Autobianchi Y10

autovettura del 1985 prodotta dalla Autobianchi

La Autobianchi Y10 è un'autovettura utilitaria italiana prodotta dal 1985 al 1995.

Autobianchi Y10 / Lancia Y10
Descrizione generale
CostruttoreBandiera dell'Italia Autobianchi
Tipo principaleUtilitaria
Produzionedal 1985 al 1995
Sostituisce laAutobianchi A112
Sostituita daLancia Y
Esemplari prodotti1.133.774[1]
Altre caratteristiche
Dimensioni e massa
Lunghezza3392 mm
Larghezza1507 mm
Altezza1430 mm
Passo2159 mm
Massa780 kg
Altro
AssemblaggioMirafiori
Desio
Arese
Pomigliano d'Arco
StileAntonio Piovano del Centro Stile FIAT;[2]
Tom Tjaarda come responsabile dell'Advanced Design Studio di FIAT
Stessa famigliaFiat Panda

Nome e marchi commerciali modifica

Per il costruttore FIAT Auto (cioè la società che all'epoca gestisce anche i marchi Autobianchi e Lancia), il modello è ufficialmente indicato dal codice tipo "156"; mentre il nome commerciale - come avvenuto per altri modelli del gruppo - deriva dal suo codice interno di progetto, indicato proprio come "Y10" secondo la nomenclatura in uso al tempo per i modelli Lancia, cui il marchio Autobianchi era ormai integrato dal 1969.

La Y10 è stato l'ultimo modello prodotto nello storico stabilimento Autobianchi di Desio, fino alla chiusura di ques'ultimo avvenuta nel 1992. È stata anche l'ultima automobile commercializzata con il marchio Autobianchi, utilizzato in Italia per tutta la sua carriera, fino al 1995, anno in cui è cessata la sua produzione. Nei mercati esteri invece è stata venduta con il marchio Lancia. Fecero eccezione il Giappone e la Francia, per decisione dei rispettivi importatori: JAX - e successivamente Autozam - in Giappone; Chardonnet nel paese transalpino, che mantenne il marchio Autobianchi fino al termine dell'accordo con il gruppo FIAT per la distribuzione dei marchi Lancia e Autobianchi, nel 1989. Passati anche i due marchi sotto la rete della filiale Fiat, da quel momento la Y10 fu venduta come Lancia anche in territorio francese. Anche in Portogallo venne utilizzato il marchio Autobianchi fino al 1988, sostituito da Lancia a partire dall'anno successivo.

Prima serie 1985-1989 modifica

Caratteristiche modifica

L'Autobianchi Y10 debutta ufficialmente nel marzo 1985 al Salone dell'automobile di Ginevra. La nuova utilitaria ha il compito di sostituire la A112, presente da quindici anni con successo sul mercato automobilistico nazionale ed internazionale.

Considerando che l'enorme differenza formale fra i due modelli avrebbe potuto disorientare i clienti, il marketing dell'azienda prevede che l'A112 resti in listino, parallelamente alla Y10, fin quasi alla fine del 1986. A mettere in comune la Y10 e la A112 c'è solo il marchio, la tipologia due volumi con due portiere e portellone, nonché la stessa ambizione di proporsi come automobile “di classe” da città, per soddisfare le pretese non soltanto di un pubblico femminile sempre più esigente, ma anche di tutti coloro che vedono l'automobile utilitaria non soltanto come un mezzo con cui destreggiarsi il più agilmente possibile in mezzo al traffico cittadino, ma anche come oggetto appagante in termini di design, prestazioni e comfort.

La Y10 è basata sulla piattaforma della coeva FIAT Panda e quindi ricalca la disposizione dei principali organi meccanici della maggioranza delle vetture utilitarie della sua epoca: trazione anteriore, motore anteriore trasversale con cambio in linea, impianto frenante con dischi all'avantreno e tamburi dietro, sospensioni anteriori a ruote indipendenti con schema MacPherson e braccio a terra negativo; al retrotreno, invece, adotta un nuovo schema che la differenzia dalla FIAT Panda, quanto meno dalla prima serie in produzione in quel momento. Pur rimanendo ad assale rigido, quello della Y10 si distingue per l'originale struttura detta “ad omega”, per via della forma arcuata del braccio tubolare che collega le ruote, ancorato alla scocca da un giunto centrale e da due puntoni longitudinali; la presenza di questi ultimi è legata anche al cambiamento degli elementi elastici, costituiti da molle elicoidali in luogo delle più antiquate balestre utilizzate sulla Panda. La quale adotterà comunque il medesimo assale “ad omega” a partire dall'anno successivo, con la rinnovata serie del 1986 chiamata Supernova. Rispetto alla FIAT Panda, la Y10 si pone comunque su un livello tecnicamente superiore, sottolineato dall'adozione di motori esclusivamente a quattro cilindri a benzina raffreddati ad acqua, di cambio a cinque rapporti di serie su tutte le versioni, così come il servofreno.

Proprio a sottolineare i contenuti tecnici avanzati del nuovo modello, la Y10 viene designata per portare al debutto il motore FIRE (Fully Integrated Robotized Engine), novità in campo motoristico di Fiat Auto e capostipite di una famiglia di propulsori chiave all'interno del gruppo.

Design modifica

La definizione del progetto Y10 ha richiesto più di tre anni di studi. Per le proposte iniziali, vengono affidati incarichi a Pininfarina, a Italdesign di Giorgetto Giugiaro e al Centro Stile Fiat, che eseguono centinaia di disegni, bozze e modelli in scala reale già dal 1980; alla fine viene prescelto il progetto - attribuito al designer Antonio Piovano - del Centro Stile Fiat, perché meglio rispondente al tema proposto: progettare una vettura destinata ad una particolare utenza "selezionata e d'élite", una vera e propria ammiraglia in miniatura desiderata dalle donne tanto quanto una borsetta firmata e dagli uomini come il loro profumo preferito. Un'automobile che abbia inoltre una identità chiara da collocare inequivocabilmente sotto il marchio Lancia.

