Campo di concentramento di Dachau

campo di concentramento nazista a Dachau, Germania

Il campo di concentramento di Dachau fu il primo campo di concentramento nazista[3], aperto il 22 marzo 1933 su iniziativa di Heinrich Himmler [4]. Il campo servì da modello per tutti gli altri campi di concentramento, di lavoro forzato e sterminio costruiti successivamente nell'universo concentrazionario nazista[5] e fu la scuola d'omicidio delle SS che esportarono negli altri lager Lo spirito di Dachau, il terrore senza pietà[6]. Nel campo transitarono circa 200 000 persone e, secondo i dati del Museo di Dachau, 41 500[7] vi persero la vita. I deportati in arrivo dovevano percorrere una larga strada curata, la Lagerstrasse[8], al termine della quale era situato il cosiddetto Jourhaus, la "porta dell'inferno", il simmetrico edificio del comando di campo con una posticcia torretta di guardia sul tetto. Lo Jourhaus è attraversato nel mezzo da un grande arco d'ingresso al campo, completamente chiuso, a sua volta, da un esteso cancello in ferro battuto a due ante; al centro di esso un altro cancello più piccolo che reca la scritta: Arbeit macht frei[9]. Con gli anni questo cinico slogan di Dachau, che significa "Il lavoro rende liberi", venne poi utilizzato in numerosi altri nuovi campi che via via si andavano costruendo, diventando il simbolo stesso della menzogna nazista sui lager, il lavoro in quei luoghi infatti fu usato come strumento di morte primario per il genocidio scientifico degli "indesiderabili", ritenuto vantaggioso per l'economia del Reich[10].

Campo di concentramento di Dachau
KZ Dachau
Truppe statunitensi davanti all'ingresso principale del lager di Dachau subito dopo la liberazione, nel 1945
StatoBandiera della Germania Germania
Stato attualeBandiera della Germania Germania
LandBaviera
CittàDachau
Coordinate48°16′11.64″N 11°28′05.88″E / 48.2699°N 11.4683°E48.2699; 11.4683
Mappa di localizzazione: Germania
Campo di concentramento di Dachau
Informazioni generali
Tipocampo di concentramento
Primo proprietarioKöniglichen Pulver - und Munitionsfabrik Dachau
Condizione attualerestaurato
Proprietario attualeFondazione dei Memoriali Bavaresi[1]
Visitabilesi
Sito webwww.kz-gedenkstaette-dachau.de/
Informazioni militari
UtilizzatoreBandiera della Germania Germania
Comandanti storici
voci di architetture militari presenti su Wikipedia
Ripresa aerea del campo di Dachau (la parte in basso dell'immagine corrisponde al nord geografico). Nel campo furono realizzati degli esperimenti sui detenuti per testare le cure mediche e i sistemi di rianimazione, come ad esempio le ricerche sul congelamento del corpo umano in acqua. Si usarono come cavie gli internati e dopo un certo periodo si decise di spostare questa attività nel campo di Auschwitz perché nelle procedure, come nelle prove di congelamento, le persone urlavano. Si decise quindi che Auschwitz sarebbe stato più idoneo per questo scopo. Sulla sinistra è visibile il campo di concentramento vero e proprio, con le baracche per i prigionieri e, separati dal cortile per l'appello, i locali di servizio, con i depositi di materiale per gli internati, gli uffici interni e il bunker. A destra, nell'immagine, il comando, le zone delle caserme delle SS, i depositi automezzi. Al centro, nell'area alberata tra le baracche delle SS, le strutture dei crematori.[2]
Plastico del campo, come è oggi visibile nel museo. A destra è riconoscibile il rettangolo fortificato, con le torri di guardia, contenente le baracche per i prigionieri.

Storia del campo modifica

Il campo di concentramento fu aperto il 22 marzo 1933 su iniziativa di Heinrich Himmler, con una decisione presa appena un mese dopo la salita al potere di Hitler (30 gennaio 1933)[11]. Il campo venne posizionato nei pressi della cittadina di Dachau, a circa 16 km a nord-ovest di Monaco di Baviera, nel sud della Germania.

In importanti giornali bavaresi come anche nel più diffuso quotidiano Münchner Neuesten Nachrichten[12] fu pubblicata la notizia firmata dallo stesso Himmler, presidente della polizia della città di Monaco che annunciava l'apertura del campo: «Mercoledì verrà inaugurato vicino a Dachau il primo campo di concentramento, della capienza di 5000 persone. Vi verranno radunati tutti i comunisti e, se necessario, i membri del Reichsbanner ed i funzionari marxisti che rappresentano un pericolo per la sicurezza dello Stato, poiché, alla lunga, non è possibile, senza costi gravosissimi per l’Amministrazione, continuare a tenere i singoli funzionari comunisti nelle carceri giudiziarie, e, d’altra parte, non è nemmeno possibile rimetterli in libertà. È un tentativo che in alcuni casi abbiamo fatto, col risultato che essi, appena dimessi, hanno ripreso a organizzare le loro azioni sovversive. Abbiamo preso queste misure senza farci ostacolare da scrupoli meschini, nella convinzione di aver così tranquillizzato la popolazione tutta e di aver agito secondo la sua volontà».

Secondo alcuni osservatori, come lo storico Francesco Maria Feltri «l’obiettivo di questi annunci pubblici era duplice. Da un lato, i nazisti volevano incutere terrore a tutti gli oppositori politici, ma dall’altro sapevano di riscuotere ampio consenso tra tutti coloro che volevano ripulire la Germania dai comunisti, dai disfattisti e dai delinquenti»[13].

Quando si iniziò la costruzione del campo il terreno non faceva ancora parte della città di Dachau ma del piccolo comune vicino di Prittlbach. Il lager sfruttò inizialmente i locali di una precedente costruzione, un'ex fabbrica di munizioni in disuso, la Königlichen Pulver - und Munitionsfabrik Dachau[nota 1], edificata durante la prima guerra mondiale[14]. Dal 1936 al 1938, demolita la fabbrica, grandi lavori, eseguiti dai prigionieri, ampliarono il campo di Dachau portandolo alla forma attuale; solo il lager di prigionia vero e proprio, con le baracche dei prigionieri, formava un rettangolo di circa 300 m di larghezza e 600 m di lunghezza[15]. Il terreno era paludoso, non godeva di un buon clima: era umido, nebbioso, desolato; non certo adatto alla salute dei prigionieri.

«Il campo di concentramento di Dachau fu l'unico ad esistere per tutti i 12 anni del regime nazista. Nei primi anni della dittatura fu il più grande ed il più noto dei campi di concentramento, ed il suo nome divenne ben presto sinonimo di paura e di terrore in tutta la Germania»

[16][17]

La vita nel campo modifica

Quando i prigionieri arrivavano al campo venivano picchiati con 25 bastonate di benvenuto ed alcuni di loro non sopravvivevano. Le guardie poi dicevano esplicitamente loro che non avevano diritti, né onore né difesa. Dopo averli insultati, rasati, e privati di tutti i loro averi entravano nel campo. Le SS potevano uccidere liberamente chiunque. Tra le punizioni previste c'erano anche quella di essere appesi per le mani dietro la schiena a ganci per ore, abbastanza in alto da non toccare terra con le punte dei piedi; essere frustati su cavalletti, battuti con fruste di cuoio bagnato ed essere messi in isolamento per giorni in stanze troppo piccole per potersi sdraiare.

Il campo dei prigionieri era formato da 34 baracche disposte su due file separate da un lungo viale alberato; 15 di esse erano suddivise ciascuna in 4 camerate (Stuben), ognuna con un vano soggiorno e un dormitorio; ogni due camerate vi era un lavatoio e una serie di gabinetti.[18] I posti letto per camerata erano per 52 deportati, per un totale, quindi, di 208 persone a baracca. Nei periodi di maggior affollamento si arrivò ad ospitare fino a 1768 detenuti a baracca, con condizioni igieniche indescrivibili, tanto che scoppiavano violente epidemie. 5 baracche delle 34, erano adibite ad area ospedaliera (Krankenbau), poi divenute 13. Una baracca era adibita a zona di lavoro e la prima a sinistra a spaccio, sempre sprovvisto. Le prime due baracche a destra erano adibite a infermeria e una parte della seconda fungeva da obitorio. L'infermeria fu tristemente nota a causa dei raccapriccianti esperimenti su cavie umane effettuati dal dott. Rascher e dal prof. Schilling dove perirono migliaia di inermi deportati.

I deportati "indisciplinati" o "incorreggibili", erano destinati a detenzione particolarmente dura, venivano rinchiusi nelle baracche di punizione, denominate strafblocke. Sono da segnalare la baracca n. 26, la "baracca dei preti"[19], che era destinata ai religiosi detenuti, e quella definita di "disinfezione", staccata dal corpo centrale, tuttora visibile. Oggi sono rimaste poche baracche (le altre sono state distrutte). All'interno sono state fedelmente ricostruite, per i visitatori.

Alle delegazioni tedesche e straniere in visita al campo veniva mostrata solo una parte del campo stesso, perché si voleva che se ne ricavasse l'impressione di un luogo ordinato, efficiente e moderno, e che gli internati apparissero come appartenenti ad una razza "inferiore". Gli internati poi erano soggetti ai lavori forzati, per la normale manutenzione prima e per il rifacimento del campo stesso a partire dal 1937.

Nel corso degli anni le condizioni di vita peggiorarono sensibilmente. Pur non essendo ufficialmente un campo di sterminio, ma semplicemente di lavoro, il numero di morti fu impressionante. Con l'introduzione delle disposizioni sull'eutanasia alcune baracche del campo, la 29 e la 30, divennero le anticamere della morte, con detenuti in cattive condizioni di vita e destinati alla soppressione ed al forno crematorio.[20]

Il regolamento disciplinare modifica

 
L'SS-Obergruppenführer Theodor Eicke, Comandante del campo di Dachau dal 1933 al 1934. Violento e sanguinario, si distinse per la sua particolare efferatezza e sadica brutalità verso i prigionieri.

Nell'ottobre 1933 venne emanato il regolamento del campo di concentramento di Dachau.[21][22] Questo conteneva gli ordini di servizio per le SS addette alla sorveglianza e le sanzioni brutali per i detenuti. Tale regolamento, messo a punto da Theodor Eicke, doveva spezzare la personalità degli internati e impedire ogni tentativo di fuga, e prevedeva pene corporali ed esecuzioni.[23]

A titolo di esempio vengono qui riportati solo alcuni punti di tale regolamento.

Per il personale di sorveglianza modifica

  • chi dovesse lasciar fuggire un detenuto verrà arrestato e consegnato alla polizia bavarese con l'accusa di liberazione per negligenza di un detenuto.
  • Se un detenuto tenta la fuga si deve sparare senza preavviso. Se una guardia, nell'esecuzione dei suoi doveri, dovesse uccidere un detenuto che tenta di fuggire, non ne subirà conseguenze penali.
  • Se dovesse ammutinarsi un reparto di detenuti, tutte le guardie presenti dovranno aprire il fuoco sui rivoltosi, senza colpi di avvertimento.

Per i detenuti modifica

  • punto 6 - Chi assuma un atteggiamento ironico nei confronti delle SS, chi ometta intenzionalmente il saluto regolamentare o chi rifiuti di sottomettersi alla disciplina, verrà punito con otto giorni di arresto e con venticinque bastonate all'inizio ed alla fine di tale periodo.
  • punto 12 - Chi aggredisce una guardia, chi rifiuta di lavorare, chi istighi alla rivolta, chi lascia una colonna o il posto di lavoro, chi durante queste attività scrive, sobilla o tiene discorsi viene passato per le armi sul posto o successivamente impiccato.

