Casier

comune italiano

Casier (IPA: /ka'zjɛr/; Caxier in veneto) è un comune italiano di 11 433 abitanti[1] della provincia di Treviso in Veneto.

Casier
comune
Casier – Stemma
Casier – Bandiera
Casier – Veduta
Casier – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Veneto
Provincia Treviso
Amministrazione
CapoluogoDosson
SindacoRenzo Carraretto (Lega Nord) dal 27-5-2019
Territorio
Coordinate
del capoluogo
45°38′37″N 12°17′43″E / 45.643611°N 12.295278°E45.643611; 12.295278 (Casier)
Altitudine12 m s.l.m.
Superficie13,43 km²
Abitanti11 433[1] (31-10-2023)
Densità851,3 ab./km²
FrazioniCasier, Dosson (sede comunale)
Località: Frescada (parte), Le Grazie (parte), La Sicilia, Camate
Comuni confinantiCasale sul Sile, Preganziol, Silea, Treviso
Altre informazioni
Cod. postale31030
Prefisso0422
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT026010
Cod. catastaleB965
TargaTV
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 375 GG[3]
Nome abitanticasieresi
Patronosan Teonisto e Cc.Mm.
Giorno festivo30 ottobre
Cartografia
Casier – Mappa
Casier – Mappa
Il territorio comunale nella provincia di Treviso.
Sito istituzionale

Si tratta di un comune sparso in quanto il municipio non si trova nel centro omonimo ma nella vicina frazione Dosson.

Geografia fisica modifica

È situato nella bassa pianura veneta lungo il corso del fiume Sile, adiacente al capoluogo provinciale in direzione sud-sudest.

Origini del nome modifica

Casier deriva dal latino caseārius "relativo al formaggio". In passato il luogo doveva essere noto per la produzione di formaggi.[4]

Storia modifica

I reperti individuati nel letto del Sile testimoniano come a Casier fiorisse la civiltà sin dal I millennio a.C. Il fiume rappresentava già allora un'importante via commerciale lungo la quale si muovevano merci quali manufatti in bronzo e in ferro (spade, pugnali, elmi, falci, fibule) e vasellame.

In un documento del 710 è citato il monastero di San Teonisto, considerato il più antico complesso monastico del trevigiano. Nello stesso scritto è documentata l'attività molitoria lungo il canale della Roggia, che proseguì ininterrottamente sino all'inizio del Novecento.

Verso l'anno Mille la località fu sede della famiglia da Casier (nei documenti de Caserio) che vi fece costruire un castello per il controllo dei traffici lungo il Sile.

Tra il Sei e il Settecento, sotto la Serenissima, fu interessata dalla costruzione di alcune ville venete ad opera di patrizi veneziani.

L'odierno comune è stato istituito il 1º gennaio 1819 dalla fusione delle due frazioni di Casier e Dosson[5].

Simboli modifica

Lo stemma comunale è stato concesso con regio decreto del 2 agosto 1929.[6]

«D'oro, al castello merlato, torricellato di uno, di rosso, murato, aperto e finestrato di nero, fondato su pianura di verde; col capo d'azzurro, a due corone all'antica d'oro, ordinate in fascia, dalle quali escono due rami di palma, decussati, al naturale. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo di rosso.

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

 
L'antica parrocchiale di San Teonisto

Chiesa parrocchiale di San Teonisto modifica

Costruita a partire dal 1753 ed ultimata nel 1864 nei pressi del complesso dell'antico monastero di San Teonisto.

Villa Barbaro modifica

Si trova a ponente del centro lungo via principale, al centro di un grande parco delimitato a nord dal corso del Sile Morto.

A detta di Domenico Maria Federici, il complesso esisteva già nel 1625 quando apparteneva ai Pisani, dai quali passò, vent'anni dopo, ai Giustinian; solo nel 1792 pervenne ai Barbaro che gli diedero il nome. Per Giuseppe Mazzotti, invece, fu edificato dai Nani Mocenigo nel XVIII secolo e completamente ricostruito nel 1853.