 
Lancia Y10 in versione con guida a destra per il mercato del Regno Unito

Lo stile di Y10 si distingue per la forma slanciata e dinamica, dalle linee estremamente pulite, con superfici tese e levigate. La carrozzeria, marcatamente a cuneo, è molto aerodinamica (Cx di 0,31), grazie al cofano motore dall'inclinazione accentuata, al parabrezza curvo e anch'esso parecchio inclinato, ai finestrini laterali a filo con la carrozzeria, all'assenza di gocciolatoi, alle maniglie porta incassate, agli scudi paraurti dalla forma avvolgente e realizzati in polipropilene non verniciato ed alla lieve rastrematura del tetto verso la coda. Proprio là dove si trova la più importante novità nel design di Y10, che colpisce il pubblico e la stampa per la sua coda tronca, caratterizzata dal portellone piatto e quasi verticale, con verniciatura in nero satinato, indipendentemente dal colore scelto per la carrozzeria. Data la forma della coda e del portellone stesso, questo è incernierato in modo da renderne più pratica l'apertura e l'accesso al vano bagagli, arretrando il punto di rotazione undici centimetri verso il centro del tetto. I gruppi ottici posteriori sono rimasti, come sulle ultime A112, a sviluppo orizzontale. Davanti, i fari rotondi dell'A112 sono invece rimpiazzati da gruppi ottici lievemente trapezoidali, che insieme alla semplice ed elegante griglia, delineano un frontale molto pulito e di aspetto contemporaneo per i canoni del periodo, soprattutto decisamente in linea con lo stile dei coevi modelli Lancia, in particolare la Lancia Thema presentata pochi mesi prima. Il parabrezza, ora dotato di guarnizione in resina siliconica, è ampio e caratterizzato da un tergicristallo monospazzola, come le altre recenti utilitarie del gruppo (la citata FIAT Panda e la FIAT Uno). La fiancata è caratterizzata da una linea di cintura che segue quella del cofano motore e tende a salire a mano a mano che ci si avvicina alla coda. Assenti, sulla superficie della carrozzeria, nervature evidenti o profili di abbellimento e di protezione; l'unica caratteristica è la presenza della piega, netta ma molto discreta, che corre lungo tutta la fiancata.

Mantenendo la filosofia dell'industria automobilistica italiana dell'epoca riguardo all'impostazione delle vetture di vocazione utilitaria e cittadina, la Y10 è proposta solo con carrozzeria a tre porte, comunque piuttosto ampie per facilitare l'accesso in auto anche ai passeggeri posteriori, ulteriormente agevolati dai sedili anteriori completamente ribaltabili.

Abitacolo modifica

Anche il progetto degli interni esprime l'obiettivo di distinguere la Y10 come vettura cittadina di lusso, secondo canoni aggiornati al 1985. La plancia è suddivisa in due fasce a sviluppo orizzontale e in alto, sotto un'ampia palpebra di forma rettangolare, raccoglie il cruscotto della strumentazione, tutti i comandi secondari e le ampie e numerose bocchette per la climatizzazione; il volante è a quattro razze su tutti i modelli con clacson al centro e tre levette per i comandi luci e tergicristalli sul piantone; sotto, vari coperchi allineati chiudono i vani per portaoggetti, autoradio, posacenere. Tutta la zona superiore è in materiale plastico disponibile in due tonalità (nero o marrone scuro), mentre nella parte inferiore i vari coperchi sono rivestiti in Alcantara di colore chiaro. La stessa combinazione è utilizzata in modo coordinato sui pannelli delle portiere. Per i sedili viene utilizzato tessuto o Alcantara a seconda degli allestimenti, mentre il pavimento è rivestito in moquette su tutte le versioni, anche nel vano bagagli.

Anche le dotazioni, in particolare quelle a richiesta con sovrapprezzo, sono sopra lo standard del periodo per vetture delle medesime dimensioni. Accanto ad accessori relativamente diffusi come alzacristalli elettrici, chiusura centralizzata, divanetto posteriore sdoppiato, vetri atermici, cerchioni in lega leggera, tettuccio apribile in cristallo ad azionamento manuale, nel listino compaiono opzioni decisamente esclusive come i lavatergifari, i comandi elettrici per l'apertura dei vetri posteriori a compasso (soluzione unica per quei tempi e comunque di rara adozione anche su vetture di generazione successiva), oppure un sistema di climatizzazione con comandi elettronici e visualizzazione a LED, di impostazione simile a quello già adottato sulla FIAT Regata. Anche la strumentazione può essere arricchita con il Control System, cioè un sistema di diagnostica con numerose spie addizionali; oppure, sempre come accessorio ma ad un costo decisamente maggiore, è disponibile una sofisticata strumentazione digitale optoelettronica Solid State, comprendente fra l'altro il medesimo Control System, un computer di bordo, il contagiri ed altri indicatori supplementari; per standardizzare la produzione dell'impianto elettrico a poche e definite varianti, l'opzione della strumentazione Solid State include anche i comandi elettrici per vetri anteriori e finestrini posteriori a compasso, la chiusura centralizzata, l'orologio digitale, nonché la climatizzazione a comandi elettronici. Rarissima proprio per la sua complessità ed il costo al pubblico, la strumentazione digitale di Y10 è stata antesignana non soltanto per la quantità di informazioni fornite al conducente, ma anche per la sua illuminazione di colore blu, che diverrà un dettaglio di tendenza alla fine del decennio successivo.

La gamma 1985 modifica

Al debutto la Y10 è disponibile in tre versioni, denominate fire, touring e turbo, ciascuna con una motorizzazione distinta. Allestimenti ed estetica sono sostanzialmente identici per le due versioni con motori aspirati, mentre quella con motore sovralimentato si distingue per la caratterizzazione sportiva, sebbene comunque discreta. Tutte mostrano il caratteristico portellone verniciato in nero opaco, calandra con bordo e grigliatura cromati, dettagli cromati sulle maniglie delle portiere, indicatori di direzione sia davanti che dietro con trasparente arancione, copricerchi integrali in plastica.

Y10 fire modifica

La versione di ingresso della Y10 prende il nome proprio dal motore che porta al debutto, il nuovo quattro cilindri FIRE (codice 156 A2.000), con cilindrata di 999 cm³ e potenza massima di 45 CV a 5000 giri/minuto; un motore molto elastico, poco rumoroso e dai bassi consumi, che le consente di superare i 145 km/h e di accelerare da 0 a 100 km/h in 16 secondi.

Esternamente presenta listelli cromati sulla guarnizione del parabrezza, del lunotto e alla base dei vetri anteriori, mentre all'interno i sedili sono rivestiti in tessuto. La dotazione di serie prevede i fari con lampade alogene, il lunotto termico, il tergilavalunotto, lo specchio retrovisore lato guida con regolazione manuale dall'interno dell'abitacolo, i vetri posteriori a compasso manuali, il portellone con leva per l'apertura dal posto guida, i poggiatesta anteriori fissi (forati e in poliuretano) e le cinture di sicurezza anteriori.

È da sottolineare che - ad esclusione di alcune dotazioni esclusive della versione turbo - tutti gli accessori previsti per Y10, anche i più costosi ed esclusivi, sono disponibili già a partire da questa versione base.

