ed insuperabile ardimento un munito caposaldo. Incurante della violenta reazione, persisteva nella cruenta lotta che protraeva all'arma bianca fino a giungere tra i primi sulle posizioni tenacemente contese. Impareggiabile animatore, benché ferito mortalmente incitava i suoi eroici alpini superstiti a strenua lotta al grido "Avanti nel nome d'Italia", riuscendo, col sacrifico estremo, a spezzare il cerchio nemico e ad aprire ai più la via della salvezza. Leggendaria figura di fiero combattente che perpetuerà le gloriose tradizioni del battaglione "Val Chiese" - Fronte russo, 26 gennaio 1943.
  20. ^ Comandante di uno dei plotoni di punta in preordinato combattimento in ritirata a protezione del fianco scoperto dello schiera. mento del Corpo d'Armata, guidava animosamente al contrassalto i propri uomini contro forze nemiche soverchianti ed imbaldanzite dal successo, trascinando, primo fra tutti, i suoi uomini contro ogni reazione avversaria. Circondato da nemico straripante, benché ferito una prima volta resisteva tenacemente alla testa dei suoi valorosi superstiti. Colpito una seconda volta riusciva ancora con uno sforzo supremo a gettarsi a capofitto nella mischia gridando ai suoi ragazzi infiammati dal suo esempio «Tenete duro» persistendo nella cruenta lotta sino a che cadeva colpito a morte. Albania, 21 gennaio 1941.
  21. ^ Ufficiale animato da alto senso del dovere e dal più puro eroismo, improntava, in due giorni di aspra lotta, la sua azione di comando ad eroico ardimento. Con grave rischio personale, sotto l'intenso fuoco di armi automatiche nemiche, alla testa del proprio plotone che operava isolato in distaccamento fiancheggiante, attaccava e conquistava una posizione ritenuta inespugnabile per terreno ed apprestamenti difensivi. Successivamente, vista la sua compagnia attaccata sul fianco, con rapido slancio e pronta decisione si gettava sul tergo del nemico, superiore in forze, e lo costringeva a ripiegare con gravi perdite, Passato all'inseguimento, lanciando bombe a mano sull'avversario ed incitando i propri alpini col grido "Avanti, miei alpini!", cadeva colpito a morte col nome d'Italia sulle labbra. Mirabile esempio di cosciente ardimento e di indomito eroismo. M.Koqkinit, 20-21 novembre 1940.
  22. ^ Capo squadra fucilieri, caduto il suo ufficiale, assumeva il comando del plotone in criticissima situazione, portandolo impavido a sanguinoso attacco di reparti nemici accerchianti. Dopo averli ricacciati sulle loro posizioni, nella prosecuzione della lotta cadeva mortalmente ferito alla testa dei superstiti, ancora tra loro presente in ispirito col suo eroico esempio e colle sue ultime parole d'incitamento e di fede. Postojali (Russia), 19 gennaio 1943.
  23. ^ Volontario di guerra, appena diciassettenne, rientrato dalla licenza ed avendo saputo che il suo battaglione si trovava impegnato in una importante azione contro formidabile posizione nemica, si affrettava a raggiungere la linea. Lanciatosi all’attacco di un camminamento nemico, vi catturava da solo 30 prigionieri ed una mitragliatrice. Ritornato nuovamente all’attacco di una galleria fortemente munita, cadeva mortalmente ferito. Case Ruggi (Val Sasso), 28 Gennaio 1918.
