Arcidiocesi di Tarragona

arcidiocesi cattolica romana in Spagna

L'arcidiocesi di Tarragona (in latino: Archidioecesis Tarraconensis) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Spagna. Nel 2020 contava 523.500 battezzati su 623.230 abitanti. È retta dall'arcivescovo Joan Planellas i Barnosell.

Arcidiocesi di Tarragona
Archidioecesis Tarraconensis
Chiesa latina
 
Stemma della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
Diocesi suffraganee
Gerona, Lleida, Solsona, Tortosa, Urgell, Vic
 
Arcivescovo metropolitaJoan Planellas i Barnosell
Vicario generaleJoaquim Fortuny Vizcarro
Arcivescovi emeritiJaume Pujol Balcells
Presbiteri139, di cui 114 secolari e 25 regolari
3.766 battezzati per presbitero
Religiosi88 uomini, 254 donne
Diaconi7 permanenti
 
Abitanti623.230
Battezzati523.500 (84,0% del totale)
StatoSpagna
Superficie3.095 km²
Parrocchie200
 
ErezioneI secolo
Ritoromano
IndirizzoPla de Palau 2, 43003 Tarragona, España
Sito webwww.arquebisbattarragona.cat
Dati dall'Annuario pontificio 2021 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Spagna
Il monastero di Poblet
Il seminario arcidiocesano di Tarragona.

Territorio modifica

L'arcidiocesi comprende la provincia di Tarragona, nella comunità autonoma spagnola della Catalogna.

Sede arcivescovile è la città di Tarragona, dove si trova la basilica cattedrale metropolitana e primaziale di Santa Tecla. Molto importante e ricco di storia è il monastero di Santa Maria di Poblet, che sorge a Vimbodí.

Il territorio è suddiviso in 3 vicariati, a loro volta suddivisi in 11 arcipresbiterati, che sono ancora suddivisi in 200 parrocchie.

Provincia ecclesiastica modifica

La provincia ecclesiastica di Tarragona, istituita fin dal V secolo, comprende oggi le seguenti suffraganee:

Storia modifica

La diocesi di Tarragona secondo la tradizione fu eretta nel I secolo, a seguito della predicazione di san Paolo in Spagna, avvenuta nell'anno 64. Tuttavia, i primi vescovi di questa sede sono noti a partire dalla metà del III secolo.

Già dal V secolo fu elevata al rango di arcidiocesi. Il primo arcivescovo fu Giovanni (470-502). Tuttavia il suo predecessore Ascanio aveva guidato il sinodo del 464 a cui erano presenti i vescovi della provincia ecclesiastica. Il sinodo richiese poi l'autorità del vescovo di Roma per problemi riguardanti nomine episcopali, papa Ilario indisse nel 465 un Concilio, in cui fu sancito che i vescovi della provincia dovevano ricevere l'approvazione del metropolita Ascanio.[1]

Nel 516 si tenne il primo concilio provinciale alla presenza di 10 vescovi e presieduto dal metropolita Giovanni.

Dall'VIII secolo fino a metà del X secolo la sede rimase vacante a causa dell'invasione araba. Nel 711 il vescovo san Prospero e alcuni cittadini dell'antica Tarraco trovarono rifugio sulle coste italiane. Portarono con loro un antico libro liturgico, l'Orazionale visigotico tarraconense, che è oggi conservato nella Biblioteca capitolare di Verona. Quando la diocesi fu ristabilita, l'arcivescovo Cesareo ebbe difficoltà a far valere il titolo metropolitano, perché le diocesi suffraganee erano divenute de facto suffraganee di Narbona. Aimerico (927-977) e i suoi successori Armengol (977-1019), Guifredo de Cerdaña (1019-1079), Pedro Berenguer (1079) e Dalmacio (1079-1091) vescovi di Narbona, useranno illegittimamente il titolo di arcivescovo di Tarragona. Dopo Cesareo la sede di Tarragona rimarrà vacante. Attone nel 971 ebbe per breve tempo il titolo di arcivescovo di Tarragona da papa Giovanni XIII e cercò di restaurare la metropolia, traslandone la sede a Vic.