L'impiego del campo nei 12 anni della sua esistenza modifica

I primi anni (1933 e 1934): l'inizio del terrore modifica

 
Campo di concentramento di Dachau, 24 maggio 1933. I primi internati spingono di corsa un pesante rullo schiacciasassi per il rifacimento delle strade del lager, sorvegliati dalle guardie. Sono visibili le vecchie strutture della fabbrica di polvere da sparo.

Il 21 marzo 1933, Heinrich Himmler, a Monaco di Baviera, in una conferenza stampa ripresa dai giornali bavaresi annunciò la creazione del campo di concentramento a Dachau[13] Il 22 marzo il campo viene aperto nella vecchia fabbrica di munizioni di Dachau,[24] con l'immediata disponibilità di 5 000 posti per i condannati all'internamento.[4] All'inizio viene progettato per la custodia preventiva e l'eventuale rieducazione dei prigionieri politici, in particolare comunisti, sindacalisti e, più in generale, gli oppositori del nazismo. L'11 aprile la polizia bavarese viene sostituita, nella gestione del campo, dalle SS. È l'inizio del terrore: le SS incominciano ad assassinare brutalmente i detenuti già nei primissimi giorni del loro insediamento.[4] Il 1º maggio ci sono 1 200 internati, destinati ad arrivare a 4 821 verso la fine dell'anno. A Natale, fatto più unico che raro, vengono graziati 600 detenuti[25][nota 2].

 
Arbeit macht frei, ("Il lavoro rende liberi").

Dachau fu, in assoluto, il primo campo di concentramento di quello che sarebbe diventato l'universo concentrazionario nazista, una gigantesca rete che nel 1945 arrivò a contare circa 44.000 lager, costruiti prima in Germania e poi in tutti i territori d'Europa caduti sotto l'occupazione tedesca[26][27]; Dachau divenne pertanto il prototipo e il modello d'ispirazione per i campi successivi. Fu la scuola dell'assassinio per le SS, un vero e proprio banco di prova per ogni tipo di violenza.[28]

Originariamente venne destinato agli oppositori politici di Hitler, a chi non si adeguava subito all'ideologia nazista.[29] Gli internati venivano rieducati tramite il lavoro duro e l'indottrinamento. Nei primi mesi di funzionamento il lager, a parte qualche episodio di violenza e la rigida disciplina, conservò un volto umano, che non lasciava ancora presagire la mostruosità degli sviluppi futuri. I prigionieri erano prevalentemente sottoposti a lavori pesanti al fine di "punire" il loro sentimento antinazista. Un altro sistema era quello di rieducarli alla dottrina nazista facendoli accedere a materiali vari di propaganda, presenziare a riunioni, corsi, dibattiti e costringendoli ad ascoltare alla radio i discorsi di Hitler, che i prigionieri udivano anche arrampicati sulle vecchie strutture del lager. Estenuanti marce erano effettuate inoltre, tra gli edifici e baracche del campo su cui erano state dipinte, a monito, enormi scritte della nascente dottrina nazionalsocialista.

Si prometteva la liberazione per coloro che si fossero riabilitati e in effetti a Natale del 1933, fatto più unico che raro, vennero graziati 600 prigionieri che poterono tornare a casa.

Solo in seguito divenne un campo di concentramento destinato, oltre che agli oppositori politici, anche ad ebrei e a minoranze "sgradite", come testimoni di Geova, omosessuali, emigranti, zingari e prigionieri polacchi, russi e così via.[24]

 
Campo di concentramento di Dachau, 24 maggio 1933. Alcune tra le prime guardie del campo.

L'organizzazione, la disposizione delle varie baracche e dei servizi, così come il programma di sviluppo e di ampliamento, vennero elaborate da uno dei primi comandanti del campo, Theodor Eicke, e tale modello poi venne sistematicamente utilizzato anche negli altri campi.

Eicke destinò il centro di comando e gli altri servizi per la gestione, come i quartieri per le guardie, l'amministrazione e l'armeria, in un'area ben protetta del campo. La sua gestione e l'esperienza accumulata a Dachau, gli valsero la nomina a "Ispettore dei campi di concentramento" (Inspekteur des Konzentrationslagerwesens).[30]

Già il 22 marzo vi furono internati circa 150 detenuti.[31] Nei primi giorni, sotto la sorveglianza della polizia bavarese e, dall'11 aprile, anche delle SS. Il 23 marzo si registrarono i primi omicidi e le prime vittime furono i prigionieri Rudolf Benario, Ernst Goldmann e Arthur Kahn. Nel mese di maggio, Hans Beimler, che sino al momento del suo arresto era stato membro del Reichstag, riuscì ad evadere e fuggire all'estero in Unione Sovietica, nel volume Im Mörderlager Dachau: Vier Wochen unter den braunen Banditen[32] rese pubbliche le informazioni riguardanti quello che lui definì il campo di omicidio a Dachau.

Ai primi di giugno, le SS assunsero il controllo completo ed alla fine dello stesso mese venne nominato comandante del campo Theodor Eicke. Eicke isolò completamente la struttura dagli estranei, neppure ai vigili del fuoco fu permesso entrare nei locali per verificare il rispetto delle norme di sicurezza antincendio. Il campo di concentramento di Dachau divenne da questo momento una zona al di fuori della legge.[33]

 
Heinrich Himmler in visita al campo di Dachau (1936) si sofferma a osservare le "fattezze ariane" di un prigioniero tedesco.

Il regime divenne sempre più forte, grazie alla polizia politica ed alla magistratura. I sindacati invece, sempre più deboli, i partiti politici sciolti e la democrazia di fatto abolita; radio e cinema furono messi sotto controllo, ogni opposizione veniva ridotta al silenzio. Si diffusero sul territorio molte piccole strutture per raccogliere ed imprigionare i dissidenti, del tutto soggetti alla volontà dei politici nazisti locali.[31]

Il 16 luglio 1933 venne pubblicato sulla rivista Münchner Illustrierte Presse[34] un articolo di propaganda nazista con il titolo La verità su Dachau, che riportava una serie d'immagini del lager, che avrebbe dovuto dissipare le voci emergenti sulle condizioni di vita drammatiche del campo. Furono mostrate le fotografie dell'appello del mattino, della giornata tipo, con prigionieri puliti e in salute, sorridenti, in forma e ben trattati; foto che mostravano i loro abbondanti pasti, comprensivi di surrogato di caffè, pane, stufato e anche il pranzo della domenica, con minestra ed un pezzo di carne di maiale con insalata di patate. La realtà era assai diversa.

 
Lavori di ampliamento del campo in occasione di una visita di Himmler, 8 maggio 1936.

Venne aperta una biblioteca interna, contenente, ad esempio il Mein Kampf di Adolf Hitler per agevolare il programma di rieducazione. All'inizio di ottobre però venne emanato il regolamento definitivo del campo, che sostituì quello provvisorio preparato dal primo comandante Hilmar Wäckerle; questo nuovo programma, molto più rigido e spietato, fu l'inizio del terrore. Alla fine del 1933, dopo il rilascio delle circa 600 persone per la grazia di Natale, il campo conteneva quasi 5 000 prigionieri.
Durante il 1934 Himmler aumentò sempre più il suo potere e contemporaneamente i giochi politici estromisero le formazioni delle SA. Sempre nel corso del 1934 vennero chiusi vari campi non organizzati in modo adeguato e, di conseguenza, Dachau aumentò la sua importanza in tutta l'area della Baviera. Rimossi dalla SS e dalla Gestapo i principali vertici della SA e altri oppositori politici, in tre giorni (dal 30 giugno 1934 al 2 luglio 1934) almeno 150 persone furono assassinate, fra cui lo stesso Ernst Röhm. 21 furono uccise nel campo di Dachau[35] e altre centinaia arrestate. Tale avvenimento è conosciuto anche come La notte dei lunghi coltelli.[36]

Gli anni dal 1935 al 1939: le dimensioni crescono modifica

 
Visita di Himmler al campo. Qui con Rudolf Heß davanti ad un plastico in scala delle nuove grandi strutture di Dachau, 8 maggio 1936.

Con le leggi di Norimberga nel 1935, Dachau acquisisce il quadro giuridico speciale che legittima la sua esistenza. Nel campo vengono internati nuovi gruppi di detenuti tedeschi e non solo gli oppositori politici, ma anche criminali comuni, zingari, ebrei, testimoni di Geova, omosessuali. Nel 1936 la polizia bavarese incominciò ad arrestare e a deportare i "parassiti dello Stato" (mendicanti, vagabondi, zingari, nullafacenti, sfruttatori di prostitute, bevitori abituali, autori gravi di infrazioni stradali e persone dal temperamento sociale psicopatico), classificati nel lager sotto il termine di "asociali", oltre ai malati mentali. Un giro di vite ulteriore si ebbe in occasione delle Olimpiadi di Berlino del 1936. Nello stesso anno iniziarono i lavori per la costruzione dei nuovi edifici che porteranno il lager di Dachau a diventare uno smisurato complesso, tra i più estesi dell'universo concentrazionario nazista. Molti dei detenuti di Dachau, scelti tra i più pratici ed alacri, furono inviati in altri luoghi per cominciare a costruire altri nuovi campi di concentramento che divennero con il tempo anche loro, tristemente noti.

Gli anni successivi furono un periodo di transizione, col terrore ormai instaurato nel campo. Fu usata la tortura per punire anche le più lievi mancanze disciplinari: una tortura molto usata era quella nota con il nome di tratti di fune e cioè appendere i prigionieri con le mani legate dietro la schiena senza che i piedi toccassero terra, di conseguenza le braccia si slogavano tra atroci dolori. Stessa punizione anche per chi non si toglieva il berretto davanti a una SS o non riusciva a stare in piedi sull'attenti davanti a loro. Se a Dachau un prigioniero veniva trovato con un mozzicone di sigaretta, anche nascosto in tasca, riceveva dalle 25 alle 50 frustate. Altra punizione era "la scatola", un casotto delle dimensioni di una cabina del telefono, fatta in modo che il detenuto non potesse stare in piedi, né seduto né tanto meno sdraiarsi; vi venivano stipati dentro fino a 4 detenuti che venivano lasciati lì dentro per tre giorni e tre notti, senza mangiare, bere o servizi igienici. Dopodiché li aspettavano 16 ore ininterrotte di lavori forzati.[37] Negli archivi della Wilhelmstrasse, documento 215, si parla di altri due famigerati Kommandos di Dachau, Il Moor-express e le "Piantagioni":

  • Il Moor Express (Espresso della palude) era un'altra tortura psicofisica ideata dalle SS a Dachau: pesantissimi carri a cui venivano aggiogati come animali da soma i prigionieri, obbligati a trascinarli di corsa per trasportare anche minimi carichi da una parte all'altra del lager, per otto-dieci ore al giorno.
  • Le "Piantagioni" erano dei veri e propri bagni penali. Vi erano destinati specialmente ecclesiastici ed ebrei che vi lavorano a mani nude in qualsiasi condizione meteorologica. La terra fu strappata alla palude al costo di centinaia di vite umane e vi si coltivavano soprattutto piante medicinali. Vi era anche il Commando della Cava, che come in tutti i campi è sconsigliabile: solo nell'inverno del 1942 vi morirono di sfinimento trecento religiosi.