  24. ^ Comandante di reggimento alpini da lui forgiato in validissimo strumento di guerra, aveva trasfuso nei suoi uomini il proprio indomito spirito guerriero. Durante sette mesi di cruente e vittoriose azioni sul fronte del Don, senza concedere mai sosta al proprio appassionato lavoro, superando difficoltà eccezionali di ambiente e clima, sempre presente fra i suoi alpini ove più grave era il rischio, stroncava i ripetuti ostinati ed irruenti attacchi del nemico infliggendogli gravissime perdite, in 15 giorni di durissimi estenuanti combattimenti, che portavano alla rottura dell’accerchiamento nemico, sempre in testa ai suoi ferrei battaglioni là dove la sua presenza era necessaria, contro un avversario reso baldanzoso da successi iniziali e di gran lunga più forte per uomini e mezzi corazzati, in undici successivi attacchi, incurante del pericolo, della fatica, delle privazioni, portava, trascinando/i con l’esempio animatore, i suoi alpini di vittoria in vittoria. Figura leggendaria di comandante cadeva riassumendo in sé l’eroismo, la generosità dei suoi alpini, quando già l’ala della vittoria aveva lambito la bandiera gloriosa del suo reggimento — Fronte russo - Medio Don, agosto 1942 - febbraio 1943
  25. ^ Ufficiale di eccezionale valore, in asperrimi combattimento offensivo, caduti colpito a morte il proprio comandante di compagnia già duramente provata, benché ferito, la trascinava nuovamente all'assalto di muniti centri nemici annidati nell'insidioso terreno. Nuovamente colpito, gravemente, continuava imperterrito nella sua azione di comando con perizia ed ammirevole fermezza, Incurante delle sofferenze fisiche si porta dove maggiore è il pericolo e necessaria la sua presenza. Stroncato da raffica di mitragliatrice cade tra i suoi eroici alpini con la visione del nemico battuto. Combattente tenace, votato al sacrificio, col suo valoroso comportamento ha tenuto in grande onore le gloriose tradizioni degli alpini d'Italia. Kotowky - Medio Don (Fronte russo), 1º Settembre 1942.
  26. ^ Addessto ad un comando di divisione, venuto a conoscenza che il proprio battaglione trovavasi impegnato in combattimento, chiese ed ottenne di rientrare al proprio reparto. Ricevuto l'incarico di fronteggiare, con due plotoni, la critica situazione creatasi con l'occupazione, da parte del nemico, di una posizione dominante, in seguito ad un accanito attacco, egli, dopo rapida ricognizione, eseguita sotto violento fuoco d'artiglieria e fucileria avversaria, resosi esatto conto del terreno e del nemico, chiese l'autorizzazione di tosto contrattaccare. Alla testa dei suoi reparti, con calma serena, perizia ed ardimento sublime, attraverso una violenta cortina di fuoco, si slanciò all'assalto, giungendo primo sulla trincea nemica, facendovi prigionieri e riconquistando armi e materiali già caduti in mano all'avversario. Incontrò, poi, gloriosa morte sulla stessa posizione riconquistata. Col della Berretta, 26 novembre 1917.
  27. ^ Comandante di compagnia alpina sul fronte del Don, organizzava e dirigeva personalmente ardite azioni di pattuglia e colpi di mano, distinguendosi per cosciente audacia e spiccate capacità di comando. In tragica fase di ripiegamento, indomito animatore di epiche lotte, sosteneva con successo nove sanguinosi combattimenti d'avanguardia contro preponderanti forze che sgominava aprendo, con gravi sacrifici, un varco alla sua colonna. Nel corso dei successivi cruenti combattimenti, caduti tutti i suoi ufficiali, gravemente ferito alle gambe, continuava impavido a dirigere l'azione del suo reparto. Ferito una seconda volta, rimaneva al suo posto di dovere persistendo in lotta tenace. Quasi esausto, rimasto isolato con pochi valorosi superstiti feriti, privo oramai di munizioni e viveri, non si dava per vinto e, tra stenti inauditi, benché pressato dal nemico incalzante, proseguiva nella tormentosa marcia riuscendo, dopo inenarrabili sacrifici sostenuti con stoica fermezza, a congiungersi a basi arretrate. Chiaro esempio di preclari virtù militari. Fronte russo, novembre 1942, febbraio 1943.
