Castello di Novara

castello di Novara

Il Castello Visconteo - Sforzesco di Novara è il principale edificio di carattere militare del comune omonimo. Situato in pieno centro storico, affaccia a Nord su Piazza Martiri, mentre sui restanti tre lati è circondato dai giardini pubblici.

Castello Visconteo Sforzesco di Novara
Vista del lato frontale del castello nel 2010
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegionePiemonte
CittàNovara
IndirizzoPiazza Martiri della Libertà - 28100 Novara (NO) e Piazza Martiri della Libertà, 3
Coordinate45°26′40.21″N 8°37′02.64″E / 45.444503°N 8.617399°E45.444503; 8.617399
Informazioni generali
Inizio costruzioneXIII secolo
Condizione attualevisitabile
Proprietario attualeComune di Novara
Visitabileesternamente e internamente
Sito webwww.ilcastellodinovara.it/
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Storia modifica

 
Il retro del castello nel 2007 durante i lavori di restauro

Non esistono dati certi sulla presenza di un castello a Novara in epoca tardo antica o alto medievale: non consentono di fare luce in proposito né le parole oscure e di difficile interpretazione di Ennodio relative a un castellum del vescovo Onorato[1]; né l'ipotizzata identificazione del luogo dove sorge l'attuale castello con la corte incastellata de Veratelino, citata in un diploma di Ottone I del 969, e mai univocamente individuata[2].

La struttura militare modifica

Pochi secoli più tardi, nel 1272, Francesco Torriani, podestà di Novara e fratello di Napoleone della Torre signore di Milano, fece costruire una torre con recinto all'interno del quale sorgevano alcuni edifici di proprietà della famiglia vercellese dei Tettoni. La struttura, chiamata Turrisella[3], era un luogo fortificato per il controllo politico della città; oggi di esso restano visibili tracce delle fondamenta originarie.

Con i rapporti stretti da Novara con i Visconti, si sviluppò un vero e proprio castello. La torre venne incorporata e ribattezzata La Mirabella.

Una successiva e consistente evoluzione del castello avvenne per opera del vescovo Giovanni Visconti che si era impadronito della Signoria di Novara e poi di quella di Milano.

Questo castello visconteo si ergeva sulle antiche mura romane e forse utilizzava il fossato della vecchia cinta muraria per la propria difesa; da alcuni indizi si presume che esistessero dei grandi torrioni angolari, ma non esiste una descrizione attendibile e dettagliata dell'edificio di quei tempi.

Il castello venne modificato diverse volte, ma mantenne sempre la sua funzione di struttura militare-amministrativa di dominio della città di Novara. A prendersene cura era un castellano alle dipendenze di Filippo Maria Visconti. Di questo castello Visconteo oggi rimane in piedi solo la cosiddetta Rocchetta, all'angolo nord-ovest. Ancora si intravedono le merlature viscontee ormai murate e i resti del portone, in passato protetto da un torrione quadrato chiamato forse La Torre del Monicione.

 
Vista da nord-ovest con la rocchetta in primo piano
 
Lo stemma degli Sforza sopra l'arco d'ingresso. Foto di Paolo Monti, 1980.

Il duca Galeazzo Maria Sforza dispose un imponente intervento di ricostruzione. Dal 1468 iniziarono i lavori, che inglobarono le strutture precedenti all'interno di un grande edificio quadrangolare. Al cantiere contribuirono alcuni tra i più importanti ingegneri militari del ducato: Bartolomeo Gadio, Serafino Gavazzi, Maffeo da Como, Danesio Maineri, Ambrogio Ferrari. I lavori si interruppero per mancanza di fondi nel 1479, quando il progetto era in stato assai avanzato, ma non compiuto: la mancata copertura causò danni successivi. Alla fine del secolo Ludovico il Moro fece eseguire gli ultimi lavori all'architetto Giorgio Trebeser[4].

Verso la metà del Cinquecento, l'amministrazione spagnola del Ducato di Milano decise di rafforzare il confine occidentale dello stato utilizzando Novara come principale piazzaforte. Il castello degli Sforza era ormai inadeguato alle esigenze della guerra e se ne sarebbe dovuto costruire un nuovo. Per limitare le spese, in cinquant'anni, si dotò di bastioni il nucleo della città e si costruirono baluardi difensivi. Il risultato fu una struttura bellica molto più estesa ed articolata dell'originale, all'interno della quale il castello assumeva il ruolo di centro di comando della guarnigione.

Nonostante ormai fosse solo una caserma, l'amministrazione spagnola del Seicento continuò a considerare il castello un elemento essenzialmente difensivo. Con il tempo, tuttavia, la funzione militare passò in secondo piano e la manutenzione della fortificazione venne gradualmente allentata, fino ad arrivare alla trasformazione dei bastioni in luoghi di passeggio pubblico, sotto l'amministrazione sabauda del Settecento.