Y10 touring modifica

Modello intermedio della gamma, questa versione è mossa da un motore di 1049 cm³ alimentato con carburatore doppio corpo, con potenza massima di 56 CV a 5850 giri/minuto e coppia motrice massima di 81,4 N·m a 3000 giri/minuto. Le prestazioni sono di conseguenza superiori a quelle del modello base, con una velocità massima di 155 km/h ed un'accelerazione da 0 a 100 km/h in 14,5 secondi. Identificato dal codice 156 A.000, tale motore è sviluppato partendo dal quattro cilindri monoalbero, prodotto in Brasile, che equipaggiava la Fiat 127.

All'esterno questa versione è identica alla Y10 fire, fatta salva la differente targhetta identificativa sul portellone; anche nell'abitacolo sono identiche le dotazioni e gli accessori a richiesta, ad eccezione dei sedili che, anziché in tessuto, sono rivestiti di serie con la medesima Alcantara utilizzata sui pannelli della plancia e delle portiere.

Y10 turbo modifica

Si tratta della versione di punta per tecnica e prestazioni, dotata di motore sovralimentato secondo la tendenza del momento. Identificato dal codice 156 A1.000, è una variante dello stesso motore della Y10 touring, in configurazione con carburatore doppio corpo Weber 30/32 DMTR 103/251 e turbocompressore IHI con intercooler aria-aria, per una potenza massima di 85 CV a 5750 giri/minuto e coppia massima di 122,6 N·m a 2750 giri/minuto.[3] Rispetto al 1049 cm³ aspirato della Y10 touring, si distingue per le valvole di scarico al sodio, i segmenti speciali, i collettori ad alta resistenza, la pompa carburante elettrica e l'accensione elettronica "Digiplex", oltre al sistema di sovralimentazione dotato di intercooler, valvola bypass e valvola termostatica. Questa versione raggiunge i 180 km/h ed accelera da 0 a 100 km/h in 9,5 secondi.

La Y10 turbo si distingue dalle altre versioni per numerosi dettagli caratteristici: oltre alla targhetta identificativa sul portellone, sulla calandra è presente una piccola scritta cromata "turbo", accompagnata dalla fascia adesiva alla base della fiancata con la scritta "TURBO"; di serie sono previsti pneumatici di larghezza maggiore (misura 155/70 anziché 135 con sezione standard /80); le cromature attorno ai vetri (parabrezza, lunotto, vetri anteriori) sono eliminate, mentre i paraurti hanno un disegno specifico, con spoiler inferiori di disegno diverso e maggiori dimensioni, nonché un profilo decorativo rosso; il paraurti anteriore prevede anche prese d'aria addizionali e la possibilità di alloggiare dei fari supplementari di profondità. In coda si nota invece il terminale di scarico maggiorato e in metallo lucido. All'interno è presente un inedito volante dal disegno più sportivo, assieme a sedili in tessuto, quelli anteriori con profilatura più avvolgente; di serie, la strumentazione prevede l'aggiunta di contagiri, termometro dell'olio e manometro dell'olio nel cruscotto principale, oltre all'indicatore supplementare - installato sopra la bocchetta lato guidatore - per la pressione di sovralimentazione del motore (manometro del turbo).

Le aspettative e l'impatto iniziale sul mercato modifica

L'attenzione e l'interesse dimostrati dal pubblico internazionale al Salone di Ginevra, fanno sperare che la nuova Y10 possa incontrare il gusto del pubblico, ma le vendite stentano a decollare nel primo anno.

La campagna pubblicitaria iniziale ha puntato sulla filosofia originale della vettura, i suoi contenuti tecnologici e il design d'avanguardia, ambientandola in un'ipotetica "città del futuro" (questo il messaggio della campagna) con una donna robot dalle forme e movenze sinuose che le fa da madrina. Senza evidentemente riuscire ad avvicinare il pubblico. Oltre alla campagna pubblicitaria, la responsabilità per l'iniziale stallo nelle vendite è da attribuire anche al prezzo di listino, decisamente alto.[4]

Così il produttore decide di cambiare rapidamente strategia commerciale e già nel gennaio del 1986 presenta la nuova gamma.

La gamma 1986 modifica

Grazie ad una revisione di listini ed allestimenti, finalizzati a rendere la Y10 più accessibile, le vendite hanno un impulso positivo. Pur con la delusione degli acquirenti dei primissimi esemplari, che videro i prezzi di listino calare a pochi mesi dal debutto. Nel contempo cambia il messaggio delle campagne pubblicitarie, che pur mantenendo la grafica e l'ambientazione precedente, utilizzano adesso un nuovo messaggio che punta a sottolineare l'unicità del modello.

Tra le dotazioni, oltre ad una differente organizzazione del listino accessori, per tutte le Y10 viene reso disponibile - a richiesta con sovrapprezzo - il volante regolabile in altezza.

Y10 fire modifica

La versione d'ingresso, sempre denominata Y10 fire, corrisponde adesso ad un allestimento semplificato con dotazione di serie più scarna, cui corrisponde un prezzo più basso.

Esternamente è riconoscibile per via dell'eliminazione delle finiture cromate dalla griglia anteriore, dalle maniglie sulle portiere e dalle guarnizioni dei vetri (parabrezza, lunotto e vetri anteriori), nonché per l'adozione di gruppi ottici posteriori semplificati ed asimmetrici, con una sola luce di retromarcia posta a destra e un solo faro retronebbia posto a sinistra. All'interno cambiano i rivestimenti: vengono eliminati del tutto quelli in Alcantara, sia dalla plancia che dai pannelli laterali (sia davanti che dietro); i sedili adottano un tessuto più semplice, che viene utilizzato anche nella fascia intermedia del fianchetti porta anteriori (in luogo della similpelle); anche la moquette è differente, adesso in tonalità chiara coordinata con le tappezzerie. Sulla plancia sono eliminati anche gli sportelli dei due vani portaoggetti, sia quello lato guida che quello, più grande, davanti al passeggero. Infine, nell'allestimento di serie di questa versione non è più presente la leva per l'apertura dall'interno del portellone bagagli.

Y10 fire LX modifica

Tra la Y10 fire e la Y10 touring trova posto ora una nuova versione, la Y10 fire LX. In sostanza è del tutto identica alla precedente versione Y10 fire del 1985, fatta salva la targhetta posteriore e la dotazione di serie che - almeno per il mercato italiano - adesso include i vetri elettrici anteriori, la chiusura centralizzata e la plafoniera con orologio digitale Borletti Vegliaflash e spot di lettura.

Y10 touring e turbo modifica

La Y10 touring e la Y10 turbo, invariate, offrono ora di serie i vetri elettrici anteriori, la chiusura centralizzata e la plafoniera con orologio digitale e spot di lettura.

Y10 4WD modifica

 
La Y10 in versione 4WD a trazione integrale

Alla fine dello stesso anno la gamma si amplia ulteriormente. Nell'ottobre del 1986, infatti, debutta la versione a trazione integrale inseribile, denominata Y10 4WD (dall'inglese "4 Wheel Drive", cioè 4 ruote motrici).

