Bivongi

comune italiano

Bivongi (/biˈvonʤi/[3], Bivungi o Bigungi in calabrese[4]) è un comune italiano di 1 150 abitanti della città metropolitana di Reggio Calabria in Calabria.

Bivongi
comune
Bivongi – Stemma
Bivongi – Bandiera
Bivongi – Veduta
Bivongi – Veduta
Panorama di Bivongi con lo Stilaro.
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Calabria
Città metropolitana Reggio Calabria
Amministrazione
SindacoVincenzo Valenti (lista civica) dal 27-5-2019
Territorio
Coordinate38°29′N 16°27′E / 38.483333°N 16.45°E38.483333; 16.45 (Bivongi)
Altitudine270 m s.l.m.
Superficie25,35 km²
Abitanti1 150[1] (31-05-2022)
Densità45,36 ab./km²
Comuni confinantiGuardavalle (CZ), Pazzano, Stilo
Altre informazioni
Cod. postale89040
Prefisso0964
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT080010
Cod. catastaleA897
TargaRC
Cl. sismicazona 1 (sismicità alta)[2]
Nome abitantibivongesi
PatronoMaria SS. Mamma Nostra e san Giovanni Battista
Giorno festivo8 settembre e 5 febbraio (Maria Mamma Nostra) e 24 giugno (San Giovanni)
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Bivongi
Bivongi
Bivongi – Mappa
Bivongi – Mappa
Posizione del comune di Bivongi all'interno della città metropolitana di Reggio Calabria
Sito istituzionale

Geografia fisica modifica

Bivongi è situata nella Vallata dello Stilaro, ai piedi del Monte Consolino.

Idrografia[5] modifica

  • Fiumara Assi
  • Fiumara Mula
  • Fiumara Stilaro
  • Torrente Anguilla Nera
  • Torrente Ceraso
  • Torrente Maiodera
  • Torrente Melodare
  • Torrente Palamandrea
  • Torrente Pardalà
  • Torrente Postarino
  • Torrente Punghì
  • Torrente Scala
  • Torrente Vignale
  • Vallone Arnò
  • Vallone Azzorello
  • Vallone Barzilla
  • Vallone Dromo
  • Vallone Macodico (Cellìa)

Territorio modifica

 
Cascata del Marmarico

La cascata si trova nell'alto corso della fiumara Stilaro, al vallone Folea denominato "salto di Marmarico", che significa "lento" o "pesante", probabilmente dall'impressione che l'acqua, seppure in perenne caduta, sembri apparentemente formare dei filamenti immobili. È la cascata più alta dell'Appennino meridionale con i suoi 120 m. È stata, fatta conoscere ed immessa nel circuito turistico della vallata da Ernesto Franco. La cascata del Marmarico di Bivongi ha ottenuto il riconoscimento di "Meraviglia italiana"[6].

È raggiungibile lasciando l'auto al ristorante "La Vecchia Miniera" di Bivongi (Contrada Perrocalli) e da lì, gli 8 km di strada non asfaltata, assai dissestata, piena di buche e pietre appuntite, sono da percorrere esclusivamente noleggiando un fuoristrada (altrimenti usandone uno proprio, 40 minuti) oppure a piedi per circa 1 ora e 45 minuti. Strada facendo, oltre a frequenti segnali di colore rosso per la giusta direzione, vi sono due sorgenti d'acqua potabile, la prima a 3 km dal ristorante e l'altra, dopo aver attraversato due ponti: uno stretto di ferro e cemento e l'altro piccolo di legno, 10 minuti prima d'arrivare alle cascate. Lungo il corso alto della fiumara Stilaro nei pressi della cascata Marmarico, nel territorio di Bivongi, sono presenti numerosissimi esemplari di Woodwardia radicans, una felce rara, che a fianco delle tante orchidee presenti nel comprensorio rendono la vallata dello Stilaro una tra le più interessanti aree italiane anche dal punto di vista botanico (D.F.).

È una località di Bivongi nei pressi della fiumara dello Stilaro, un tempo noto come "Acque sante" per le sue proprietà mediche dovute ad elementi solfuro-alcalini. Se ne conosce un suo utilizzo fin dal 1870 ma erano note sin dal tempo dei bizantini e anche nel periodo pre-bizantino.

