Alfano di Salerno

abate, medico e scrittore italiano
Disambiguazione – "Alfano I" rimanda qui. Se stai cercando il vescovo Alfano I di Benevento, vedi Alfano (arcivescovo).

Alfano di Salerno (Salerno, 1015/1020Salerno, 9 ottobre 1085[1]) è stato un abate, medico, scrittore e arcivescovo italiano, importante esponente della scuola medica salernitana.

Alfano I di Salerno
arcivescovo della Chiesa cattolica
Busto di Alfano I nella cripta del Duomo di Salerno.
 
Incarichi ricopertiAbate di San Benedetto (1031-1058)
Arcivescovo di Salerno (1058-1085)
 
Nato1015/1020 a Salerno
Elevato arcivescovo1058
Deceduto9 ottobre 1085 a Salerno
 
(LA)

«Italiae iacet in gremo
Montibus obsita planities;
Pampinus hanc viridis decorat;
Est nemorosa parum, sed aquis
Fluctibus et variis celebris
...
Collibus eius oliva decens,
cedrus, et alta cupressus inest»

(IT)

«Dell'Italia giace nel grembo una pianura guardata dai monti; il verde germoglio l'abbellisce; è poco boscosa, ma d'acque e di fiumi diversi ben ricca (...) Sui suoi colli spicca l'olivo, il cedro e l'alto cipresso si staglia»

Biografia modifica

Nato a Salerno intorno al 1015 da una nobile famiglia imparentata con Guaimario III, Principe Longobardo di Salerno[2], fu monaco in Santa Sofia a Benevento, quindi a Montecassino. Quando Guaimario IV, «succeduto al padre nel 1031, portava il Principato a non mai vista grandezza»[3], divenne abate del monastero di San Benedetto a Salerno e poi arcivescovo della città nel 1058, consacrato dal papa Stefano IX. Fu un personaggio eclettico: medico della Scuola Medica Salernitana, scrittore, poeta e architetto. Fu autore di diversi Inni a carattere sacro, la cui ispirazione rivela una notevole conoscenza della poetica di Orazio[4], ma è ricordato soprattutto per essere stato uno dei principali esponenti tra gli intellettuali benedettini del medioevo. La sua figura è legata a quella dell'abate di Montecassino Desiderio (futuro papa Vittore III) di cui fu intimo amico; insieme a quest'ultimo promosse una riforma morale e politica della Chiesa. Alfano gli presentò anche il famoso medico e traduttore dall'arabo Costantino l'Africano. Desiderio accolse Costantino a Montecassino «offrendogli la possibilità di continuare a tradurre e scrivere opere di medicina, una delle quali – il De stomacho – fu dedicato allo stesso Alfano».[5] Inoltre si misurò anche con Gisulfo II di Salerno, principe di Salerno.

Partecipò al concilio di Melfi, a quello di Salerno e al concilio di Roma. Nella sua opera pastorale Alfano I eresse nel 1058 la diocesi di Nusco e consacrò Sant'Amato Landone suo primo vescovo. Nel 1063, si recò a Costantinopoli con il principe di Salerno Gisulfo II per promuovere una lega anti-normanna, ma Gisulfo, a sua insaputa, lo lasciò in ostaggio all'imperatore d'oriente. A Costantinopoli Alfano ebbe occasione di studiare testi medici e filosofici greci e bizantini, in particolare Nemesio di Emesa.[6] Riuscì a fuggire e a tornare in Italia dove fu accolto dal normanno Roberto il Guiscardo e dalla moglie Sichelgaita di Salerno, sorella di Gisulfo[7]. Nel 1076 il Guiscardo conquistò Salerno ed Alfano fece da mediatore, nella delicata fase di transizione, tra longobardi, normanni e Papa Gregorio VII.