S'introdusse un nuovo sistema d'identificazione dei gruppi di prigionieri, nel 1937 si ampliò notevolmente l'area del campo demolendo la vecchia fabbrica di munizioni per far posto ad un nuovo ampliamento che avrebbe accolto 6.000 nuovi internati.[24] I lavori proseguirono per tutto il 1938, vennero costruite baracche di legno, un bunker, una fattoria con cucina e altri edifici. Nel bunker vi erano piccole celle dove avvenivano le segregazioni e torture varie. Nel campo c'erano poi il piazzale dell'appello, dove ogni giorno, alla mattina e alla sera, si svolgeva l'appello generale dei detenuti, la cantina-bar, dove si potevano comprare sigarette e ogni tanto anche beni alimentari come la marmellata di rape, la pasta di avena e i cetrioli. I detenuti avevano accesso anche al paradossale "museo del campo", dove venivano conservate le figure in gesso dei prigionieri caratterizzate da particolari menomazioni fisiche o tare ereditarie (in ossequio certamente al pregiudizio razziale nazista). A volte, in questo museo, come fosse uno specie di zoo umano, vi venivano addirittura mostrati e anche percossi pubblicamente dei detenuti importanti, come il vescovo Kozal, politici, artisti, nobili, tra i quali i duchi di Hohenberg, i figli dell'Arciduca Francesco Ferdinando (l'erede al trono austriaco assassinato a Sarajevo nel 1914).[38]
Le prigioni di Dachau erano un lunghissimo edificio stretto e dotato di numerose piccole celle dove erano rinchiusi i prigionieri che erano noti tra i deportati come NN, la sigla Nacht und Nebel (Notte e Nebbia). Non avevano il permesso di vedere nessuno e non venivano mai portati fuori all'aria aperta; furono condannati all'isolamento totale per anni e alla facile possibilità di impazzire. Il venerdì prima della domenica in cui fu liberato il campo dagli americani, 8 000 prigionieri furono condotti dalle SS sui "Treni della morte", e tra essi vi erano i reclusi delle celle d'isolamento; di loro non si è mai saputo più nulla[39].

 
Prigionieri al lavoro forzato. Dachau, 28 giugno 1938.

Il 2 aprile 1938[40] arrivarono al campo i primi prigionieri provenienti dall'Austria da poco annessa con l'Anschluss.[21] A metà agosto viene inaugurato il nuovo campo di Dachau, che rimarrà immutato fino al 1945. Nell'agosto dello stesso anno venne scritta, clandestinamente, la Canzone di Dachau[41], una marcia con testo di Jura Soyfer (ebreo di origine ucraina trasferitosi a Vienna, arrestato e deportato a Dachau), scritta in collaborazione con il compositore viennese Herbert Zipper, con un ritornello che ripeteva più volte: Arbeit macht frei. Questa drammatica canzone esorta i compagni di prigionia a non lasciarsi sopraffare e abbrutire dal lavoro disumano e bestiale di Dachau ma di reagire allo slogan Arbeit macht frei, trascendendolo anche con sofferenza e stoicismo in modo da riconquistare la dignità umana lesa dalla violenza nazista, di resistere con tutta la forza della disperazione e dell'orgoglio fino all'ultimo appello, quando si apriranno le porte del lager verso l'immancabile libertà. Dachaulied divenne l'inno della resistenza antinazista e regalò una speranza a milioni di condannati a morte durante l'Olocausto.

Nel frattempo le ispezioni internazionali del campo lasciarono soddisfatti gli ispettori. Il 19 agosto Guillaume Favre, membro del Comitato internazionale della Croce Rossa, scrisse un commento molto favorevole, ignorando ciò che realmente avveniva dentro le recinzioni. Nel mese di ottobre arrivarono i primi prigionieri dai Sudeti, in maggioranza ebrei. Poi diversi di questi vennero rilasciati, ma invitati ad espatriare, lasciando i loro beni, nei luoghi di origine, che vennero comprati a poco prezzo dai tedeschi. Il 10 e 11 novembre, vengono internati 10 911 ebrei tedeschi e austriaci subito dopo la Notte dei cristalli.

Nel corso del 1939, prima dello scoppiò della seconda guerra mondiale, le persecuzioni contro gli ebrei divennero ancora più forti e vennero emanate nuove leggi per espropriarli delle loro proprietà. Intanto furono anche internate centinaia di zingari Sinti e rom.[24] In occasione dell'anniversario dell'Anschluss, vennero rilasciati molti austriaci. La guerra ormai era alle porte.

Dal 1939 al 1941: inizia la guerra ed arrivano i primi prigionieri dal fronte modifica

 
Internati al lavoro sorvegliati da SS ed altro personale del campo.

Il 1º settembre 1939, con l'invasione della Polonia da parte delle truppe tedesche, scoppiò la seconda guerra mondiale. Cominciarono così ad arrivare nel campo, in un numero sempre maggiore, i prigionieri provenienti dai paesi occupati, i prigionieri polacchi saranno l'anno seguente, circa 15.000. Questi vennero impiegati sia nell'industria bellica per la produzione di armi, sia nelle altre attività industriali e anche nelle cave od ovunque servisse manodopera a basso costo.

Le nuove normative in tema di eutanasia emanate da Hitler ridussero il numero di prigionieri in cattivo stato di salute, poiché vennero semplicemente uccisi. Tra il 27 settembre 1939 e 18 febbraio 1940 molti prigionieri vennero trasferiti in altri campi, come Buchenwald, Mauthausen e Flossenbürg.[21]

Dall'inizio del 1940 il controllo del campo passò alla sezione delle SS che curava gli armamenti e si aprirono fucine, falegnamerie e sellerie. Da ricordare che è l'anno dell'uscita del film di Charlie Chaplin, Il grande dittatore, dove si parla dei campi di concentramento.

 
Ex prigionieri del Sonderkommando di Dachau fotografati dagli Americani mentre eseguono una dimostrazione della tecnica usata per introdurre i cadaveri nei forni crematori ora spenti (1945).

Sempre nel 1940, di fronte al forte aumento del numero dei morti, si rese necessaria la costruzione di un crematorio nell'area alberata adiacente all'estremità del campo. In un capannone di legno, camuffato come una casa stile bavarese[42], fu installato un forno crematorio J.A. Topf und Söhne, a doppia muffola, di modello identico a quello che la stessa ditta installò a Gusen di Mauthausen. Il Reich dà inizio a un programma di sterminio degli oppositori rinchiusi usando come mezzi il lavoro forzato e la denutrizione.

Molti furono i religiosi rinchiusi a Dachau, ripartiti principalmente nel Blocco 26 e, in misura minore, nel 28. Nel gennaio 1941, su ordine di Himmler, nel Blocco 26, denominato appunto il "Blocco dei preti", venne costruita una cappella provvisoria. Ciò per accordi avuti con il Vaticano, accordi che prevedevano un trattamento migliore per i sacerdoti reclusi e anche di evitare la cremazione per quelli che vi fossero eventualmente deceduti. Un sacerdote venne autorizzato a celebrare la Messa ogni giorno, sotto la supervisione di una SS. A partire dal mese di aprile a tutto il clero cattolico vennero concesse, grazie ai finanziamenti del Vaticano, delle razioni di cibo migliore. Il privilegio tuttavia portò ad una reazione degli altri detenuti e, per evitare disordini, nel mese di settembre tale privilegio venne annullato.[43]

Nel 1941 venne creata in infermeria una stazione sperimentale, che iniziò le attività con un trattamento omeopatico su 114 pazienti affetti da tubercolosi. Kapo in infermeria, per tutti i 6 anni della guerra, fu il detenuto Josef Heiden.

Dal 1º giugno fu istituito il Registro dei Decessi all'interno del campo. Fino ad allora, il numero totale dei decessi, in base al registro del comune di Dachau, era di 3.486 persone. Da ottobre 1941 arrivarono migliaia di prigionieri di guerra sovietici.[24] Durante la guerra contro l'Unione Sovietica vennero reclusi a Dachau ragazzi tra i 12 e i 15 anni e perfino di 7 anni; cosa sia avvenuto di loro non si seppe mai.

 
Foto finale della dimostrazione sull'uso dei forni crematori da parte del Sonderkommando (1945).

Nel 1941 la Germania è vincitrice su tutti i fronti; l'esaltazione paranoide di Hitler è al massimo. Egli vede concretizzarsi il suo ideale di un nuovo potere mondiale nazista, promette persino "Mille anni di felicità al popolo tedesco". La vittoria sembra vicina e nel nuovo ordine nazista non c'è posto per gli "indesiderabili", siano essi ebrei, polacchi, russi ecc., che si possano ribellare al padrone tedesco, come anche zingari, oppositori politici, asociali o di "vita indegna". Hitler ordina che i nemici del Reich siano eliminati senza pietà, "in un sol colpo" e una volta per sempre. Himmler le chiama "Grandiose azioni previste" ed esegue. Di conseguenza, i campi in mano alle SS diventarono praticamente tutti campi di sterminio, da attuarsi soprattutto con il lavoro, mentre le Einsatzgruppen furono utilizzate come unità mobili di sterminio.[44] Dall'espropriazione coatta dei beni di milioni di ebrei, slavi, zingari e deportati di ogni altra nazionalità, si ricavarono tonnellate d'oro, platino, argento e di altri metalli, oggetti e pietre preziose, valute nazionali e straniere, Titoli del Tesoro e Azioni per miliardi di marchi, beni mobili e immobili, opere d'arte, oceani di suppellettili, come masserizie, oggetti personali, calzature, pellicce pregiate ecc., il lavoro a costo zero di milioni di lavoratori schiavi e la pulizia etnica di immensi territori destinati all'annessione tedesca e alla germanizzazione tramite il reinsediamento etnico. Più si deportava, più si uccideva e più si guadagnava. Ancora oggi si stenta a calcolare l'immenso tesoro sottratto.

A Dachau le SS iniziarono ad esercitarsi al tiro sparando sui prigionieri di guerra sovietici, prima nel cortile del bunker, poi nel poligono a Hebertshausen.[45] Le vittime divennero subito migliaia. Si calcola che vennero uccise circa 30 000 persone, in gran parte da quel momento in avanti. Altre migliaia morirono di fame e di stenti a causa delle pessime condizioni di vita nel campo.

Gli anni dal 1942 al 1944: decessi e uccisioni modifica

La stragrande maggioranza dei decessi tra gli internati a Dachau avvenne negli anni 1942-45.[39] In conseguenza del numero crescente di morti e di uccisioni, l'unico forno crematorio disponibile non fu più in grado di far fronte al compito d'incenerire tale massa di vittime.

Nel 1942 si rese quindi necessario iniziare la costruzione di un nuovo grande crematorio in muratura, denominato Baracke X, che venne edificato accanto al primo. Fu prevista anche un'ampia camera a gas che sarà però completata solo nel 1944, e una sala d'incenerimento con quattro forni "Reform" (modello TII), installati dalla ditta Heinrich KORI GmbH di Berlino e realizzati con doppie porte per ridurre l'esplosione di calore quando venivano aperti.

Si deve notare che i forni di Dachau, come quelli di altri lager nazisti, non furono "forni crematori" nel senso più stretto del termine; un forno crematorio è progettato per cremare un corpo alla volta, seguendo un preciso ciclo di riscaldamento, d'incenerimento, di raffreddamento e di recupero delle ceneri. Un forno che crema, invece, corpi in modo continuo è più esattamente chiamato "inceneritore". In questo caso le cremazioni sono effettuate senza periodo di raffreddamento e di recupero delle ceneri, dove nuovi corpi sono gettati nel forno senza aspettare la fine della cremazione precedente. Questo consentiva un risparmio sul combustibile e sul ricambio dei mattoni refrattari e ciò rendeva il costo di gestione di un "inceneritore" notevolmente inferiore a quello di un "crematorio", con un'efficienza nel lavoro di cremazione assai più elevata. La stessa ditta costruttrice, nelle sue istruzioni per l'uso ottimale dei forni crematori, conferma: «Nel forno crematorio a doppia muffola, riscaldato a coke, possono essere cremati dai 50 ai 100 cadaveri al giorno. Inoltre, ove l'Azienda lo richieda, le cremazioni possono essere effettuate incessantemente giorno e notte, senza che ciò ne risulti di sovraccarico per il forno. I mattoni refrattari durano di più se nel forno è mantenuta costante una temperatura uniforme.» Si stima che a pieno regime ci volessero circa 10-15 minuti per cremare un corpo. Neanche questa drammatica capacità distruttiva dei crematori fu sufficiente a smaltire i corpi delle vittime, tanto che si dovette ricorrere anche allo scavo delle fosse comuni.

