Caproni Ca.135

bombardiere medio Caproni CAB

Il Caproni Ca.135 era un bombardiere medio bimotore ad ala bassa realizzato dall'azienda italiana Cantieri Aeronautici Bergamaschi (CAB) (gruppo Caproni) di Ponte San Pietro, Bergamo nella seconda metà degli anni trenta ed impiegato principalmente dalla Aeronautica Ungherese durante la seconda guerra mondiale.

Caproni Ca.135
Vista anteriore del Caproni Ca.135bis
Descrizione
Tipobombardiere medio
Equipaggio4-5
ProgettistaCesare Pallavicino
CostruttoreBandiera dell'Italia Caproni CAB
Data primo volo1º aprile 1935
Data entrata in servizio1937[1]
Utilizzatore principaleBandiera dell'Italia Regia Aeronautica
Altri utilizzatoriBandiera del Perù Cuerpo Aeronáutico del Perú
Bandiera dell'Ungheria Magyar Királyi Honvéd Légierő
Esemplari115 (tutte le versioni)[1]
Altre variantiCaproni Ca.169[1]
Dimensioni e pesi
Tavole prospettiche
Lunghezza14,40 m
Apertura alare18,80 m
Altezza3,40 m
Superficie alare60,00
Peso a vuoto6 050 kg
Peso max al decollo9 550 kg
Propulsione
Motore2 radiali Piaggio P.XIbis RC.40
Potenza1 000 CV (735 kW) ciascuno
Prestazioni
Velocità max440 km/h
Velocità di crociera350 km/h
Autonomia2 000 km
Tangenza7 900 m
Armamento
Mitragliatrici4 × Breda-SAFAT calibro 12,7 mm
Bombefino a 1 600 kg
Notedati riferiti alla versione con motore Piaggio P.XIbis RC.40

i dati sono estratti da Уголок неба[2] integrati dove indicato

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Storia del progetto modifica

Nel 1934 il Ministero dell'aeronautica emise una specifica per la fornitura di un nuovo bombardiere terrestre medio bimotore. Al bando di concorso parteciparono la CRDA CANT (Cantieri Riuniti dell'Adriatico - Cantiere Navale Triestino) con il CANT Z.1011, la Società Rinaldo Piaggio con il Piaggio P.32 e la Caproni, con un progetto disegnato dall'ing.Cesare Pallavicino e sviluppato dalla consociata CAB a cui venne assegnato la designazione Ca.135, identificativo per la casa madre (gruppo 100 e non 300 come assegnato alla produzione CAB).

Effettuò il suo primo volo il 1º aprile 1936, ma a causa della scarsa potenza dei motori, due 12 cilindri a V Isotta Fraschini Asso XI RC.40 accoppiati ad eliche bipala in legno a passo fisso, non suscitò particolare interesse da parte della commissione della Regia Aeronautica incaricata alla valutazione del velivolo. Successivamente venne così equipaggiato con una coppia di radiali Piaggio P.XI RC.40 e con eliche tripala.

Questo velivolo non conobbe mai un grande successo, infatti venne costruito solo in una trentina di esemplari assegnati nel gennaio del 1938 al 34º Gruppo dell'11º Stormo schierato a Ferrara e subito dopo girato all'Ungheria a causa della scelta da parte della Regia Aeronautica di utilizzare i Caproni Ca.313.

Tecnica modifica

 
Il bimotore monoplano Caproni Ca.135
 
Ancora il Ca.135 motorizzato con i motori a V.

Il Ca.135 era velivolo dall'aspetto tradizionale e realizzato in tecnica mista. La fusoliera era realizzata con una struttura di tubi in acciaio al molibdeno saldati rivestita nella parte frontale da pannelli in duralluminio e in quella posteriore in tela. Posteriormente proseguiva in una coda caratterizzata dagli impennaggi bideriva anch'essi in legno. L'ala bassa, realizzata in legno, era montata a sbalzo sulla fusoliera ed incernierata per facilitarne lo smontaggio in caso di trasporto. Il carrello d'atterraggio era triciclo, semiretrattile anteriormente, con le gambe di forza che si ritraevano parzialmente nelle gondole motore, integrato posteriormente da un ruotino d'appoggio.

Armamento modifica

L'armamento difensivo era costituito da una mitragliatrice dorsale, una ventrale rientrabile e da una frontale. Quello offensivo consisteva in un carico di bombe di varia tipologia fino ad un massimo di 1 600 kg.

