Arcidiocesi di Seleucia Pieria

L'arcidiocesi di Seleucia Pieria (in latino Archidioecesis Seleuciensis Pieria) è una sede soppressa del patriarcato di Antiochia e una sede titolare della Chiesa cattolica.

Seleucia Pieria
Sede arcivescovile titolare
Archidioecesis Seleuciensis Pieria
Patriarcato di Antiochia
Sede titolare di Seleucia Pieria
Mappa della diocesi civile d'Oriente (V secolo)
Arcivescovo titolaresede vacante
IstituitaXIX secolo
StatoTurchia
RegioneSiria
Arcidiocesi soppressa di Seleucia Pieria
Eretta?
Soppressa?
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche

Storia modifica

Seleucia Pieria, le cui rovine si trovano nei pressi della città turca di Samandağ, è un'antica sede arciepiscopale della provincia romana della Siria Prima nella diocesi civile d'Oriente e nel patriarcato di Antiochia. Come tutte le sedi episcopali di questa provincia, essa dipendeva direttamente dal patriarca di Antiochia, che la elevò, come altre diocesi della provincia, al rango di sede arcivescovile autocefala, come documentato da una Notitia Episcopatuum datata alla seconda metà del VI secolo.[1]

La città è menzionata nel libro degli Atti degli Apostoli (13,4[2]), come luogo di passaggio degli apostoli Paolo e Barnaba.

Diversi sono i vescovi noti di quest'antica arcidiocesi. Le Quien inizia la sua cronotassi con un vescovo Dositeo, nel III secolo, di cui sono ignote altre informazioni. Il primo vescovo storicamente documentato è Zenobio, che prese parte al concilio di Nicea del 325. Eusebio fu ai concilio di Seleucia del 359. Bizos partecipò al concilio di Costantinopoli del 381 e ai sinodi di Costantinopoli del 394 e di Antiochia del 399. A questi vescovi Le Quien aggiunge Massimo, condiscepolo di san Giovanni Crisostomo; lo stesso autore tuttavia inserisce questo prelato anche nella serie episcopale di Seleucia di Isauria, sede alla quale Massimo apparteneva.[3]

Nel V secolo sono noti tre vescovi di Seleucia Pieria. Secondo lo storico Socrate Scolastico, all'epoca del patriarca Alessandro, Dositeo II fu trasferito alla sede metropolitana di Tarso.[4] Il vescovo Geronzio è documentato in diverse occasioni: fu presente al sinodo di Antiochia del 445, al concilio di Efeso del 449, a quello di Calcedonia del 451 e al sinodo di Costantinopoli del 459; inoltre nel 458 sottoscrisse la lettera dei vescovi della Siria Prima all'imperatore Leone dopo la morte di Proterio di Alessandria. Secondo Honigmann, a questa sede andrebbe attribuito anche il vescovo Archelao, destinatario di una lettera del metropolita Basilio di Seleucia di Isauria.[3]

Nel VI secolo opera il vescovo Nonno, sostenitore di Severo di Antiochia, che fu espulso dalla sua sede nel 518 per ordine di Giustino I e che occupò la sede metropolitana di Amida[5]; Dionisio, presente al concilio di Costantinopoli del 553 e che, secondo l'agiografo Giovanni Mosco, ebbe come successore Teodoro; e Giovanni, vissuto all'epoca del patriarca monofisita Paolo II (550-575). Le fonti agiografiche menzionano anche il vescovo Antonio.[3]

Un ultimo vescovo di Seleucia Pieria è Agapio, che nel 978 fu eletto patriarca di Antiochia.[6]

Dal XIX secolo Seleucia Pieria è annoverata tra le sedi arcivescovili titolari della Chiesa cattolica; la sede è vacante dal 15 aprile 1980.

Cronotassi modifica

Vescovi greci modifica

  • Dositeo I † (III secolo)
  • Zenobio † (menzionato nel 325)
  • Eusebio † (menzionato nel 359)
  • Bizos † (prima del 381 - dopo il 399 circa)[7]
  • Dositeo II † (? - prima del 418 nominato metropolita di Tarso)
  • Geronzio † (prima del 445 - dopo il 459)
  • Archelao ? †
  • Costantino †
  • Dionisio † (menzionato nel 553)
  • Teodoro †
  • Antonio †
  • Giovanni † (seconda metà de VI secolo)
  • Agapio † (? - 20 gennaio 978 eletto patriarca di Antiochia)

Arcivescovi titolari modifica

Note modifica

  1. ^ (FR) Echos d'Orient X, 1907, pp. 93 e 144.
  2. ^ At 13,4, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  3. ^ a b c (EN) Ernest Honigmann, The Patriarcate of Antioch: A Revision of Le Quien and the Notitia Antiochena, Traditio, vol. 5 (1947), p. 144.
  4. ^ (FR) Jean Darrouzès, Le traité des transferts. Édition critique et commentaire, in «Revue des études byzantines», 42 (1984), pp. 172 (nº 4), 188 e 191.
  5. ^ Dopo Nonno, Le Quien aggiunge un altro monofisita, Costantino, ignorato da Devreesse e Honigmann.
  6. ^ (FR) Jean Darrouzès, Le traité des transferts. Édition critique et commentaire, in «Revue des études byzantines», 42 (1984), pp. 181 (nº 46), 204-205.
  7. ^ (FR) Ernest Honigmann, Le concile de Constantinople de 394 et les auteurs du «Syntagma des XIV titres», in Paul Devos (dir.), Trois mémoires posthumes d'histoire et de géographie de l'Orient chrétien, Bruxelles, 1961, p. 43.
  8. ^ Occupò la sede metropolitana di Amida)
  9. ^ I vescovi da Vitelleschi a Fausti sono indicati da Catholic Hierarchy in Seleucia di Isauria, mentre gli Acta Sanctae Sedis e gli Annuari Pontifici li inseriscono nelle liste episcopali di questa sede.
  10. ^ Annuario Pontificio 1872, p. 235; e ASS 9 (1876), p. 288.
  11. ^ ASS 15 (1882), p. 8.
  12. ^ ASS 21 (1888), p. 389; e ASS 30 (1897-98), p. 581.

Bibliografia modifica

Collegamenti esterni modifica

  Portale Diocesi: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di diocesi