Clima modifica

BIVONGI Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 15,015,017,019,024,028,031,031,028,024,020,017,015,720,030,024,022,4
T. min. media (°C) 8,08,09,011,015,018,022,022,019,016,012,010,08,711,720,715,714,2
Precipitazioni (mm) 63,052,043,031,017,09,06,09,029,053,063,059,0174,091,024,0145,0434,0
Umidità relativa media (%) 72716968676664677072717271,76865,77169,1

Origini del nome modifica

Il nome di Bivongi ha molte ipotesi etimologiche. Deriva sicuramente dalle differenti varietà di dialetto calabrese: Bivungi, Buvungi e Bugungi e, secondo il Dizionario toponomastico ed onomastico della Calabria di Rohlfs, che a sua volta deriverebbe da un latino Bubungium del 1325, mentre nel XVI secolo è attestato col nome di Bofongi[7]. A sua volta deriverebbe dal nome greco Boβὸγγες (Bobònges) presente nel Brebion, documento greco del 1050 circa, ritrovato da Guillou nella biblioteca privata dei conti Capialbi a Vibo Valentia[8].

Il significato di Bobonges potrebbe essere: "terra del bigatto/baco da seta", da bombyx cioè "baco" e gges (pronunciato 'nges') "produrre" o "terra"[9]. Secondo Salvatore Riggio[10] deriverebbe da bonbòngos: "simile a un bubone". Un'altra ipotesi è che derivi da bous = "bue" e dal verbo ghignomai = "diventare"[11], e quindi "paese della produzione di buoi"[12]; oppure deriverebbe dal greco baf cioè "tempra del ferro" e ghi che significa "terra", quindi terra in cui si tempra il ferro. A testimonianza di ciò anche l'uso del termine dispregiativo Bafungi utilizzando fin dal XVII secolo[13]. Infine dal verbo bibroosko cioè "mangio" che avrebbe dato per lo meno il nome alla parte più antica del centro abitato, chiamata oggi: Mangiuni[14].

Storia modifica

Età medioevale modifica

 
Grangia degli Apostoli
 
Grangia degli apostoli (interno)
 
Vicolo di Bivongi
 
Angolo medievale

Dai dati ricavati durante un'indagine archeologica del 1995 alla chiesa di San Giovanni Decollato si pensa vi sia stato un primo insediamento o Chorion già nel IX secolo[15].

Il più antico nucleo abitativo di Bivongi è certamente Mangioni, alla destra del torrente Melodare (affluente dello Stilaro), termine del Basso Medioevo che indica, forse, la presenza di una mensa per i poveri offerta dall'antico Monastero-Chiesa di Santo Nicola (ufficiata fino al XIX secolo e successivamente sconsacrata, ora è, l'aula consiliare del comune), ivi presente. Essa fu poi sostituita dalla chiesa di San Giovanni Decollato, di cui si conserva solo la campana nella nuova Chiesa matrice di San Giovanni Battista Decollato.

Il primo documento che attesta l'esistenza di Bivongi è il Brebion (in latino: riassunto breve) nel 1050 circa con il nome greco di Boβὸγγες (Bobònges). In esso vengono descritti le proprietà dei monasteri ivi ubicati, e testimonia la presenza dell'attività dell'allevamento del baco da seta (phillogèma). Sono infine presenti i nomi greci dei fittuari con il loro canone di pagamento. Bobonges sarebbe nato da due precedenti centri abitati, uno Mangiuni in cui era presente il monastero di San Nicola che risale al periodo bizantino e l'altro ad Abatìa e Casale dove si trova la Chiesa dello Spirito Santo[16]. I beni di Bobonges appartenevano al monastero dell'Arsafia[17]. Nel periodo bizantino Bobonges dipendeva dal Monastero dell'Arsafia. Dal 1060 con l'arrivo dei normanni, in quanto casale, passa sotto il controllo del kastron di Stilo[18].

Dal 1094 con il diploma del Conte Ruggero le terre di Bivongi vengono donate alla Certosa di Serra San Bruno: "qui dicitur Apostoli cum casalibus Bingi et Bubungi"[19].

Età moderna modifica

Nel 1535 nella Platea di Carlo V si ricorda per la prima volta la presenza a Bivongi del Monastero dei Sette Santi Dormienti di Efeso, in località Samponente, distrutto in parte nel 1922 per fare posto alla strada provinciale che porta verso Pazzano[20]. Del XVII secolo dovrebbe essere il Monastero di Sant'Elia, periodo a cui risale l'unico suo affresco conservato fino ad oggi: la Madonna con il bambino in braccio e il profeta Elia e Giobbe inginocchiati ai suoi lati[21]. Sempre al XVII secolo risale la Chiesa di Santa Maria (dell'omonimo rione) che rimane aperta fino al XVIII secolo. Nel 1782, durante il Regno di Napoli, nella Calabria Ultra si attesta l'esistenza di 42 miniere in attività, di cui 23 per l'estrazione dell'argento misto a piombo. Bivongi, insieme a Stilo, Badolato, Longobucco e Reggio, era considerato un distretto argentifero. Le contrade in cui si estraeva il minerale erano: Raspa, Argentera, Costa della Quercia e Due Fiumare[22].