Alfano ispirò e guidò la costruzione del Duomo di Salerno (di cui fu, forse, anche uno degli architetti) eretto da Roberto il Guiscardo e consacrato da Gregorio VII nel 1084. Morì a Salerno, sinceramente compianto dai suoi concittadini, il 9 ottobre del 1085 e fu sepolto nello stesso Duomo che aveva contribuito a costruire; ma ad oggi (2023) non è possibile identificare la sua tomba.

Opere modifica

Alfano fu un raffinato scrittore, dalle cui opere emerge una perfetta padronanza della lingua greca e una profonda conoscenza dei classici greci e latini. Tra i suoi componimenti si ricordano:

  • i Carmi a carattere religioso
  • De unione Verbi Dei et hominis

In campo medico tradusse dal greco il Premnon Physicon o De Natura Hominis di Nemesio[4] e fu autore di diverse opere tra cui:

  • De pulsis
  • Experimenta archiepiscopi salernitani
  • Tractatus de quibusdam medicinalibus
  • De quattuor humoribus corporis humanis

La sopravvivenza di tali opere, non pervenuteci in originale, è stata affidata a successive rielaborazioni, che testimoniano l'impulso che esse dettero alla successiva ricerca e pratica medica[4].

Contenuto modifica

Analizzando la struttura dei suoi carmina, possiamo distinguere tre fasce tematiche, in cui agiscono tre momenti differenti seppur concomitanti dell'Alfano ideologo: i carmina politici dedicati a personaggi del tempo; i carmina cassinesi dedicati ai confratelli, ai luoghi spirituali e reali di Montecassino; i carmina agiografici dedicati ai santi locali e non. Inoltre i carmina sono organizzati in questo modo: 42 agiografici, 13, d'iscrizioni o di epitaffi, 7 cassinesi, 3 politici, 3 salernitani, poi la dedica al vescovo Pandolfo e la Confessio metrica.

Alfano fa scorgere tramite i suoi carmina un momento di immortalità nel principato di Guaimario V per Salerno, che si contrappone ad una sua visione di una Salerno non più splendida politicamente (che in realtà, proprio nel secolo di Alfano e nel seguente la Scuola medica salernitana tocca il suo culmine d'importanza europea). Il Carmen ad Guidonem fratrem principis salernitani presenta una continuità fra la Cartagine celebre antagonista di Roma e la Cartagine medievale, mercato di scambi, in tutta seconda a Salerno dove Alfano, nella sua versificazione visionaria, risale dal malessere del principato di Sicardo per approdarre al benessere del momento normanno. Alfano arcaizza il mito di Salerno/nuova Roma forse riecheggiando l'inno O Roma nobilis, che si diffonde dal X secolo.

Nei carmina cassinesi al posto dei protagonisti politici si citano gli abati, i monaci, gli illustri, soprattutto la comunità benedettina e Desiderio. Alfano, come Venanzio Fortunato, sperimenta tutti i registri della sua poesia: panegirismo, memoria d'affetti e agiografie. L'universo inquieto di Alfano si rasserena di fronte alle devozioni agiografiche espresse nei carmina e dalla produzione innografica: vengono citati Santa Sabina, Sant'Agnese, Caterina d'Alessandria, Cristina di Bolsena, San Mauro, Matteo l'eremita, San Fortunato, Benedetto da Norcia e San Nicola, che rappresentano Salerno come città di reliquie.[8]