Il 1º giugno 1091 papa Urbano II ristabilì ufficialmente l'arcidiocesi, a capo della quale pose Berenguer Seniofredo de Lluçá, che conservò la cattedra vescovile di Vic a motivo della povertà della sede tarragonese. L'arcivescovo di Narbona lo accusò di voler dismembrare la sua metropolia e lo tenne prigioniero finché non ebbe pagato un cospicuo indennizzo.

Il successore beato Ollegario compare anche nelle cronotassi della diocesi di Barcellona e il suo trasferimento a Tarragona è taciuto da molte fonti. Certamente non risiedette a Tarragona, come neppure il suo successore Gregorio. Il primo arcivescovo a fare ritorno in città fu Bernardo Tort.

Nel 1151 fu fondato il monastero cistercense di Santa Maria di Poblet.

Il 23 marzo 1154 papa Anastasio IV stabilì i confini dell'arcidiocesi e le suffraganee: Gerona, Barcellona, Urgell, Vic, Lérida, Tortosa, Saragozza, Huesca, Pamplona, Tarazona e Calahorra. Nello stesso anno il vescovo eresse il capitolo della cattedrale.

Nel 1171 si iniziò la costruzione dell'attuale cattedrale.

Il 17 giugno 1207 papa Innocenzo III concesse agli arcivescovi di Tarragona il privilegio di incoronare a Saragozza i re d'Aragona.

Il 10 ottobre 1238 fu eretta la diocesi di Valencia e aggregata alla provincia ecclesiastica di Tarragona dopo una lunga contesa con la sede di Toledo.

Nel 1318 Saragozza fu elevata al rango di arcidiocesi metropolitana con le suffraganee Huesca, Tarazona, Pamplona e Calahorra.

Nel 1331 la cattedrale fu solennemente consacrata alla presenza degli arcivescovi sardi e dei vescovi della provincia.

Dal 1380 al 1388 la cattedra arcivescovile rimase vacante, per il rifiuto del re Pietro III d'Aragona di intervenire a sostegno di qualsiasi fazione nello scisma d'Occidente.

Domingo Ram fu il primo arcivescovo a governare la diocesi con la porpora cardinalizia, che aveva ottenuto il 10 marzo 1430.

Il 19 luglio 1492 la sede di Valencia fu elevata al rango di arcidiocesi metropolitana.

Nel 1498 si pubblicò un messale secondo la "consuetudinem Ecclesiæ Tarraconensis". Rimarrà in vigore fino al 1589, quando sarà introdotto il rito romano.

Subito dopo il Concilio di Trento, nel 1570, fu eretto il seminario metropolitano di san Paolo e santa Tecla.

Nel 1593 fu eretta la diocesi di Solsona e aggregata alla provincia ecclesiastica di Tarragona.

Nel 1671 si diede alle stampe un altro libro liturgico proprio dell'arcidiocesi, un Rituale.

Il 15 ottobre 1673 l'università di Tarragona, l'arcivescovo e i consoli della città giurano di difendere il dogma dell'Immacolata Concezione.

Nel 1691 il concilio provinciale stabilì che l'arcivescovo di Tarragona dovesse continuare ad usare il titolo di primate di Spagna.

Il 15 dicembre 1712 l'arcivescovo Isidro Bertrán, che aderiva al partito del pretendente al trono Carlo d'Austria, fu deposto da Filippo V con regio decreto e la sede fu dichiarata vacante. L'anno successivo papa Clemente XI indirizzò al re di Spagna una bolla di protesta e l'arcivescovo faceva atto di sottomissione. Tuttavia, Filippo non volle ritrattare la deposizione.

Nel 1722 si ripropose nuovamente la questione dei diritti primaziali di Toledo sulla provincia ecclesiastica di Tarragona e le pretese toletane vennero respinte.

Nel 1813 le truppe napoleoniche depredarono il palazzo arcivescovile, distruggendo gli archivi diocesani e capitolari. Non risparmiarono neppure una reliquia di santa Tecla conservata nel monastero di Sant Cugat. A seguito della distruzione, nel 1815 si iniziò a costruire il nuovo palazzo arcivescovile.