Il riadattamento a carcere modifica

Il castello divenne carcere solo nel periodo napoleonico. La decisione di spostare le carceri dal Palazzo del Pretorio al castello comportò pesanti manomissioni alle strutture medievali esistenti: furono ricavate alcune finestre nella muratura, altre vennero chiuse, si eliminarono le merlature, la corte divenne il cortile per l'ora d'aria dei prigionieri e vennero approntate torricelle di vedetta carceraria nei quattro angoli bastionati.

L'edificio ospitò il carcere per 170 anni ininterrottamente, il che comportò un danneggiamento rapido della struttura; tra i vari detenuti è da ricordare Claretta Petacci, amante di Benito Mussolini. Nuovi interventi vennero svolti a metà dell'Ottocento, quando fu abbattuta buona parte della cinta di bastioni e si realizzarono sui tre lati gli eleganti giardini pubblici chiamati Allea.

Il castello rischiò di essere abbattuto nell'Ottocento, perché considerato spoglio di ogni pregio artistico. Voci autorevoli si opposero, ispirati dal grandioso restauro che stava avvenendo proprio in quei giorni al Castello Sforzesco di Milano. Fu allora che si riconobbe il valore storico e culturale del vecchio edificio e avanzarono le prime proposte di recupero e/o di restauro: sede dell'Istituto Professionale Omar (1893), sede del Municipio (1912), Parco della Rimembranza (1925), Palazzo delle Poste (1932), parco pubblico (1935), Prefettura (1936).

Nessuno di questi progetti vide vita e il castello rimase per decenni sede delle Regie Carceri Mandamentali. Con la visita ufficiale di Mussolini a Novara, nel 1939, si ricostruì per intero la cortina muraria dell'angolo nordest.

La nuova destinazione e il restauro modifica

Solo nel 1973, con il trasferimento delle prigioni alla Bicocca, il castello perse la destinazione carceraria e da proprietà del Demanio dello Stato passò all'amministrazione municipale di Novara. Dopo alcuni anni di inutilizzo, negli anni Ottanta, si abbatterono edifici e strutture ottocentesche e novecentesche prive di qualità architettonica, sgombrando il cortile e prevedendo il recupero della sede. Nel frattempo, per più di un decennio il castello venne lasciato al Corpo Forestale dello Stato che vi impiantò propri vivai.

Il progetto di restauro e ricostruzione fu curato da Paolo Zermani. L'esecuzione richiese oltre dieci anni e portò alla riapertura nel gennaio 2016, accompagnata da qualche polemica circa la ricostruzione di una torre[5][6]. Sono attualmente in corso di svolgimento gli impegnativi restauri delle mura esterne del castello; avviati nel settembre 2023, dovrebbero giungere al termine nel maggio 2025.

Mostre modifica

  • 21 settembre 2017 - 14 gennaio 2018: Dal Rinascimento al Neoclassico. Le stanze segrete di Vittorio Sgarbi, allestita dal noto critico d'arte[7].
  • 23 novembre 2019 - 5 aprile 2020: Divisionismo. La rivoluzione della luce, curata da Annie-Paule Quinsac, allestita con «l'ambizione di essere la più importante mostra dedicata al Divisionismo realizzata negli ultimi anni»[8][9][10][11].
  • 30 ottobre 2021 - 13 marzo 2022: Il mito di Venezia. Da Hayez alla Biennale, curata da Elisabetta Chiodini[12][13].
  • 22 ottobre 2022 - 12 marzo 2023: Milano. Da romantica a scapigliata, curata da Elisabetta Chiodini[14][15][16].
  • 4 novembre 2023 - 7 aprile 2024: Boldini, De Nittis et les italiens de Paris, curata da Elisabetta Chiodini[17][18].

