Benigno di Digione

santo francese di origine anatolica

Benigno (in francese Bénigne, od anche Broingt, o Bénin; II secoloDigione, 179) fu l'evangelizzatore della Borgogna, martirizzato a Digione e venerato come santo dalla Chiesa cattolica.

San Benigno di Digione
Testa di san Benigno, frammento di decorazione architettonica. Museo archeologico di Digione.
 

Martire

 
NascitaII secolo
MorteDigione, 179
Venerato daChiesa cattolica
Ricorrenza1º novembre
Patrono diDigione

Biografia modifica

 
Sarcofago di San Benigno nella cattedrale di Digione

Apostolo della Borgogna, fu probabilmente discepolo di Policarpo di Smirne. Secondo la tradizione quest'ultimo lo inviò in Gallia con sant'Andoche, prete, e san Tirso, diacono, venerati a Saulieu come evangelizzatori e martiri.

Fu ricevuto ad Autun da san Fausto, padre di san Sinforiano, e dalla sua sorella santa Leonilla di Langres. Egli evangelizzò subito la città battezzando i tre gemelli, dopo di che giunse a Digione, ove subì il martirio.

Culto modifica

Il famoso vescovo e storico Gregorio di Tours narra che a Digione, nel tempo in cui era Vescovo di Langres suo nonno, anch'egli di nome Gregorio, esisteva un bellissimo sarcofago romano. Vescovo e clero erano persuasi che in quel sarcofago fosse sepolto un ricco pagano, ma della stessa opinione non erano i campagnoli, i quali, giungendo a Digione, non mancavano di pregare su quel monumento. Succedeva anche che, spesso, ottenessero quanto avevano chiesto: perciò ne ringraziavano l'ignoto spirito senza nome, ma sicuramente "benigno", cioè accondiscendente e benefico. Il Vescovo vedeva in tale devozione un pericoloso ritorno a pratiche pagane e superstiziose. Vietò il culto e vietò di chiamare lo sconosciuto col nome di Benigno. Un giorno, però, un giovane degno di fede gli riferì che un contadino, nonostante il divieto, aveva acceso una candela presso il sarcofago di marmo. Il giovane era andato per toglierla, ma un grosso serpente glielo aveva impedito. L'intransigenza del Vescovo subì poi il colpo di grazia quando venne a sapere, da pellegrini italiani, che esistevano vari martiri di nome Benigno. Così il misterioso sarcofago (scoperto secondo la tradizione nel 512) fu riconosciuto degno di devozione e lo stesso vescovo Gregorio vi fece costruire sopra una chiesa nel 535, che diverrà l'Abbazia di San Benigno di Digione, che fu successivamente trasformata in cattedrale. Benigno è tuttora il santo patrono della città di Digione.

La chiesa di Thury-Harcourt (Calvados) e quella di Domblain (Alta Marna) sono a lui dedicate.

La sua Memoria liturgica cade il 1º novembre, ma la festa la si trova anche il 21 novembre, forse confondendo il culto con quello di san Benigno di Milano.

Citazioni modifica

 
Reliquie del Santo al Museo d'Arte Sacra di Digione

«Gregorio di Tours racconta che in Gallia, all'inizio del VI secolo, il vescovo di Langres fece aprire un bel sarcofago antico ove riposavano i resti di uno sconosciuto verso il quale la popolazione di Digione dimostrò subito grande venerazione. Il prelato decise che si trattava dei resti di San Benigno, martire di origine greca, del quale si sapeva bel poco ma del quale una Vita, redatta qualche anno dopo, sottolineava opportunamente che egli aveva avuto un ruolo importante nell'evangelizzazione della Borgogna. È su questa tomba, ove si verificarono numerosi miracoli, che dovette svilupparsi in epoca carolingia, la grande Abbazia di San Benigno, che fu riformata nell'XI secolo da Guglielmo di Volpiano.[1] In ultima analisi, si ha l'impressione che questi "ritrovamenti" di reliquie, che erano frequenti durante tutto il medioevo, corrispondevano spesso a tentativi della gerarchia ecclesiastica tendenti a riprendere in mano la devozione popolare, orientandola verso figure ortodosse, ma non sempre autentiche.»

Note modifica

  1. ^ L’Abbazia non va confusa con quella di Fruttuaria, sita nel territorio di San Benigno Canavese, anch’essa riformata da Guglielmo di Volpiano.

Bibliografia modifica

  • (FR) Dictionnaire Bouillet.

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