Gli storici dell'United States Holocaust Memorial Museum, a proposito della camera a gas di Dachau, affermano che "non esiste alcuna prova credibile che la camera a gas della baracca X sia mai stata usata per assassinare esseri umani",[46] aggiungendo che tra le modalità usate dalle SS per uccidere i prigionieri ci fu anche l'impiego del poligono di tiro e del patibolo, che si trovavano nell'area dei forni crematori. Anche gli storici di Yad Vashem affermano che «Nel 1942 fu costruita una camera a gas a Dachau, ma non fu messa in uso»[47]. Un altro metodo utilizzato nel campo per sopprimere i prigionieri non più adatti al lavoro fu anche quello delle iniezioni letali, in particolare a partire dal 1942.[48]

A gennaio del 1942, alla Conferenza di Wannsee «si discusse con esattezza la categoria di persone interessate dai provvedimenti, concordare la procedura per deportare 11 milioni di persone da destinare ai lavori forzati in condizioni di vita dure e disumane e infine uccidere con "modalità" non meglio definite i sopravvissuti e gli inabili al lavoro»[49]. Erroneamente si crede che nella Conferenza di Wansee fosse stato deciso lo sterminio degli ebrei, in realtà questo genocidio era stato deciso assai prima, pare nella seconda metà del 1940, insieme a quello delle popolazioni slave riguardante il destino di 50 milioni di individui da attuarsi in 50 anni (vedasi Generalplan Ost). Da tener presente infatti che prima della stessa conferenza e precisamente il 29 e il 30 settembre 1941, uccisioni massive come il massacro degli 33 771 ebrei di Kiev a Babij Jar erano già state compiute, non in camere a gas, ma con fucilazioni di massa ai bordi di enormi fosse comuni in quello che è anche conosciuto come "Olocausto dei proiettili".

La sperimentazione su esseri umani e le condizioni di vita nel campo modifica

Il 22 febbraio iniziarono le sperimentazioni su vasta scala e i medici vennero incaricati di testare gli effetti sull'organismo umano della permanenza ad alta quota e della caduta improvvisa da una grande altezza. Tali studi servirono per i piloti della Luftwaffe e venne appositamente costruita una camera a vuoto tra il Blocco 5 e le baracche adiacenti. La serie di prove nella seconda metà di maggio 1942 costò la vita a circa 200 detenuti. Tra i medici coinvolti in tali esperimenti occorre ricordare Wilhelm Beiglböck, che fu giudicato e condannato nel processo di Norimberga, al termine del conflitto mondiale[50]. Quasi contemporaneamente Claus Schilling iniziò i suoi primi esperimenti sullo studio dei farmaci contro la malaria e le malattie tropicali. 1 100 prigionieri vennero infettati e utilizzati come cavie. Nel mese di giugno venne istituita una stazione di ricerca biochimica, sotto la direzione di Heinrich Schütz.

Oltre a ciò vi furono esperimenti come quello di far bere acqua salata o di congelare un ebreo in acqua fredda per poi cercare di rianimarlo; fu tentata persino la rianimazione con il calore animale usando le prostitute del campo. Ciò poteva servire a un aviatore tedesco in seguito a un atterraggio col paracadute e svenimento per il freddo. Sono state ritrovate delle lettere di medici nazisti che ammettevano di aver annegato nell'acqua le cavie umane ancora svenute. Per sperimentare i nuovi farmaci fu inoculata la malaria, batteri del tetano, della gangrena, del tifo petecchiale, della tubercolosi e della peste, fortemente settici. Si tentarono inoltre esperimenti di sterilizzazione sugli ebrei con raggi X e con sostanze acide inoculate nelle donne ebree nelle parti intime. Furono amputati arti, teste, organi e ricavati scheletri per le università tedesche.

Malgrado le uccisioni e le sperimentazioni, le condizioni di vita nel campo divennero più accettabili per quella parte di prigionieri che erano utilizzati come forza lavoro. Contemporaneamente le nuove disposizioni di Himmler fecero affluire ai vari campi un numero sempre maggiore di ebrei. Alla fine del 1942 scoppiò un'epidemia di tifo, trasmessa dai pidocchi per le scarse condizioni igieniche. Il campo venne messo in quarantena e, a causa di questo problema, le SS non entrarono per alcuni mesi nel campo, sino al 15 marzo 1943, con vantaggi per gli internati. Tuttavia, subito dopo, per gli atti di sabotaggio, si registrarono le esecuzioni di un numero compreso tra gli 800 e i 1 000 prigionieri.

L'utilizzo di strutture esterne per le uccisioni di massa modifica

 
L'autobus blu destinato al trasferimento di disabili e inabili al lavoro provenienti dai lager, per essere uccisi nella camera a gas del Castello di Hartheim. Non si hanno testimonianze dirette di cosa avvenne in realtà in quel luogo poiché delle circa 30 000 persone che vi furono inviate nessuna sopravvisse per poterlo poi raccontare.

Precedentemente, e cioè dal 2 gennaio 1942, aveva avuto inizio il trasporto dei prigionieri disabili e improduttivi da Dachau verso il Castello di Hartheim, centro di eutanasia nazista legato all'Aktion T4, presso Linz in Austria, per essere eliminati con il gas.[51] Più esattamente i deportati selezionati per essere soppressi seguivano l'Aktion 14F13, l'azione più segreta e specifica per l'uccisione dei prigionieri dei campi di concentramento, fossero essi malati, invalidi, fisicamente esauriti e comunque inabili al lavoro.[21] I nazisti, colossali imprenditori di manodopera schiava, li consideravano bocche inutili da sfamare, letteralmente "zavorra umana" (Ballastexistenzen) da far sparire. Nella logica criminale nazista, qualunque prigioniero considerato un "peso morto", cioè inutile e costoso per l'economia del Reich, doveva essere condannato a morte immediata; prima lo si eliminava e più si risparmiava.

Il centro di sterminio di Hartheim, avviato il 1º settembre 1939, era chiamato in modo sarcastico il "Sanatorio di Dachau", per coprirne le reali finalità omicide. Nel primo anno ci furono 32 spedizioni, per un totale di circa 3 000 deportati uccisi. In questo castello giunsero i trasporti da vari altri lager, tra cui Dachau e Mauthausen-Gusen per un totale di circa 8 066 vittime riconosciute. Si stima che in questo Castello furono assassinate circa 30 000 persone. In particolare le vittime di Dachau ad Hartheim, nel periodo 1942-44, furono 3 166.

Nel 1943 nel territorio circostante a Dachau si inizia la costruzione di più di 150 campi di lavoro satelliti.[24] Qui i deportati saranno costretti al lavoro forzato per l'industria bellica del Reich.

Dal 1944 alla Liberazione modifica

Nel 1944, i campi di concentramento ad est, per lo spostamento del fronte, vennero evacuati. In febbraio, nel cortile del crematorio, le SS fucilarono 31 ufficiali sovietici.[51] Il giorno 11 maggio venne creato un bordello nel campo, con sei donne arrivate da Ravensbrück, con lo scopo di premiare il lavoro straordinario tra i detenuti e incrementarlo ulteriormente. Verso la fine dell'anno tuttavia venne chiuso. Il 6 luglio arrivarono i detenuti dal campo di Compiègne: di questi 2 521 prigionieri, 984 arrivarono già morti.[51] Contemporaneamente negli uffici delle SS arrivò, attraverso la radio, la notizia dello sbarco alleato in Normandia.[52] Continuarono anche gli esperimenti medici, ad esempio per l'utilizzo di acqua di mare da bere dove vennero coinvolti 44 detenuti sinti e rom.

 
Documento originale, del comando di Dachau, riguardante un trasporto di prigionieri da Mühldorf ad Auschwitz. (25 ottobre 1944).

Nell'agosto del 1944 venne aperto un campo femminile all'interno di Dachau: il primo convoglio di donne proveniva da Auschwitz-Birkenau. Solo diciannove donne guardie servirono a Dachau, molte delle quali fino alla liberazione del campo, e in totale solo sessantatré prestarono servizio nei vari sottocampi del complesso di Dachau. Conosciamo il nome di sedici di queste: Fanny Baur, Leopoldine Bittermann, Ernestine Brenner, Anna Buck, Rosa Dolaschko, Maria Eder, Rosa Grassmann, Betty Hanneschaleger, Ruth Elfriede Hildner, Josefa Keller, Berta Kimplinger, Lieselotte Klaudat, Thereia Kopp e le graduate Eleonore Bauer, Rosalie Leimboeck e Thea Miesl.

Nell'autunno del 1944 il campo era sovraffollato: le camerate previste per 52 persone ospitavano circa 300-500 persone. Vennero uccisi altri 92 ufficiali sovietici nel cortile del crematorio. Intanto nei campi satelliti oltre 10 000 ebrei perdono la vita per le condizioni disumane del lavoro forzato. Verso la fine dell'anno furono detenute a Dachau e nei campi esterni oltre 63 000 persone. Le condizioni igieniche, assolutamente insufficienti, in novembre infatti ancora una volta si ebbe un'epidemia di tifo. I tassi di mortalità aumentarono: i 403 morti avuti in ottobre diventarono 997 in novembre e 1 915 in dicembre. Il 17 dicembre il diacono Karl Leisner venne segretamente ordinato sacerdote dal vescovo francese Gabriel Piguet (Karl Leisner venne beatificato da Papa Giovanni Paolo II nel 1996). Il campo fu anche teatro di numerosi esperimenti sui detenuti; le cavie umane nel gergo del lager furono chiamate Versuchskaninchen. Questi esperimenti, mortali il più delle volte, vennero eseguiti allo scopo di trovare dei rimedi per i problemi dei soldati dell'esercito nazista impegnati su fronti diversi, come nel caso del congelamento in acqua o alta pressione in volo, problemi di tubercolosi e altre malattie di cui si studiavano nuovi farmaci.

Con l'inizio del 1945 arrivarono sempre più numerosi prigionieri da altri campi, evacuati per l'avvicinamento del fronte. Il sovraffollamento e le epidemie endemiche come la febbre tifoide, fecero salire ancora il numero dei decessi: 2 903 morti in gennaio, 3 991 in febbraio e 3 534 in marzo. Morirono pure molti medici ed infermieri contagiati. Agli inizi di aprile, con gli Alleati ormai vicini, le SS cominciarono a bruciare i documenti, e l'avvicendamento al comando divenne più rapido. A metà di aprile del 1945, i sottocampi di Kaufering, Augusta e Monaco vennero abbandonati, le guardie delle SS vennero trasferite tutte a Dachau, e alcune di loro fornirono ai prigionieri diverse pistole poco prima della liberazione del campo, nella speranza di aver salva la vita nel dopoguerra.

Occorre ora fare un piccolo passo indietro e tornare al settembre del 1944. I successi degli Alleati, che avanzavano sempre più profondamente nei territori precedentemente occupati dai nazisti, crearono nel campo un clima fervente di attesa per la liberazione e di angoscia nei loro aguzzini.

