Antonio Azara

magistrato e politico italiano (1883-1967)

Antonio Azara (Tempio, 18 gennaio 1883Roma, 20 febbraio 1967) è stato un magistrato e politico italiano.

Antonio Azara

Ministro della giustizia della Repubblica Italiana
Durata mandato17 agosto 1953 –
12 gennaio 1954
Capo di StatoLuigi Einaudi
Capo del governoGiuseppe Pella
PredecessoreGuido Gonella
SuccessoreMichele De Pietro
LegislaturaII

Senatore della Repubblica Italiana
LegislaturaI, II, III, IV (fino al 20 febbraio 1967)
Gruppo
parlamentare
Democratico Cristiano
CircoscrizioneSardegna
CollegioTempio-Ozieri
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoDemocrazia Cristiana
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
ProfessioneMagistrato

Biografia modifica

Laureato in giurisprudenza nel 1907, entrò in magistratura dove ricoprì vari ruoli. Nel 1931 divenne consigliere di Cassazione. Dal 1926 al 1942 fece parte delle commissioni ministeriali che redassero l'attuale codice civile. Fu membro del comitato scientifico delle riviste "La nobiltà della stirpe" e "Diritto Razzista".[1]. Nel 1936 divenne presidente di sezione della Corte di cassazione. Nel settembre 1943 fu tra i magistrati della cassazione che rifiutarono di aderire alla RSI. Nel settembre 1944 fu messo sotto accusa per apologia fascista da parte dell'Alto Commissariato per le Sanzioni contro il Fascismo, ma venne prosciolto[1]. Fu procuratore generale (dal 15 febbraio 1951 all'11 novembre 1952[2]) e poi primo presidente (dal 12 novembre 1952 al 17 gennaio 1953) della Corte di Cassazione. Una volta collocato a riposo come magistrato, si iscrisse all'ordine degli avvocati.

Nel 1948 intraprese anche una carriera politica: in quell'anno fu eletto senatore con la Democrazia Cristiana, venendo rieletto a Palazzo Madama nelle successive legislature II, III e IV, fino alla morte nel 1967.[3]

Fu Ministro di grazia e giustizia nel governo Pella (1953-1954); in questa veste propose l'indulto e l'amnistia per tutti i reati politici commessi entro il 18 giugno 1948 (D.P.R 19 dicembre 1953, n. 922).

Note modifica

Voci correlate modifica

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Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN34561492 · ISNI (EN0000 0001 1874 8226 · SBN RAVV009574 · BAV 495/119782 · LCCN (ENno2011050091 · GND (DE1285787102 · BNF (FRcb124932217 (data) · WorldCat Identities (ENlccn-no2011050091