Capriolo (Italia)

comune italiano

Capriolo (Cavriöl in dialetto bresciano[4]) è un comune italiano di 9 342 abitanti della Franciacorta, provincia di Brescia in Lombardia.

Capriolo
comune
Capriolo – Stemma
Capriolo – Veduta
Capriolo – Veduta
Il castello
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Brescia
Amministrazione
SindacoLuigi Vezzoli (Lega) dal 27-5-2019
Territorio
Coordinate45°38′20″N 9°56′02″E / 45.638889°N 9.933889°E45.638889; 9.933889 (Capriolo)
Altitudine218 m s.l.m.
Superficie13 km²
Abitanti9 342[1] (30-11-2023)
Densità718,62 ab./km²
Comuni confinantiAdro, Castelli Calepio (BG), Corte Franca, Credaro (BG), Iseo, Palazzolo sull'Oglio, Paratico
Altre informazioni
Cod. postale25031
Prefisso030
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT017038
Cod. catastaleB711
TargaBS
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 521 GG[3]
Nome abitanticapriolesi
Patronosan Giorgio
Giorno festivo23 aprile
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Capriolo
Capriolo
Capriolo – Mappa
Capriolo – Mappa
Posizione del comune di Capriolo nella provincia di Brescia
Sito istituzionale

Sorge nell'area collinare immediatamente a sud del lago d'Iseo.

Geografia fisica modifica

 
Panorama del comune di Capriolo

Il paesaggio è quello tipico della Franciacorta. Situato poco dopo il lago d'Iseo, il territorio comunale è formato da un'ampia campagna pianeggiante coltivata a vite e granturco, delimitata a ovest dal fiume Oglio che fa da confine naturale con la provincia di Bergamo. Il comune fa pertanto parte del Parco dell'Oglio. A nord e a est si trovano le colline moreniche a ridosso delle quali è sorto l'antico borgo.

L'altitudine del comune ufficialmente dichiarata dal sito istituzionale[5] è, minimo: metri 205 s.l.m., massimo: metri 404 s.l.m. Diversa da quella dichiarata da comuni-italiani.it[6] che riporta come minima 162 m s.l.m., come massima 600 m s.l.m. e come escursione altimetrica 438 metri.

Entrambe diverse da quella ricavabile dal CTR Regionale del Geoportale della Provincia di Brescia. La minima, che si rileva nell'alveo del fiume Oglio nei pressi della località denominata Le Case, è di 161,2 m s.l.m.[7] mentre la massima è corrispondente alla curva altimetrica di 583,6 m s.l.m. sulle falde del Monte Alto al confine con Adro[8]. La reale escursione altimetrica del comune e quindi di 422,4 metri.

Origini del nome modifica

Il nome deriva probabilmente da quello dell’animale, capreulus (capriolo), che un tempo viveva in gran numero nei suoi boschi o potrebbe indicare un luogo di caccia, pieno di selvaggina[9].

Storia modifica

Dalla posizione del castello[10][11] si potrebbe pensare a un castelliere preistorico ma: non è possibile stabilire l'epoca esatta in cui l'uomo cominciò ad abitare nell'area oggi denominata Capriolo. Sappiamo che era ricoperta da ricca foresta di querce e ontani (VI – V millennio a.C.)[12].

 
Ruderi del vallo della Mussiga

L'imponente castello, più volte distrutto e ricostruito nel Medioevo, non solo sorvegliava l'accesso al lago, alla valle Camonica e bergamasche, ma in stretta connessione con la Mussiga protesse per secoli il vitale ponte romano sull'Oglio, forse il più antico di questa zona[13].

La borgata viene nominata per la prima volta in un documento dell'8 luglio 879 quando Carlo Manno di Baviera fece dono di vasti possedimenti ivi esistenti al Monastero di San Salvatore in Brescia[14][15].

Nel IX e X secolo venne riedificato il Castello: nel contado i cittadini uniti ai nobili riedificarono la ròcca di Manerbio ed i castelli diroccati per antica incuria […] di Capriolo…[16]. Accenni riportati anche dall'Odorici;[17] fu poi concesso in feudo alla famiglia dei Lantieri de' Paratico[18].