Questo modello riprende gran parte della meccanica dalla equivalente versione della FIAT Panda, in particolare la nuova serie chiamata "Supernova" introdotta a gennaio del 1986. Della rinnovata FIAT Panda 4x4 viene ripreso il motore, vale a dire una versione specifica (codice 156 A3.000) del motore FIRE, sempre da 999 cm³, ma con potenza incrementata fino a raggiungere i 50 CV a 5500 giri/minuto; simile è anche il retrotreno a ponte rigido con balestre, nonché lo schema generale della trazione integrale. Sulla Y10 4WD, però, l'inserimento e disinserimento della trazione integrale è gestito da un complesso - e modernissimo per l'epoca - sistema elettropneumatico, semplicemente premendo il pulsante dedicato posto a sinistra del cruscotto, a motore acceso e vettura ferma o comunque con velocità inferiore a 55 km/h; qualora il pulsante venga azionato oltre questa velocità, la trazione si inserirebbe solamente rallentando sotto i 55 km/h; inoltre per evitare che accumuli di ghiaccio, fango o neve blocchino il sistema di attuatori di comando della trasmissione, essa si inserisce automaticamente spegnendo il motore. L'intero complesso è concepito inoltre per lasciare fermi albero di trasmissione e semiassi posteriori quando la trazione integrale è disinserita, per limitare i consumi di carburante, la rumorosità e dell'usura meccanica.

È facile riconoscere la Y10 4WD dalle altre versioni grazie all'assetto rialzato di 3 cm, ai grossi fascioni laterali in materiale plastico nero, ai cerchi ruota in acciaio di disegno specifico senza alcun coprimozzo e ai paraspruzzi anteriori e posteriori; a distinguerla ulteriormente ci sono la targhetta identificativa sul portellone, oltre alle scritte "4WD" sui paraspruzzi posteriori, sulla calandra e sulle protezioni laterali. Come per la Y10 turbo, le cromature sono presenti solo sulla calandra e le maniglie, e non sulle guarnizioni dei vetri. Nell'abitacolo sono adottati il medesimo volante della Y10 turbo oltre a rivestimenti inediti, con un'applicazione leggermente diversa sulla plancia e i pannelli porta. Fa parte della dotazione di serie anche lo specchietto esterno lato passeggero, ma sono opzioni a pagamento i tergilavafari, la strumentazione con Control System e contagiri, il tettuccio apribile, i vetri elettrici, la chiusura centralizzata, il sedile posteriore sdoppiato ed il volante regolabile in altezza. La Y10 4WD raggiunge la velocità massima di 145 km/h ed accelera da 0 a 100 km/h in 17,4 secondi.

La collocazione nel mercato e le serie speciali modifica

Nel biennio 1987-88 la piccola Autobianchi diviene sempre più un prodotto maturo, con una precisa collocazione sul mercato, ambita da una clientela molto varia e dalle istanze diversificate. Essa raccoglie ormai i successi attesi, rinforzati da una nuova campagna pubblicitaria lanciata nel 1987 e imperniata attorno allo slogan "Y10. Piace alla gente che piace", che coinvolge numerosi personaggi noti al pubblico italiano. Il marketing Lancia avvia inoltre una strategia ancora poco comune in quegli anni, vale a dire la realizzazione di alcune “serie speciali” legate a marchi commerciali molto noti e con un'immagine forte presso il grande pubblico; sono versioni con caratteristiche e dettagli esclusivi, generalmente limitati all'estetica (sia esterna che nell'abitacolo) e non disponibili sulla gamma normale, sostenute da specifiche e intense campagne pubblicitarie. L'obiettivo è attirare attenzione e insieme associare Y10 all'immagine di successo dei marchi utilizzati, seguendo il concetto della “moda”, legato allo stile di vita del periodo, per rendere anche il prodotto "Y10" in definitiva un oggetto da esibire come vero e proprio “status symbol”.

La Y10 Fila modifica

 
Autobianchi Y10 Fila del 1987

La prima versione speciale a debuttare, nel febbraio del 1987, è la Y10 Fila, firmata dall'omonima azienda biellese di articoli sportivi e per il tempo libero.

Derivata dalla Y10 fire (gamma 1986), di cui mantiene inalterati caratteristiche tecniche e dotazioni, si distingue per la colorazione integrale in bianco: non soltanto la carrozzeria, ma anche il portellone, i paraurti e le coppe ruota. Interrompe la monotonia la sottile striscia adesiva in rosso/blu scuro che corre sotto il cofano e la linea di cintura, culminando verso il portellone con il marchio "Fila" scritto per esteso; all'interno, i sedili ed i pannelli porta sono rivestiti di tessuto rosso, con il logo del marchio inserito sugli schienali dei sedili anteriori; la moquette è grigio scura.

Il successo di questa prima versione speciale, destinata principalmente ad un pubblico giovane e dinamico, viene confermato dalla sua riedizione (talvolta indicata come Fila 2) nel marzo del 1988. Questo secondo lotto vede raddoppiare l'offerta dei colori, con l'introduzione di una versione anche in nero. Su quest'ultima la striscia che corre lungo la fiancata è sempre rossa, ma col filetto superiore e la scritta a contrasto in bianco (anziché blu scuro); identiche alla versione precedente le tappezzerie in rosso; le coppe ruote sono invece quelle grigio chiaro satinato della gamma standard. Anche la versione in bianco porta delle novità, adottando sellerie in celeste brillante e striscia adesiva esterna coordinata, in combinazione celeste/blu scuro.

La Y10 Martini modifica

La Y10 Martini segue di pochi mesi la prima edizione della Fila ed arriva nelle concessionarie nel giugno del 1987. Realizzata per celebrare il sodalizio sportivo con la Martini Racing, con cui da anni il reparto corse Lancia riscuote successi nelle competizioni, questa versione speciale è una Y10 turbo disponibile nel solo colore bianco, utilizzato anche per i copricerchi (gli stessi della Y10 Fila; i cerchi in lega sono comunque disponibili a richiesta); la fiancata è percorsa da una decalcomania con il tricolore blu-azzurro-rosso della Martini Racing, colori utilizzati anche come sfondo della targhetta identificativa sul portellone (che rimane comunque "Y10 turbo", mentre il nome "Martini" non compare in effetti da nessuna parte). Più significative le differenze all'interno, dove viene utilizzata la plancia senza rivestimenti e sportelli degli allestimenti base, allo stesso modo dei pannelli laterali; i tessuti dei sedili e dei fianchetti porta sono specifici di questo allestimento, con tema a righe negli stessi colori caratteristici del marchio; infine anche la moquette sul pavimento è di un esclusivo azzurro.