 
Bivongi in un'immagine dei primi anni del XX secolo

Età contemporanea modifica

 
Alluvione del 1951
 
Bagni di Guida
 
Il ponte sulla Fiumara Stilaro durante l'alluvione del 1972
 
Piazza del Popolo
 
Resti del cantiere Breda Giogli in località Pagghjiuomuli

In località Acque Sante nel 1850 nasce un centro di acque termali rimasto attivo fino al 1950; all'inizio del '900 fu affiancato da un albergo ora in restauro[23]. Il geologo e mineralogista tedesco Gerhard vom Rath fa un viaggio in Calabria nel 1871 e ospite a Stilo il 7 aprile visita anche il paese di Bivongi[24]. Nel 1913 fu costruita da Avvenire Spa la centrale idroelettrica Guida, prima centrale idroelettrica del Sud Italia; in attività fino al 1953. Nel 1917 la società Torelli e Re avvia delle ricerche per la Molibdenite a Bivongi.

Nel 1922 viene avviata la costruzione della Strada provinciale che porta a Pazzano. Lungo il percorso, in località samponente, vengono in parte distrutti i ruderi del Monastero dei Sette Santi Dormienti di Efeso, ma le pergamene greche e gli affreschi ritrovati vengono inviate al Museo Nazionale di Reggio Calabria[20].

Nel 1926 lo Stato italiano costruisce la Centrale idroelettrica Marmarico, dismessa nel 1973. Nel 1939 fu invece la volta della Breda che in quel periodo ricercava lo stesso minerale. Iniziò così l'apertura di ben 60 miniere e non solo a Bivongi, ma anche a Stilo, Placanica, Guardavalle, Caulonia e Nardodipace: le miniere Giolli4, Punghi5, Franco6, bagni, Acqua Calda, Piave, Regina, Boddile, Noceto, Angra del forno, LigliaFrana, Paoli, Pampaniti, Pietra, Vignali. Con la seconda guerra mondiale si sospesero i lavori. Nonostante la Breda avesse richiesto al ministero dell'Industria e del Commercio di riprendere l'attività, non fu loro consentito[25].

Negli anni cinquanta viene edificato il nuovo cimitero di Bivongi sui ruderi della diroccata chiesa di Sant'Elia. Nel 1951 e nel 1972 è sommersa dall'alluvione. Tra il 1952 e il 1956 il comune restaura la chiesa di Santa Maria e viene saltuariamente riaperta al culto[26].

Tra il 1961 e il 1962 il Genio Civile demolisce la chiesa secentesca del Santo Spirito perché pericolante al cui posto ora sorge una piazza con la stessa denominazione[27][28]. Alla fine del XX secolo la chiesa di Santa Maria viene chiusa al culto. Il 12 e il 13 gennaio 2009 Bivongi ha subito nuovamente un'alluvione che ha fatto esondare lo Stilaro ostruendo la strada provinciale 9 che conduce a Monasterace.

Simboli modifica

 
Stemma di Bivongi
 
Gonfalone civico

Lo stemma, riconosciuto con D.P.R. del 10 febbraio 1986, ha la seguente blasonatura:

«d'azzurro, al monte verde, sostenente la Croce del Calvario pomata, di porpora, fondato in punta, solcato dal fiume d'azzurro fluente in banda. Ornamenti esteriori da Comune.»

L'emblema è stato disegnato dall'architetto Franco Adolfo che ha tratto ispirazione da un antico timbro.

Il gonfalone civico è stato concesso con lo stesso decreto, esso ha la seguente descrizione:

«drappo di porpora riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma comunale con l'iscrizione centrata in argento recante la denominazione del Comune. Le parti di metallo ed i cordoni saranno argentati. L'asta verticale sarà ricoperta di velluto di porpora con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'argento.»

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

 
San Giovanni
 
Mulino do Regnante
 
Parco del Regnante (agosto 2019)
  • Mulinu do Furnu

Si hanno notizie del mulino sin dal XIII secolo. Fu costruito da monaci cistercensi per frantumare la galena (minerale), prelevato da una miniera in località "Argentera". Successivamente la galena veniva fusa nel forno (da cui deriva il nome del mulino). Il mulino verrà utilizzato dall'Ecomuseo a centro informazioni per la visita del medesimo.