Antemurale della provincia di Brescia, verso il Bergamasco, il castello fu con quelli di Palazzolo sull'Oglio, Paratico, Mussiga e Vanzago uno dei capisaldi delle lotte feudali e per le acque dell'Oglio, durate a lungo fra bresciani e bergamaschi e iniziate con la cessione, nel 1125 da parte di Giovanni Brusati ai bergamaschi, di importanti capisaldi a difesa dell'accesso in Val Camonica: le rocche di Volpino, Qualino e Ceratello[19][20].

Dopo una pausa iniziata con la pace che venne firmata proprio a Capriolo il 20 agosto 1198, tali lotte ricominciarono e il castello entrò nel sistema di difesa del territorio bresciano[21].

La sua posizione ne fece un baluardo sulla Valcalepio, sulla zona collinare di Paratico e sull'accidentata pianura di Palazzolo sull'Oglio. Numerose vicende belliche interessarono poi il castello e il paese.

Durante il dominio di Filippo Della Torre (1256), Capriolo con gli altri castelli, riunite le milizie, ne offrirono il comando a Oberto Pelavicino da Cremona, capo dei ghibellini lombardi. Raccolti armati in alcuni castelli della Franciacorta si scontrò con le truppe di Carlo I d'Angiò in una furibonda battaglia sotto il castello di Capriolo[22][23].

I ghibellini vollero stravincere appiccando alle mura del castello il fuoco. Ciò scatenò l'esercito francese che centuplicò la forza di attacco, facendo strage e seminando il terrore[24].

Infatti nella primavera del 1265 il castello fu assediato e conquistato da Roberto di Fiandra, a capo delle truppe di Carlo d'Angiò, che ...passato l'Ollio sul ponte di Caleppio entrò nel distretto di Brescia. Il primo castello di questa provincia contro di cui quel capitano generale de' crocesignati sfogò le ire sue fu quello di Capriolo, come rappresaglia all'impiccagione di uno dei suoi uomini e ordinò una strage del presidio e degli abitanti[25]. poscia mandò a sacco ed a fiamme molti altri di quelle vicinanze...[26]. Episodio riportato anche dall'Odorici[27] e dal Cocchetti[23].

Elia Caprioli vuole che fra gli scampati vi fossero Ughetto Obrese e Lotterengo De Goziis, (Giovanni Ugetto con Obreste e Loterengo cognominato Tartarino) i quali, rifugiatisi a Brescia, avrebbero dato origine alla famiglia Caprioli[28][29][30].

Il 1268 vede ancora i principi Della Torre in azione contro i guelfi bresciani, attraversato l'Oglio, entrano in questa provincia e s'impadroniscono del castello di Capriolo[31][32].

In epoca viscontea e durante la Repubblica di Venezia, Capriolo fece parte della Quadra di Palazzolo[33].

E fu durante l'epoca viscontea, nel 1368 che l'imperatore Carlo IV di Lussemburgo scese in Italia con 40 000 uomini comandati da Uberto di Fiandra devastando varie terre del bresciano tra cui Montichiari, Capriolo, Palazzolo[34].

La congiura antiviscontea di Gussago richiese l'appoggio a Venezia a questa seguì l'occupazione di Brescia, nel 1425, da parte del Carmagnola la conclusione fu la successiva convenzione di pace tra Brescia e Venezia mediata da papa Martino V, il 30 dicembre 1426 Brescia col territorio tutto, e per quaranta passi anco al di là dell'Oglio rimase ai Veneti[35] ma molte terre, tra cui Capriolo, Chiari, Orzinuovi, Palazzolo e Iseo oltre a quasi tutta la Val Camonica, rimanevano ancora in potestà del Visconti[36]. Ma dopo la vittoria del Carmagnola a Maclodio anche queste terre vennero assoggettate alla Repubblica Veneziana.

Tolto ai Veneziani nel 1438 dal Piccinino, il paese venne restituito all'esercito veneto nel 1441 con la pace di Cremona, nel novembre di quell'anno, le due parti stabilirono i confini dell'Adda.

Durante la guerra Francia-Spagna-Impero, a Capriolo si stanziarono a lungo le truppe svizzere[37].