La Y10 Missoni modifica

Nell'ottobre 1987 viene presentata la Y10 Missoni, allestimento della Y10 fire LX firmato dal noto stilista Ottavio Missoni (che apparirà anche in alcuni spot televisivi della Y10) e rivolto ad un pubblico (prevalentemente femminile, ma non solo) raffinato e attento alla moda. Per la carrozzeria viene scelto un esclusivo ed unico Blu Memphis metallizzato (il portellone rimane nero), intonato con i tessuti interni, realizzati in Alcantara nocciola per plancia e pannelli laterali, mentre per i sedili adotta un tessuto “Missonato” in velluto a strisce e la moquette è coordinata col colore esterno; per rendere riconoscibile questa versione speciale, viene applicato un adesivo del marchio Missoni nella parte finale della fiancata, a metà fra la nervatura ed il finestrino posteriore.

I primi motori "ecologici" per i mercati esteri modifica

All'inizio del 1988, vengono rese disponibili delle nuove motorizzazioni sviluppate per soddisfare i vincoli previsti dalle norme antinquinamento in vigore in alcuni mercati esteri europei.

I FIRE 1000 con dispositivi antinquinamento modifica

Il motore FIRE da 1 litro è declinato in due nuove varianti, disponibili a seconda dei mercati in alternativa al motore standard, per tutti gli allestimenti che lo montano (fire, fire LX e 4WD):

  • FIRE 1000 Ecobox: sulla motorizzazione standard a carburatore viene installato il cosiddetto "Ecobox", ovvero un sistema che scalda la miscela aria/benzina nel collettore di aspirazione così da aumentarne la combustione e quindi migliorarne l’efficienza. Le specifiche sono equivalenti alla versione normale.
  • FIRE 1000 SPI: motore conforme alle specifiche USA'83, è dotato di iniezione elettronica single point, catalizzatore a tre vie con sonda lambda e sistema di recupero dei vapori del carburante. Le specifiche sono simili alla versione normale, con potenza massima sempre di 45 CV, ma a 5250 giri/min.

La Y10 1.3 i.e. modifica

Laddove la Y10 turbo non può essere venduta per ragioni omologative legate alle emissioni inquinanti, viene commercializzato il nuovo allestimento in oggetto, conforme alle specifiche USA'83.

Tale modello è equipaggiato con un motore aspirato di 1.297 cm³, sempre della famiglia di produzione brasiliana; si tratta di una nuova unità (codice 146 A5.046), con accensione elettronica Digiplex II e cut-off integrato, nonché iniezione elettronica multi point Bosch L3-Jetronic; l'impianto di scarico è dotato di catalizzatore trivalente con sonda lambda riscaldata, sistema di ricircolo dei gas di scarico (EGR) e di recupero dei vapori del carburante. Le prestazioni dichiarate sono di una potenza massima di 72 CV a 5750 giri/min, velocità massima superiore a 170 km/h e accelerazione da 0 a 1000 m in 34,5 secondi.

Per il resto, l'allestimento sia esterno che interno è equivalente alla versione "turbo", fatta eccezione per la targhetta sul portellone "1.3 i.e." e gli adesivi laterali recanti la scritta "injection". A richiesta sono disponibili i rivestimenti dei sedili in Alcantara.

Seconda serie 1989-1992 modifica

Nel febbraio del 1989 l'Autobianchi presenta la seconda serie della Y10, caratterizzata da leggeri ma importanti ritocchi estetici ed all'abitacolo, ed interessata da importanti modifiche nelle motorizzazioni. “Il privilegio di evolversi, restando se stessi”: così recita la sua pubblicità televisiva di lancio.

Tutti i modelli hanno ora coppe ruota di nuovo disegno (4WD esclusa), indicatori di direzione anteriori bianchi, gruppi ottici posteriori (simmetrici ed ora uguali per tutte le versioni) in tonalità bicolore: doppia luce di retromarcia di color fumé, doppio proiettore retronebbia di colore rosso, luci di posizione e stop (a doppio filamento) in rosso ed indicatori di direzione fumé. Scompaiono quindi, seguendo una tendenza tipica del periodo, gli indicatori di direzione con il trasparente di colore giallo ambra, sia davanti che dietro.

La Y10 fire ha ora una nuova griglia radiatore, abbellita con la cornice esterna in acciaio inox che dal 1986 era stata retaggio delle versioni top di gamma, ma con la griglia a tinta unica, cioè priva delle baffature cromate. Nell'abitacolo è stato modificato lo schienale del divanetto posteriore, a vantaggio della capacità di carico del bagagliaio, rendendolo più verticale e meno imbottito; sono stati modificati i pannelli porta, che ora includono nella parte inferiore i pulsanti degli alzacristalli elettrici anteriori (optional su Y10 fire) e la predisposizione per gli altoparlanti; la plancia resta però del tipo più economico, cioè priva degli sportelli su vani e cassetti. Nuovi sono anche i tessuti di rivestimento dei sedili.

Tutti i nuovi modelli hanno la strumentazione con una nuova grafica e, versione base esclusa, il volante regolabile in altezza. L'impianto di climatizzazione interna prevede ora di serie anche la funzione di ricircolo manuale oppure, a richiesta, un nuovo sistema di climatizzazione digitale, stavolta con regolazione elettronica della temperatura mediante display e funzione “auto” per il mantenimento costante della temperatura impostata.

Della precedente gamma comprendente la fire, la fire LX, la touring, la turbo e le serie speciali, sopravvive soltanto la versione fire mentre tutte le altre versioni escono di produzione e con esse anche il motore da 1050 cm³, sia nella versione aspirata che turbocompressa. Tale motore è sostituito ora dal Fire di 1108 cm³, che ha debuttato nel 1988 al lancio della Fiat Tipo e che, nel caso della Y10, è dotato di iniezione elettronica single point; caratterizzato da una potenza massima di 56 CV a 5500 giri/minuto e da una coppia massima di 88 Nm a 3000 giri/minuto, equipaggia l'inedita versione fire LX i.e., che raggiunge i 156 km/h ed accelera da 0 a 100 km/h in 13.9 secondi. Per quanto concerne il FIRE 999 cm³, esso venne reso compatibile all'utilizzo con benzine senza piombo a 95 R.O.N. tramite leggera diminuzione del rapporto di compressione (da 9,8 a 9,5) e una diversa taratura dell'anticipo di accensione; il motore divenne così meno brillante, meno elastico e meno gradevole da guidare; inoltre, superate certe velocità, la rivista Quattroruote riscontrò dei consumi di carburante addirittura superiori a quelli del motore da 1108 cm³.