Un gruppo di prigionieri impiegati in infermeria diede vita all'I.P.C. (Comitato Internazionale dei Prigionieri), che all'inizio comprese un internato di origine albanese, un polacco, un belga e un canadese di lingua inglese. Questi quattro, Kuci, Malczewski, Haulot e O'Leary iniziarono a contattare anche altri rappresentanti di diverse nazionalità. L'I.P.C. divenne subito un punto di riferimento per tutti i detenuti e incominciò ad organizzare una sorta di resistenza interna, per ridurre al massimo le conseguenze sui detenuti delle pessime condizioni nelle quali versava il campo a causa del sovraffollamento.[53]

Ultimi giorni di Dachau modifica

Gli ultimi giorni di attività del campo videro ancora l'arrivo di nuovi detenuti, ad esempio da Buchenwald, stremati e spesso morti durante i trasferimenti. Il 28 aprile il nuovo comandante Max Ulich, che voleva evitare inutili perdite contro le forze statunitensi, organizzò la resa. Nella città di Dachau si ebbe una rivolta, che coinvolse anche i prigionieri. Dalla radio giungevano ancora ordini di resistere, ma ormai non era più possibile evitare la capitolazione.

Le Marce della morte furono la forma di sterminio tardiva ma volutamente pianificata. Gli ordini di Himmler furono di eliminare tutti quelli che non fossero in grado di proseguire; il 14 aprile 1945 emanò l'ordinanza per il massacro totale dei prigionieri; nessun deportato doveva cadere vivo nelle mani degli alleati. I superstiti furono caricati a migliaia su diverse navi minate tedesche come il Cap Arcona e il Deutschland per essere affondati nel Mar Baltico e a migliaia vi morirono, ironia della sorte, per i bombardamenti degli alleati, convinti di colare a picco navi naziste.

Un deportato proveniente da Hersbruck raccontò la sua lunga marcia della morte attraverso la Germania, per arrivare infine a Dachau. L'ultimo tratto venne percorso su un vagone ferroviario, insieme agli altri compagni ormai stremati, all'arrivo alla piccola stazione del campo tutti i compagni erano ormai morti e solo lui poté scendere «Di cento che eravamo stati fatti salire su quel carro, solo io riuscii a scendere, gli altri erano tutti morti durante la nottata.»[54]

L'ultimo leader dei prigionieri del campo fu Oskar Müller (un antifascista), che divenne in seguito Ministro del Lavoro del Land tedesco dell'Assia.[55] Secondo i racconti di Padre Johannes Maria Lenz, Müller inviò due prigionieri per informare l'esercito americano che il campo doveva essere liberato, dato che i nazisti si stavano preparando ad uccidere tutti i prigionieri ancora in vita.

Dachau venne utilizzato come campo centrale per i prigionieri di religione cristiana: secondo i resoconti della Chiesa Romana poco meno di 3.000 religiosi, diaconi, sacerdoti e vescovi vennero imprigionati. Tra gli internati cristiani, figure particolarmente importanti furono Karl Leisner, già ricordato, e Martin Niemöller (teologo protestante e leader della resistenza anti-nazista). In totale, più di 200 000 prigionieri provenienti da 30 diversi paesi vennero internati a Dachau.

29 aprile 1945: la Liberazione di Dachau modifica

 
Scorcio del campo di Dachau nei primi giorni della Liberazione (Foto del 3 maggio 1945).

Domenica 29 aprile 1945, il giorno prima che Hitler si suicidasse, entrarono nel campo di Dachau due divisioni di fanteria statunitensi, la 42ª e la 45ª. I pochi uomini delle SS-Totenkopfverbände ancora rimasti all'interno del campo offrirono poca resistenza. Il campo di concentramento di Dachau fu il penultimo dei grandi campi ad essere liberato, sei giorni prima di Mauthausen, liberato il 5 maggio 1945. Al suo interno rimanevano ancora 32 335 prigionieri.

Il primo carro armato americano entrando a Dachau sparò due cannonate demolendo una torretta; con altre due aprì una breccia nel muro opposto al cancello rendendo visibili per la prima volta ai prigionieri le dieci ville degli ufficiali nazisti, che si trovavano all'esterno del campo.

Ma già una furiosa battaglia infuriava fuori dal lager tra SS e americani, che durò dalla mattina di domenica 29 aprile fino alle cinque del pomeriggio; gli americani dall'esterno del lager avvertivano i prigionieri con i megafoni in tutte le lingue di rifugiarsi nelle baracche per evitare pallottole vaganti.[56]

Ecco come il tenente colonnello Walter Fellenz della Settima Armata americana descrisse il saluto dei 32 000 prigionieri superstiti all'arrivo degli americani a Dachau:

A diverse centinaia di metri all'interno del cancello principale, abbiamo trovato il campo di concentramento. Davanti a noi, dietro un recinto elettrificato di filo spinato, c'era una massa di uomini, donne e bambini plaudenti, mezzi matti, che salutavano e gridavano di gioia – i loro liberatori erano arrivati! Il rumore assordante del saluto era di là della comprensione! Ogni individuo degli oltre 32 000 che poteva emettere un suono lo faceva, applaudiva e urlava parole di giubilo. I nostri cuori piangevano vedendo le lacrime di felicità cadere dalle loro guance.

Gli americani furono guidati da alcuni prigionieri russi nel bunker sotterraneo dove si effettuavano gli esperimenti e gli interventi chirurgici sulle cavie umane; qui trovarono venti donne e dieci guardie delle SS nascosti sperando di farla franca; li arrestano immediatamente. Osservarono gli strumenti e la sala operatoria dove si asportavano, tra l'altro, organi da individui sani per essere inviati alle università tedesche. Vi è un montacarichi che serviva per portare in superficie i cadaveri mutilati delle vittime pronti per essere messi su carri tirati a mano ed avviati ai forni crematori; i testimoni dicono agli allibiti americani che le cavie umane venivano operate anche in vivisezione senza anestesia. Gli americani giravano per il campo ripetendo in continuazione: "Orrendo!"[57] Tra i fotografi ad entrare per primi nel campo dopo la sua liberazione, al seguito delle truppe americane, vi fu anche Lee Miller Penrose,[58] famosa ex modella di Vogue ormai divenuta una fotoreporter di guerra.

Le truppe americane, dopo aver liberato Dachau, marciarono verso Monaco di Baviera, a pochi chilometri di distanza, ed entrarono in città il giorno successivo. I sottocampi vennero liberati lo stesso giorno, compreso il campo di Kaufering/Landsberg, dove era rinchiuso Viktor Frankl. Anche i trasporti di prigionieri, che erano nelle vicinanze di Monaco di Baviera, vennero raggiunti e liberati come il capoluogo, il 30 aprile. Tra i prigionieri liberati in questa occasione è da ricordare Max Mannheimer, che si trovava in un convoglio nei pressi di Seeshaupt.

 
Soldati delle SS e il generale Henning Linden durante il passaggio delle consegne, a seguito della liberazione del campo di concentramento. Il generale USA è al centro col casco con la rete.

La liberazione di Dachau e la scoperta degli orrori che vi avvenivano, lasciò sgomenta l'opinione pubblica britannica e statunitense, non solo perché era il secondo campo di concentramento ad essere liberato dagli Alleati occidentali, ma anche, e soprattutto, perché fu il primo sito ad ovest, nel quale si venne pienamente a conoscenza del reale dramma dei lager nazisti. Gli americani trovarono oltre 32 000 prigionieri in condizioni pietose e altri 1 600 ormai in fin di vita in 20 baracche del campo, che contenevano circa 250 persone ciascuna. I soldati americani scoprirono inoltre 39 vagoni ferroviari contenenti un altro centinaio di corpi di prigionieri morti ammassati.

Oltre a ciò i detenuti continuavano a morire come mosche; vi erano corpi in avanzato stato di decomposizione e si rischiavano gravi epidemie oltre a quelle già presenti. Gli americani fecero riaccendere i forni e in quattro giorni fecero cremare 741 corpi, ma non bastò. Tra i soldati statunitensi vi era anche il futuro scrittore J.D. Salinger, che anni dopo dirà alla figlia "È impossibile non sentire più l'odore dei corpi bruciati, non importa quanto a lungo tu viva."[59]

Si rese subito necessario scavare vaste e profonde fosse comuni e con le ruspe gettarvi dentro cadaveri in numero impressionante. Vi erano soldati americani avvezzi alle più crude atrocità della guerra ma che qui, a Dachau, piangevano nel vedere quegli scheletri viventi in "pigiama" a strisce, sporchi, laceri, traballanti fantasmi ancora in piedi, dagli enormi occhi assenti, che venivano piano piano loro incontro e che provavano a sorridere o a parlare; molti cadevano a terra, un guizzo e spiravano; musulmani (muselmann) li chiamano nel gergo dei lager, perché stremati, cadevano spesso in ginocchio con le braccia in avanti a terra e il capo chino come nella tipica posa dei musulmani che pregano. Morivano anche i detenuti che al momento, con gli aiuti, avevano potuto finalmente mangiare a sazietà; il loro stomaco si era troppo ristretto e letteralmente scoppiava per il tanto cibo. Nel campo i prigionieri affamati erano arrivati persino a cibarsi di topi e vi furono anche diversi episodi di cannibalismo su cadaveri.

Bisognava disinfettare il campo dai pidocchi e altri parassiti e gli americani usarono il DDT ancora sconosciuto in Europa. Nonostante le cure, i morti si contavano a migliaia nei giorni successivi alla liberazione e in quello spaventoso maggio del 1945.[60] Dal luglio 1945 il campo venne utilizzato come prigione per graduati e ufficiali delle SS, al suo interno si tennero pure le sedute del tribunale militare per il processo che riguardò i crimini commessi a Dachau, e questo fino al 1948. In seguito venne usato come ricovero per i profughi tedeschi.

Il 16 ottobre 1946 i forni crematori di Dachau vennero riaccesi per l'ultima volta: vennero cremati i 12 cadaveri dei gerarchi nazisti condannati all'impiccagione per sentenza del Processo di Norimberga. Si ripeté la tecnica di inserimento dei corpi nei forni ma stavolta a finirci dentro furono gli stessi apostoli del nazismo, condannati per crimini contro l'umanità: Hermann Göring, von Ribbentrop, Keitel, Kaltenbrunner, Rosenberg, Frank, Frick, Streicher, Sauckel, Jodl, Seyß-Inquart e gli altri, passarono anche loro per il famigerato camino e le loro ceneri vennero poi gettate nel rio Conwentz.

Dal 1945 al 1948: la gestione americana. Processi e detenzione di militari e criminali di guerra tedeschi modifica

Dachau inizialmente, su ordine del comando americano, fu messo in quarantena, a causa dell'epidemia di tifo scoppiata nel sito. Questa, unita alla malnutrizione che aveva indebolito i prigionieri, decimò i sopravvissuti, provocando oltre 2 000 decessi.[61] Il campo, durante questa emergenza, servì come carcere per i detenuti e come rifugio per le persone senza fissa dimora ed ex-malati.[62] Venne annunciata in quei giorni la costituzione di un Comitato internazionale degli internati. Dal mese di luglio 1945 fino al 1948 le autorità militari statunitensi utilizzarono il campo di Dachau per i prigionieri militari tedeschi e criminali di guerra, arrivando anche a 30 000 internati.

Circa tre anni e mezzo dopo la liberazione, nel mese di settembre 1948, l'esercito americano consegnò il sito alle autorità bavaresi: da quel momento Dachau venne utilizzato come campo profughi.[62]

Il massacro di Dachau modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Massacro di Dachau.