  • Antica Ferriera e la Conceria

Nelle vicinanze, dalle poche tracce, si evince la presenza anche di una ferriera adibita alla produzione di cannoni e granate, ceduta da Re Carlo V nel XVI secolo al suo scudiero Cesare Fieramosca. Sopra i resti della ferriera è rimasta una conceria del 1900.

È l'unica centrale elettrica arrivata a noi fra le prime costruite in Calabria e risale al 1913. Fu costruita dai contadini di Bivongi e rifornì di elettricità tutti i paesi limitrofi fino al 1952. La struttura diverrà un centro di documentazione sull'utilizzo dell'energia idraulica nella storia.

  • Miniera Garibaldi
  • Mulino do Regnante
  • Albergo Acque sante

Fu costruito nei i primi del Novecento vicino allo stabilimento termale delle "Acque sante", (di natura alcalino solforosa), costruito invece intorno al 1850. Sia l'albergo che il centro termale rimasero attivi fino al 1950 e oggi verranno recuperati come centro di servizio dell'ecomuseo.

Edifici di cui c'è ancora bisogno di un progetto di recupero:

  • Ferriera Arcà
  • Ferriera Azzarera

Ferriera del XVII secolo

  • Villaggio siderurgico

Villaggio del XV secolo, sito in località Chiesa Vecchia, con resti di altiforni e altri macchinari collegati alla lavorazione siderurgica.

Costruita nel 1926.

Ecomuseo delle ferriere e fonderie di Calabria modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Ecomuseo delle ferriere e fonderie di Calabria.

A Bivongi nel 1982 fu progettato dall'Associazione Calabrese Archeologia Industriale (ACAI) ed è in via di attuazione l'Ecomuseo delle ferriere e fonderie di Calabria, Da alcuni anni il Comune di Bivongi è intervenuto per restaurare e recuperare: un'antica bocca di miniera, una centrale idroelettrica del 1913, due mulini idraulici; un'antica conceria, già ferriera Fieramosca, una casa albergo, annessa a uno stabilimento termale.

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[29]

La popolazione dal 1991 al 2001 ha subito un decremento del 10,14%.

Cultura modifica

 
Istituto comprensivo Stilo-Bivongi 2018

Istituti scolastici modifica

  • Istituto comprensivo Stilo-Bivongi

Eventi modifica

 
Mamma Nostra

Geografia antropica modifica

Di seguito un elenco delle contrade urbane e di campagna di Bivongi.

Contrade urbane:

Italiano Dialetto bivongese Posizione Etimologia Panorama
Batìa
Batìa
 
?
Casale
 
Cruci
?
Judeca
Judeca
Limbia[30]
Limbia
Mercato vecchio[30]
?
Mangiuni[30]
Mangiuni
Morzida
Pazzaniedu
Santa Maria[30]
Santa Maria[30]
 
Sant'Antonio[30]
Sant'Antuoni[30]
Santu Nicola u supa[30]
Santu Nicola u sutta[30]
Stazione[30]
Ticchjana[30]

Contrade di campagna:

Italiano Dialetto bivongese Posizione Etimologia Panorama
Acino[30]
Acinu[30]
Acqua Calda[30]
Acqua caudda[30]
Dal latino: Aqua Calida
 
Amusa[30]
Amusa[30]
Etimologia ignota
Angra di Forno[31]
38°29′40.78″N 16°24′46.45″E / 38.494662°N 16.412903°E38.494662; 16.412903 (Angra di Forno)
Anguilla nera[30]
Angida nigra[30]
Apostoli[30]
Apuostuli[30]
38°29′27.96″N 16°27′54.72″E / 38.4911°N 16.4652°E38.4911; 16.4652 (Apostoli)  
Argalia
Argalia
38°28′59.77″N 16°26′32.89″E / 38.48327°N 16.44247°E38.48327; 16.44247 (Argalia)  
Argentera[30][30]
Argentera[30]
38°29′10.64″N 16°26′33.65″E / 38.48629°N 16.44268°E38.48629; 16.44268 (argentiera)
Dal latino Argentum
Azzarello[30]
Azzariellu[30]
38°30′14.01″N 16°23′29.65″E / 38.503891°N 16.391569°E38.503891; 16.391569 (Azzarello)
Bagni di Guida
Bagni e guida
38°29′32.03″N 16°25′01.16″E / 38.49223°N 16.41699°E38.49223; 16.41699 (Bagni di Guida)
 