In un'antica mappa del lago d'Iseo, 1510 circa, disegnata da Leonardo da Vinci,[38] in basso nella parte centrale dell'immagine si legge abbastanza chiaramente Chapriolo così come scriveva Leonardo nella caratteristica scrittura speculare. Secondo Bresciaoggi, quotidiano bresciano: Si suppone che al genio di Vinci, a quell'epoca al servizio del re di Francia Luigi XII, che era impegnato nella campagna militare contro la Repubblica di Venezia, fosse stato commissionato uno studio sulla geografia dei luoghi, fra i quali uno sul corso dell'Oglio.[39].

Dopo essere stato nel 1516 in balia delle truppe francesi del Lautrech che.. Venuti sul Bergamasco prendevano il castello di Sarnico ne tagliavano a pezzi la guarnigione e attraversato il lago d'Iseo mettevano a socuadro i luoghi di Rivatica di Sarnico di Paratico di Capriolo..[40], nel 1521, sotto l'incalzare delle truppe del cardinale Ennio, gli abitanti di Capriolo dovettero fuggire sui monti, senza però che esse facessero molti danni[23][41].

Nel 1522 l'esercito di Prospero Colonna, dopo la battaglia della Bicocca, il 5, 6 e 7 maggio, tra gli altri paesi della zona, alloggiò anche in Capriolo[23].

Nel 1529 si ribellarono alle angherie delle truppe imperiali e buttarono un buon numero di soldati in un burrone[37].

Castello, ò Rocca in cima alla colina[42] che il Da Lezze vide nel 1609-1610 derocata antiqua, et destrutta con le sue muraglie[43] venne ceduta sulla fine del 1600 alle monache che, trasferitesi qui dall'isola delle Grazie di Venezia, il 18 settembre 1694 abitarono il convento eretto dal 1692 in poi[44]. Nel 1812 il convento passò poi alle suore Orsoline.[45].

Il dominio veneto segnò un periodo di pace, disturbato tuttavia da gravi epidemie: la peste del 1505 riportata dal Caprioli che ricorda anche la successiva siccità [46], per quella del 1630 vi sono due testimonianze rese durante il processo tra i Sindaci di Capriolo e il Conte di Calepio (1661-1665) Andrea Consoli che afferma: …in quel ocasione ne morsero più della metà esendo che ne morsero da settecento e più… e Gerolamo Todesco conferma: …seppellissimo 550 cadaveri oltre quelli che venivano sepolti anche d'altre persone… ne morsero quell'anno li doj terzi.[47] e da periodi di crisi economica: Ascanio Lantieri de' Paratico riporta nei Diari: Adì 19 marzo 1527 tempestette la metà de questa terra de Capriolo verso Olio una cum Tagliuno, Calepi et Paraticho talmente che non se raccolse ne anche una quarta. de biava ne uno mojolo de vino in tutti quelli lochi, Item adì 5 zugno tempestete il resto di questa terra una cum Adro et parte de Herbusco […] talmente che fè tutta la. ruina de queste terre. Poi seguitte la carestia grande… proseguita nell'anno successivo: 1528. – Memoria como per tal carestia molte persone et infinite sono morte in miseria per non aver il modo di prevalerse…[48].

Anche il periodo della rivoluzione giacobina bresciana e napoleonica incise sulla vita di Capriolo.

Pacifica fu la vita di Capriolo anche sotto il dominio austriaco, tanto che venne dedicata a Ferdinando I la palazzina comunale edificata nel 1838.

Il Comune fu dominato dapprima dagli elementi liberali, appartenenti alle famiglie più in vista della nobiltà locale, fino a quando, sulla fine del secolo XIX, comparve sulla scena una borghesia forte e attiva e il movimento cattolico, di cui fu principale promotore il prevosto Luigi Minelli[49], che si sviluppò parallelamente al movimento industriale e che espresse una società operaia (1883), una società di mutuo soccorso "La Formica" (1885), una cassa rurale (1896)[50].

Lo sviluppo economico sociale è indicato nel 1909 dalla costruzione dell'edificio scolastico, ampliato poi nel 1935 e sostituito da un nuovo complesso costruito nel 1972.

