Battaglia di Piacenza (271)

La battaglia di Piacenza fu combattuta nel gennaio 271 tra l'esercito romano guidato dall'imperatore Aureliano e gli Alemanni che erano penetrati fino alla Pianura padana nel corso di una scorreria: lo scontro risultò in una vittoria alemanna.

Battaglia di Piacenza
parte dei conflitti romano-alemannici
L'invasione della parte occidentale dell'Impero romano degli anni 268-271, da parte di Alamanni, Marcomanni, Iutungi, Iazigi e Vandali Asdingi.
Datagennaio 271
LuogoPlacentia (moderna Piacenza, Italia)
EsitoVittoria alemannica
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
10.000 legionari
5.000 ausiliari
10.000 guerrieri
Perdite
6.000 morti
4.000 feriti
2.000-3.000 morti e feriti
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Antefatto modifica

L'imperatore romano Aureliano si trovava lontano dall'Italia con l'esercito, a controllare l'evacuazione dei Vandali dal territorio imperiale dopo una vittoriosa campagna, quando gli Iutungi, una tribù degli Alamanni, decise di approfittare dell'assenza di forze a difesa dell'impero per saccheggiarlo: penetrarono allora nella Rezia, giungendo fino al lago di Costanza. Aureliano ripiegò immediatamente a difesa del cuore del suo impero e raggiunse gli Iutungi che erano penetrati nella pianura padana presso Placentia (Piacenza), che avevano appena saccheggiato e bruciato.

Battaglia modifica

Al crepuscolo, nei pressi di una area boscosa vicino Placentia, gli uomini di Aureliano, che avevano marciato ininterrottamente dai Balcani, caddero in una imboscata degli Iutungi e subirono perdite notevoli. Ecco come la racconta la Historia Augusta:

«Aureliano voleva affrontare l'esercito nemico [ndr. di Iutungi e Marcomanni] tutto insieme, riunendo le proprie forze, ma nei pressi di Piacenza subì una tale disfatta, che l'impero romano per poco non cadde. La causa di questa disfatta fu un movimento sleale e furbo da parte dei barbari. Essi non potendo affrontare lo scontro in campo aperto, si rifugiarono in un densissimo bosco e verso sera attaccarono i nostri di sorpresa.»

Conseguenze modifica

La notizia della disfatta raggiunse rapidamente Roma: il panico che si creò in città fu ulteriormente aumentato quando si seppe che gli Alemanni si stavano dirigendo direttamente sulla Città Eterna; vennero consultati i Libri Sibillini e fatti sacrifici agli dei per la protezione della città, non difesa da alcun esercito. Il sacco di Roma ad opera degli Alemanni fu evitato grazie alle due vittorie conseguite da Aureliano nella battaglia di Fano e in quella di Pavia.

Bibliografia modifica

  • Watson, Alaric, Aurelian and the Third Century, Routledge, 1999, ISBN 0-415-07248-4, p. 50.

Voci correlate modifica