  28. ^ Ufficiale di leggendario valore, già ripetutamente distintosi in precedenti campagne, sapeva creare in pochi mesi dal nulla un battaglione alpino di saldissime qualità spirituali e operative che portava al fuoco suscitando l’ammirazione dei vecchi e già provati battaglioni del reggimento e delle truppe alleate. In una ricognizione da lui diretta oltre le linee, effettuata per valutare la consistenza dell’occupazione nemica, su di una posizione la cui conquista avrebbe meglio salvaguardato l’integrità della difesa e creata la necessaria premessa per la prossima azione offensiva, cadeva eroicamente. Col suo sacrificio egli volle infondere in ciascuno dei suoi alpini la sicurezza ed il mordente che nutriva nel proprio cuore. Ci è riuscito quando il suo esempio è diventato comandamento e la leggenda a tutti gli alpini ragionanti tra loro e di continuo del loro giovane maggiore che era andato più avanti di tutti e, che era caduto primo tra tutti, insegnando con così semplice naturalezza quale fosse la via dell’onore e della gloria. Valle Idice, 23 marzo 1945.
  29. ^ Comandante la prima ondata, si slanciò con deciso impeto all’assalto di forti posizioni superandole coi suoi uomini sotto il tiro della mitraglia nemica. Gravemente ferito, rimase al suo posto, alla testa dei pochi superstiti e strappati all’avversario degli spezzoni esplosivi glieli lanciò contro infliggendogli gravi perdite. Colpito una seconda volta ed avuta spezzata una gamba volle rimanere ancora coi suoi soldati per animarlì alla lotta. Soccorso da uno di essi che cercava trascinarlo al riparo e travolti entrambi dallo scoppio di una bomba nemica benché nuovamente ferito in più parti e morente lanciò fino all’estremo parole di incitamento ai suoi uomini: fulgido esempio di valore e tenacia. Zugna Torta, 23 maggio 1918.
  30. ^ Prode ufficiale, già tre volte decorato della medaglia d'argento al valor militare, durante l'occupazione tedesca del Paese organizzò tra i primi la resistenza armata nella Zona di Verona. Affrontando per sé e per i famigliari gravi privazioni e seri pericoli, animò la lotta con la fede e con l'esempio. Comandante clandestino della piazza di Verona, dopo un anno di indefessa e coraggiosa attività, cadde nelle mani del nemico durante uno scontro nelle vicinanze della città. Ripetutamente interrogato e barbaramente seviziato per circa un mese, mantenne contegno fiero ed esemplare nulla rivelando sino a che il 6 ottobre 1944, dopo sedici ore di torture stoicamente affrontate, il suo nobile cuore cessò di battere. Il suo corpo, gettato nell'Adige, più non venne trovato, ma il suo spirito continuò a levarsi, animatore della lotta, per la Patria e per la Libertà. Zona di Verona, settembre 1943 - 6 ottobre 1944.
  31. ^ Arruolatosi volontario nel settembre 1943 nelle formazioni partigiane, fu, durante i 20 mesi della dura lotta, animatore instancabile e combattente valoroso, primo, sempre ed ovunque, per audacia e sprezzo del pericolo. Al comando di una compagnia d'assalto con azione decisa e di leggendario ardimento, disimpegnava un battaglione della sua Brigata che stava per essere sopraffatto dal nemico. Benché ferito ad una gamba, incurante della perdita di sangue e del dolore lancinante, rifiutava ogni soccorso e restava al suo posto di combattimento incitando con l'esempio i compagni a continuare la lotta. Alla fine dell'azione trascinatosi a stento per la ferita riportata, accorreva col suo reparto in aiuto di altre formazioni partigiane fortemente impegnate da forze superiori e lanciatosi con fulmineo sbalzo contro il nemico, ne attirava su di sé la reazione, permettendo ai compagni di sfuggire all'accerchiamento. Colpito mortalmente al petto, assurgeva al mito degli eroi mentre all'orizzonte spuntava l'alba della vittoria. Zona di Treviso, settembre 1943- 30 aprile 1945.
  32. ^ Successivamente MOVM
  33. ^ Successivamente MBVM.
  34. ^ a b Successivamente MAVM.
  35. ^ Roberta Nicora, LETTERA A CLELIA C’era una volta Riccardo Bucci, tuo padre (PDF), su Comune di Dolo, 23 settembre 2014, p. 16. URL consultato il 15 giugno 2022.

Voci correlate modifica

Altri progetti Scheda del reparto sul sito dell'Esercito Italiano, su esercito.difesa.it. modifica

Collegamenti esterni modifica