Bioggio

comune svizzero

Bioggio (in dialetto ticinese Biögg[senza fonte]) è un comune svizzero di 2 648 abitanti del Canton Ticino, nel distretto di Lugano. Nel 1925 ha inglobato la località di Mulini di Bioggio, fino ad allora frazione di Biogno, nel 2004 i comuni soppressi di Bosco Luganese e Cimo e nel 2008 quello di Iseo.

Bioggio
comune
Bioggio – Stemma
Bioggio – Veduta
Bioggio – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera della Svizzera Svizzera
Cantone Ticino
DistrettoLugano
Amministrazione
Lingue ufficialiItaliano
Territorio
Coordinate46°00′54″N 8°54′28″E / 46.015°N 8.907778°E46.015; 8.907778 (Bioggio)
Altitudine314 e 386 m s.l.m.
Superficie6,43 km²
Abitanti2 648 (2016)
Densità411,82 ab./km²
FrazioniBosco Luganese, Cimo, Gaggio, Iseo, Mulini di Bioggio
Comuni confinantiAgno, Alto Malcantone, Aranno, Cademario, Curio, Lugano, Manno, Muzzano, Vernate, Vezia
Altre informazioni
Cod. postale6934, 6935, 6992, 6993
Prefisso091
Fuso orarioUTC+1
Codice OFS5151
TargaTI
CircoloSessa
Cartografia
Mappa di localizzazione: Svizzera
Bioggio
Bioggio
Bioggio – Mappa
Bioggio – Mappa
Sito istituzionale

Geografia fisica modifica

Bioggio è situato nel Malcantone, alle falde orientali del monte San Bernardo. Il nucleo storico si è sviluppato sul terreno alluvionale creato dal torrente Riana (o Ariana) che lo attraversa e che scorre oggi parzialmente incanalato in un percorso sotterraneo che sfocia nel fiume Vedeggio. È visibile ancora a monte, verso il municipio, e in basso, dopo la strada cantonale[senza fonte].

Bioggio si trova a 314 m s.l.m., tuttavia il territorio è montuoso a ovest e degrada verso est nella pianeggiante valle del Vedeggio per cui si va dai 685 m s.l.m. di Iseo Iseo ai 280 m s.l.m. della zona dei Mulini di Bioggio[1]. L'area complessiva è di 6,49 km² di cui il 38,4% coperto da foreste (concentrate soprattutto nel vecchio comune di Iseo[senza fonte]), il 18,5% da superficie agricola (concentrata quasi completamente nel vecchio comune di Bioggio[senza fonte]), il 21,6% da edifici, il 7,9% da strade e il 3,6% da corsi d'acqua e terreno improduttivo[1]. Prima delle aggregazioni degli anni 2000 il vecchio comune aveva un'area di 3,04 km², di cui il 26,3% coperto da foreste, il 32,2% da superficie agricoli, il 35,9% da edifici e il 14.8% da strade[senza fonte].

L'attuale territorio comunale è attraversato a est dal Vedeggio[2] e a ovest dalla Magliasina, ma solo per breve tratto sul confine tra il vecchio comune di Iseo e l'attuale comune di Curio[senza fonte].

Origini del nome modifica

Il paese viene riportato nei documenti più antichi con diverse indicazioni: Blegio[senza fonte], Biegio (1335)[2], Blecto[senza fonte], ma l'etimologia è incerta; forse risale alla forma dialettale Biöcc che indica un'area ricca di alvei e corsi d'acqua[3][4].

Invece è chiara l'origine romana del nome del torrente Riana (dal latino rivus + ana, "torrente impetuoso") e quella longobarda della frazione di Gaggio (da gahage, "terreno recintato e protetto")[4][5].

Storia modifica

Preistoria modifica

Le testimonianze della presenza umana a Bioggio sono antichissime. Nella zona dei Mulini di Bioggio è stato ritrovato nel gennaio 1991 un frammento di un tronco lungo 116 cm che fa pensare fosse il sostegno di una costruzione palafitticola[4][6]. Il reperto è conservato al Museo di Storia Naturale di Lugano[senza fonte] testimonia che in epoca neolitica la piana dove oggi sorge l'aeroporto di Lugano-Agno doveva essere invasa dal lago e che sulle sue sponde[senza fonte] vi fossero degli insediamenti umani[6].

Età antica modifica

Bioggio, soprattutto nella parte del suo nucleo storico, risale almeno all'epoca romana e lo testimoniano gli scavi intorno all'attuale chiesa parrocchiale di San Maurizio[6], avvenuti a partire dal 1962[2].