Capriolo conobbe la violenza fascista. Parroco e curato[51] vennero catturati il 2 dicembre 1922 da una banda fascista; vennero però liberati a furor di popolo, accorso con tridenti e fucili da caccia[52].

Simboli modifica

«D'argento, al capriolo posto in banda, nell'atto di spiccare un balzo, il tutto al naturale. Ornamenti esteriori da Comune.[53][54]»

Lo stemma è privo di concessione ufficiale ed è utilizzato liberamente dal Comune.

Il gonfalone è un drappo di azzurro.

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

Castello modifica

Il Castello[55] risale al X secolo e, presumibilmente, sorge sulle tracce di un antico castelliere preistorico. Fu un castello comunale, ma non fu mai sede di un feudatario. Nel medioevo è stato, assieme ad altre fortezze della zona, al centro della storica contesa tra bergamaschi e bresciani, poiché ritenuto utile per esercitare il controllo sulle acque del fiume Oglio. Nel 1265 fu assediato e conquistato da Roberto di Fiandra, a capo delle truppe di Carlo d'Angiò. Cadde in disuso, perdendo le sue funzioni militari e di guardia, a seguito della pace di Lodi del 1454, quando Brescia e Bergamo e Crema finirono sotto il controllo della Repubblica di Venezia. Dopo la sua rovina, nel XVII secolo fu ceduto alle suore dell'isola delle Grazie di Venezia, ed adibito a convento a seguito della trasformazione completata nel 1692. Nel 1812 fu ceduto alle monache Orsoline.[56]

Chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire modifica

 
Chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire a Capriolo
 
Campanile della chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire di Capriolo

La chiesa di San Giorgio Martire è della seconda metà del Quattrocento; nel corso dei secoli fu ampliata e modificata. Nel 1892 furono costruite le navate laterali per volere del prevosto Don Minelli. Tra il 1911 e il 1912, l'edificio fu allungato e fu costruito la nuova abside, posta più a nord rispetto alla cupola, dove era collocata in precedenza.

All'interno ci sono numerosi altari:

  • quello di santa Rita, che presenta una pregevole statua della santa;
  • l'altare del sacro Cuore, in marmo bianco;
  • l'altare dell'Addolorata, presso il quale è posta la statua della Vergine addolorata e quella del Cristo Morto, opera del Fantoni;
  • l'altare dei Santi Gervasio e Protasio, caratterizzato dal quadro raffigurante i due santi, proveniente dall'antica parrocchiale, risalente al Cinquecento;
  • l'altare dell'Assunta, anch'esso proveniente da un'altra antica parrocchiale, ornato da una tela raffigurante l'Assunzione di Maria vergine;
  • l'altare del Risorto, con un prezioso quadro del Romanino raffigurante Cristo Risorto;
  • l'altare della Madonna di San Rocco, dai fedeli chiamata "Madonna Vecchia", conserva una stupenda statua della Beata Vergine Maria col Bambino attorniata da una soasa lignea, opera del Fantoni.

Vi sono inoltre:

  • la cappella del Battistero, che, oltre al fonte battesimale, contiene anche le statue di San Luigi Gonzaga e di San Francesco Saverio;
  • la statua della Madonna del Rosario che, la prima domenica di ottobre, viene portata in processione solenne per le vie del paese.

L'organo è una costruzione Serassi risalente al 1828 e restaurato da Pedrini di Cremona nel 1981.

La pala dell'altar maggiore raffigura San Giorgio e fu realizzata da Ludovico Gallina nel 1782. In sacrestia sono presenti alcune tele che ritraggono i parroci che si sono succeduti nel corso dei secoli. Gli affreschi, risalenti al 1913, sono opera del pittore Carlo Costantino Tagliabue[57].

L'edificio è sormontato da una cupola affrescata con l'Incoronazione di Maria vergine.

Nel mese di febbraio 2016 sono iniziati i lavori di ristrutturazione della parrocchiale, che hanno riportato alla luce antichi affreschi.

