Bottidda

comune italiano

Bottidda (Bòtidda in sardo[3]) è un comune italiano di 653 abitanti della provincia di Sassari, che si trova a 396 metri sul livello del mare nella regione storica del Goceano.

Bottidda
comune
(IT) Bòttidda
(SC) Bòtidda
Bottidda – Stemma
Bottidda – Bandiera
Bottidda – Veduta
Bottidda – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sardegna
Provincia Sassari
Amministrazione
SindacoIvo Nieddu (lista civica) dal 26-10-2020
Territorio
Coordinate40°23′32″N 9°00′32″E / 40.392222°N 9.008889°E40.392222; 9.008889 (Bottidda)
Altitudine396 m s.l.m.
Superficie33,71 km²
Abitanti653[1] (30-11-2023)
Densità19,37 ab./km²
Comuni confinantiBono, Bonorva, Burgos, Esporlatu, Illorai, Orotelli (NU)
Altre informazioni
Cod. postale07010
Prefisso079
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT090016
Cod. catastaleB094
TargaSS
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Nome abitanti(IT) bottiddesi
(SC) botiddesos
PatronoBeata Vergine del Rosario
Giorno festivo7 ottobre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Bottidda
Bottidda
Bottidda – Mappa
Bottidda – Mappa
Posizione del comune di Bottidda nella provincia di Sassari
Sito istituzionale

Geografia fisica modifica

Territorio modifica

Bottidda è situato ai piedi del Monte Rasu e a ridosso del Colle "Sa Corona", il cui nome deriva da un nuraghe situato sulla sua sommità. Ha un territorio vasto circa 3300 ettari di cui 430 appartengono al demanio forestale e 220 a quello comunale.

Origini del nome modifica

Il nome Bottidda deriva dall'antica denominazione del villaggio, che in origine si chiamava Gossilla[4] o Gocilla[5]; da Gocilla si sarebbe passati a Gotilla, Botilla, Botidda, fino all'odierno Bottidda[6].

Storia modifica

Il territorio fu abitato fin dalla Preistoria, come testimoniato dalla presenza di numerosi nuraghi e di una tomba dei giganti, quest'ultima denominata Pasciarzu o Su Passiarzu III. Su tutta l'estensione comunale si contano 26 nuraghi: da nord-ovest a sud-est, Contra Austinu, S'Unighedda, De sa Teula, Tocco Scuzzones, Arvas, Tanca 'e Pedde, Restiddi, Gallisai, Cugurutta, Cherchizzu, Sa Corona, Pala 'e Rughes, Larattu, Tanca Noa, Nuraghes, Nuraghes II, Muselighes, Ortiocoro, Oruscula, Sa Pietade, Mola sa Serra, S'Orculana, Maronavia, Mastru Porcu, Sos Schidas e Ortivai.

Nel medioevo appartenne al Giudicato di Torres e fece parte della curatoria di Monte Acuto, nonché della diocesi di Ottana, nella quale possedeva, unica insieme a Nuoro, il titolo di pievania[4]. Alla caduta del Giudicato (1259) passò prima ai Doria e poi ai Malaspina, e dopo la battaglia della Meloria (1284) passò sotto il controllo del Giudicato di Arborea, che inserì la zona nella contea del Goceano. Nel 1478, con la sconfitta di Leonardo Alagon nella battaglia di Macomer, tutti i territori superstiti dell'ex giudicato, riuniti nel Marchesato di Oristano, passarono agli aragonesi. Fu riscattato agli ultimi feudatari nel 1839, con la soppressione del sistema feudale.

Simboli modifica

Lo stemma e il gonfalone del comune di Bottidda sono stati concessi con decreto del Presidente della Repubblica del 29 dicembre 1995.[7] Lo stemma si blasona:

«semitroncato partito: nel primo, troncato d'oro e d'argento, all'aquila coronata di nero; nel secondo, d'oro, al palo da vigna, di nero, fondato sulla pianura di verde, accollato da una pianta di vite, di verde, pampinosa dello stesso e fruttata di porpora; nel terzo, di rosso, alla croce d'argento. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo partito di rosso e di bianco.