Barzilla[30]
Barzìlla[30]
38°28′55.42″N 16°26′01.79″E / 38.48206°N 16.43383°E38.48206; 16.43383 (Barzilla)  
Bellezze[30]
Badiezzi[30]
38°29′22.63″N 16°26′03.8″E / 38.48962°N 16.43439°E38.48962; 16.43439 (Bellezze)
Etimologia sconosciuta
 
Bingi[30]
Bingi[30]
Etimologia sconosciuta
C. Gargano
38°28′49.44″N 16°26′42.36″E / 38.4804°N 16.4451°E38.4804; 16.4451 (Gargano)
Cassari[30]
Cassari[30]
Colaciuri[30]
Colaciuri[30]
Deriverebbe dal greco "Signor Nicola"[30]  
Contrada Perrocalli
Contrada San Giovanni
San Giuanni
38°29′45.96″N 16°28′17.4″E / 38.4961°N 16.4715°E38.4961; 16.4715 (San Giovanni)  
Contrada Serra Della Vigna
Cummarà[30]
Cummarà[30]
+
Don Brasco[30]
Don Brascu[30]
Droma[30]
Droma[30]
Dròmos Δρομος "strada" in greco[32]
Falco[30]
Farcu[30]
Favata[30]
Favata[30]
Ferola[30]
Fjerudi[30]
Filessa Rossa[30]
Folesa Russa[30]
38°29′56.76″N 16°27′06.84″E / 38.4991°N 16.4519°E38.4991; 16.4519 (Folesa russa)
Fiorello[30]
Fiuriedu[30]
Fiumara Assi
Assi
 
Folco
Fosso Macodera
Fosso Sambuco
38°29′12.84″N 16°25′19.2″E / 38.4869°N 16.422°E38.4869; 16.422 (Sambuco)
Galluzzu[30]
Gaduzzu[30]
Garravetta[30]
Garravetta[30]
Ginestra[30]
Janiestri[30]
38°30′02.16″N 16°25′58.8″E / 38.5006°N 16.433°E38.5006; 16.433 (Janiestri)
Giogli
Giuogghji
 
Gloria[30]
Gluaria[30]
Granonchielli[30]
Granunchjiedi[30]
Grappidà[30]
Grappidà[30]
38°28′37.56″N 16°26′03.84″E / 38.4771°N 16.4344°E38.4771; 16.4344 (Grappidà) Dal greco: άγριάπιδον, Luogo di peri selvatici
Grattaraci[30]
Grattaraci[30]
Gualtieri[30]
Gotieri[30]
Il Finocchio
Jomborosa[30]
Jumbarusa[30]
Lacco San Giovanni[30]
Angra e San Giuànni[30]
Ligghia[30]
Ligghjìa[30]
Luppinaridi[30]
Luppinaridi[30]
38°28′55.25″N 16°26′29.29″E / 38.482015°N 16.441469°E38.482015; 16.441469 (Luppinaridi)  
Màcari[30]
Màcari[30]
38°29′54.42″N 16°27′37.69″E / 38.49845°N 16.46047°E38.49845; 16.46047 (Mcari)
Macera
Maceda[30]
Magliusa[30]
Magghjiusa[30]
Maiodera[30]
Majudera[30]
Marmarico[30]
Marmaricu[30]
8°30′07.88″N 16°23′47.9″E / 8.50219°N 16.39664°E8.50219; 16.39664 (Marmarico)  
Massara[30]
Massara[30]
38°29′52.08″N 16°25′51.24″E / 38.4978°N 16.4309°E38.4978; 16.4309 (Melìa)
Melìa[30]
Milìa[30]
38°29′52.08″N 16°25′51.24″E / 38.4978°N 16.4309°E38.4978; 16.4309 (Melìa)
Monte Cucolìa
38°31′09.84″N 16°23′51.36″E / 38.5194°N 16.3976°E38.5194; 16.3976 (Cucolìa)
Monte Del ladro
M,o Vottandieri
Mulinella[30]
Muliniedi[30]
Musuri[30]
Musùri[30]
38°29′20.4″N 16°27′31.32″E / 38.489°N 16.4587°E38.489; 16.4587 (Musùri)  
Noceto
Nocitu
38°29′07.08″N 16°27′46.8″E / 38.4853°N 16.463°E38.4853; 16.463 (Nocitu)
Pagghjuomuli[30]
38°30′08.28″N 16°26′16.08″E / 38.5023°N 16.4378°E38.5023; 16.4378 (Pagghjiuomuli)
Pardilli[30]
Poddìdi[30]
38°29′03.34″N 16°25′48.58″E / 38.48426°N 16.43016°E38.48426; 16.43016 (Poddidi)
Petracca
Petràcca
Pirainusa[30]
Pirajinusa[30]
Pentimone
Pentimuoni
38°29′27.17″N 16°27′09.22″E / 38.49088°N 16.45256°E38.49088; 16.45256 (Pentimone)
Portavasiti[30]
Portavasiti[30]
Porticella[30]
Porticeda[30]
Poteda
Potèda[30]
Pratola
Pratola[30]
Punghì[30]
Punghjì[30]
38°30′12.96″N 16°25′55.2″E / 38.5036°N 16.432°E38.5036; 16.432 (Punghjì)
Raspa[30]
Raspa[30]
Rinuggica
Rizzello[30]
Rizzéllu[30]
Rovolà
Rumbola[30]
Rumbola[30]
Sambuca[30]
Sambùcu[30]
38°29′12.84″N 16°25′19.2″E / 38.4869°N 16.422°E38.4869; 16.422 (Sambuco)
Samponente[30]
Samponienti[30]
Parola composta da "San": santo e da "ponienti": al posto di "dormienti" che deriva dal latino dormio -ire: dormire. Nella località vi era difatti la chiesa dedicata ai San Dormienti di Efeso, distrutta per creare la strada automobilistica che collega Bivongi a Pazzano[33]
San Pietro
San Pietru
Sant'Elia[30]
Santu Lia[30]
Santa Venere[30]
Santa Vennara[30]
Scala[30]
Scala[30]
Scontenti[30]
Scuntienti[30]
Sistra[30]
Azzièstru[30]
Sparta[30]
Sporta[30]
Sperone[30]
Spirùni[30]
Spolasato[30]
Spolasatu[30]
Stincusu
Stincusu
Survìa
Tannerà[30]
Tannarà[30]
Torrente Cellìa
Torrente Pardalà
38°29′43.08″N 16°26′39.84″E / 38.4953°N 16.4444°E38.4953; 16.4444 (Pardalà)  
Torrente Ruggiero[30]
Ruggieru[30]
Torrente Stilaro
Stilaru
 