Gli scavi hanno documentato la presenza romana almeno dal I secolo d.C., ma altri reperti ritrovati nell'area del tempietto romano e conservati nel municipio di Bioggio lasciano supporre che ci fosse già qualche insediamento celtico che fosse entrato in contatto con gli Etruschi; una stele con figure antropomorfe ritrovata qui risale almeno al V secolo a.C.[6] e forse lascia supporre la presenza di un tempio molto più antico[senza fonte]. Oltre al tempio è stata riportata alla luce una villa rurale romana risalente al III secolo d.C., corredata di templi e di un impianto termale[2][6].

Bioggio era attraversata dall'antica via Regina che conduceva da Ponte Tresa a Magadino e costituiva uno degli assi principali di comunicazione attraverso le Alpi[2][4][6].

Età medievale modifica

La presenza cristiana è documentata fin dai primi secoli. La chiesa di San Maurizio è menzionata per la prima volta il 14 settembre 1261, ma gli scavi del 1997-1998 hanno riportato alla luce una chiesa risalente al V-VI secolo insieme ad altri reperti nella stessa area archeologica di San Maurizio di Bioggio[2][4][6]. Nel 1992 è stato ritrovato un edificio di culto in legno risalente al VII-VIII secolo durante i restauri dell'oratorio di Sant'Ilario[2][6].

Le prime documentazioni scritte riguardante Bioggio risalgono all'ottobre 1146[4] e al 7 aprile 1194, quando Soriano di Cademario vendette a Guglielmo di Bioggio la sua parte delle proprietà comunali dei terreni coltivati detti «Portamozio e della case» per 10 denari di moneta nuova[7]. Bioggio doveva anche avere un piccolo porto, in quanto in un atto del 1431 si menzionano terreni situati in una località «ad barcham» e in seguito «ad portum in loco de Biogio, Vallis Lugani»[4].

Età moderna modifica

Il comune dovette far parte della pieve civile ed ecclesiastica di Agno fin dal Medioevo e costituiva un'unica comunità con Bosco Luganese e con Cademario. Quindi doveva godere di una certa autonomia fin dal XIV secolo con una libera associazione di persone (la vicinia) con una gestione del principio democratico basato su un'assemblea, con un diritto pubblico fatto di statuti, con una rappresentanza per fuochi e diritti e doveri uguali per tutti coloro che fossero proprietari fondiari[4]. La vicinia (assemblea dei vicini), quindi, doveva regolare tutta la vita di Bioggio, gestiva il patrimonio comune, le controversie, le costruzioni pubbliche e sacre, il fisco e la nomina del cappellano e infine inviava un proprio rappresentante (chiamato console o sindaco) al consiglio della pieve per gli affari regionali. Tutto ciò fino al 1798[4].

I legami con Como dovevano, comunque, essere forti perché qui avevano diversi possedimenti sia la mensa vescovile di Como che il monastero di Sant'Abbondio. Poi questi possedimenti passarono ai religiosi umiliati del monastero di Santa Maria di Torello presso Carona e infine ai padri Somaschi del convento di Sant'Antonio di Lugano, fino alla secolarizzazione avvenuta nel 1864[4].

Età contemporanea modifica

Da Bioggio passarono nel settembre 1799 le truppe del generale Aleksandr Vasil'evič Suvorov, in marcia verso il passo del San Gottardo dopo le vittorie della Campagna d'Italia ai danni dell'esercito francese. Il villaggio venne risparmiato dalle requisizioni grazie alla mediazione del capitano Giuseppe Staffieri, già al servizio dell'Impero russo, che ottenne pure il pagamento delle forniture effettuate[senza fonte].

Nel 1824 riprese l'attività del patriziato, erede dell'antico comune viciniale, mentre nel 1835 la viceparrocchia divenne parrocchia a tutti gli effetti e si staccò dalla collegiata e dal capitolo di Agno[4]. Nel 1980 venne demolita la Casa Staffieri, costruzione rinascimentale con coppie d'arcate al centro della facciata con un ultimo piano aggiunto nel 1883; il secondo piano aveva una sala con volta a botte e cassettoni di stucco mentre nella lunetta vi era un bassorilievo raffigurante le Tre grazie, opera del tardo Cinquecento. Gli stucchi di tutta la casa erano opera di tre stuccatori membri della famiglia Staffieri: Giovanni Battista (1749-1808), Gerolamo (1785-1837) e Giovanni Battista (1863-1904). La casa sorgeva sulla strada cantonale; parte degli stucchi sono conservati nella Casa Staffieri di Muzzano[4][8].

L'attuale comune è nato dall'aggregazione dell'antico comune di Bioggio, che nel 1925 aveva già inglobato la frazione di Mulini di Bioggio (57 abitanti nel 1910[senza fonte]) con lo smembramento del vecchio comune di Biogno, con Bosco Luganese e Cimo il 4 aprile[senza fonte] 2004 e poi con Iseo il 20 aprile[senza fonte] 2008. Queste aggregazioni hanno portato la popolazione di Bioggio dai 1 504 abitanti del 2000[2] ai 2 415 del 2009[9].

