Alimede (astronomia)

satellite naturale di Nettuno

Alimede, o Nettuno IX, è un satellite irregolare e retrogrado di Nettuno, scoperto il 14 agosto 2002 da un gruppo di ricerca coordinato da Matthew Holman e composto da John Kavelaars, Tommy Grav, Wesley Fraser e Dan Milisavljevic.[1][2][3][4] Nella stessa occasione furono scoperti anche altri due satelliti, Laomedea e Sao.

Alimede
(Nettuno IX)
Satellite diNettuno
Scoperta14 agosto 2002
ScopritoriMatthew Holman
John Kavelaars
Tommy Grav
Wesley Fraser
Dan Milisavljevic
Parametri orbitali
(all'epoca J2000)
Semiasse maggiore15 728 000 km
0,10514 au
Periodo orbitale1879,71 giorni
(5,1465 anni)
Inclinazione orbitale111,84°
Inclinazione rispetto
all'equat. di Nettuno
99,06°
Eccentricità0,5711
Dati fisici
Diametro equat.48 km
Massa
9,0×1016 kg
Densità media1,5×103 kg/m³
Acceleraz. di gravità in superficie0,010 m/s²
Periodo di rotazionesconosciuto
Pressione atm.nulla
Albedo0,16

Etimologia modifica

 
I satelliti irregolari di Nettuno.

Alimede, o Nettuno IX, come molti altri satelliti di Nettuno, deriva il suo nome da quello di Alimede (in greco Αλιμήδη?), una Nereide secondo la mitologia greca, quinta figlia di Nereo e Doris. Prima dell'annuncio ufficiale del suo nome da parte dell'Unione Astronomica Internazionale il 3 febbraio 2007, era noto con la designazione provvisoria S/2002 N 1.

Parametri orbitali modifica

L'orbita di Alimede è la seconda per eccentricità e la terza per inclinazione tra i satelliti di Nettuno,[5] come evidenziato nel diagramma. I satelliti al di sopra dell'asse orizzontale hanno moto progrado, mentre quelli al di sotto sono retrogradi. Il segmento giallo si estende dal pericentro all'apocentro, mostrando l'eccentricità.

Parametri fisici modifica

Alimede ha un diametro di 62 km (calcolato assumendo un'albedo di 0,04[6]) e appare di colore grigio in luce visibile. Data la somiglianza del colore con quella dell'altro satellite Nereide e l'elevata probabilità di collisioni (41%)[2] nel corso della passata storia del sistema solare, si ritiene che il satellite possa essere un frammento di Nereide.[7]

Note modifica

  1. ^ (EN) Matthew J. Holman, J. J. Kavelaars e Tommy Grav, Discovery of five irregular moons of Neptune, in Nature, vol. 430, n. 7002, 2004-08, pp. 865–867, DOI:10.1038/nature02832. URL consultato il 24 gennaio 2024.
  2. ^ a b (EN) Tommy Grav, Matthew J. Holman e Wesley C. Fraser, Photometry of Irregular Satellites of Uranus and Neptune, in The Astrophysical Journal, vol. 613, n. 1, 20 settembre 2004, pp. L77–L80, DOI:10.1086/424997. URL consultato il 24 gennaio 2024.
  3. ^ JPL, Planetary Satellite Discovery Circumstances, su ssd.jpl.nasa.gov, Jet Propulsion Laboratory, 21 luglio 2011. URL consultato il 24 ottobre 2011.
  4. ^ Daniel W. E. Green, Satellites of Neptune, in IAU Circular, vol. 8047, 13 gennaio 2003. URL consultato il 24 ottobre 2011.
  5. ^ Dr. David R. Williams, Neptunian Satellite Fact Sheet, su nssdc.gsfc.nasa.gov, NASA (National Space Science Data Center), 22 gennaio 2008. URL consultato il 3 novembre 2011.
  6. ^ Sheppard, Scott S.; Jewitt, David C.; Kleyna, Jan (2006). A Survey for "Normal" Irregular Satellites around Neptune: Limits to Completeness. The Astronomical Journal, 132: 171–176. https://arxiv.org/abs/astro-ph/0604552 Bibcode 2006AJ....132..171S. doi:10.1086/504799.
  7. ^ Grav, Tommy; Holman, Matthew J.; Fraser, Wesley C. (2004-09-20). Photometry of Irregular Satellites of Uranus and Neptune. The Astrophysical Journal, 613 (1): L77–L80. https://arxiv.org/abs/astro-ph/0405605. Bibcode 2004ApJ...613L..77G. doi:10.1086/424997. edit

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