Sul fianco sinistro della chiesa è presente il campanile, alto 54 m e rivestito di maiolica. Il concerto è di otto campane in Si bemolle ai quali si aggiunge una campanella fuori concerto. Tutte furono fuse nel 1853 dalla fonderia Monzini fratres di Bergamo. A seguito degli eventi della seconda guerra mondiale, le due campane maggiori furono ripristinate nel 1951 per opera della fonderia pontificia Daciano Colbachini e figli di Padova. A causa di un'incrinazione, la campana 4 in Mi Bemolle fu rifusa nel 1956 dalla fonderia Angelo Ottolina di Bergamo.

Santuario di Sant'Onofrio modifica

Posto sulla cima del colle, alto 472 metri, che domina il paese, è dedicato all'eremita Onofrio, compatrono della comunità capriolese. La strada di accesso proveniente dal paese è sede delle stazioni della Via Crucis.

L'edificio è di antica costruzione con successive modifiche. All'interno, all'ingresso si trova un'antica acquasantiera e un crocifisso. Nella nicchia dietro all'abside, si trova la statua di sant'Onofrio. Nelle altre nicchie del santuario si trovano le statue di sant'Antonio da Padova, della Madonna di Lourdes e di san Rocco.

La torre campanaria si trova sul fianco destro della chiesa. A essa si accede passando per la sagrestia. La campana venne fusa nel 1907 dalla fonderia Fratelli Ottolina di Seregno.

Sulla sinistra dell'edificio si erge la croce eretta in occasione delle missioni popolari del 1983 che viene illuminata ogni sera.

Chiesetta di San Carlo Borromeo Vescovo modifica

Dedicata all'arcivescovo e cardinale di Milano san Carlo Borromeo, si trova nella zona settentrionale del paese, sull'antica strada che conduce a Paratico, ed è ben visibile salendo per via Roma. È utilizzata per la recita del Rosario nei mesi mariani di maggio e di ottobre alle ore 20:00. La santa Messa viene celebrata il 4 novembre giorno della ricorrenza del santo e in occasione del mese mariano di maggio, la santa messa è preceduta dalla recita del rosario.

La cappella fu edificata nel Seicento, in seguito all'epidemia di peste del 1630, pertanto fu utilizzata come lazzaretto dagli stessi appestati. Fu restaurata nel 1973, ma in seguito è stata comunque sottoposta a diverse riqualificazioni e migliorie l'ultima delle quali nel 2013.

All'ingresso si presenta con un piccolo colonnato. All'interno della cappella si trova un altare maggiore tridentino, in marmo grigio, sovrastato da una tela raffigurante san Carlo Borromeo, inoltre sono presenti quattro tele e vari arredi sacri liturgici.

All'esterno del piccolo sagrato, si ergono due statue, quella bronzea del santo Giovanni XXIII e una in gesso raffigurante san Pio da Pietrelcina, ed è presente una grotta con la Madonna di Lourdes e Bernadette Soubirous.

Sulla parete destra della cappella sono presenti i resti di un affresco seicentesco rappresentante san Carlo Borromeo mentre comunica gli ammalati.

Chiesetta di San Lorenzo Martire e Diacono modifica

Dedicata a San Lorenzo martire e diacono, la chiesetta si trova nella campagna a sud-est del paese, in località San Lorenzo. sulla vecchia strada che anticamente conduceva ad Adro. La Santa Messa viene celebrata il 10 agosto, giorno della memoria del Santo e a maggio, per il mese mariano.

La costruzione risale al 1351, facendo della chiesetta di San Lorenzo, l'edificio di culto più antico di Capriolo. Il santo viene venerato con un affresco, sul quale si trovano anche la Vergine Maria, alcuni angeli e i teschi dei morti di peste ivi sepolti.

All'interno, ad aula unica, sono presenti un quadro raffigurante san Pio da Pietrelcina, un altro raffigurante la Madonna col Bambino e un tondo di gesso raffigurante san Giovanni XXIII.

La cappella fu restaurata nel 1971, nel 1982 e in modo più completo e preciso nel 2012.

