Battaglia di Bosworth Field

La battaglia di Bosworth Field fu un'importante battaglia della guerra delle due rose, la guerra civile inglese che, nel corso della seconda metà del XV secolo, vide contrapporsi due rami della famiglia dei Plantageneti, il casato dei Lancaster contro il casato di York. La battaglia in argomento determinò la definitiva vittoria del casato dei Tudor, guidato da Enrico Tudor conte di Richmond futuro Enrico VII, sul casato di York, guidato dal re d'Inghilterra Riccardo III[1], che durante la battaglia perse la vita, ponendo termine alla dinastia dei Plantageneti. Il vincitore Enrico Tudor, discendente dei Beaufort, ramo illegittimo dei Lancaster, divenne re con il nome di Enrico VII, dando inizio alla dinastia dei Tudor.

Battaglia di Bosworth Field
parte della guerra delle due rose
Battaglia di Bosworth Field, dipinta da Philippe-Jacques de Loutherbourg (1740 - 1812)
Data22 agosto 1485
LuogoNei pressi di Ambion Hill, a sud di Market Bosworth, Inghilterra
EsitoDefinitiva vittoria del casato dei Tudor
Schieramenti
Casato di York Casato dei Tudor (come Lancaster) Supportata da:
Regno di Francia
Comandanti
Effettivi
10.000, di cui circa 3.000 erano la retroguardia, comandata da Enrico Percy;
6.000, agli ordini di Stanley
5.000 uomini di cui 1.800 Francesi
Perdite
Circa 1.000, rimangono ignote le perdite del contingente di Stanley, che durante la battaglia passò dalla parte dei LancasterCirca 100
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Antefatto modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra delle due rose.

Riccardo di York, alla metà del secolo XV, aveva rivendicato il trono d'Inghilterra, e, nel 1455, aveva dato inizio alle ostilità (guerra delle due rose) tra il casato di York e il casato dei Lancaster, che da tre generazioni regnava in Inghilterra.

Durante la guerra delle due rose, il casato di York, nel 1471, aveva avuto il sopravvento e Edoardo di York era divenuto re d'Inghilterra (Edoardo IV). Alla morte di Edoardo IV, nel 1483, gli era succeduto il figlio tredicenne, Edoardo V, che era stato subito spodestato[2] dallo zio, il duca di Gloucester, Riccardo di York che divenne Riccardo III.

Dopo l'avvento al trono di Riccardo III, che aveva perso il sostegno di una parte dei sostenitori della casata di York, sia per l'eliminazione di quasi tutti i componenti della famiglia Woodville e sia perché da alcuni era considerato un usurpatore, il casato dei Lancaster che, sotto Edoardo IV, negli ultimi dieci anni, non aveva dato praticamente segni di vita, si era ripreso e con un esponente dei Lancaster, per via materna, Enrico Tudor conte di Richmond[3], discendente di un figlio illegittimo di Giovanni Plantageneto, John Beaufort, I conte di Somerset, successivamente legittimato dal cugino, Riccardo II d'Inghilterra, nel 1397, e confermato dal fratellastro, Enrico IV d'Inghilterra a condizione che nessuno dei suoi discendenti avrebbe mai reclamato la corona; nonostante questo veto, Enrico, nominato capo del casato di Lancaster, nel 1483, divenne aspirante alla corona d'Inghilterra.

Enrico Tudor riuscì ad ottenere il sostegno di Enrico Stafford, secondo duca di Buckingham, uno dei sostenitori più leali di Riccardo III, che ribellatosi al suo sovrano, dopo un fallito tentativo di rovesciarlo con la forza, sconfitto e catturato, fu giustiziato nello stesso 1483. I nemici di Riccardo si unirono ancora contro di lui e, il 7 agosto 1485, Enrico di Richmond sbarcò a Milford Haven nel Pembrokeshire (Galles), si diresse nelle Midlands, raccogliendo sostenitori man mano che avanzava. Riccardo gli si fece incontro e il 22 agosto i due eserciti si scontrarono vicino a Market Bosworth, nel Leicestershire.

La battaglia modifica

Enrico Tudor aveva raccolto circa 5.000 sostenitori, mentre l'esercito regio era forte di circa 10.000 uomini (circa 7.000, comandati dal re in persona, mentre i circa 3.000 di retroguardia, di riserva, erano al comando di Henry Percy, IV conte di Northumberland, più un contingente di circa 6.000, guidato dai fratelli Stanley, Thomas Stanley, 2º Barone di Stanley e Lord William Stanley.

 
Battaglia: Riccardo (bianco) guida un piccolo gruppo di uomini nel cuore della battaglia e carica Enrico (rosso), che si muove in direzione degli Stanley (blu). William Stanley si lanciò in soccorso di Enrico.
 