Note modifica

  1. ^ (LA) Magno Felice Ennodio, Versus de castello Honorati episcopi, in Friedrich Vogel (a cura di), Opera, collana Monumenta Germaniae Historica. Auctores Antiquissimi, t. VII, Berlino, Apud Weimannos, 1885, p. 201. URL consultato il 10 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 22 maggio 2018).
  2. ^ Giancarlo Andenna, Castello, strutture difensive, fortificazioni della città e dei borghi di Novara, in Da Novara tutto intorno, collana Andar per castelli, Torino, Milvia, 1982, pp. 67-68. URL consultato il 23 gennaio 2024. Ospitato su Calameo.
  3. ^ Bernardino Corio, Storia di Milano, I, Milano, F. Colombo librajo edit., 1855, p. 577.
  4. ^ Roberto Bellosta, Castello. Novara, su Novara. I cento castelli. URL consultato il 1º agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 22 maggio 2018).
  5. ^ Barbara Cottavoz, Riapre il castello di Novara: soddisfatti del restauro? Il sondaggio. Terminati i lavori di recupero costati 18 milioni di euro, la storica fortezza di piazza Martiri è stata aperta al pubblico: ecco come si presentano oggi le sale, in La Stampa. Novara, Torino, GEDI Gruppo Editoriale, 27 gennaio 2016. URL consultato il 21 maggio 2018.
  6. ^ Marcello Giordani, Riapre il castello di Novara fu la prigione della Petacci. Trecentesco, per anni abbandonato, ora i restauri, in La Stampa. Novara, Torino, GEDI Gruppo Editoriale, 13 settembre 2016. URL consultato il 21 giugno 2020.
  7. ^ Alessandra Quattordio, Dal Rinascimento al Neoclassico. Le Stanze Segrete di Vittorio Sgarbi in mostra a Novara, in Artribune, 1º ottobre 2017. URL consultato il 21 maggio 2018.
  8. ^ Divisionismo. La rivoluzione della luce, su Il Castello di Novara - Fondazione Castello visconteo-sforzesco di Novara. URL consultato il 4 gennaio 2020.
  9. ^ Giovanna Dal Magro, "La rivoluzione della luce": il Divisionismo in mostra a Novara, in Latitudes. Travel magazine, 30 novembre 2019. URL consultato il 4 gennaio 2020.
  10. ^ Cinzia D'Agostino, Divisionismo. La rivoluzione della luce, in James Magazine, 29 novembre 2019. URL consultato il 4 gennaio 2020.
  11. ^ Saul Stucchi, Divisionismo. La rivoluzione della luce brilla a Novara, in Alibi Online. La cultura viaggia in rete, 26 novembre 2019. URL consultato il 4 gennaio 2020.
  12. ^ A Novara in mostra il mito di Venezia: mostra con opere da Hayez a Ciardi, in Finestre sull'Arte. Arte antica e contemporanea, 13 settembre 2021. URL consultato il 14 gennaio 2022.
  13. ^ Barbara Cottavoz, Elisabetta Chiodini: "Vi porto alla scoperta di Venezia restando tra le mura del castello di Novara", in La Stampa, 12 gennaio 2022. URL consultato il 14 gennaio 2022.
  14. ^ Elisabetta Chiodini - Finestre sull'Arte. Tutte le mostre e gli eventi che sono stati curati da Elisabetta Chiodini, in Finestre sull'Arte. Arte antica e contemporanea. URL consultato il 14 gennaio 2022.
  15. ^ Milano. Da romantica a scapigliata, su Il Castello di Novara - Fondazione Castello visconteo-sforzesco di Novara. URL consultato il 20 dicembre 2023.
  16. ^ Dal Romanticismo alla Scapigliatura, un affascinante viaggio nella Milano dell'Ottocento al Castello Visconteo Sforzesco di Novara, in ArteMAgazine, 20 ottobre 2022. URL consultato il 20 dicembre 2023.
  17. ^ Boldini, De Nittis et les italiens de Paris, su Il Castello di Novara - Fondazione Castello visconteo-sforzesco di Novara. URL consultato il 20 dicembre 2023.
  18. ^ Valentina Petrucci, Una mostra piena di fascino ed eleganza che spiega e analizza un periodo storico senza eguali: La Belle Époque. Da Boldini a De Nittis, da Corcos a Mancini. Al Castello di Novara, dal 4 Novembre al 7 Aprile 2024, si schiudono le porte della bellezza italiana a Parigi, in Domus, 17 novembre 2023. URL consultato il 20 dicembre 2023.

Bibliografia modifica

  • Antonio Rusconi, Il castello di Novara. Memoria, in AA. VV., Monografie Novaresi, Novara, Tip. Miglio, 1877, pp. 137-160. URL consultato il 24 gennaio 2024. Ospitato su Google Libri.
  • Giovanni Battista Morandi, Il castello di Novara dalle origini al 1500, Novara, Stab. tip. G. Cantone, 1912.
  • Giovanni Battista Morandi, Inventari e notizie del castello di Novara nei secoli XV e XVI, Novara, Stab. tip. G. Cantone, 1914.
  • Roberto Nuvolone e Marcello Perazzo (a cura di), Il castello di Novara. Alcuni curiosi documenti, Novara, Azzurra, 1992.
  • Massimiliano Savorra (a cura di), Paolo Zermani. Il restauro del Castello Sforzesco Visconteo, Novara, in Casabella. Rivista internazionale di architettura e urbanistica, n. 881, 2018, pp. 52-62.
  • Gian Domenico Cella e altri, Il castello di Novara e i suoi sotterranei. Guida per il viaggiatore curioso, Novara, Gruppo Grotte CAI Novara, 2006.

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