Altri edifici di culto modifica

  • Chiesa del convento delle Suore Orsoline Santa Maria degli Angeli
  • Chiesa del convento delle Suore delle Poverelle
  • Chiesa della Casa di Riposo
  • Chiesa del Cimitero
  • Chiesa Regina Pacis degli Alpini
  • Santella dell'Immacolata Concezione
  • Santella dei Morti della Costa
  • Santella del Crocifisso

Sui muri delle antiche abitazioni in pietra del centro storico e negli antichi cascinali della campagna, sono presenti alcuni affreschi raffiguranti, per la maggior parte, la Vergine Maria.

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[58]

Capriolo è uno dei comuni bresciani con il maggior numero di centenari. Al 31 dicembre 2023 se ne contavano 7 (la più longeva nata nel 1921) e nel 2024 altre 4 persone entreranno a far parte di questo prestigioso e ristretto gruppo essendo nate nell'anno 1924.

Musica modifica

Ha sede nel comune il Corpo Musicale "Santa Cecilia", nato nel 1905 per volere dei dirigenti della fabbrica "Niggeler e Kupfer" ed ebbe come primo maestro Gianbattista Gorio (1875-1950).

Geografia antropica modifica

Frazioni e località modifica

Dal punto di vista amministrativo il territorio non è suddiviso in frazioni[59], tuttavia sono presenti venticinque località: Baghetti, Belvedere, Bosco Basso, Cà Bianca, Cà dei Borboni, Carretto, Casello, Colombi, Colzano, Costa, Fantone, Feniletto, Fontanone, Le Case, Miola, Molesine, Molinara, Mussiga di Sopra, Pirlotti, Porto, San Lorenzo, Sant'Onofrio, Santo Stefano, Stallone e Valle.

Infrastrutture e trasporti modifica

La viabilità si basa principalmente sulla strada statale 469 Sebina Occidentale, che l'attraversa da nord a sud.

Il territorio comunale era attraversato dalla ferrovia Palazzolo-Paratico, chiusa al traffico ordinario, sulla quale era posta l'omonima fermata, non più in uso dal giugno 1966. Attualmente è servita unicamente dalla linea turistica TrenoBlu, gestita da FTI - Ferrovie Turistiche Italiane, funzionante solo nel periodo estivo.

Amministrazione modifica

 
Il municipio di Capriolo
Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
21 novembre 1994 19 agosto 1996 Franco Plebani lista civica Sindaco
19 agosto 1996 18 novembre 1996 Franca Di Rubbio Commissario
18 novembre 1996 30 maggio 2006 Fabrizio Rigamonti Lega Nord
Casa delle Libertà
Sindaco
30 maggio 2006 24 febbraio 2009 Amerigo Lantieri de Paratico Casa delle Libertà Sindaco
24 febbraio 2009 8 giugno 2009 Antonio Naccari Commissario [60]
8 giugno 2009 26 maggio 2014 Fabrizio Rigamonti lista civica Sindaco
26 maggio 2014 29 gennaio 2019 Luigi Vezzoli Lega Nord Sindaco [61]
29 gennaio 2019 27 maggio 2019 Beaumont Bortone Commissario
27 maggio 2019 in carica Luigi Vezzoli Lega Nord Sindaco

Sport modifica

Basket modifica

La "Pol. Capriolese Basket" milita nel Campionato di Prima Divisione Maschile Provinciale.

Calcio modifica

Capriolo ha una squadra calcistica maschile, la "A.S.D. Capriolo 1912". La città è sede anche della squadra di calcio femminile del Brescia, solo omonima di quella maschile.

Lo stadio comunale prende il nome "Mario Rigamonti", storico calciatore del Torino, morto nella tragedia di Superga nel 1949.