Lo scontro tra le truppe di Riccardo ed Enrico, diorama del Bosworth Battlefield Heritage Centre

L'esercito reale fronteggiava i lancasteriani, mentre gli Stanley con il loro contingente si erano posizionati su una collina che dominava la pianura. Enrico inviò un messaggio a Stanley perché passasse dalla sua parte, ma il conte tergiversò. Riccardo III, intuendo l'atteggiamento attendista degli Stanley, decise di attaccare e avanzò personalmente contro il nucleo di armati che attorniava Enrico Tudor, che, nel frattempo, si era mosso in direzione degli Stanley. Riccardo riuscì ad uccidere il portabandiera di Enrico e ad appiedare altri cavalieri. A questo punto, il conte Stanley, visto il re isolato dal grosso del suo esercito, decise di intervenire nella battaglia al fianco di Enrico contro le truppe reali. Il cambio di campo degli Stanley indebolì seriamente l'esercito di Riccardo, che però continuò a battersi.

Riccardo, intanto, attaccato dagli uomini di scorta di Enrico, fu a sua volta appiedato, e continuò a combattere strenuamente, a piedi[4]. E mentre Henry Percy, IV conte di Northumberland, con la retroguardia, non interveniva nella battaglia, Riccardo perdeva la vita nel combattimento. Molte leggende sono nate sul chi avesse vibrato il colpo fatale, il più notabile dei nomi quello di Rhys ap Thomas, ma storicamente non vi sono indizi in tal senso[5][6] Riccardo III fu l'ultimo re della dinastia dei Plantageneti e, nel contempo, fu l'ultimo re d'Inghilterra che perse la vita in combattimento.

Dopo la battaglia modifica

 
Elisabetta di York
 
Ritrovata la corona di re Riccardo, dopo la battaglia, Lord Stanley la porge ad Enrico

La leggenda dice che dopo la battaglia la corona di Riccardo fosse trovata da Lord Stanley, che la porse a Enrico per essere incoronato sul campo di battaglia. Si dice che il corpo privo di vestiti di Riccardo fu esibito per le strade prima di essere tumulato nella Greyfriars Church a Leicester. Comunque con questa sconfitta le forze yorkiste subirono una pesante sconfitta, ed Enrico Tudor fu incoronato re d'Inghilterra come Enrico VII, dando inizio alla Dinastia Tudor. Dopo aver annullato il Titulus Regius, l'anno successivo (1486), sposò Elisabetta di York, erede di Edoardo IV, per rafforzare il suo diritto al trono, derivante in linea femminile ed illegittima da quello dei Lancaster. Al contrario di quello che la leggenda vuole, questo non mise fine ad ogni contrasto, ed Enrico dovette affrontare diverse ribellioni durante il suo regno.[7][8]

Note modifica

  1. ^ Nel 1487, un giovane impostore, Lambert Simnel, si fece passare per Edoardo V d'Inghilterra, il nipote di Riccardo III, e raccolti intorno a sé gli ultimi partigiani del casato di York, cercò di deporre Enrico VII d'Inghilterra, ma fu sconfitto nella battaglia di Stoke Field
  2. ^ Il 25 giugno, un prete (Robert Stillington (1420-1491), precedente cancelliere (dal 1467 al 1470 e dal 1471 al 1473) di Edoardo IV, arcivescovo di Bath e Wells) testimoniò di aver gestito un matrimonio (od un fidanzamento) tra Edoardo IV e tale Lady Eleanor Talbot (o Butler) prima del suo matrimonio con Elisabetta Woodville, per cui, Edoardo IV fu ritenuto bigamo e la prole, avuta da Elisabetta, fu dichiarata illegittima. Una parte degli atti di quella sessione parlamentare sono sopravvissuti in un documento noto come Titulus Regius, emanato il 9 luglio dal Parlamento.
  3. ^ Enrico Tudor conte di Richmond era figlio di Margaret Beaufort, contessa di Richmond e Derby, figlia di John Beaufort, I duca di Somerset (1404-1444), nipote di John Beaufort, I conte di Somerset e pronipote di Giovanni Plantageneto, I duca di Lancaster, e di quella che in seguito divenne la sua terza moglie, Katherine Swynford e quindi pro-pronipote di Edoardo III d'Inghilterra.
  4. ^ Secondo lo storico inglese, Charles Derek Ross (1924-1986), Riccardo III non cercò di scappare, contrariamente a ciò che è sostenuto da William Shakespeare, nell'opera teatrale, Riccardo III, rifiutando più di un cavallo, offertogli dai suoi combattenti
  5. ^ (EN) John Ashdown Hill, The Last Days of Richard III, The History Press, 2013 [2010].
  6. ^ (EN) Mike Ingram, Richard III and the Battle of Bosworth, Helion & company, 2019, p. 244.
  7. ^ (EN) Matthew Lewis, The Survival of the Princes in the Tower, The History Press, 2018 [2017].
  8. ^ (EN) John Ashdown Hill, The Dublin King, The History Press, 2017 [2015].

Bibliografia modifica

  • K.B. Mc Farlane, Inghilterra: i re della casa di Lancaster, 1399-1461, cap. XIII, vol. VII (L'autunno del medioevo e la nascita del mondo moderno) della Storia del Mondo Medievale, 1999, pp. 445–508.
  • C.H. Williams, Inghilterra: i re della casa di York, 1461-1485, cap. XIV, vol. VII (L'autunno del medioevo e la nascita del mondo moderno) della Storia del Mondo Medievale, 1999, pp. 509–545.

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