Nel corso della giornata della liberazione, il 29 aprile, per cause che furono in seguito oggetto di indagine militare, decine (se non centinaia) di guardie delle Waffen-SS, che si erano già arrese, vennero uccise in vari momenti dai soldati statunitensi e dai prigionieri appena liberati. Questo tragico episodio, alla conclusione dei 12 anni di vita del campo, è noto come massacro di Dachau.

Pare accertato che, dopo la resa del campo, diversi soldati statunitensi, inorriditi per le condizioni dei prigionieri, avessero iniziato ad uccidere sommariamente, una ad una, tutte le guardie del campo. Alcune fonti parlano di sole 35 guardie naziste fucilate e di altre 515 arrestate o fuggite.[63] Gli statunitensi, inoltre, non si opposero al giustizialismo dei detenuti verso i loro ex-aguzzini; lo ritennero un loro diritto. Vi furono cacce al nazista e diverse esecuzioni e linciaggi. Vennero saccheggiate le ville degli ufficiali nazisti fuori dal campo e poi gli statunitensi, per impedire disordini gravi, imposero ai prigionieri il ritorno nel lager, debitamente sfamati ed assistiti. Poi fecero sfilare nel campo, obbligatoriamente, la popolazione di Dachau affinché vedesse con i suoi occhi gli orrori del campo.[60]

I processi di Dachau modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Processi di Dachau.
 
Processo di Dachau. Il tribunale militare in seduta. 25 settembre 1947.

La città, alla fine della guerra, divenne sede di uno dei tribunali militari costituiti dagli Alleati con il compito di giudicare i crimini e i criminali nazisti. Il tribunale fu insediato alla fine del 1945, nell'ex lager, e dal 15 novembre al 13 dicembre ebbero luogo le sedute principali del processo di Dachau, contro il comandante del campo e altri 39 membri del personale. Le prove portarono alla condanna a morte per impiccagione di 36 dei 40 imputati.

 
Processo di Dachau. Frederick Hoffman, un prete cattolico di origine ceca testimonia al processo. 22 novembre 1945.

Nel maggio 1946 vennero eseguite 28 delle condanne a morte delle 36 comminate. Anche altrove si svolsero processi simili e gli imputati erano per lo più i membri delle SS che avevano prestato servizio ad Auschwitz e nei sottocampi di Dachau.

Tali processi si celebrarono sino al 1948 presso il sito del campo. Oggetto dei processi furono i crimini di guerra, come l'Olocausto; furono oggetto di indagine anche gli esperimenti medici sui detenuti. Frederick Hoffman, un prete cattolico ceco, ex internato nel campo, tra i primi a testimoniare, raccontò, presentando documentazioni personali, che 324 preti cattolici, a seguito di sperimentazioni sulla malaria, morirono durante la loro detenzione. Tuttavia la guerra fredda, che sarebbe iniziata di lì a poco, ridusse la portata di questi processi. Nel 1949 la competenza passò alla neonata RFT, molti delitti caddero in prescrizione, con la sola eccezione dell'omicidio premeditato.

Dopo la guerra, nel campo furono internati un gran numero di militari e graduati delle SS, fatti prigionieri dagli Alleati (si arrivò al numero di 25 000), che soffrirono per anni la fame. A partire dal 1946 e soprattutto nel 1947, dopo indagini e serrati interrogatori, molti vennero rimessi in libertà.

La cittadina di Dachau e il campo di concentramento modifica

Verso gli ultimi mesi del 1919, in conseguenza della fine della prima guerra mondiale, la fabbrica di polvere da sparo della cittadina di Dachau cadde in abbandono e venne chiusa. Questa fabbrica rappresentava la colonna portante dell'economia locale e in ripercussione di ciò, per anni, la popolazione locale subì la disoccupazione e la miseria.[64] L'apertura di un campo quindi, sul sito della vecchia fabbrica in disuso, riportò la speranza di una rinascita della zona, che tuttavia non si realizzò nelle forme sperate. Inizialmente la struttura si limitò al campo principale, situato in prossimità della ferrovia, e solo in seguito venne gradualmente ampliato e venne realizzato il raccordo che portava dalla stazione ferroviaria al campo.[65]

Il campo fu suddiviso nel tempo in varie aree, tra le quali:

  • la zona alloggi per i prigionieri, 34 grandi baracche divise in due file da un lungo viale alberato, incluse in un recinto rettangolare di 600 per 300 metri di lato;
  • gli alloggiamenti per le SS;
  • il Bunker con le prigioni;
  • i depositi e le rimesse per i veicoli;
  • la zona agricola con la fattoria;
  • il campo da tiro;
  • la zona dei forni crematori, un'area alberata a forma di trapezio rettangolo adiacente per il lato obliquo all'estremità esterna destra del campo in cui si trovano, un capannone di legno dipinto come una casa tipica di villaggio di campagna bavarese, contenente un forno crematorio doppio e un grande edificio in muratura all'interno del quale vi sono quattro forni con annessa camera a gas e camerette per la fumigazione dei tessuti da disinfettare;
  • il cimitero.
 
Fürstenfeldbruck, nei pressi di Dachau, monumento alle vittime della marcia della morte.

Il campo principale, completato il 21 marzo 1933, venne visto nei primi anni come una risorsa economica importante. I prigionieri vennero impiegati, in seguito, per incarichi di lavoro anche fuori del campo, e questo coinvolse sia singoli individui che migliaia di prigionieri, a seconda delle esigenze. Talvolta gli interventi esterni, se i detenuti avevano anche un posto dove stare, fecero sorgere strutture secondarie, i sottocampi. Al comando di questi, se le dimensioni lo permettevano, vennero chiamati anche prigionieri con incarico di funzionari.

Il sindaco di Dachau, Lambert Friedrich, in un suo memorandum del 1936, scriveva:«Gli affari, l'artigianato e l'industria hanno fatto registrare un forte rilancio grazie alla intensa attività nel settore delle costruzioni, specialmente nei due campi delle SS (K.L.D e II SS Deutschland)».

In seguito, nel 1937, il comando del campo chiese un regolare collegamento con i mezzi pubblici tra la città e il campo: ciò per permettere, principalmente, alle guardie del campo di potersi spostare in città. In una sua lettera, il nuovo sindaco, Hans Cramer, rispose positivamente, adducendo motivazioni economiche. La nuova linea di autobus richiesta fu inaugurata il 22 novembre 1937. La popolazione locale fu coinvolta solo parzialmente nella vita del campo, ad esempio quando si assisteva alle marce delle colonne dei prigionieri diretti ai luoghi di lavoro.

Il Memoriale modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Memoriale del campo di concentramento di Dachau.

«Ricordiamo che questo è stato»

 
Comitato Internazionale di Dachau: il Memorial.

Nel 1955 gli ex prigionieri sopravvissuti a Dachau, che avevano costituito nel frattempo il Comité International de Dachau, decisero di erigere un monumento a ricordo dell'immane tragedia che si era consumata in quel luogo. Il Memorial è stato realizzato in dieci anni di lavori e, nel maggio 1965, 20 anni dopo la liberazione, fu aperto il primo grande Memorial di un Lager sul territorio della Repubblica federale tedesca. Un paio di baracche sono state ricostruite, per mostrare al visitatore le condizioni di vita nel campo ed una è visitabile anche con i suoi interni in legno e i servizi. Le baracche originarie erano state in gran parte abbattute e le poche ancora in piedi, al momento della ricostruzione, erano in condizioni pietose. Delle altre 32 baracche che costituivano il campo sono rimaste le fondamenta in cemento. Il Memorial, ricostruito nel 2003, è stato integrato con diversi documenti e reperti forniti da ex-internati. Il Memorial comprende inoltre quattro cappelle in rappresentanza delle varie religioni professate dai prigionieri.

  • Memorial ebraico;
  • Chiesa protestante;
  • Cappella cattolica (ospita gli affreschi di Nicola Neonato);
  • Cappella russo-ortodossa.

Atti vandalici contro la memoria modifica

Il cancello con la scritta Arbeit Macht Frei venne danneggiato nella notte tra il 1° e il 2 novembre del 2014 e la scritta rubata. L'episodio attirò l'attenzione internazionale perché rinnovava la grave profanazione che già si era avuta ad Auschwitz con l'analogo furto[66].

Dirigenti del lager di Dachau e personale di rilievo modifica

Ufficiali che si sono succeduti al comando modifica

 
Martin Weiß, ufficiale SS responsabile di gravi crimini nel Ghetto di Vilnius, imputato al processo di Dachau nel dicembre del 1945.
 
Impiccagione di Rudolf Höß, ex comandante del lager di Auschwitz. L'esecuzione della sua condanna per crimini contro l'umanità avvenne nello stesso campo di Auschwitz il 16 aprile 1947. Höß era stato allievo di Theodor Eicke nei primi anni di Dachau.

Altri ufficiali modifica

  • Adolf Eichmann (da gennaio a ottobre del 1934). Eichmann ha sostenuto, durante il processo in Israele, che la sua unità non aveva avuto nulla a che fare con il campo di concentramento.[67]
  • Rudolf Höß (1934–1938). Futuro comandante di Auschwitz, lavorò per quattro anni a Dachau come Blockführer, e successivamente come Rapportführer. Apprese da Theodor Eicke come amministrare e gestire efficientemente un campo di concentramento, conoscenze che gli permisero di costruire e rendere il campo di Auschwitz uno dei più efficienti, se non il più efficiente, del sistema concentrazionario nazista, cosa che gli valse la grande stima da parte di Heinrich Himmler.
  • Max Kögel (1937–1938)[68]: futuro comandante di Ravensbrück, successivamente di Majdanek e infine di Flossenbürg.
  • Hans Steinbrenner: SS-Untersturmführer, guardia brutale che salutava i nuovi arrivati con la sua "cerimonia di benvenuto" improvvisata.
  • Gerhard Freiherr von Almen, SS-Obergruppenführer, fratellastro di Ludolf von Alvensleben.
  • Otto Rahn (lavorò come guardia nel 1937).
  • Johannes Otto, SS-Untersturmführer.
  • Heinrich Wicker, SS-Untersturmführer.
  • Johann Kantschuster: SS-Obersturmbannführer, comandante degli arresti a Dachau dal 1933 al 1939.
  • Robert Erspenmüller: SS-Sturmbannführer, direttore delle guardie e braccio destro di Hilmar Wäckerle, trasferito in seguito alle discussioni con Theodor Eicke.

Personale medico modifica

  • Dott. Werner Nuernbergk, primo dottore del campo, fuggì dalle accuse di falsificazione dei certificati di morte.
  • Dott. Hans Eisele, SS-Untersturmführer, scappò in Egitto nel 1958.
  • Dott. Fritz Hintermayer, SS-Obersturmführer, ucciso dagli alleati.
  • Dott. Ernst Holzlöhner, si suicidò.
  • Dott. Fridolin Karl Puhr, SS-Hauptsturmführer a cui fu comminata la pena di morte poi tramutata in 10 anni di prigione.
  • Dott. Sigmund Rascher, SS-Untersturmführer, ucciso dalle SS.
  • Dott. Claus Schilling, ucciso dagli alleati.
  • Dott. Horst Schumann, SS-Sturmbannführer, scappato in Ghana e poi estradato in Germania Ovest.
  • Dott. Helmut Vetter, SS-Obersturmführer, ucciso dagli alleati.
  • Dott. Wilhelm Witteler, SS-Sturmbannführer, gli fu comminata la pena di morte poi tramutata in 20 anni di prigione.
  • Dott. Waldemar Wolter, SS-Sturmbannführer, ucciso dagli alleati.

