N27
Akhet (orizzonte)
in geroglifici

La parola in egiziano antico Akhet corrisponde sia a un geroglifico sia a una stagione dell'Antico Egitto.

I due utilizzi della parola akhet sono di seguito illustrati:

  • In egiziano antico, è il luogo dove il sole sorge e tramonta; spesso è tradotto con "orizzonte" o "montagna della luce". Esso entra nella formazione di nomi come "Akhet Khufu" (nome in egiziano antico per la Grande Piramide) e Akhetaten. Il volume di Betrò definisce il geroglifico: 'Montagna con il sole sorgente' e il geroglifico è utilizzato come ideogramma per "orizzonte"[1] Nella religione egiziana antica, il Pilone rispecchiava il geroglifico per 'orizzonte' - akhet, che era anche associato ai concetti di ricreazione e rinascita.
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Akhet (stagione)
in geroglifici
  • Nell'Antico Egitto, la "stagione Akhet" andava approssimativamente da luglio a novembre. Essa era seguita da Peret e Shemu[2]. Essa è la prima delle tre stagioni in cui l'antico calendario egizio suddivideva l'anno.[Nota 1] Corrispondeva alla "stagione dell'inondazione". In questo periodo dell'anno del calendario egizio, le acque del Nilo allagavano i campi, arricchendo di nutrienti il suolo coltivato.

Note modifica

Note esplicative modifica

  1. ^ L'anno solare di 365 giorni era ottenuto dalla somma dei giorni delle tre stagioni, ciascuna della durata di 120 giorni, e di un periodo di festività per il Nuovo Anno che durava 5 giorni. Il Decreto di Canopo di Tolomeo III, della serie di decreti della stele di Rosetta (Tolomeo V), introdusse nel 238 a.C. un sesto giorno epagomenale da aggiungere ogni 4 anni. L'aggiunta dell'anno bisestile fu formalizzata da Cesare nel 55 a.C..

Note bibliografiche modifica

  1. ^ Betrò, p. 161.
  2. ^ David P. Silverman, Ancient Egypt, Duncan Baird Publishers, London 1997. p.93

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

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