Antonio Martini

arcivescovo cattolico, letterato e biblista italiano
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Antonio Martini (Prato, 20 aprile 1720Firenze, 31 dicembre 1809) è stato un arcivescovo cattolico, letterato e biblista italiano, arcivescovo metropolita di Firenze, studioso e traduttore della Bibbia.

Antonio Martini
arcivescovo della Chiesa cattolica
Ritratto di Monsignor Antonio Martini, Palazzo Comunale di Prato
 
Incarichi ricoperti
 
Nato20 aprile 1720 a Prato
Ordinato presbitero18 settembre 1745
Nominato arcivescovo25 giugno 1781 da papa Pio VI
Consacrato arcivescovo1º luglio 1781 dal cardinale Andrea Corsini
Deceduto31 dicembre 1809 (89 anni) a Firenze
 

Biografia modifica

Studiò nel Collegio Cicognini di Prato e poi all'Università di Pisa dove si laureò nel 1748. Fin da ragazzo manifestò vocazione ecclesiastica. In più apprese con facilità le lingue, la letteratura e la matematica, e aiutò il matematico Jacopo Bettazzi nella riforma del calendario.

Su interessamento dell'abate Antonio Niccolini gli fu proposta la cattedra di diritto canonico nell'Università di Torino ma, sfumata l'occasione, trovandosi accolto bene, fu promosso direttore del Collegio di Superga.

Il cardinale Carlo Vittorio Amedeo Delle Lanze, sapendo che Benedetto XIV desiderava una buona versione della Bibbia in toscano contemporaneo, spinse il Martini a intraprendere il lavoro.

 
Frontespizio di un'edizione della Bibbia di Antonio Martini (1836)

Nonostante un certo scoraggiamento dovuto alla morte di Benedetto XIV, avvenuta nel 1758, Martini iniziò una nuova traduzione della Bibbia secondo la Vulgata sisto-clementina, ma presto si rese conto che questo lavoro non gli era possibile mentre rimanesse direttore del collegio. Rassegnò quindi le dimissioni dalla direzione di quest'ultimo e accettò dal re Carlo Emanuele III di Savoia una nomina a consigliere di Stato insieme alla commenda dell'abbazia di San Giacomo della Bessa che ricevette il 4 luglio 1765[1].

Martini poté così completare e pubblicare la traduzione del Nuovo Testamento in 6 volumi (Torino, Stamperia Reale, 1769-1771) e successivamente quella del Vecchio Testamento in 17 volumi (Torino, Stamperia Reale, 1776-1781).

Segnalò in Appendice e nelle Note le varianti del testo greco dei Settanta e di altre venerabili traduzioni e del testo ebraico, per il quale fu assistito da un rabbino fiorentino di nome Levi. Si trattò della prima traduzione in italiano, dai tempi del monaco Nicolò Malermi (1471), fatta e approvata dalla Chiesa cattolica che, in precedenza, ne aveva impedito la produzione nella seconda metà del cinquecento. L'opera fu approvata nella sua interezza da Pio VI e rimase la traduzione in italiano più diffusa nella Chiesa cattolica italiana fino al XX secolo.

Il papa lo volle premiare nominandolo vescovo di Bobbio. Mentre si recava a Roma per l'investitura, il Martini si fermò a Firenze e il granduca Pietro Leopoldo rimase colpito dalla cultura di questo uomo di chiesa toscano e gli propose di venire nominato arcivescovo di Firenze, essendo da poco spirato il precedente arcivescovo Francesco Gaetano Incontri. Il Martini chiese prima il beneplacito del pontefice e del Re di Sardegna, e una volta ottenuti accettò l'incarico. Venne consacrato a Roma il 2 luglio 1781.