Le nuove versioni modifica

Y10 GT i.e. modifica

 
Una Y10 GT

Con la scomparsa del motore turbocompresso, per motivi di omologazione antinquinamento in alcuni paesi europei (Svizzera, Austria e Germania), il suo posto in gamma viene preso dal nuovo motore aspirato di 1301 cm³, ad iniezione elettronica multi point, di produzione brasiliana (codice 156 B.000). È in grado di sfoderare una potenza massima di 78 CV a 5750 giri/minuto ed una coppia massima di 100 N·m a 3250 giri/minuto ed equipaggia l'inedita versione GT i.e.; essa raggiunge i 178 km/h ed accelera da 0 a 100 km/h in 11,5 secondi, promettendo un comfort ed una fluidità di marcia sconosciuta sul modello sovralimentato. La GT i.e. è caratterizzata dal bordino rosso che incornicia la griglia anteriore, da una striscia adesiva con sigla d'identificazione che percorre tutto il bordo inferiore della fiancata, dalle inedite coppe ruota (cerchi in lega optional) e il terminale di scarico cromato; internamente si presenta come la LX i.e., ma con rivestimenti diversi. La strumentazione, come già per la precedente turbo, è più completa e sportiva.

Y10 4WD i.e. modifica

La 4WD a trazione integrale inseribile cambia denominazione, diventando 4WD i.e. in virtù del cambio di motorizzazione, che passa dal FIRE 1000 a carburatore al FIRE 1100 ad iniezione elettronica single point. Grazie al nuovo motore raggiunge i 151 km/h ed accelera da 0 a 100 km/h in 15 secondi. La 4WD i.e. mantiene infine inalterato l'aspetto esteriore, conservando i massicci fascioni laterali della versione precedente ed i cerchioni di disegno specifico.

Y10 fire LX i.e. modifica

La Y10 fire LX i.e. si riconosce esternamente per la fascia inferiore del paraurti verniciata nello stesso colore della carrozzeria, per la striscia adesiva, con sigla d'identificazione, che percorre tutto il bordo inferiore della fiancata e per il terminale di scarico cromato; internamente, sedili in tessuto oppure, a richiesta, selleria in Alcantara. Plancia e pannelli porte sono rivestiti di serie in Alcantara.

Y10 Selectronic modifica

Nel dicembre dello stesso 1989, debutta la Y10 Selectronic, versione dotata di trasmissione automatica ECVT: Electronic Continuously Variable Transmission. Derivante dalla Y10 fire LX i.e., ne adotta l'allestimento nonché il motore FIRE 1.100 ad iniezione single point, abbinato ad un cambio automatico a variazione continua dei rapporti, con frizione elettromagnetica (e non idraulica come sulla Fiat Uno Selecta); raggiunge la velocità massima di 150 km/h ed accelera da 0 a 100 km/h in 15 secondi.

I motori catalizzati modifica

Pochi mesi più tardi, nel marzo del 1990, debutta la gamma delle Y10 catalizzate: per ogni versione c'è la corrispondente catalizzata, ad eccezione della Fire a carburatore, che rimane saldamente in vetta alle preferenze da parte del pubblico, per la sua economia di esercizio.

Il motore 1.100, ora denominato “Europa” in ossequio alle direttive CEE, raggiunge in versione ecologica la potenza massima di 50 CV (37 kW), che permette alla Y10 fire LX i.e. di toccare i 150 km/h, alla Selectronic di raggiungere i 145 km/h ed alla 4WD i.e. di sfiorare i 142 km/h. La versione catalizzata della GT i.e. ha ora un motore di 1297 cm³, con potenza massima di 72 CV (53 kW), che le consente una velocità massima di 172 km/h. Un anno più tardi debutta anche la Y10 fire i.e. rinnovata nei contenuti.

Le nuove versioni speciali modifica

Nel biennio 1991/92 la gamma si arricchisce di nuove versioni speciali.

Y10 Mia modifica

Prima delle serie speciali del “nuovo corso” ad affrontare il giudizio del pubblico, nel luglio del 1991, è la Y10 Mia. Si tratta di una versione in perfetto “vecchio stile Lancia”, elegante ma sobria, che non deriva, come accadeva nelle serie precedente, da allestimenti esistenti, ma costituisce una vera e propria voce di listino a sé stante, che si pone parallelamente alle versioni fire ed LX i.e., dalle quali riprende le motorizzazioni, 1.000 Fire carburatore e 1.100 Europa. La Y10 Mia si distingue dalle serie speciali che l'hanno preceduta perché introduce un nuovo concetto di scegliere e di vivere la “serie speciale”: essa cioè non è più una versione esclusiva, con colore ed allestimento unico, ma un vero e proprio modello a sé stante, con la particolarità, per l'utenza, di poter scegliere non solo eventuali optional, ma anche fra tre diverse tinte metallescenti (una esclusiva tipologia di vernice metallizzata con pigmenti fotocangianti) di carrozzeria, eleganti e scure come il blu Madras, il verde Derby o il black Mica; e abbinata, anche la possibilità di personalizzare la coloritura di plancia, pannelli porta e selleria con la scelta di diverse tonalità di Alcantara (ghiaccio, beige cammello, azzurro turchese e rosso carminio) da abbinare a piacere al colore esterno, senza cioè schemi predefiniti; ed infine la possibilità di scegliere fra le due motorizzazioni disponibili, sia cioè con motore Fire 1.0 a carburatore, sia Fire 1.1 “Europa” catalizzato. La dotazione di serie comprende anche i vetri elettrici anteriori, la chiusura centralizzata di tutte e tre le porte ed il volante regolabile in altezza. Sono disponibili, come optional, il tetto apribile, il "Control System" e il retrovisore esterno destro, mentre sono di serie gli pneumatici maggiorati (155/70-13), con cerchio in acciaio e copricerchio di derivazione GT, decisamente più elegante. In breve tempo la Y10 Mia sfiora il 40% degli ordini totali della produzione 1991-92.

Y10 Ego modifica

Due mesi più tardi, a settembre del 1991, nasce la Y10 Ego, versione basata sulla Y10 fire LX i.e. catalizzata. È disponibile unicamente con carrozzeria di colore Black Mica (compreso il portellone), ha selleria interamente rivestita in pelle “Poltrona Frau” di tonalità “Rosso Bulgaro” (così come la plancia, la leva del cambio, i pannelli porta ed il volante), i poggiatesta anteriori sono sellati e non schiumati, gli pneumatici maggiorati. Disponibili a richiesta il tetto apribile, i cerchi in lega e la strumentazione con Control System, contagiri e indicatori supplementari. Il prezzo elevato di questa versione e la sua tiratura limitata, hanno fatto sì che la maggior parte degli esemplari prodotti siano stati venduti in paesi economicamente ricchi come Svizzera, Austria, Germania, Lussemburgo e Belgio.