Timpone Coda del Ladro
Timpa Cacari
Urna Nera
Vallone Ficara
Vallone Agranci
Vallone Crocco
Ventimonia[30]
Vintimona[30]
38°29′43.11″N 16°26′21.86″E / 38.495307°N 16.439405°E38.495307; 16.439405 (Ventimonia)
Vertice Undici[30]
Numeru Undici[30]
38°30′22.9″N 16°23′39.77″E / 38.50636°N 16.39438°E38.50636; 16.39438 (Vertice 11)  
Vignale[30]
Vignàli[30]
38°29′38.15″N 16°25′11.82″E / 38.49393°N 16.41995°E38.49393; 16.41995 (Vignale)
Vina
38°29′11.29″N 16°27′39.28″E / 38.48647°N 16.46091°E38.48647; 16.46091 (Vina)  
Vuculìa[30]
Buculìa[30]
Zimbelli[30]
Zimbiedi[30]

Economia modifica

Artigianato modifica

Tra le attività più tradizionali e rinomate vi sono quelle artigianali, che si distinguono per l'arte della tessitura, finalizzata alla realizzazione di coperte caratterizzate dai disegni, dai motivi e dai colori originali.[34][35] Molto noto è inoltre il vino Bivongese, per il quale è stata istituita la zona di produzione d'Origine Controllata (DOC).

Infrastrutture e trasporti modifica

La località è raggiungibile tramite la Strada Provinciale 95 che conduce al centro abitato e prosegue per Pazzano.

Amministrazione modifica

 
Municipio di Bivongi
Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
17 luglio 1984 27 maggio 1989 Francesco Micelotta Democrazia Cristiana Sindaco [36]
4 luglio 1989 11 gennaio 1992 Cosimo Murace Partito Democratico della Sinistra
Partito Comunista Italiano
Sindaco [37][38]
18 gennaio 1992 14 luglio 1992 Giovanni Battista Micelotta Democrazia Cristiana Sindaco [39]
27 luglio 1992 1 settembre 1993 Nicola Rinaldo Amato Democrazia Cristiana Sindaco [40]
1 settembre 1993 14 settembre 1993 Demetrio Martino Commissario prefettizio [41]
14 settembre 1993 29 novembre 1993 Demetrio Martino Commissario straordinario [42]
29 novembre 1993 17 novembre 1997 Felice Valenti Lista civica di sinistra Sindaco [43]
17 novembre 1997 28 maggio 2002 Felice Valenti Lista civica Sindaco [44]
28 maggio 2002 29 maggio 2007 Ernesto Riggio Lista civica di centro Sindaco [45]
29 maggio 2007 7 maggio 2012 Ernesto Riggio Lista civica Sindaco [46]
7 maggio 2012 12 giugno 2017 Felice Valenti Lista civica[47] Sindaco [48]
12 giugno 2017 2 settembre 2018 Felice Valenti Lista civica[49] Sindaco [50][51]
2 settembre 2018 27 maggio 2019 Daniela Marzano Lista civica[49] Vicesindaco reggente [52]
27 maggio 2019 in carica Vincenzo Valenti Lista civica[53] Sindaco [54]

