Camastra

comune italiano
Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Camastra (disambigua).

Camastra (Camaṣṭra in siciliano) è un comune italiano di 1 981 abitanti[1] del libero consorzio comunale di Agrigento in Sicilia.

Camastra
comune
Camastra – Stemma
Camastra – Bandiera
Camastra – Veduta
Camastra – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sicilia
Libero consorzio comunale Agrigento
Amministrazione
SindacoDario Gaglio (lista civica) dal 6-10-2020
Territorio
Coordinate37°15′13″N 13°47′44″E / 37.253611°N 13.795556°E37.253611; 13.795556
Altitudine450 m s.l.m.
Superficie16,32 km²
Abitanti1 952[1] (31-10-2023)
Densità119,61 ab./km²
Comuni confinantiLicata, Naro, Palma di Montechiaro
Altre informazioni
Cod. postale92020
Prefisso0922
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT084008
Cod. catastaleB460
TargaAG
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona D, 1 981 GG[3]
Nome abitanticamastresi
Patronosan Biagio
Giorno festivo3 Febbraio e 3 Settembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Camastra
Camastra
Camastra – Mappa
Camastra – Mappa
Posizione del comune di Camastra nel libero consorzio comunale di Agrigento
Sito istituzionale

Nel 1929 fu soppresso e aggregato al comune di Naro fino al 1946, quando fu ricostituito.

Geografia fisica modifica

Territorio modifica

Camastra si trova fra i comuni di Naro, Palma di Montechiaro e Licata e dista circa 25 km dal capoluogo di provincia. Il centro urbano, a 340 metri s.l.m., gode di un clima mite e poco umido. Il mare con spiagge sabbiose è raggiungibile in 20/25 minuti.

Storia modifica

Per risalire alle origini di Camastra dobbiamo ricordare che il territorio su cui sorge venne ceduto dal re Federico II al nobile Galvano Bonfiglio e per altre notizie dobbiamo avanzare nel tempo sino al 1408, quando Matteo Palagonia, figlio di Francesco, che fu uno dei vicari della regina Maria ne venne in possesso per diritto della madre Macalda Sosa[4]. A Matteo Palagonia successe, il 15 maggio 1478, Mazziotto. Quest'ultimo lasciò il feudo nel 1510 al figlio Giovanni, il quale a sua volta lo diede in dote alla figlia Filippa che andò in sposa a Bernardo Lucchesi. E fu proprio un Lucchesi, Giacomo, che nel 1620 fondò Camastra, altrimenti della Ramulia, divenendone cinque anni dopo duca, con diploma del re Filippo.

Camastra in quei tempi non dovette essere altro che una fattoria, dove però ben presto trovarono asilo molti fuoriusciti dei centri vicini. Si trattava soprattutto di accusati o condannati per svariati reati pubblici. Camastra in tal modo vide un discreto sviluppo in pochi anni e da piccola fattoria si trasformò in centro abitato ed entrò a far parte della Comarca di Naro.

 
Il vecchio abbeveratoio

La prima chiesa edificata fu quella del SS. Salvatore. Oltre a questo edificio sacro vi erano una quarantina di case. La popolazione non superava le 60 unita. Ma già il censimento del 1713 vide un sensibile aumento demografico. Si contano più di 300 abitanti residenti in un centinaio di case.

Lo sviluppo è costante anche negli anni seguenti, tanto che un secolo e mezzo fa a Camastra risiedevano già un migliaio di abitanti. Lo sviluppo socioeconomico del paese è stato comunque sempre piuttosto modesto e anche questo piccolo centro dell'agrigentino ha conosciuto la triste piaga dell'emigrazione.

Simboli modifica

Lo stemma del comune di Camastra è stato riconosciuto con decreto ministeriale del 2 marzo 1880.[5]

«D'azzurro, alla torre d'oro, torricellata d'un pezzo, fondata sulla pianura erbosa, accostata a destra da un cane barbone, ed a sinistra da un leone, entrambi seduti sulla pianura, volti verso i fianchi dello scudo, il leone rivoltato e colla testa a destra, il tutto al naturale. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo partito di giallo e di azzurro.

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

Architetture militari modifica

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[6]

Economia modifica

Agricoltura modifica

Il territorio del comune è compreso nella zona di produzione del Pistacchio di Raffadali D.O.P.[7]

Infrastrutture e trasporti modifica

Strade modifica

Il comune è interessato dalla Strada statale 410 di Naro.

Amministrazione modifica

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
18 giugno 1985 26 maggio 1990 Vincenzo Di Caro Partito Socialista Italiano Sindaco [8]
26 maggio 1990 14 giugno 1994 Vincenzo Di Caro Partito Socialista Italiano Sindaco [8]
14 giugno 1994 25 maggio 1998 Vincenzo Di Caro Partito Socialista Italiano Sindaco [8]
25 maggio 1998 27 maggio 2003 Vincenzo Di Caro partito socialista siciliano Sindaco [8]
6 luglio 2001 27 maggio 2003 Calogero Di Carlo Comm. straordinario [8]
27 maggio 2003 17 giugno 2008 Angelo Cascià lista civica Sindaco [8]
17 giugno 2008 11 giugno 2013 Giovanni Prato lista civica Sindaco [8]
11 giugno 2013 in carica Angelo Cascià lista civica: camastra avanti - autonomia lavoro progresso Sindaco [8]

Altre informazioni amministrative modifica

Il comune di Camastra fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali: regione agraria n.4 (Colline del Salso e di Naro)[9].

Note modifica

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Voce Famiglia Iosa (Josa o Sosa), pp. 401-402, in Repertorio della feudalità siciliana (1282-1390) di Antonino Marrone – Palermo: Mediterranea. Ricerche storiche, 2006.
  5. ^ Camastra, decreto 1880-03-02 DM, riconoscimento di stemma, su dati.acs.beniculturali.it. URL consultato il 7 aprile 2022 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2022).
  6. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  7. ^ Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea del 20 novembre 2020
  8. ^ a b c d e f g h http://amministratori.interno.it/
  9. ^ GURS Parte I n. 43 del 2008, su gurs.regione.sicilia.it. URL consultato il 24 luglio 2011.

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN240158062 · GND (DE7712241-0
  Portale Sicilia: accedi alle voci di Wikipedia che parlano della Sicilia