Y10 Avenue modifica

All'inizio del 1992, sull'onda del successo della versione speciale Mia, fa il suo ingresso nelle concessionarie la Y10 Avenue; mossa dal Fire 1100 “Europa” da 50 CV, è caratterizzata da quattro inedite tinte di carrozzeria (tre metallescenti e una metallizzata), ha portellone posteriore in tinta coordinata con la carrozzeria “tono su tono” e rivestimenti interni in Alcantara di disegno specifico, con poggiatesta anteriori imbottiti e cadenini abbinati alla tinta della carrozzeria. Disponibile esclusivamente catalizzata, poteva essere ordinata anche in allestimento Selectronic con cambio automatico.

Y10 Marazzi Certa modifica

Derivata dalla Avenue era anche la "Y10 Certa", elaborata dalla Carrozzeria Marazzi e presentata al Salone di Torino del 1992. Subito ribattezzata dalla stampa come "utilitaria antisequestro", l'auto era stata studiata per offrire maggiore resistenza ai tentativi di aggressione, con rinforzi alla struttura delle portiere, serrature a barra e vetri antisfondamento. Quale optional era disponibile anche una piccola cassaforte nell'abitacolo, per il trasporto di eventuali oggetti preziosi. Destinata ad una clientela prettamente femminile, all'epoca del lancio ne era prevista la produzione limitata a 300 esemplari annui, al prezzo di L. 24.000.000.[5]

Y10 Appia/LX modifica

La Y10 Appia è una Y10 fire i.e. per i mercati francese e tedesco venduta con il marchio Lancia: serie speciale dotata di autoradio estraibile, antenna tipo "telefono", vetri atermici, vernice metallizzata e un filetto adesivo laterale. Disponibile con colore nero o argento, la versione normale prevede motore Fire 999 cm³ e interni in tessuto (verrà poi sostituita dalla versione "Epsilon"). La versione LX, disponibile per il solo mercato francese, è venduta nella sola livrea nera. Il motore è il Fire 1108 cm³ (disponibile anche in variante Selectronic con cambio automatico) prevede come equipaggiamento di serie vetri anteriori a comando elettrico, chiusura centralizzata, volante regolabile in altezza, autoradio Blaupunkt SQM 28, fendinebbia e fari alogeni. I copricerchi sono quelli delle coeve Mia e GT. Il riscaldatore automatico è opzionale. Specifica è la sigla adesiva posta accanto al filetto (doppio) per la produzione 1990, posta successivamente sul portellone per la produzione 1991.

Terza serie 1992-1995 modifica

 
Una "Y10 1.1 Elite" del 1993 commercializzata con marchio Lancia per il mercato estero.
 
Retro di una "Y10 1.1 Elite"

La terza serie del modello fece la sua apparizione sul mercato a fine settembre 1992,[6][7] contemporaneamente alla chiusura dello stabilimento dell'Autobianchi di Desio e allo spostamento della produzione presso il vicino stabilimento Alfa Romeo di Arese. Per un certo periodo la vettura fu prodotta, come avvenuto per una parte delle precedenti versioni, anche a Pomigliano d'Arco e Mirafiori.

All'esterno le modifiche riguardarono i gruppi ottici anteriori e posteriori, la calandra, i paraurti, nonché specchietti retrovisori, tergicristalli e copricerchi. Anche gli interni furono completamente rivisti, in particolare per quanto riguarda plancia e strumentazione, nonché per la presenza di un impianto di climatizzazione migliorato, disponibile anche con condizionatore d'aria in opzione.

Le motorizzazioni disponibili rimanevano due, da 1108 cm³ e da 1297 cm³, entrambi con iniezione elettronica, in grado di erogare, a seconda della cilindrata, potenze comprese tra i 51 e i 72 CV. Modifiche sostanziali, per quanto non immediatamente visibili, riguardarono anche il cambio, le sospensioni, spesso criticate nelle versioni precedenti, e l'impianto frenante.

La gamma si componeva delle seguenti versioni:

  • Y10 1.1 i.e.
  • Y10 1.1 Elite (anche Selectronic)
  • Y10 1.1 AVENUE (anche Selectronic)
  • Y10 1.3 Elite
  • Y10 4WD
  • Y10 Mia (introdotta nel 1993, con gamma colori specifica e portellone verniciato a chiazze con un procedimento particolare, detto "Cubic Printing System", coordinato con la tappezzeria interna)

Nella prima parte del 1994 la gamma viene aggiornata, prevalentemente cambiando le denominazioni di alcuni allestimenti:

  • Y10 junior - modello base della gamma
  • Y10 igloo - con climatizzatore di serie
  • Y10 Mia - identificata dal portellone con verniciatura "Cubic"
  • Y10 AVENUE - modello lussuoso
  • Y10 Elite - il modello più lussuoso e ricco di dotazioni
  • Y10 ville - dotata di cambio automatico ECVT
  • Y10 sestrieres - con trazione integrale

Nella seconda parte del 1994, la Y10 riceve il motore aggiornato alla versione 176B2000, con 40 kW, rivisto per entrare nei parametri delle più severe normative Euro II; allo stesso tempo scompare la motorizzazione da 1,3 litri. Inoltre viene adottato l'interruttore inerziale, posizionato in vista, subito sotto il cassetto portaoggetti.

Durante il 1995, ormai prossima alla chiusura del ciclo produttivo, la gamma viene progressivamente ridotta con l'eliminazione dei modelli Elite, mia, ville e sestrieres.

Nel dicembre 1995, con la presentazione della nuova Lancia Y, sostituta di Y10, si determina la fine della produzione dell'ultima Autobianchi, anche se poche migliaia di esemplari usciranno dalle linee di montaggio ancora a inizio 1996 e il modello rimarrà a listino per vari mesi del '96, per lo smaltimento delle rimanenze.