Pietro Leopoldo in realtà si trovò poi a scontrarsi con l'arcivescovo, che con fierezza tenne fronte alla sua politica ecclesiastica di stampo giansenistico, opponendosi duramente alle riforme che secolarizzavano gli istituti religiosi, ridimensionavano il potere del clero, eccetera. Nell'aprile del 1787 il Granduca chiamò un'assemblea dei vescovi del Granducato in Palazzo Pitti, e il Martini seppe far valere le proprie posizioni a fronte della politica del Granduca: Pietro Leopoldo avrebbe voluto infatti una rottura con Roma nell'ottica di una maggiore indipendenza delle sue decisioni in materia di clero. Durante i lavori dell'assemblea il Martini ottenne l'appoggio di altri arcivescovi e vescovi toscani, tra cui Roberto Costaguti, vescovo di Sansepolcro, uomo di vasta cultura teologica e biblica e già rettore dell'Università di Malta.

Sostenne il Seminario Maggiore Arcivescovile di Firenze e fondò il seminario di Firenzuola, nell'ottica di un'attenzione particolare verso le zone montane, e compì una minuziosa visita pastorale nelle parrocchie della diocesi.

Durante il suo arcivescovato ebbe luogo l'occupazione francese della Toscana, ed egli, grazie alla sua forza ed alla sua condotta di lineare moralità, seppe intraprendere delle tutto sommato buone relazioni con gli occupanti che lo trattarono con stima.

La sua grande generosità nella carità lo portò alla povertà: a fronte delle nuove tasse imposte dai francesi, egli arrivò ad offrire agli stranieri la croce pettorale e l'anello vescovile, non avendo ormai più denari per pagare[2].

Morì il 31 dicembre 1809.

Tra i Manoscritti della Biblioteca Roncioniana è conservato il Fondo Antonio Martini, costituito da 10 unità[3].

Nell'Indice dei libri proibiti modifica

Pio VII con decreto del 6 settembre 1819 proibì l'edizione del Nuovo Testamento secondo la Volgata tradotto in lingua italiana da monsignor Antonio Martini arcivescovo di Firenze, pubblicata in Livorno, presso Glauco Masi, 1818, e con decreto del 17 gennaio 1820 quella con falso luogo d'Italia, 1817. Tale proibizione fu recepita in Appendice nell'Index librorum prohibitorum, edito nel 1820 con la data del 1819[4]. Peraltro, già edizioni precedenti a quelle messe all'indice erano formalmente prive dell'imprimatur, che invece compariva nella prima edizione del 1769-71[5].

Ciononostante, «La Bibbia del Martini nell'Ottocento ebbe più di 40 edizioni integrali; 23 almeno apparvero tra il 1826 e il 1857» e «Fu […] la Bibbia cattolica italiana per antonomasia fino almeno alla prima metà del XX secolo»[6].

Genealogia episcopale modifica

La genealogia episcopale è:

Note modifica

  1. ^ Angelo Stefano Bessone, Preti e ambienti della Chiesa biellese intorno a don Oreste Fontanella, vol. 3, Biella 2010, p. 17
  2. ^ Orazione funebre recitata dal sig. Canonico Antonio Longo arciprete della Metropolitana in occasione delle solenni esequie di Mons. Antonio Martini Arcivescovo di Firenze, Segreteria del Reale Diritto di Stato, Firenze, 1810
  3. ^ Sono presenti 2 filze, Lettere di diversi a Antonio Martini, 1763-1809; un inserto, Minute di lettere di Antonio Martini con appunti relativi al Sinodo di Pistoia, 1881-1890; una filza, Carteggio e atti diversi (suppliche, note di spese, nomine a prelato domestico, testi delle epigrafi, ricordo relativo alla tumulazione ecc.), sia manoscritti che a stampa, 1781-1810; un registro Volgarizzamento della Bibbia, parte della traduzione completa che sarà poi pubblicata, senza data; un registro Trattato dell’Orazione, senza data; un registro Introduzione alla spiegazione dei Ss. Sacramenti, senza data; una filza, Frammenti di scritti diversi di Antonio Martini, senza data; una busta Scritti diversi a carattere religioso di Antonio Martini, senza data; un inserto, Minute di opere a carattere letterario e storico, senza data. L'unità recante la segnatura 869 risulta ceduta alla Biblioteca Roncioniana nel 1849 da Cesare Guasti. Le altre unità sono probabilmente giunte in biblioteca insieme all’archivio di Cesare Guasti che le aveva raccolte fino dagli anni sessanta dell’Ottocento.
  4. ^ Index librorum prohibitorum sanctissimi domini nostri Pii septimi Pontificis maximi jussu editus, Romae, ex typographiae Rev. Camerae Apostolicae, 1819, p. 349.
  5. ^ Nuovo Testamento del Signor nostro Gesù Cristo secondo la Volgata tradotto in lingua italiana e di annotazioni arricchito, tom. VI, In Torino, nella Stamperia Reale, 1771, p. [446].
  6. ^ Daniele Garrone, Bibbie d'Italia. La traduzione dei testi biblici in italiano tra Otto e Novecento, in Cristiani d'Italia, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana fondata da Giovanni Treccani, 2011, ISBN 978-88-12-00044-9 (in particolare §§ 3-4).