Gemellaggi modifica

 
Campo da calcio dell'US Bivongi Pazzano (2018)

Sport modifica

Hanno sede nel comune la società di calcio US Bivongi Pazzano fondata nel 1968, che disputa campionati dilettantistici regionali e il Tennis Club Bivongi, associazione fondata nel 1988.

Impianti sportivi modifica

  • Campo di calcio D. Murdolo.
  • Campi da tennis in sintetico.

Note modifica

  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2021 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Luciano Canepari, Bivongi, in Il DiPI: dizionario di pronuncia italiana, Bologna, Zanichelli, 2009, ISBN 978-88-08-10511-0.
  4. ^ Milano, Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Garzanti, 1996, p. 81.
  5. ^ Damiano Bova, Dizionario etimologico del dialetto bivongese, Città del sole, 2017, pp. 602-603.
  6. ^ Meraviglia Italiana - sito ufficiale, su meravigliaitaliana.it. URL consultato il 22 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2014).
  7. ^ Gerhard Rohlfs, Dizionario onomastico e toponomastico della Calabria, Bari, Longo Editore, 1990, p. 25, ISBN 978-88-88758-43-5.
  8. ^ Bova 2008, p. 260.
  9. ^ Bova 2008, p. 262.
  10. ^ Uomini Terra e Lavoro, p4
  11. ^ https://it.wiktionary.org/wiki/γίγνομαι
  12. ^ Damiano Bova, Bivongi. Nella valle dello Stilaro, Bari, Ecumenica Editrice, 2008, pp. 259-264, ISBN 978-88-88758-43-5.
  13. ^ Franco 2003, p. 117.
  14. ^ Bova 2008, p. 263.
  15. ^ Bova 2008, p. 269.
  16. ^ Damiano Bova, Bivongi. Nella valle dello Stilaro, Bari, Ecumenica Editrice, 2008, p. 265, ISBN 978-88-88758-43-5.
  17. ^ Bova 2008, p. 265.
  18. ^ Bova 2008, pp. 270 e 311.
  19. ^ Bova 2008, p. 270.
  20. ^ a b Bova 2008, p. 274.
  21. ^ Bova 2008, p. 273.
  22. ^ Bova 2008, nota a p. 354.
  23. ^ Sito dell'archeologia industriale nella Vallata dello Stilaro [collegamento interrotto], su archeologiaindustriale.eu. URL consultato il 14 marzo 2009.
  24. ^ Bova 2008, p. 87.
  25. ^ Bova 2008, pp. 166-167.
  26. ^ Bova 2008, pp. 278-279.
  27. ^ Bova 2008, p. 275.
  28. ^ E. Franco 2001, pp. 45-45.
  29. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  30. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af ag ah ai aj ak al am an ao ap aq ar as at au av aw ax ay az ba bb bc bd be bf bg bh bi bj bk bl bm bn bo bp bq br bs bt bu bv bw bx by bz ca cb cc cd ce cf cg ch ci cj ck cl cm cn co cp cq cr cs ct cu cv cw cx cy cz da db dc dd de df dg dh di dj dk dl dm dn do dp dq dr ds dt du dv dw dx dy dz ea eb ec ed ee ef eg eh ei ej ek el em en eo ep eq er es et eu ev ew Dizionario etimologico del Dialetto Bivongese di Damiano Bova, località nel territorio di Bivongi, Città del sole, 2017, pp. 599-601
  31. ^ frazioni di Bivongi - Angra di Forno, in quicalabria.it. URL consultato il 28 gennaio 2018.
  32. ^ Nuovo Dizionario Dialettale della Calabria di Gerhard Rohlfs
  33. ^ Bova 2017, p. 454.
  34. ^ Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 3, Roma, A.C.I., 1985, p. 14.
  35. ^ La tessitura in Calabria, su tessituralongobucco.it. URL consultato il 26 maggio 2016.
  36. ^ Anagrafe degli Amministratori Locali e Regionali, su amministratori.interno.gov.it, Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali. URL consultato il 14 giugno 2023.
  37. ^ Anagrafe degli Amministratori Locali e Regionali, su amministratori.interno.gov.it, Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali. URL consultato il 14 giugno 2023.
  38. ^ Eligendo Archivio - Comunali 28/05/1989, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali. URL consultato il 14 giugno 2023.
  39. ^ Anagrafe degli Amministratori Locali e Regionali, su amministratori.interno.gov.it, Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali. URL consultato il 14 giugno 2023.
  40. ^ Anagrafe degli Amministratori Locali e Regionali, su amministratori.interno.gov.it, Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali. URL consultato il 14 giugno 2023.
  41. ^ Anagrafe degli Amministratori Locali e Regionali, su amministratori.interno.gov.it, Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali. URL consultato il 14 giugno 2023.
  42. ^ Anagrafe degli Amministratori Locali e Regionali, su amministratori.interno.gov.it, Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali. URL consultato il 14 giugno 2023.
  43. ^ Eligendo Archivio - Comunali 21/11/1993, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali. URL consultato il 14 giugno 2023.
  44. ^ Eligendo Archivio - Comunali 16/11/1997, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali. URL consultato il 14 giugno 2023.
  45. ^ Eligendo Archivio - Comunali 26/05/2002, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali. URL consultato il 14 giugno 2023.
  46. ^ Eligendo Archivio - Comunali 27/05/2007, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali. URL consultato il 14 giugno 2023.
  47. ^ Per Bivongi
  48. ^ Eligendo Archivio - Comunali 06/05/2012, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali. URL consultato il 14 giugno 2023.
  49. ^ a b Insieme per Bivongi
  50. ^ Eligendo Archivio - Comunali 11/06/2017, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali. URL consultato il 14 giugno 2023.
  51. ^ Anagrafe degli Amministratori Locali e Regionali, su amministratori.interno.gov.it, Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali. URL consultato il 14 giugno 2023.
  52. ^ Anagrafe degli Amministratori Locali e Regionali, su amministratori.interno.gov.it, Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali. URL consultato il 14 giugno 2023.
  53. ^ Uniti per Bivongi
  54. ^ Eligendo Archivio - Comunali 26/05/2019, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali. URL consultato il 14 giugno 2023.

