Adrian Francis Rollini (New York, 28 giugno 1903Homestead (Florida), 15 maggio 1956) è stato un musicista statunitense, di origine italiana.

Adrian Francis Rollini
NazionalitàBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
GenereJazz
Periodo di attività musicale1922 – 1955
StrumentoSassofono basso, Vibrafono, Goofus, Batteria

Fu polistrumentista, annoverando tra i suoi strumenti il sax basso, il piano, vibrafono, e molti altri strumenti. Rollini è noto anche per aver introdotto il goofus nel jazz.[1] Da leader, le sue registrazioni più importanti includono You've Got Everything (1933), Savage Serenade (1933) and Got The Jitters (1934) con la Banner, Perfect, Melotone, Romeo, Oriole, A Thousand Good Nights (1934) con la Vocalion, Davenport Blues (1934) con la Decca, Nothing But Notes, Tap Room Swing, Jitters, Riverboat Shuffle (1934) con la Decca, e Small Fry (1938) con la Columbia.

Biografia modifica

Rollini nacque a New York il 28 giugno del 1903 da genitori di origine italiane, Ferdinand Rollini e Adele (nata Augenti) Rollini. Alcune fonti indicano il 1904 come anno di nascita, ma suo fratello Arthur Rollini, così come gli archivi dell'Amministrazione della Sicurezza Sociale americana riportano l'anno precedente. Crebbe a Larchmont, New York, già mostrando in tenera età le sue capacità musicali, e fin dall'età di tre anni e mezzo cominciò a prendere lezioni di piano. A quattro anni, per intercessione della sua insegnante, Madame Negri, tenne un recital di quindici minuti al Waldorf-Astoria Hotel. Tra i brani che eseguì c'era anche il Valzer del minuto di Chopin. Alla fine di quel recital, il piccolo Adrian fu assediato dalla stampa newyorkese che lo celebrò come un bambino prodigio.[2]

Rollini continuò con la musica e già a quattordici anni era a capo di un suo gruppo composto da ragazzi del vicinato, in cui egli suonava sia il piano che lo xilofono. Lasciò la scuola al terzo anno. Cominciò a preparare rulli per pianola per la compagnia Aeolian, nello specifico per l'etichetta Mel-O-Dee, e per la Republic a Philadelphia[3]. A sedici anni, ottenne un ruolo nei California Ramblers di Arthur Hand. Indubbiamente grazie alle sue straordinarie capacità musicali, che lo portarono a padroneggiare il sax basso in qualche settimana, nel 1925 succedette ad Arthur Hand che si ritirava dalla scena per motivi di salute.[4]

La natura poliedrica di Rollini lo portò ad incidere molti dischi con due strumenti del tutto inusuali. Per primo il "goofus", un ottone che si impugnava come un flauto traverso, dal collo ricurvo; l'imboccatura era caratterizzata da un foro ovale e sul corpo aveva una pulsantiera d'ottone in sostituzione delle chiavi. Il fratello di Rollini, Arthur, ne descrive il suono come l'incrocio fra un'armonica a bocca ed una fisarmonica. L'altro strumento, battezzato da Adrian col nome di "Fountain Pen", era un tubo di circa 30 cm fatto di grenadilla alla cui estremità stava un beccuccio simile a quello di un clarinetto piccolo. Era privo di chiavi ed i semitoni si eseguivano tappando i fori solo per metà. Sempre Arthur Rollini commenta che il suono del "Fountain Pen" non era dissimile da quello di un clarinetto in Eb, ma aveva un'estensione di registro assai più limitata.[5]

Carriera modifica

Assieme ai California Ramblers incise molti dischi e per diverse case discografiche (Perfect, OKeh, Golden Gate, Brunswick e Gennett)

Discografia modifica

  • Adrian Rollini: Bouncin' in Rhythm, (Pavilion, 1995)
  • The Goofus Five, (Timeless, 1998)
  • Tap Room Swing, (ASV Living Era, 2002)
  • Adrian Rollini 1929–34, (Jazz Oracle, 2005)
  • Adrian Rollini and the Golden Gate Orchestra 1924–1927: Their Hottest Titles Recorded for the Pathé and Plaza Labels, (Timeless, 2006)
  • Adrian Rollini 1934–1938, (Retrieval, 2004)
  • Adrian Rollini 1937–1938, (Retrieval, 2005)
  • Adrian Rollini Trio, Quartet and Quintet, (Vintage Music, 2005)
  • Adrian Rollini as a Sideman, Volume 1: 1929–1933, (Jazz Oracle, 2006)

Note modifica

  1. ^ Berindei, p. 110
  2. ^ Arthur Rollini, Thirty Years With The Big Bands, Palgrave Macmillan, 1987, p. 4, ISBN 978-1-349-09430-1.
  3. ^ Arthur Rollini, Thirty Years With The Big Bands, Palgrave Macmillan, 1987, p. 5, ISBN 978-1-349-09430-1.
  4. ^ Arthur Rollini, Thirty Years With The Big Bands, Palgrave Macmillan, 1987, p. 6, ISBN 978-1-349-09430-1.
  5. ^ Arthur Rollini, Thirty Years With The Big Bands, Palgrave Macmillan, 1987, pp. 6-7.

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Controllo di autoritàVIAF (EN69116689 · ISNI (EN0000 0000 6311 0339 · Europeana agent/base/71397 · LCCN (ENn94107576 · GND (DE1116386127 · BNF (FRcb13899132w (data) · J9U (ENHE987007314840605171 · WorldCat Identities (ENlccn-n94107576