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

Architetture religiose modifica

Molto suggestiva è l'area di Monte Rasu, non solo per le bellezze naturalistiche, ma anche per il convento francescano che vi sorge, il primo sorto nell'Isola; secondo la tradizione, sarebbe stato fondato intorno al 1220 da Giovanni Parenti, discepolo di Francesco d'Assisi. Non sono invece rimaste tracce dell'altro convento francescano, costruito intorno al 1645 accanto alla chiesa di S. Maria degli Angeli, più nota come chiesa di S. Antonio. Quest'ultimo convento fu edificato per volontà del mons. Andrea Bacallar, vescovo di Alghero.

Monumenti naturali modifica

In località S'Orculana, nei pressi dell'omonimo nuraghe, si trova un grande olivastro millenario (Olea europaea subsp. oleaster)[8]: il suo tronco si allarga alla base per 17 m e la sua chioma raggiunge gli 8 m di altezza[9].

Società modifica

 
Abito maschile di Bottidda

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[10]

Lingue e dialetti modifica

La variante del sardo parlata a Bottidda è quella logudorese centrale o comune.

Geografia antropica modifica

Bottidda, grazie alla sua naturale collocazione, gode di una disposizione ordinata dell'agglomerato urbano. Questo anche grazie alle numerose piazze circondate dal verde e abbellite da alcuni murales, realizzati da artisti sassaresi e locali.

Economia modifica

In passato la popolazione era particolarmente dedita all'agricoltura, specie quella viticola, ma il forte calo demografico e le varie crisi che hanno investito le campagne hanno ridotto la produzione. Bottidda vive prevalentemente di pastorizia, inoltre una risorsa importante arriva dall'area forestale di Monte Pisanu e dalla località di "Su Pizzu", dove sorgono alcune strutture sportive per il tempo libero.

Amministrazione modifica

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
23 aprile 1995 16 aprile 2000 Nicolo Licheri liste civiche di centro-destra Sindaco [11]
16 aprile 2000 8 maggio 2005 Daniele Secondo Cocco lista civica Sindaco [12]
8 maggio 2005 30 maggio 2010 Daniele Secondo Cocco lista civica Sindaco [13]
30 maggio 2010 31 maggio 2015 Gavino Garau lista civica "Libertà e Progresso" Sindaco [14]
31 maggio 2015 26 ottobre 2020 Daniele Secondo Cocco lista civica "Bottidda" Sindaco [15]
26 ottobre 2020 in carica Ivo Nieddu lista civica "Insieme per Bottidda" Sindaco [16]

Note modifica

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 30 novembre 2023.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Comune di Bottidda, Comune di Bottidda - IL PAESE, su comune.bottidda.ss.it. URL consultato il 23 marzo 2022.
  4. ^ a b Pietro Sella, Rationes decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV: Sardinia, Biblioteca apostolica vaticana, 1945, p. 20 (nº 169).
  5. ^ Pasquale Tola, Codex Diplomaticus Sardiniae, vol. I, p. 835 Iº.
  6. ^ Domenichino Ena, "Adiu Bono, Bottidda e…Bolìa", un libro di ricerche storiche su Bono e sul Goceano".
  7. ^ Bottidda, decreto 1995-12-29 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 23 luglio 2022.
  8. ^ Rami, su ilregistrodeglialberi.it. URL consultato il 9 gennaio 2024.
  9. ^ Ignazio Camarda, Grandi alberi e foreste vetuste della Sardegna. Biodiversità, luoghi, paesaggio, storia. Ediz. illustrata (2020), pp. 656-7.
  10. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  11. ^ Comunali 23/04/1995, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  12. ^ Comunali 16/04/2000, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  13. ^ Comunali 08/05/2005, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  14. ^ Comunali 30/05/2010, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  15. ^ Comunali 31/05/2015, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  16. ^ Comunali 25/10/2020 [collegamento interrotto], su elezioni.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 24 gennaio 2021.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

  Portale Sardegna: accedi alle voci di Wikipedia che parlano della Sardegna