Beryl Cunningham

attrice, cantante e conduttrice televisiva italiana (1946-2020)

Beryl Cunningham (Montego Bay, 8 agosto 1946Borbona, 11 dicembre 2020) è stata un'attrice, cantante e conduttrice televisiva giamaicana naturalizzata italiana, interprete di film negli anni settanta e soprannominata "Onda Nera"[1].

Beryl Cunningham
Cunningham ne Il dio serpente (1970)
NazionalitàBandiera della Giamaica Giamaica
Bandiera dell'Italia Italia
GenerePop
Periodo di attività musicale1969 – 1979
EtichettaDany Record, Love

Biografia modifica

Figlia di un professore universitario, si trasferisce a Londra dopo il diploma per frequentare la facoltà di giurisprudenza ed intraprendere la carriera di modella[2].

Carriera modifica

 
Cunningham in un servizio fotografico su Playmen (1968)

Giunta in Italia nella seconda metà degli anni sessanta per lavorare nel cinema e come fotomodella, nel dicembre 1968 appare in un servizio fotografico di Fabrizio Zampa per la rivista patinata Playmen[3]; viene notata dal produttore Carlo Maietto, che la fa recitare nel film Le salamandre (1969), in cui la Cunningham recita senza essere pagata[4].

Nel corso degli anni passa attraverso vari generi, dal giallo all'horror fino al cinema d'autore con Ettore Scola. Diventa la seconda moglie di Piero Vivarelli e conseguentemente madre adottiva del figlio di Piero, Oliviero. Con Vivarelli gira i suoi due più grandi successi: Il dio serpente (1970) e Il Decamerone nero (1972).

La grande popolarità ottenuta in Italia con il successo de Il dio serpente consente alla Cunningham di dedicarsi all'attività di presentatrice, conducendo il Cantagiro 1971 con Daniele Piombi e Nuccio Costa, e di cantante, incidendo tra le altre una cover del successo di Jula de Palma Tua.

Nel 1979 effettua una lunga tournée in tutta Italia, Gran baldoria, con tre ballerine, due ballerini e le coreografie di Franco Estil, che parte il 4 agosto dalla Costa Smeralda[1]; nello stesso anno è ospite fissa del programma televisivo Playboy di mezzanotte[5].

Ultimi anni modifica

Nel 1981 pubblica un libro di ricette afrodisiache giamaicane, pubblicato dalla Crochet Edizioni e intitolato La cucina giamaicana[6].

Ritiratasi a vita privata nel corso degli anni ottanta, fa perdere le sue tracce fino alla morte in una clinica di Borbona nel dicembre 2020, all'età di 74 anni; la notizia viene resa nota solo alcuni mesi dopo la scomparsa[7].

Filmografia modifica

 
Cunningham ne Il dio serpente (1970)

Doppiatrici italiane modifica

Discografia parziale modifica

Singoli modifica

  • 1972 - Djamballa (Il Dio Serpente)/Calypso Blues (RCA, 7")
  • 1972 - La reina bella (RCA, 7")
  • 1976 - To Charlie Club (SB, 7")
  • 1976 - Lover Baby/Come On Let's Black Love (Dany Record, DR 1006, 7")
  • 1978 - Tua/Why-O (Love, MD F 007, 7")
  • Charlie/Black Key (7")

Libri modifica

  • La cucina giamaicana, Milano, Crochet, 1981.

Note modifica

  1. ^ a b Lo show di Onda Nera, in La Stampa, 30 luglio 1979, p. 6.
  2. ^ Lionello Fabbri, Essere negra, in Ciao 2001, n. 12, 16 aprile 1969, pp. 66-68.
  3. ^ Black Power '68, in Playmen, n. 12, Roma, Balsamo Editore, dicembre 1968.
  4. ^ Lancia, Melelli.
  5. ^ Playboy di periferia, in La Stampa, 2 giugno 1979, p. 3.
  6. ^ Beryl: ricette dai Caraibi, in La Stampa, 19 gennaio 1981, p. 32.
  7. ^ Scompare Beryl Cunningham la musa del Dio serpente, su ansa.it, 25 aprile 2021.

Bibliografia modifica

  • Enrico Lancia e Fabio Melelli, Le straniere del nostro cinema, prefazione di Carlo Lizzani, Roma, Gremese, 2005, ISBN 88-8440-350-2.

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Collegamenti esterni modifica

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