Note modifica

  1. ^ Eustachio D'Afflitto, Memorie degli scrittori del Regno di Napoli raccolte e distese da Eustachio D'Afflitto domenicano custode del museo, e della galleria de' quadri che sono nel r. palazzo di Capodimonte, Tomo 1, Napoli, nella Stamperia Simoniana, 1782, p. 227. URL consultato il 3 luglio 2019.
  2. ^ Salvatore De Renzi, Storia documentata della Scuola medica di Salerno, seconda edizione, Napoli, Gaetano Nobile, 1857, p. 188. URL consultato il 3 luglio 2019.
  3. ^ Michelangelo Schipa, III, su Alfano I arcivescovo di Salerno; studio storico-letterario, Archive.org, Salerno, Stabilimento Tipografico Nazionale, 1880, p. 9 (di 52). URL consultato il 7 ottobre 2019 (archiviato il 7 ottobre 2019).
  4. ^ a b c Biografia dal sito del Museo Galileo di Firenze.
  5. ^ Piero Morpurgo, Filosofia della natura nella Schola Salernitana del secolo XII, pref. di E. Montero Cartelle, Bologna 1990, pp. 60-61.
  6. ^ Lawrence I. Conrad, Michael Neve, Vivian Nutton, Roy Porter, Andrew Wear (a cura di), The Western Medical Tradition 800 BC to AD 1800, Cambridge University Press, 1995, p. 140, ISBN 0-521-38135-5.
  7. ^ Anselmo Lentini.
  8. ^ * Nino Borsellino, Walter Pedullà Storia generale della letteratura italiana Vol. I Il Medioevo le origini e il Duecento Gruppo Editoriale L'Espresso (1 gennaio 2004)

Bibliografia modifica

  • Parte di questo testo proviene dalla relativa voce del progetto Mille anni di scienza in Italia, pubblicata sotto licenza Creative Commons CC-BY-3.0, opera del Museo Galileo - Istituto e Museo di Storia della Scienza (home page)
  • Bruno Albers: Verse des Erzbischofs Alfanus von Salerno für Monte Cassino. In: Neues Archiv der Gesellschaft für ältere deutsche Geschichtskunde. Band 38, 1913, S. 667–669 (online in DigiZeitschriften).
  • Riccardo Avallone: Alphanus von Salerno, das Licht Europas im 11. Jahrhundert. In: Das Altertum. Band 15 (1969), ISSN 0002-6646 (WC · ACNP), S. 26–34.
  • Max Manitius: Geschichte der lateinischen Literatur des Mittelalters. Band 2: Von der Mitte des zehnten Jahrhunderts bis zum Ausbruch des Kampfes zwischen Kirche und Staat (= Handbuch der Altertumswissenschaft. 9.2.2). C. H. Beck, München 1923, S. 618–637 (online).
  • Anselmo Lentini, Alfano di Salerno, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 2, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1960. URL consultato il 3 luglio 2019.
  • Anselmo Lentini, Sul viaggio costantinopolitano di Gisulfo di Salerno con l'arcivescovo Alfano, in Atti del III Congresso internazionale di studi sull'Alto Medioevo (Benevento, Montevergine, Salerno, Amalfi, 14-18 ottobre 1956), Spoleto, Centro Italiano di Studi sull'Alto Medioevo, 1959, pp. 437–443, OCLC 888439634.
  • Leah Shopkov, Alphanus of Salerno, in Dictionary of the Middle Ages, vol. 1: Aachen–Augustinism, American Council of Learned Societies, New York, Charles Scribner's Sons, 1982, pp. 218–219, ISBN 0-684-16760-3.
  • Giorgio Falco, Un vescovo poeta del secolo XI: Alfano di Salerno, in Archivio della Società Romana di storia patria, vol. 35, Roma, 1912, pp. 439–481.
  • Giorgio Falco, Sull'autenticità delle opere di Alfano arcivescovo di Salerno, in Bullettino dell'Istituto Storico Italiano, vol. 32, 1912, pp. 1-6.
  • Michelangelo Schipa, Alfano I arcivescovo di Salerno. Studio storico-letterario, in « Cronaca annuale del Liceo ginnasiale T. Tasso » nell'anno scolastico 1878-79, pp. V-XLVII.
  • Anselmo Lentini, Le odi di Alfano ai principi Gisulfo e Guido di Salerno, in Aevum, vol. 31, 1957, pp. 230-240, JSTOR 20859018.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN78747405 · ISNI (EN0000 0001 1771 7161 · SBN SBLV086211 · BAV 495/18245 · CERL cnp00406418 · LCCN (ENn2004021999 · GND (DE119505703 · BNF (FRcb12177532r (data) · J9U (ENHE987007257506205171 · WorldCat Identities (ENlccn-n2004021999