Simboli modifica

 
Lo stemma del comune di Bioggio fino al 2004
 
Stemma degli Avogadri e affresco di Sant'Antonio da Padova presente sulla Casa degli Avogadri

Lo stemma del comune di Bioggio fino al 2004, con i tre gigli, ricordava la famiglia Avogadri. Il vero stemma della famiglia aveva tre pesci e quattro gigli, per cui quello di Bioggio ne è solo ispirato[10].

Lo stemma della famiglia è visibile sulla Casa degli Avogadri nel centro storico di Bioggio[10], in contrada del Torchio[senza fonte]. Sulla faccia principale della casa si conserva un affresco, assai sbiadito, raffigurante Sant'Antonio di Padova. La cornice a stucco che lo racchiude, eseguita insieme al dipinto da Stefano Avogadri (1645 circa-1700[senza fonte]), reca sulla parte inferiore un'iscrizione che ora è solo parzialmente leggibile, ma negli anni 1930 venne integralmente trascritta come segue[senza fonte]: «Stefanus Avogadri Hoc opus Fecit Die II I Martii MDCLXXIII»[10].

 
Lo stemma del comune di Bioggio dal 2004

Con la fusione si decise di unire gli elementi degli stemmi dei comuni antecedenti l'aggregazione del 2004. Il nuovo stemma è bipartito con sfondo rosso a sinistra e blu a destra, così come lo stemma del Canton Ticino. La parte inferiore è attraversata da una fascia ondulata di colore argento che rappresenta il fiume Vedeggio. Tre elementi poi compongono la parte centrale: un giglio bianco argento fasciato di giallo oro (antico simbolo di Bioggio ma anche di Cimo); una spada in giallo oro nel campo rosso, posizionata in verticale (presente nel vecchio stemma di Cimo); un albero a nove foglie in giallo oro nel campo blu (come nel vecchio stemma di Bosco Luganese)[10].

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

Architetture religiose modifica

 
La chiesa parrocchiale di San Maurizio
 
La chiesa di Sant'Ilario

Architetture civili modifica

Siti archeologici modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Area archeologica di San Maurizio di Bioggio.
 
La chiesa parrocchiale di San Maurizio con l'area archeologica circostante
  • Tre stele epigrafi ritrovate nel nucleo antico di Bioggio recanti figure antropomorfe schematizzate accompagnate da scritte in alfabeto nord-etrusco databili al IV-III secolo a.C. Si tratta di reperti ritrovati non in situ, per cui non è nota l'area originaria da cui sono state trasportate[4].
  • Fondamenta di una villa rurale romana ritrovata nel 1962 e risalente al secolo III d.C.[2][6]. Nel 1999[senza fonte] è stato realizzato un percorso archeologico-didattico in tre tappe: ricostruzione in superficie della planimetria dell'impianto termale della villa romana; all'interno dell'autosilo si è reso parzialmente visibile il muro di cinta del tempietto dal prostilo con capitelli in ordine corinzio; il percorso sotto la piazza mostra le strutture murarie dell'antica chiesa altomedievale[6].
  • Altri ritrovamenti sono legati a sepolture romane nell'area di Gaggio[4].

Altro modifica

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

L'evoluzione demografica è riportata nella seguente tabella[2]:

Abitanti censiti[14]

Lingue e dialetti modifica

La lingua più diffusa è l'italiano, parlato nel 2000 da 1 810 abitanti, seguito dal tedesco (209), dal francese (34) e da lingue slave (21)[15],

Geografia antropica modifica

 
Il territorio di Bioggio

Bioggio presenta alcune tipiche contrade e piazzette[senza fonte]. A valle nel territorio pianeggiante sulla riva destra del Vedeggio si è sviluppata la zona industriale[2].

Infrastrutture e trasporti modifica

 
La stazione di Bioggio

Il comune è servito dalle stazioni di Bioggio e di Bioggio Molinazzo della ferrovia Lugano-Ponte Tresa e da quella di Lugano Vedeggio della ferrovia del Gottardo.

Ad Agno (e in parte nel comune di Bioggio) ha sede l'aeroporto di Lugano-Agno.

Amministrazione modifica

Ogni famiglia originaria del luogo fa parte del cosiddetto comune patriziale e ha la responsabilità della manutenzione di ogni bene ricadente all'interno dei confini del comune. Dalla seconda metà del XX secolo vi possono far parte anche i figli di una patrizia sposata con un non patrizio e le mogli patrizie sposate con un non patrizio[senza fonte].