Note modifica

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 30 novembre 2023 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Arnaldo Gnaga, Capriolo (PDF), in Vocabolario topografico-toponomastico della Provincia di Brescia, Brescia, Ateneo di Brescia Appendice ai commentari per l'anno 1936, Febbraio 1937 - XV, p. 143, ISBN non esistente.
    «Capriolo-a (Cavriõl; Cavriõla) […] To. m. 210. Paese ai piedi dell'ultima collina occidentale. […] Et. Piuttosto da capreulus come suppone anche l'0l. (n.d.r. Olivieri Dante. Dizionario di toponomastica lombarda Milano 1931) che dal nome della famiglia, il qual probab. viene da quello del paese.»
  5. ^ Comune di Capriolo - Sito Istituzionale. Vedi Altitudine, su capriolo.org. URL consultato il 18 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 4 luglio 2016).
  6. ^ Comuni Italiani - Capriolo: Clima e Dati Geografici. Vedi Altitudine
  7. ^ Geoportale della Provincia di Brescia L'altitudine è visibile nei pressi del ricongiungimento delle tre derivazioni del fiume vicino alla linea di confine segnata in giallo
  8. ^ Geoportale della Provincia di Brescia È visibile il confine Capriolo / Adro segnato da una serie di pallini neri evidenziati dalla riga gialla
  9. ^ Arnaldo Gnaga, Vocabolario topografico-toponomastico della provincia di Brescia pag. 139, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 9 luglio 2013.
  10. ^ Fausto Lechi, Le dimore bresciane in cinque secoli di storia – Il Castello di Capriolo pag. 103, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 9 luglio 2013.
  11. ^ I testi di Lombardia beni Culturali sono consultabili dopo le ore 8:00
  12. ^ Sac. Giovanni Donni Capriolo Uomini e Vicende vol. I pag. 19
  13. ^ Sac. Giovanni Donni Capriolo Uomini e Vicende vol. I pag. 22
  14. ^ Storie Bresciane dai primi tempi sino all'età nostra, Di Federico Odorici Volume 4 pag. 59 - XLIX (Anno 879 - 8 luglio) La Badessa Ermengarda
  15. ^ Brescia e sua provincia, Carlo Cocchetti, pag. 328
  16. ^ I feudi ed i comuni della Lombardia - Di Gabriele Rosa pag. 152
  17. ^ Storie bresciane dai primi tempi sino all'età nostra, - Di Federico Odorici Volume 3 pag. 255
  18. ^ Sac. Giovanni Donni Capriolo Uomini e Vicende vol I pag. 53
  19. ^ Storie Bresciane dai primi tempi sino all'età nostra, Di Federico Odorici Volume 4 pag. 295
  20. ^ Dizionario odepórico, o sia storico-politico-naturale della Provincia Bergamasca, Di Giovanni Maironi da Ponte Volume 2 pag. 16
  21. ^ Carlo Cocchetti, Brescia e sua provincia pag. 328, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 26 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 17 luglio 2013).
  22. ^ Storia delle repubbliche italiane dei secoli di mezzo, - Di Jean-Charles-Léonard Simonde SismondiVolume 3 pag. 284
  23. ^ a b c d Carlo Cocchetti, Brescia e sua provincia pag. 329, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 5 luglio 2013.
  24. ^ Elogi historici di Bresciani illustri. Teatro di Ottavio Rossi Di Ottavio Rossi pag. 95
  25. ^ L'historia di Milano, volgarmente scritta dall'... oratore M. Bernardino Corio pag. 238
  26. ^ Delle Storie Bresciane, Di Pietro Bravo Volume 5 – pag. 48
  27. ^ Storie bresciane dai primi tempi sino all'età nostra, - Di Federico Odorici Volume 6 pag. 181
  28. ^ Delle historie Bresciane - Di Elia Cavriolo, Patrizio Spini pag 106
  29. ^ Storie bresciane dai primi tempi sino all'età nostra, - Di Federico Odorici Volume 6 pag. 182
  30. ^ Storie bresciane di Federico Odorici – vol. VII pag. 309 nota 2
  31. ^ Storie bresciane dai primi tempi sino all'età nostra, - Di Federico Odorici Volume 9 pag. 192
  32. ^ Delle Storie Bresciane, Di Pietro Bravo Volume 5 – pag. 93
  33. ^ Giovanni Zanolini, LombardiaBeniculturali - Comune di Capriolo (sec. XIV - 1797), su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 29 giugno 2013.
  34. ^ Storie bresciane dai primi tempi sino all'età nostra, - Di Federico Odorici Volume 7 pag. 199