Bibliografia modifica

Le notizie inerenti l'archeologia industriale, sono tratte dal libro Il ferro in Calabria di Danilo Franco

  • G. Raspa, Il paese di Mamma Nostra ovvero monografia di Bivongi, 1911.
  • Ugo Franco, Bivongi. Catasto onciario e storia tra 1700-1800, SudGrafica Edizioni, 2008.
  • Damiano Bova, Bivongi. Nella valle dello Stilaro, Bari, Ecumenica Editrice, 2008, ISBN 978-88-88758-43-5.
  • Damiano Bova, Dizionario etimologico del dialetto bivongese, Reggio Calabria, Città del sole edizioni, 2017.
  • Fulvio Calabrese, Damiano Bova, G.M. Bregantini, G. Briguglio, P. Corsi, Danilo Franco, G. Metastasio, M. Onda e N. Vatopedinos, Bivongi. Tra Oriente e Occidente 1000 anni di storia.
  • Gregorio Rubino, Ecomuseo delle Ferriere e Fonderie di Calabria.
  • Danilo Franco, Il Katholikon di S. Giovanni Theristìs.
  • Anna Costanzo, Il Monastero di S. Giovanni Theristìs.
  • Danilo Franco e Salvatore Riggio, Memorie Industriali in Calabria.
  • Ernesto Franco, Tommaso Martini.
  • Ernesto Franco, Bivongi frammenti di storia, Il Paesano, 2001.
  • Danilo Franco, Ecomuseo delle ferriere e fonderie di Calabria, in Edilizia per la cultura, Torino, UTET, 2005, pp. 401–414.
  • Lo sfruttamento della vallata dello Stilaro in età Bizantina Danilo Franco, Cosenza, Istituto per gli Studi Storici di Cosenza, 2008.
  • Danilo Franco, Il ferro in Calabria, Reggio Calabria, Kaleidon Editrice, 2003, ISBN 88-88867-01-5.

Voci correlate modifica

 
Panorama

Vini di Bivongi modifica

 
vendemmia

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN131748366 · LCCN (ENno2008166240 · GND (DE4773688-4 · WorldCat Identities (ENlccn-no2008166240