Prigionieri internati a Dachau modifica

 
Immagine del campo di Dachau come si presentava nel 2011

Ebrei modifica

Combattenti della Resistenza anti-nazista modifica

Religiosi modifica

A Dachau esisteva uno speciale "Blocco dei sacerdoti", il "26". Dei circa 2 720 sacerdoti (2 579 dei quali, cattolici) imprigionati a Dachau, 1 034 morirono; la maggior parte di questi (1 780) era di etnia polacca, e 868 di loro morirono a Dachau.

  • Jean Bernard (1907 - 1994), prete cattolico originario del Lussemburgo, venne imprigionato dal maggio 1941 all'agosto del 1942. Padre Bernard scrisse il libro Pfarrerblock 25487 circa la propria esperienza a Dachau. Il film Il nono giorno di Volker Schloendorff si basa sui suoi diari.
  • Anton Fränznick, a Dachau dal 1942, morto il 27 gennaio 1944.
  • Beato Michał Kozal, vescovo cattolico polacco. A Dachau dal 1941, il 26 gennaio 1943 malato di tifo viene ucciso con un'iniezione letale e il 30 gennaio 1943 il suo corpo incenerito nel forno crematorio di Dachau.
  • Beato Stefan Grelewski, prete cattolico, prigioniero num. 25281, morto di fame a Dachau il 9 maggio 1941.
  • Beato Alojs Andritzki, prete cattolico, ucciso con un'iniezione letale il 3 febbraio 1943.
  • Beato Georg Häfner, prete cattolico, morto di stenti il 20 agosto 1942.
  • Beato Gerhard Hirschfelder, prete cattolico, morto di fame e malattia il 1º agosto 1942.
  • Beato Marian Konopiński, prete cattolico, morto il 1º gennaio 1943.
  • Adam Kozłowiecki, cardinale polacco 1911-2007. Imprigionato prima 6 mesi ad Auschwitz poi dal gennaio 1940 a Dachau fino alla liberazione il 29 aprile 1945.
  • Beato Karl Leisner, a Dachau dal 14 dicembre 1941, liberato il 4 maggio 1945, morì il 12 agosto a causa della tubercolosi contratta nel campo. Fu internato da diacono e venne ordinato sacerdote proprio a Dachau, nel campo di concentramento, ricevendo clandestinamente l'ordine sacro da un vescovo internato, Gabriel Piguet; è stato beatificato dalla Chiesa cattolica.
  • Martin Niemöller, imprigionato nel 1941, liberato il 4 maggio 1945.
  • Hermann Scheipers.
  • Richard Schneider, a Dachau dal 22 novembre 1940, liberato il 29 marzo 1945.
  • Aloys Scholze, morto il 1º settembre 1942.
  • Joseph Kentenich, fondatore del Movimento Schoenstatt, trascorse tre anni e mezzo a Dachau.
  • Giovanni Fortin, sacerdote cattolico, edificò a Padova nel 1955 il Tempio nazionale dell'internato ignoto, a ricordo degli internati nei lager nazisti durante la seconda guerra mondiale.
  • Beato Giuseppe Girotti, padre domenicano nato ad Alba (CN) il 19 luglio 1905, annoverato tra i giusti tra le nazioni per le sue azioni a favore degli ebrei durante l'Olocausto, per i quali sacrificò la propria vita e venne deportato nel Lager di Dachau dove morì il giorno di Pasqua, il 1º aprile 1945. Il 26 aprile 2014 nel Duomo di Alba il cardinale Severino Poletto l'ha proclamato Beato.
  • Antonio Seghezzi, presbitero e partigiano fu catturato e imprigionato nel campo di Kaisheim, fu spostato a Dachau nell'aprile del 1945 causa l'avanzata degli alleati. Dopo la liberazione fu ricoverato nell'ospedale cittadino dove morì nel maggio del medesimo anno di emottisi, venendo poi sepolto nel cimitero del campo, solo nel 1952 la salma fu riesumata e tumulata nel paese natale.
  • BeatoTito Brandsma (Bolsward, 23 febbraio 1881– Dachau, 26 luglio 1942) è stato un presbitero olandese, morto a Dachau, vittima del nazismo.
  • Mons. Carlo Manziana (Brescia, 26 luglio 1902 – Brescia, 2 giugno 1997) è stato un presbitero e vescovo italiano. Accusato di anti-fascismo, fu arrestato e a Dachau gli fu data la matricola 64762. Fu liberato il 29 aprile 1945 dalle truppe americane. Il 19 dicembre 1963 venne nominato da papa Paolo VI vescovo di Crema.

Politici modifica

 
Leopold Figl.
  • Fritz Michael Gerlich, giornalista tedesco, fu fucilato il 30 giugno 1934.
  • Duchi di Hohenberg, Maximilian ed Ernst, figli dell'Arciduca Francesco Ferdinando d'Austria, erede al trono assassinato a Sarajevo nel 1914; oppositori di Adolf Hitler furono internati a Dachau nel 1938 e rilasciati alla liberazione nel 1945.
  • Leopold Figl, arrestato nel 1938, rilasciato l'8 maggio 1945.
  • Alois Hundhammer, arrestato il 21 giugno 1933, rilasciato il 6 luglio 1933.
  • Kurt Schumacher, a Dachau dal luglio 1935, trasferito a Flossenbürg nel 1939, ritornato a Dachau nel 1940, rilasciato per una grave malattia il 16 marzo 1943.
  • Stefan Starzyński, sindaco di Varsavia, morto probabilmente nel 1943.
  • Baral Edoardo Enrico, nº 146983, arrestato il 31 marzo 1944, deportato in Germania, campi di Oberottmarschausen, prigione di Sangau, carcere di Monaco, campo di concentramento di Mosach, prigione di Monaco, Campo di Dachau, liberato il 28 aprile 1945.
  • Antonino Nicolini, nato a Trieste il 13 gennaio 1924 liberato dal campo di Dachau dagli americani e deceduto a Messina il 9 novembre 2008.[73]

Comunisti modifica

  • Alfred Andersch, trattenuto per 6 mesi nel 1933.
  • Emil Carlebach (ebreo), a Dachau dal 1937, trasferito a Buchenwald nel 1938.
  • Nikos Zachariadīs (greco), a Dachau dal novembre 1941 al maggio 1945.
  • Oskar Müller, a Dachau dal 1939, liberato nel 1945.
  • Marcello Bait, arrestato a Ronchi dei Legionari assieme all'amico Mario Candotto (Gorizia - Italia) dai tedeschi e dai fascisti italiani il 24 maggio 1944, internato a Dachau i primi di giugno e rimasto in questo campo fino alla liberazione il 29 aprile del 1945.

Scrittori modifica

I sottocampi modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Sottocampi del campo di concentramento di Dachau.

I sottocampi di Dachau furono istituiti nell'estate e nell'autunno del 1944 vicino alle fabbriche di armamenti (ad esempio Zeppelin, Messerschmitt AG, BMW, Dornier, Agfa, Präzifix, Dynamit, Magnesite, Kimmel) in tutta la Germania meridionale per aumentare la produzione bellica. Solo a Dachau c'erano più di 30 grandi sottocampi e centinaia di campi più piccoli,[74] nei quali oltre 30.000 prigionieri lavoravano quasi esclusivamente agli armamenti.[75]

Il sistema del campo di concentramento di Dachau comprendeva 123 sottocampi e Kommandos, istituiti nel 1943 quando furono costruite le fabbriche vicino al campo principale per utilizzare il lavoro forzato dei prigionieri di Dachau. Dei 123 sottocampi, undici erano denominati Kaufering e contraddistinti da un numero. Tutti i sottocampi di Kaufering furono allestiti per costruire specificamente tre fabbriche sotterranee (i bombardamenti alleati ne resero necessaria la clandestinità) per il progetto Ringeltaube, che prevedeva la costruzione dell'aereo da combattimento tedesco Messerschmitt Me 262. Negli ultimi giorni di guerra, nell'aprile 1945, i campi di Kaufering furono evacuati e circa 15.000 prigionieri furono portati nel campo principale di Dachau. Si stima che il tifo, da solo, abbia causato 15.000 morti tra il dicembre 1944 e l'aprile 1945.[76][77] "Nel primo mese dopo l'arrivo delle truppe americane, 10.000 prigionieri furono curati per la malnutrizione e altre malattie simili. Nonostante tutto, durante il primo mese ogni giorno morirono cento prigionieri per tifo, dissenteria o debolezza generale".[78]

Quando le truppe dell'esercito americano si avvicinarono al sottocampo di Dachau a Landsberg, il 27 aprile 1945, le SS uccisero 4.000 prigionieri. Le finestre e le porte delle loro capanne furono inchiodate. Gli edifici furono poi cosparsi di benzina e dati alle fiamme. I prigionieri nudi o quasi morirono bruciati, alcuni riuscirono a strisciare fuori dagli edifici prima di morire. All'inizio di quel giorno, mentre le truppe della Wehrmacht si ritiravano da Landsberg am Lech, gli abitanti della città appesero delle lenzuola bianche alle finestre. Le SS infuriate trascinarono i civili tedeschi fuori dalle loro case e li impiccarono sugli alberi.[79][80]

Note modifica

Annotazioni
  1. ^ Reale fabbrica di polveri e di munizioni di Dachau.
  2. ^ Le informazioni che seguono, sino alla data 1945, sono ricavate in larga misura da Il campo di concentramento di Dachau dal 1933 al 1945, p. 37, in bibliografia.
Fonti
  1. ^ Contatti, su kz-gedenkstaette-dachau.de.
  2. ^ Orientamento topografico, su KZ Gedenkstätte Dachau. URL consultato l'8 dicembre 2023.
  3. ^ Dachau, su collections.yadvashem.org. URL consultato il 7 novembre 2023.
  4. ^ a b c Dachau, su encyclopedia.ushmm.org. URL consultato il 7 novembre 2023.
  5. ^ S.Loddo, p.16:

    «Esso fu il modello di riferimento per l'intera costellazione concentrazionaria. Eicke impose le linee guida di Dachau negli altri lager [...]» come «capo dell'Istanza centrale di controllo e gestione del sistema concentrazionario.»