Riepilogo Serie e gamma modifica

  • I serie (1985-1989)
    • fire - 999 cm³, 45 CV - 1985
    • touring - 1049 cm³, 55 CV - 1985
    • turbo - 1049 cm³ turbocompresso, 85 CV - 1985
    • fire LX - 999 cm³, 45 CV - 1986
    • 4WD - 999 cm³, 50 CV; quattro ruote motrici - 1986
    • Fila - 999 cm³, 45 CV; colore bianco o nero - 1987
    • Martini - 1049 cm³ turbocompresso, 85 CV; livrea rally Lancia - 1987-1988
    • Missoni - 999 cm³, 45 CV; con logo e interni Missoni - 1988
    • 1.3 i.e. - 1297 cm³, 72 CV; sigla "injection" mercati Austria e Svizzera con catalizzatore - 1988
  • II serie (1989-1992)
    • fire - 999 cm³, 45 CV - 1989
    • fire LX i.e. - 1108 cm³, 56 CV; iniezione elettronica - 1989
    • 4WD - 1108 cm³, 56 CV; quattro ruote motrici - 1989
    • 1.3 GT i.e. - 1301 cm³, 76 CV - 1989
    • LX selectronic - 1108 cm³, 56 CV; cambio automatico a variazione continua - 1990
    • Mia - 999 cm³, 45 CV - 1991
    • Ego - 1108 cm³, 56 CV - 1991
    • fire i.e. Europa - 1108 cm³, 50 CV; marmitta catalitica - 1991
    • Mia Europa - 1108 cm³, 50 CV; marmitta catalitica - 1991
    • fire LX i.e. Europa - 1108 cm³, 50 CV; marmitta catalitica - 1991
    • 1.3 GT i.e. Europa - 1297 cm³, 72 CV; marmitta catalitica - 1991
    • Avenue - 1108 cm³, 50 CV; marmitta catalitica, interni in Alcantara e portellone stesso colore della carrozzeria, ma tono più scuro - 1992
    • Appia - 999 cm³, 45 CV - Francia/Germania - 1989-1991
    • Appia LX - 1108 cm³, 56 CV - Francia - 1990-1991
    • Epsilon - 999 cm³, 45 CV - Francia - 1991
  • III serie (1992-1995)
    • 1.1 i.e. - 1108 cm³, 50 CV - 1992-1994
    • 1.1 Elite - 1108 cm³, 50 CV - 1992-1994
    • 1.1 Avenue - 1108 cm³, 50 CV; interni in Alcantara e portellone stesso colore della carrozzeria, ma tono più scuro - 1992
    • 4WD - 1108 cm³, 50 CV; quattro ruote motrici - 1992-1994
    • 1.3 Elite - 1297 cm³, 72 CV - 1992-1994
    • Igloo - 1108 cm³, 50 CV; condizionatore d'aria di serie - 1994
    • Junior - 1108 cm³, 50 CV - 1994
    • Mia - 1108 cm³, 50 CV; portellone posteriore a chiazze come la tappezzeria interna - 1994
    • Selectronic - 1108 cm³, 50 CV; cambio automatico a variazione continua - 1994
  • III serie MY 95 (1995)
    • Junior - 1108 cm³, 54 CV - 1995
    • Igloo - 1108 cm³, 54 CV; condizionatore d'aria di serie - 1995
    • Avenue - 1108 cm³, 54 CV; interni in Alcantara e portellone stesso colore della carrozzeria, ma tono più scuro - 1995
    • Sestrieres - 1108 cm³, 54 CV; quattro ruote motrici - 1995
    • Ville - 1108 cm³, 54 CV; cambio automatico a variazione continua - 1995

Motorizzazioni modifica

Nella seguente tabella si riportano i dati tecnici per le varie motorizzazioni adottate nel tempo da Y10.[8]

Modello Disponibilità Alimentazione Cilindrata (cm³) Potenza massima Coppia massima (Nm) Emissioni CO2
(g/km)
0–100 km/h
(secondi)
Velocità max
(km/h)
Consumo medio
(km/l)
1.0 FIRE dal 1985 al 1988 Benzina 999 33 kW (45 CV) 80 (8,16 kgm) n.d 16.0 145 18.3
1.0 FIRE dal 1989 al 1992 Benzina 999 33 kW (45 CV) 78 (7,95 kgm) n.d. 17,0 140 18.3
1.0 FIRE 4WD dal 1986 al 1989 Benzina 999 37 kW (50 CV) 78 n.d 17.5 145 15.6
1050 Touring dal 1985 al 1989 Benzina 1049 41 kW (56 CV) 81 n.d 14.5 156 15.9
1050 Turbo dal 1985 al 1989 Benzina 1049 62 kW (85 CV) 122 n.d 9.5 180 13.1
1.1 i.e. cat. Euro 1 dal 1990 al 1994 Benzina 1108 37 kW (50 CV) 84 n.d 18.1 145 15.8
1.1 i.e. cat. 4WD dal 1990 al 1994 Benzina 1108 37 kW (50 CV) 84 n.d 18.9 142 15.7
1.1 i.e. cat Sestrieres dal 1994 al 1995 Benzina 1108 40 kW (54 CV) 86 n.d. 17.5 147 n.d.
1.1 i.e. cat. Euro 2 dal 1994 al 1995 Benzina 1108 40 kW (54 CV) 86 n.d 17.0 152 15.8
1.1 i.e. dal 1989 al 1992 Benzina 1108 41 kW (56 CV) 88 n.d 15.2 155 17.3
1.1 i.e. 4WD dal 1989 al 1992 Benzina 1108 41 kW (56 CV) 88 n.d 18.4 146 16.8
1.3 i.e. cat. dal 1988 al 1994 Benzina 1297 53 kW (72 CV) 100 n.d 12.5 170 14.5
1.3 i.e. GT dal 1989 al 1992 Benzina 1301 56 kW (76 CV) 100 n.d 12.0 175 13.7

Produzione modifica

I dati sulla produzione di Y10 sono piuttosto frammentari. La produzione complessiva risulta di oltre un milione di unità (una foto ufficiale diffusa da Lancia-Autobianchi mostra il milionesimo esemplare uscire dalla catena di montaggio nel Novembre 1993),[9] ma né sul totale, né sui numeri riguardanti le differenti serie o versioni ci sono informazioni univoche.

Note modifica

  1. ^ Ypsilon, torna la classe Lancia, su repubblica.it, 24 giugno 2003. URL consultato il 12 dicembre 2022.
  2. ^ Y10 FIRE : le bouquet final d’Autobianchi, su lautoscope.fr, 4 aprile 2020. URL consultato il 9 dicembre 2022.
  3. ^ Autobianchi Y10, su automobilismo.it, 3 aprile 2013. URL consultato il 17 luglio 2019.
  4. ^ Rino Drago, Di colpo un oggetto di culto, Ruoteclassiche, ottobre 2015
  5. ^ Paolo Artemi, Tante novità per tentare "l'altra metà del mercato", in Corriere della Sera, 25 aprile 1992, p. 17. URL consultato il 3 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 3 giugno 2012).
  6. ^ La Lancia ritocca i suoi due <<gioielli>>, su archiviolastampa.it, 14 settembre 1992. URL consultato il 17 luglio 2019.
  7. ^ Dal design ai motori nuova Delta ai raggi X, "Corriere della Sera" del 26 febbraio 1993, su archiviostorico.corriere.it. URL consultato il 14 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  8. ^ Dati Tecnici Autobianchi Y10, su automoto.it.
  9. ^ Retour sur … La Lancia Y10, su blogautomobile.fr, febbraio 2015. URL consultato il 12 dicembre 2022.

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

  • Y10 Club, su y10club.it. URL consultato il 12 dicembre 2022.
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