  35. ^ Storie bresciane dai primi tempi sino all'età nostra, - Di Federico Odorici Volume 8 pagg. 153, 154
  36. ^ bresciane dai primi tempi sino all'età nostra, - Di Federico Odorici Volume 8 pagg. 187, 188
  37. ^ a b Carlo Cocchetti, Brescia e sua provincia pag. 104, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 5 luglio 2013.
  38. ^ Charles II, King of Great Britain (1630-85)
  39. ^ Luciano Ranzanici, 11.07.2012 - Leonardo lungo l'Oglio Ecco la sua «mappa», su bresciaoggi.it. URL consultato il 21 maggio 2015.
  40. ^ Storie bresciane dai primi tempi sino all'età nostra, - Di Federico Odorici Volume 9 pag. 167
  41. ^ Paolo Guerrini, Fonti per la Storia Bresciana vol. II dai I Diari dei Lantieri de' Paratico di Capriolo pag. 61, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 16 luglio 2013.
  42. ^ Giovanni da Lezze, Il Catastico Bresciano 1609-1610 nell'Esemplare Queriniano H. V. 1-2; pagg. 455 punto 2, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 24 luglio 2014.
  43. ^ Fausto Lechi, Le dimore bresciane in cinque secoli di storia – Il Castello di Capriolo pag. 104, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 9 luglio 2013.
  44. ^ Paolo Guerrini, Fonti per la Storia Bresciana vol. II dai Diari dei Paratico pag. 109, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 9 luglio 2013.
  45. ^ Nel 1812 è aperto un educandato presso il soppresso monastero delle Cappuccine ad opera di un gruppo di religiose ivi radunatesi e che confluirono poi nelle Orso1ine che si dedicarono all'educazione scolastica. Sac. Giovanni Donni Capriolo Uomini e Vicende vol. I pag. 262
  46. ^ Delle historie Bresciane - Di Elia Cavriolo, Patrizio Spini pag 232
  47. ^ Sac. Giovanni Donni Capriolo Uomini e Vicende vol. I pag. 96
  48. ^ Paolo Guerrini, Fonti per la Storia Bresciana vol. II dai I Diari dei Lantieri de' Paratico di Capriolo pag. 65, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 16 luglio 2013.
  49. ^ Gian Battista Muzzi, Brescia Oggi, 26.05.2013 Nel broletto della canonica con lo stendardo e la fanfara, su bresciaoggi.it. URL consultato il 12 luglio 2013.
  50. ^ La storia della BCC del Basso Sebino
  51. ^ Agli inizi di dicembre 1922 Archiviato il 15 giugno 2015 in Internet Archive., quando delle squadre fasciste a Capriolo malmenano il parroco don Pietro Libretti e il curato don Gaudenzio Martinazzoli…
  52. ^ Chiesa, Azione cattolica e fascismo nell'Italia settentrionale durante il pontificato di Pio XI (1922-1939): atti del quinto Convegno di storia della Chiesa, Torreglia, 25-27 marzo 1977 - Paolo Pecorari - Università Cattolica del Sacro Cuore. Vita e Pensiero, 1979
  53. ^ Marco Foppoli, Capriolo, in Stemmario Bresciano, Provincia di Brescia / Grafo, 2011, p. 129, ISBN 978-88-7385-844-7.
  54. ^ Ottavio Rossi, Tomaso Capriolo, in Elogi historici di Bresciani illustri. Teatro di Ottavio Rossi, 1620, p. 454.
    «un capriolo in piedi d'oro in campo azzurro»
  55. ^ Conti F., Hybsch V., Vincenti A., I castelli della Lombardia, vol. 4, Novara, 1993, pp. 158 e ss.
  56. ^ Castello Capriolo (BS), su lombardiabeniculturali.it.
  57. ^ Carlo Costantino Tagliabue, su artslife.com. URL consultato il 1º agosto 2021 (archiviato dall'url originale il 1º agosto 2021).
  58. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  59. ^ Statuto comunale di Capriolo, su capriolo.org. URL consultato il 5 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 9 novembre 2010).
  60. ^ Decreto del Presidente della Repubblica del 24 febbraio 2009, in Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, n. 58, 11 marzo 2009. URL consultato il 14 agosto 2012.
  61. ^ Decaduto in seguito alle dimissioni della maggioranza dei consiglieri comunali [1].

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN239646199 · WorldCat Identities (ENviaf-239646199
  Portale Lombardia: accedi alle voci di Wikipedia che parlano della Lombardia