Il patriziato di Muzzano e Bosco Luganese si è unito a quello di Bioggio nel 2000; l'ufficio patriziale rieletto il 26 aprile 2009 è presieduto da Giovanni Maria Staffieri. I patriziati di Cimo e di Iseo sono rimasti separati[senza fonte].

Note modifica

  1. ^ a b Dati generali, su sito istituzionale del comune di Bioggio. URL consultato l'11 ottobre 2017.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m Bernardino Croci Maspoli, Bioggio, in Dizionario storico della Svizzera, 11 gennaio 2017. URL consultato l'11 ottobre 2017.
  3. ^ Lurati, 2008, pp. 19-21.
  4. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p Cavadini-Bielander, Cardani Vergani, Staffieri, 2008, pp. 10-11.
  5. ^ Aebischer, 1938, pp. 51-62.
  6. ^ a b c d e f g h i j Cenni storici, su sito istituzionale del comune di Bioggio. URL consultato l'11 ottobre 2017.
  7. ^ Motta, 1991, p. 34.
  8. ^ Anderes, 1998, p. 239.
  9. ^ Ufficio cantonale di statistica di Bellinzona
  10. ^ a b c d Stemma, su sito istituzionale del comune di Bioggio. URL consultato l'11 ottobre 2017.
  11. ^ Borrani, 1896, pp. 220-221.
  12. ^ Staffieri, 1985, pp. 83-87.
  13. ^ Strada Regina, su strada-regina.ch. URL consultato il 12 ottobre 2017.
  14. ^ Dizionario storico della Svizzera, Ufficio cantonale di statistica di Bellinzona
  15. ^ Tabelle dati: Popolazione residente, secondo la nazionalità e la lingua principale, nel 2000, e complessivamente dal 1970 (XLS), su www3.ti.ch. URL consultato il 12 ottobre 2017.

Bibliografia modifica

  • Siro Borrani, Il Ticino Sacro. Memorie religiose della Svizzera Italiana raccolte dal sacerdote Siro Borrani prevosto di Losone, Tip. e Libreria Cattolica di Giovanni Grassi, Lugano 1896.
  • P. Aebischer, Les dérivés italiens du langobard 'gahagi' et leur répartition d'après les chartes médiévales in "Zeitschrift für romanische Philologie", 1938, pp. 51–62.* Virgilio Chiesa, Lineamenti storici del Malcantone, Tipografia Gaggini-Bizzozero, Lugano 1961.
  • Virgilio Gilardoni, Il Romanico. Catalogo dei monumenti nella Repubblica e Cantone del Ticino, La Vesconta, Casagrande S.A., Bellinzona 1967, 228, 242.
  • Adolfo Caldelari, Arte e Storia nel Ticino, ETT, Locarno 1975, 111.
  • Plinio Grossi, Il Malcantone, riedizione della Guida Galli-Tamburini, Fontana Print S. A. Pregassona 1984, 61-67, 143-146.
  • Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 238-239.
  • Giovanni Maria Staffieri, "Bioggio", "Bosco Luganese", "Iseo" e "Cimo", in Malcantone. Testimonianze culturali nei comuni malcantonesi, Lugano-Agno 1985, 82-89, 91, 99-101.
  • Adriano Caprioli, Antonio Rimoldi, Luciano Vaccaro (a cura di), Diocesi di Como, Editrice La Scuola, Brescia 1986, 144.
  • Emilio Motta, Effemeridi ticinesi, ristampa Edizioni Metà Luna, Giubiasco 1991.
  • Flavio Maggi, Patriziati e patrizi ticinesi, Pramo Edizioni, Viganello 1997.
  • Luciano Vaccaro, Giuseppe Chiesi, Fabrizio Panzera, Terre del Ticino. Diocesi di Lugano, Editrice La Scuola, Brescia 2003, 226, 404.
  • AA.VV., Guida d'arte della Svizzera italiana, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007, 393-395.
  • Fabrizio Panzera (a cura di), Piano del Vedeggio. Dalla strada Regina all'Aeroporto, Salvioni, Bellinzona 2008.
  • Patricia Cavadini-Bielander, Rossana Cardani Vergani, Giovanni Maria Staffieri, Bioggio, (Guide ai monumenti svizzeri SSAS), Società di storia dell'arte in Svizzera SSAS, Berna 2008.
  • O. Lurati, Tra Agno, Bioggio, Manno, Bironico: l'intrecciarsi di nomi legati al Vedeggio in "Nuovo Almanacco Malcantonese-Valle del Vedeggio-Collina d'Oro", Agno 2008, pp. 19–21.
  • Nicola Navone (a cura di), Dalle rive della Neva. Epistolari di tre famiglie di costruttori nella Russia degli zar, Mendrisio Academy Press, Mendrisio 2009.

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Collegamenti esterni modifica

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