A seguito dello scioglimento in tutta la Spagna degli ordini monastici e della chiusura dei monasteri con la confisca delle loro terre, a causa dei decreti di desamortización adottati dal governo di Juan Álvarez Mendizábal nel 1835, il monastero di Santa Maria di Poblet venne abbandonato e per quasi un secolo sarà oggetto di saccheggi da parte della popolazione locale.

Nel 1869 l'arcivescovo Fleix y Solans partecipò al Concilio Vaticano I prendendo posto fra i primati.

Il 14 agosto 1897 papa Leone XIII trasformò il seminario in università pontificia.

Nel 1936 durante la Guerra civile spagnola furono assassinati il vescovo ausiliare Manuel Borràs, 136 sacerdoti sui 404 sacerdoti dell'arcidiocesi e molti altri fra religiosi e laici. Tuttavia, nel 1937 l'arcivescovo cardinale Vidal y Barraquer, che aveva precedentemente rifiutato un'onorificenza della repubblica, non firmerà la lettera pastorale dei vescovi spagnoli a favore di Francisco Franco. Dal 1939 al 1943, data della sua morte, il cardinale fu in esilio e la sede rimase senza pastore.

Nel 1940 riprese la vita monastica nel monastero di Santa Maria di Poblet.

Il 6 giugno 1957, in forza del decreto Initis inter della Congregazione concistoriale, furono rivisti i confini dell'arcidiocesi per farli coincidere con quelli della provincia civile, in applicazione del concordato tra la Santa Sede e il governo spagnolo del 1953. L'arcidiocesi di Tarragona si ampliò con 21 parrocchie appartenute alla diocesi di Barcellona e con 9 appartenute alla diocesi di Vic.

Il 25 marzo 1964 la diocesi di Barcellona è elevata al rango di arcidiocesi immediatamente soggetta alla Santa Sede.

Nel 1988 l'arcidiocesi di Tarragona ha adottato una suddivisione in 11 arcipresbiterati.

Cronotassi dei vescovi modifica

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Statistiche modifica

L'arcidiocesi nel 2020 su una popolazione di 623.230 persone contava 523.500 battezzati, corrispondenti all'84,0% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 215.000 215.000 100,0 283 248 35 759 130 625 151
1969 260.000 263.000 98,9 355 285 70 732 60 940 131
1980 343.000 350.000 98,0 259 185 74 1.324 196 819 193
1990 366.000 375.000 97,6 248 185 63 1.475 1 158 788 193
1999 368.000 381.000 96,6 197 149 48 1.868 3 124 557 198
2000 396.000 411.950 96,1 195 148 47 2.030 4 120 555 198
2001 406.000 422.909 96,0 186 143 43 2.183 4 113 525 199
2002 409.000 427.000 95,8 183 143 40 2.234 5 108 523 199
2003 437.000 456.526 95,7 184 144 40 2.375 5 104 519 199
2004 437.000 456.526 95,7 183 141 42 2.387 5 107 512 199
2010 517.800 549.500 94,2 174 136 38 2.975 5 110 396 200
2014 520.000 619.538 83,9 165 131 34 3.151 5 95 439 200
2017 517.350 615.631 84,0 163 138 25 3.173 9 83 348 200
2020 523.500 623.230 84,0 139 114 25 3.766 7 88 254 200

Note modifica

  1. ^ Hefele, Histoire des Conciles d'après les documents originaux, II/2, p. 904.
  2. ^ a b c Fabian D. Zuk, De episcopis Hispaniarum: agents of continuity in the long fifth century, Montreal, 2015, p. 161 e seguenti.
  3. ^ Josep Vilella, Los concilios eclesiásticos hispanos del período visigodo-arriano: análisis histόrico-prosopográfico, Medieval Prosopography 25 (2008), pp. 38-40.
  4. ^ a b c d e f g Luis A. García Moreno, Prosopografía del reino visigodo de Toledo, Universidad de Salamanca, 1974, pp. 198-200.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

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