  6. ^ Recensione del libro "Dachau and the SS: A Schooling in Violence" di Christopher Dillon fatta da Edward B. Westermann, su muse.jhu.edu. URL consultato il 7 novembre 2023.
  7. ^ KZ-Gedenkstätte Dachau, su kz-gedenkstaette-dachau.de. URL consultato il 7 novembre 2023.
  8. ^ Dachau, pag. 454 (PDF), su polejeanmoulin.com. URL consultato il 7 novembre 2023.
  9. ^ Arbeit macht frei: la falsa etica di una vera impostura, su lavorodirittieuropa.it. URL consultato il 7 novembre 2023.
  10. ^ Arbeit macht frei, su 70.auschwitz.org. URL consultato il 7 novembre 2023.
  11. ^ Informazioni per il visitatore, su kz-gedenkstaette, Dachau Concentration Camp Memorial Site. URL consultato il 24 marzo 2016.
  12. ^ Monaco di Baviera Ultime Notizie, quotidiano fondato nel 1848. Era il giornale più grande e più importante di Monaco di Baviera. Dopo la presa del potere da parte di Hitler, un certo numero di personalità di alto livello del partito, tra cui Himmler stesso, furono corrispondenti del giornale. Pochi giorni prima dell'annuncio di Dachau, il 13 marzo 1933, arrestato il caporedattore, il giornale era passato sotto il controllo dei nazisti. Nel 1935 i proprietari furono costretti a vendere loro il gruppo. L'ultimo numero è stato pubblicato il 28 aprile 1945.
  13. ^ a b L'annuncio ufficiale dell'apertura del campo di Dachau, su assemblea.emr.it. URL consultato il 14 novembre 2023.
  14. ^ (DE) Simon Griesbeck, Exkursion zur KZ-Gedenkstätte Dachau, su jakob-fugger-gymnasium, Jakob-Fugger-Gymnasium Augsburg. URL consultato il 24 marzo 2016 (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2016).
  15. ^ Vedi il rettangolo e il complesso di Dachau nella foto aerea accanto
  16. ^ Il campo di concentramento di Dachau dal 1933 al 1945 - Testi e foto dell'esposizione, p. 59
  17. ^ (Olocausto) "1933: le date più importanti" (vedi la data del "22 marzo"), su encyclopedia.ushmm.org. URL consultato il 9 novembre 2023.
  18. ^ Baracche (esposizione), su KZ Gedenkstätte Dachau. URL consultato il 12 dicembre 2023.
  19. ^ Leone Grotti, La "baracca dei preti" nel campo di sterminio nazista di Dachau. Storia (sconosciuta) di eroismo e fede, su Tempi, 29 gennaio 2015. URL consultato il 12 dicembre 2023.
  20. ^ Italo Geloni, Ho fatto solo il mio dovere, p. 37
  21. ^ a b c d Storia del campo di concentramento di Dachau 1933–1945, su KZ Gedenkstätte Dachau. URL consultato l'8 dicembre 2023.
  22. ^ regulations-of-the-dachau-concentration-camp (PDF), su https://www.questionegiustizia.it.
  23. ^ Il regolamento del campo di Dachau — Assemblea legislativa. Regione Emilia-Romagna, su assemblea.emr.it. URL consultato il 12 dicembre 2023.
  24. ^ a b c d e f Timeline 1933 – 1945 History of the Dachau Concentration Camp - Dachau Concentration Camp Memorial Site, su web.archive.org, 21 settembre 2013. URL consultato il 12 dicembre 2023 (archiviato dall'url originale il 21 settembre 2013).
  25. ^ C.I.Dachau, p.64.
  26. ^ I campi di concentramento nazisti, su encyclopedia.ushmm.org. URL consultato il 25 novembre 2023.
  27. ^ Tra il 1933 e il 1945, la Germania Nazista e i loro alleati crearono più di 44.000 campi di concentramento e altre strutture destinate a incarcerare o isolare gli Ebrei (inclusi i ghetti) e altri gruppi di indesiderabili. Questi campi furono usati per diversi scopi, tra i quali i lavori forzati, la detenzione, e l'eliminazione in massa dei prigionieri.
  28. ^ Dachau, su ANED. URL consultato il 12 dicembre 2023.
  29. ^ 1933: Dachau – Heinrich Himmler und das erste KZ - WELT, su web.archive.org, 23 maggio 2022. URL consultato il 15 dicembre 2023 (archiviato dall'url originale il 23 maggio 2022).
    «„Am Mittwoch wird in der Nähe von Dachau das erste Konzentrationslager eröffnet. Es hat ein Fassungsvermögen von 5000 Menschen. Hier werden die gesamten kommunistischen – und soweit notwendig: Reichsbanner- und marxistischen – Funktionäre, die die Sicherheit des Staates gefährden zusammengezogen.“ ("Mercoledì viene aperto il primo campo di concentramento vicino a Dachau. Ha una capacità di 5000 persone. Tutti i funzionari comunisti - e, se necessario, della Reichsbanner e marxisti - che mettono in pericolo la sicurezza dello Stato vengono radunati qui: Funzionari del Reichsbanner e marxisti che mettono a rischio la sicurezza dello Stato".)»
  30. ^ 1934: le date più importanti | Enciclopedia dell’Olocausto, su encyclopedia.ushmm.org. URL consultato il 12 dicembre 2023.
  31. ^ a b Dachau – Heinrich Himmler und das erste KZ, su welt.de. URL consultato il 15 dicembre 2023 (archiviato dall'url originale il 23 maggio 2022).
  32. ^ (DE) Hans Beimler, Im Mörderlager Dachau: Vier Wochen in den Händen der braunen Banditen (1933), Köln, PapyRossa Verlag, 2012, ISBN 978-3-8943-8480-7.
  33. ^ (DE) Chronik des Konzentrationslagers Dachau (archiviato dall'url originale l'11 marzo 2007).
  34. ^ Monaco di Baviera illustrato, rivista illustrata del maggior giornale della regione, il Monaco di Baviera Ultime Notizie.
  35. ^ Storia del campo di concentramento di Dachau 1933–1945 (vedi anno 1934), su kz-gedenkstaette-dachau.de. URL consultato il 9 novembre 2023.
  36. ^ "The Night of Long Knives" in "How did the Nazi consolidate their power?", su theholocaustexplained.org. URL consultato il 9 novembre 2023.
  37. ^ Martha Gellhorn, I volti della guerra. Cinquant'anni al fronte
  38. ^ Notizie rilevate da pubblicazioni del museo nazionale KZ Gedenkstätte Dachau.
  39. ^ a b Martha Gellhorn, I volti della guerra. Cinquant'anni al fronte, p. 172.
  40. ^ Nikolaus Wachsmann, KL. Storia dei campi di concentramento nazisti, Mondadori, 2016. URL consultato il 17 novembre 2023.
  41. ^ Doch wir haben die Losung von Dachau gelernt, Und wir wurden stahlhart dabei. Bleib ein Mensch, Kamerad, Sei ein Mann, Kamerad, Mach ganze Arbeit, pack an, Kamerad: Denn Arbeit, denn Arbeit macht frei, Denn Arbeit, denn Arbeit macht frei!
  42. ^ Il capannone di legno, contenente il primo forno crematorio di Dachau, fu eretto in stile casa di baviera tra gli alberi di un boschetto, probabilmente per nascondere l'impianto di cremazione ad eventuali ispezioni al campo della Croce Rossa o altre delegazioni.
  43. ^ Zámečník, p. 174.
  44. ^ I lager nazisti non furono l'atroce follia del capriccio hitleriano fine a se stessa, un genocidio attuato solo per vano odio razziale, ma la mercificazione dello sterminio, un calcolo infinitamente giovevole e capillare per i grandi interessi della Germania medesima, che riuscì a trarre da questi infami campi, probabilmente, il principale finanziamento per la guerra stessa, tanto da quadruplicare persino la produzione bellica durante il conflitto. (Cfr.- Albert Speer, "Diari segreti di Spandau"- Mondadori Editore).
  45. ^ Poligono delle SS ad Hebertshausen (Esposizione all‘aperto), su KZ Gedenkstätte Dachau. URL consultato il 30 novembre 2023.
  46. ^ Dachau, su ushmm.org.
  47. ^ Dachau, su yadvashem.org.
  48. ^ Comité Internationale de Dachau, Il campo di concentramento di Dachau dal 1933 al 1945, p. 186.
  49. ^ Peter Longerich, Verso la soluzione finale. La conferenza di Wannsee (vedi: Prologo. Incontro di lavoro e colazione. Il primo invito), Torino, Einaudi, 2018, ISBN 978-88-0623-599-4.
  50. ^ Mitscherlich.Mielke, p.76.
  51. ^ a b c Bayerische Landeszentrale für politische Bildungsarbeit, su web.archive.org, 10 febbraio 2009. URL consultato il 15 dicembre 2023 (archiviato dall'url originale il 10 febbraio 2009).
  52. ^ Zámečník, p. 323.
  53. ^ ANED (archiviato dall'url originale il 13 febbraio 2010).
  54. ^ Italo Geloni, Ho fatto solo il mio dovere, p. 35.
  55. ^ UN DOCUMENTO MILITARE AMERICANO SUL LAGER DI DACHAU (PDF), su reteparri.it.
  56. ^ E.Vanzini - L'ultimo sonderkommando italiano - Ed. Rizzoli. Pag.88 e p.86
  57. ^ E. Vanzini - L'ultimo sonderkommando italiano. Ed. Rizzoli. Pag. 90
  58. ^ A. Penrose, 1985.
  59. ^ Salinger, M (2000) Dream Catcher, p. 55.
  60. ^ a b E.Vanzini - L'ultimo sonderkommando italiano. Ed. Rizzoli
  61. ^ (DE) Sito istituzionale bavarese di istruzione. (archiviato dall'url originale l'11 marzo 2007).
  62. ^ a b Memoriale del campo di concentramento di Dachau dal 1945 ad oggi, su KZ Gedenkstätte Dachau. URL consultato l'8 dicembre 2023.
  63. ^ ^ Staff. A review of Col. Howard A. Buechner's account of execution of Waffen-SS soldiers during the liberation of Dachau.
  64. ^ Il campo di concentramento di Dachau dal 1933 al 1945 - Testi e foto dell'esposizione, p. 70.
  65. ^ (DE) Gleisstück zum SS-Lager, su gedenkstaette-dachau.de. URL consultato il 6 febbraio 2024.
  66. ^ Benedetta Guerrera, Dachau, rubata la targa 'Arbeit macht frei', su ansa.it, ANSA, 3 novembre 2014. URL consultato il 24 marzo 2016.
  67. ^ (EN) Documentazione del processo in Israele del 1960, su nizkor.org. URL consultato il 20 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 5 luglio 2009).
  68. ^ Otto Max Kögel (nato il 16 ottobre 1895 a Füssen - morto il 27 giugno 1946 a Norimberga) è stato un ufficiale nazista che ha servito come comandante a Lichtenburg, Ravensbrück, Majdanek e nel campo di concentramento di Flossenbürg.
  69. ^ Sito ufficiale dell'Associazione Giovanni Palatucci.
  70. ^ Holocaust Survivors and Victims Database -- Paolo TALLONE, su ushmm.org. URL consultato il 1º dicembre 2023.
  71. ^ Paolo Brichetto Arnaboldi nel sito dell'ANPI.
  72. ^ Notiziario: Federazione di Caserta: 2 giugno 2017, su combattentiereduci.it. URL consultato il 22 dicembre 2017.
  73. ^ numero 7-8 luglio agosto 1982 (PDF), su deportati.it.
  74. ^ Haus der Bayerischen Geschichte, Dachau subcamps (PDF), su hdbg.de. URL consultato il 13 marzo 2019.
  75. ^ Dachau, su Ushmm.org. URL consultato il 29 luglio 2013.
  76. ^ Headquarters Third US Army and Eastern Military District Office of the Judge Advocate, Review of Proceedings of General Military Court in the Case of United States vs. Martin Weiss et.al. (PDF), su jewishvirtuallibrary.org, p. 4. URL consultato il 16 settembre 2015.
  77. ^ The United Nations War Crimes Commission, Law Reports of Trials of War Criminals, vol. XI (PDF), His Majesty's Stationery Office, 1949, p. 5. URL consultato il 16 settembre 2015.
  78. ^ The United Nations War Crimes Commission, Law Reports of Trials of War Criminals, vol. XI (PDF), His Majesty's Stationery Office, 1949, p. 6. URL consultato il 16 settembre 2015.
  79. ^ United States Holocaust Memorial Museum, su collections.ushmm.org. URL consultato l'11 gennaio 2014.
  80. ^ Stephen Ambrose, Citizen Soldiers, 1997, pp. 463, 464, ISBN 0684815257.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN139900178 · ISNI (EN0000 0001 1498 757X · LCCN (ENno96065344 · GND (DE4085377-9 · BNE (ESXX453751 (data) · BNF (FRcb119596132 (data) · J9U (ENHE987007311989305171 · WorldCat Identities (ENlccn-no96065344