Come confermato da una lastra posta nel pianerottolo del vano scale al primo piano, verso il 1850 giunse a Vincenzo Guerra, cui subentrarono i Parisotto (1888), Paolo Pataleo (1896), i Bressan, i Mocenigo (fino al 1928), i Carnelutti (vi abitò il noto avvocato Francesco Carnelutti), i Campana e infine i Buri, cui appartiene tuttora. Durante la seconda guerra mondiale ospitò dei comandi militari e subì per questo danni e spoliazioni che resero necessaria un'importante opera di restauro.

La casa padronale si sviluppo su tre livelli: il piano terra, leggermente rialzato (l'accesso avviene mediante una breve scalinata), il piano nobile e un timpano passante sopra il cornicione di gronda. La facciata principale, rivolta a sud, è tripartita con la fascia centrale arricchita da lesene di ordine gigante, sulle quali si impostano dei capitelli ionici e una trabeazione con cornice dentellata. Al centro del piano nobile si aprono tre porte-finestre racchiuse da lesene e protette da un balconcino con sbalzo in pietra e parapetto in ferro, poggiante sulle colonne della sottostante loggia (oggi chiusa con infissi a riquadri). Sopra la trabeazione del piano nobile si sviluppa il timpano triangolare, con vasi di pietra ai vertici.

Ai fianchi della casa padronale, leggermente arretrati, si allungano due annessi rustici e, presso gli angoli in cui gli edifici si saldano, si collocano due piccole serre vetrate.

L'oratorio è invece isolato e prospiciente la strada. Intitolato all'Immacolata Concezione, fu edificato verso il 1728 su progetto di ignoto e restaurato nel 1944. Degna di nota la tela che orna il soffitto (Madonna con la Trinità e i santi Gaetano, Giuseppe, Antonio e Francesco di Paola in adorazione), già attribuita a Rodolfo Manzoni e oggi assegnata a Gaspare Diziani, datata 1710-1717. Sull'altare maggiore trova posto il gruppo marmoreo raffigurante la Sacra Famiglia, opera firmata di Pietro Baratta[7].

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[8]

Etnie e minoranze straniere modifica

Al 31 dicembre 2017 gli stranieri residenti nel comune erano 734, ovvero il 6,4% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti[9]:

  1. Romania 136
  2. Marocco 87
  3. Moldavia 68
  4. Kosovo 64
  5. Albania 47
  6. Sri Lanka 37
  7. Cina 34
  8. Burkina Faso 27
  9. Ucraina 24

Geografia antropica modifica

Frazioni modifica

Gli abitati principali del comune sono Casier e Dosson, quest'ultima comprendente anche Frescada e Le Grazie, entrambe adiacenti alle omonime località del comune di Preganziol.

Infrastrutture e trasporti modifica

Mobilità urbana modifica

Casier è servita dagli autobus della Linea Urbana 4 di MOM, i quali la mettono in collegamento con la Stazione FS ed il centro di Treviso, terminando presso Carità di Villorba.

Per Casier effettuano fermate, inoltre, le Linee Extraurbane 108 e 109 di MOM, collegando Treviso con Jesolo, Casale Sul Sile, Lughignano, Quarto d'Altino, Portegrandi, Caposile e Bonisiolo.

Non è presente alcun collegamento ferroviario e le stazioni più vicine sono quelle di Treviso e Preganziol.

Infrastrutture modifica

Casier è attraversata dalla strada provinciale Jesolana che da Treviso prosegue fino a Jesolo.

Amministrazione modifica

Gemellaggi modifica

Note modifica

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino, UTET, 2006, p. 183.
  5. ^ Storia del Comune, su comune.casier.tv.it. URL consultato il 2 agosto 2018.
  6. ^ Casier, su Archivio Centrale dello Stato.
  7. ^ Villa Barbaro, Buri (PDF), su irvv.regione.veneto.it, IRVV. URL consultato il 3 agosto 2018.
  8. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  9. ^ Bilancio demografico e popolazione residente straniera al 31 dicembre 2017 per sesso e cittadinanza, su demo.istat.it, ISTAT. URL consultato il 25 luglio 2018 (archiviato dall'url originale il 6 agosto 2017).

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Collegamenti esterni modifica

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