Impiego operativo modifica

I primi 32 esemplari realizzati vennero consegnati, nel 1938 al 1º Stormo B.T. (Bombardamento Terrestre) rimanendo però in linea di volo solo per breve tempo. A causa dei problemi nella condotta di volo se ne richiese la radiazione a cui fece seguito la disposizione alla sostituzione degli originali motori Isotta Fraschini Asso XI con i Piaggio P.XI e che assunsero la designazione Ca.135 Mod. Nel 1939 6 esemplari modificati vennero inviati sulle isole Baleari in Spagna per partecipare alla guerra civile ma solo 2 la raggiunsero e le tracce si persero. Intanto nella penisola i caproni 135 del 1 stormo B.T. erano quasi tutti radiate perché inaffidabili e pericolosi. (modificati).[3]

Il modello ebbe maggior successo all'estero. Il Perù ordinò sei esemplari equipaggiati con i motori Isotta Fraschini senza tuttavia impiegarli operativamente durante la guerra Ecuadoriano–Peruviana del 1941. L'Ungheria fu il maggior contraente con l'ordine di fornitura per 36 esemplari designati Ca.135bis U, equipaggiati con motori Piaggio, che vennero impiegati operativamente dalla Magyar Királyi Honvéd Légierő sul Fronte orientale tra il 1941 ed il 1942 nelle operazioni belliche a fianco delle Potenze dell'Asse. Quando l'Ungheria dichiarò Guerra all'Unione Sovietica, nel giugno 1941, i Ca.135 equipaggiavano il Gruppo 3./III del Terzo Stormo Bombardieri, basato a Debrecen. I bombardieri italiani entrarono in azione l'11 agosto, quando sei Caproni, al comando del Tenente Maggiore Szakonyi, decollarono per bombardare un ponte di 2 km sul fiume Bug, nella città di Nikolayev, sul Mar Nero. Uno dei Ca.135 dovette subito tornare alla base, per problemi al motore, ma gli altri cinque, scortati da Fiat C.R.42 e Reggiane Re.2000 ungheresi, continuarono a volare verso est. Il Caproni di Szakonyi fu colpito dall'antiaerea e restò con un solo motore funzionante, ma il comandante della formazione proseguì verso l'obiettivo. Un altro dei piloti ungheresi, il capitano Eszenyi, colpì e distrusse il ponte, mentre Szakonyi bombardò la stazione di Nikolayev. Sulla rotta di ritorno, i Caproni vennero intercettati da caccia sovietici Polikarpov I-16. I Fiat e i Reggiane ungheresi di scorta abbatterono cinque I-16, mentre il Ca.135 di Szakonyi, sia pure danneggiato, riuscì ad abbatterne altri tre. La distruzione del ponte facilitò la conquista della città da parte dell'Undicesima Armata tedesca, il 16 agosto, e il comandante della Luftflotte 4, il colonnello generale Lohr, volle decorare personalmente gli equipaggi ungheresi, a Sutyska.[4] Questa prima unità venne ritirata dal fronte orientale, con tutta la componente aerea ungherese, nel settembre 1941, e permettere agli equipaggi di ritemprarsi e sottoporre gli aerei a manutenzione. Nel 1942, Miklós Horthy, il Reggente del Regno d'Ungheria, sotto pressanti richieste tedesche, inviò sul fronte sovietico la Seconda Armata Ungherese, dispiegata sul Don, tra l'aprile e il giugno 1942. Per fornire supporto tattico e svolgere missioni di ricognizioni, fu inviata la Seconda Brigata Aerea ungherese. L'unica componente da bombardamento dell'unità era lo Stormo 4/1, equipaggiato con 17 Ca.135.[5]

A causa del loro progressivo deterioramento I Caproni vennero però ben presto sostituiti con modelli pari ruolo di produzione tedesca come lo Junkers Ju 88.[3]

Versioni modifica

Utilizzatori modifica

  Italia
  Perù
  Ungheria

Note modifica

  1. ^ a b c Caproni - C.A.B. Ca.135 in Gruppo Modellistico Sestese.
  2. ^ Caproni Ca.135 in Уголок неба.
  3. ^ a b Caproni Ca 135 in Bombardieri della seconda guerra mondiale, pag. 39.
  4. ^ Neulen 2000, pp. 125-126.
  5. ^ Neulen 2000, pp. 126-127.

Bibliografia modifica

  • Bill Gunston, Bombardieri della seconda guerra mondiale, Milano, Gruppo Editoriale Fabbri, 1981.
  • Hans Werner Neulen, In the skies of Europe - Air Forces allied to the Luftwaffe 1939-1945, Ramsbury, Marlborough, The Crowood Press, 2000, ISBN 1-86126-799-1.
  • Massimo Civoli, Aeroplani - Regia Aeronautica Aeronautica Militare 1923-2003, Cavallermaggiore, Gribaudo, 2002, p. 120, ISBN 88-8058-299-2.

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