Bibliografia modifica

  • La chiesa fiorentina, Curia arcivescovile, Firenze 1970.
  • Angelo Stefano Bessone, Preti e ambienti della Chiesa biellese intorno a don Oreste Fontanella, vol. 3, Biella 2010, pp. 17–24
  • Begagli, Biografia degli uomini illustri, Venezia, 1840.
  • Cesare Guasti, Bibliografia pratese compilata per un da Prato, Prato, per Giuseppe Pontecchi, 1844.
  • Giovannoni Pietro Domenico, Da Prato a Superga. Note sugli anni giovanili di Antonio Martini, in Vivens Homo, XIX, 2 (2008), pp. 387–416.
  • Claudio Lamioni, Tra giansenismo e riformismo: la nomina di Antonio Martini ad arcivescovo di Firenze, in Rassegna storica toscana, XXII (1976), pp. 3–46.
  • Pietro Domenico Giovannoni, Un’opera a quattro mani: Il Breve Trattato delle Azioni Umane. Agostinismo e antiprobabilismo negli arcivescovi Incontri e Martini, in Vivens homo, XI (2000), pp. 193–234.
  • Pietro Domenico Giovannoni, Gli orientamenti culturali e politici di Antonio Martinitra il 1750 e il 1769 nelle lettere ad Antonio Niccolini, in D. Menozzi, Antonino Baldovinetti e il riformismo religioso toscano del Settecento, Roma 2002, pp. 39–80.
  • Cesare Guasti, Storia aneddota del volgarizzamento dei due Testamenti fatto dall’abate Antonio Martini, in Rassegna Nazionale, XXV (1885), pp. 235–282.
  • Pietro Domenico Giovannoni, Fra trono e cattedra di Pietro. Antonio Martini arcivescovo di Firenze nella Tosca di Pietro Leopoldo, Firenze, Pagnini, 2010.
  • La cultura letteraria a Prato dal Medioevo all'Ottocento: dizionario, a cura di Giovanni Pestelli, Prato, Piano B, 2011.
  • Orazione funebre recitata dal sig. Canonico Antonio Longo arciprete della Metropolitana in occasione delle solenni esequie di Mons. Antonio Martini Arcivescovo di Firenze, Segreteria del Reale Diritto di Stato, Firenze, 1810.
  • Michele Cioni, Mons. Antonio Martini e l’Archivio Arcivescovile di Firenze, in Bollettino dell’Arcidiocesi di Firenze, 3 (1911)

, 4 (1912).

  • Antonio Longo, Orazione funerale nelle solenni esequie di mons. Antonio Martini, Firenze 1810.
  • G. Piovano, La versione e il commento alla Bibbia di Antonio Martini, in Scuola cattolica, II (1929), pp. 337–347.
  • Giuseppe Tavelli, Apologia del Breve del Sommo pontefice Pio VI a mons. M. arcivescovo di Firenze, Pavia, presso Pietro Galeazzi,

1784.

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Controllo di autoritàVIAF (EN51211798 · ISNI (EN0000 0001 1026 6003 · SBN RAVV053293 · BAV 495/109505 · CERL cnp00647386 · LCCN (ENno2003073874 · GND (DE130022942 · BNF (FRcb12005324g (data) · J9U (ENHE987007286063005171 · CONOR.SI (SL83164003 · WorldCat Identities (ENlccn-no2003073874