Chiesa dei Santi Apostoli (Firenze)

edificio religioso di Firenze

La chiesa dei Santi Apostoli è un luogo di culto cattolico che si trova in piazza del Limbo a Firenze.

Chiesa dei Santi Apostoli
Facciata
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
LocalitàFirenze
Coordinate43°46′09.12″N 11°15′07.64″E / 43.7692°N 11.252122°E43.7692; 11.252122
Religionecattolica di rito romano
TitolareDodici Apostoli
Arcidiocesi Firenze
Stile architettonicoromanico, rinascimentale
Inizio costruzioneXI secolo
CompletamentoXVI secolo

È una delle chiese più antiche e ricche di storia di Firenze, dove hanno origine alcune delle più antiche leggende della città e la sua centralità in feste popolari come lo scoppio del carro le hanno valso il soprannome popolare di "Vecchio Duomo di Firenze", nonostante non sia mai stata cattedrale della città. Vi si conservano inoltre le tre schegge della pietra del Santo Sepolcro che Goffredo di Buglione volle regalare a Pazzino de Pazzi per essere stato il primo a scalare le mura di Gerusalemme e ad aver aperto la strada ai cavalieri crociati nella conquista della città durante la prima crociata.

Storia modifica

Una targa sulla facciata ne farebbe risalire la fondazione addirittura all'anno 800, alla presenza niente di meno che di Carlo Magno e del Paladino Orlando. In realtà gli storici dubitano di questa antica iscrizione, risalente a qualche secolo dopo i presunti fatti, e datano più coerentemente la fondazione della chiesa attorno alla fine dell'XI secolo.

Descrizione modifica

La facciata è in stile romanico con un portale cinquecentesco attribuito al pistoiese Benedetto da Rovezzano. Si affaccia sulla piccola piazza del Limbo, così chiamata perché anticamente ospitava un cimitero per i bambini morti prima di essere battezzati, i quali, come descrive anche Dante nella Divina Commedia, rimanevano in una zona indefinita del mondo ultraterreno chiamata appunto limbo. La piccola torre campanaria è di Baccio d'Agnolo del XVI secolo.

 
Interno

La pianta risente dello stile paleocristiano, con colonne in marmo verde di Prato e capitelli diseguali recuperate da edifici romani, in particolare i primi due in stile corinzio si pensa provengono dalle terme che sorgevano nelle vicinanze e risalirebbero al I secolo a.C. Il soffitto ligneo con trabeazione a cavalletti riccamente decorati è del 1333. Il pavimento con un mosaico primitivo è stato recuperato con i restauri e include numerose pietre tombali di personaggi di illustri famiglie fiorenti (Acciaiuoli, Altoviti, Del Bene...). La zona absidale presenta la semplice struttura romanica con le grezze pietre squadrate lasciate a vista. La semplicità dell'interno con gli archi a tutto tondo sulle colonne si dice che possa aver ispirato Brunelleschi nel suo recupero delle forme classiche che portò allo stile rinascimentale. Le cappelle laterali risalgono al Cinquecento e non stonano con l'insieme perché piuttosto piccole e sobrie.

In fondo alla navata sinistra spicca un pregevole tabernacolo in maiolica policroma di Andrea della Robbia, mentre nella prima parte della navata di sinistra vi è una piccola nicchia che custodisce le pietre, secondo la tradizione portate da Pazzino de' Pazzi dalla Terrasanta dopo la prima crociata, con le quali il giorno di Pasqua di ogni anno si accende solennemente il fuoco che infiamma la colombina per il tradizionale scoppio del carro in piazza del Duomo.

Opere d'arte modifica

 
Il tabernacolo di Andrea della Robbia (1512)

Nonostante i danni subiti dall'alluvione del 1966 sono presenti notevoli opere d'arte.

Nella navata sinistra, dall'ingresso:

  • Acquasantiera di Benedetto da Rovezzano
  • Sinopia dell'affresco un tempo presente sopra il portale d'ingresso Madonna con bambino in mezzo ad angeli di Paolo Schiavo, discepolo di Masaccio (XV secolo).
  • Adorazione del Bambino al centro, Arcangelo Raffaeale con Tobiolo e Sant'Andrea apostolo, dipinti su tavola di Maso da San Friano (XVI secolo).
  • Monumento funebre di Oddone Altoviti di Benedetto da Rovezzano (1507).
  • Tabernacolo eucaristico in terracotta invetriata policroma di Andrea Della Robbia. Del 28 aprile 1512 è un pagamento ad Andrea per un grande tabernacolo con angeli reggicortina commissionato da Giovanni di Piero Acciaiuoli. È probabile che abbia collaborato nell’opera anche il figlio Giovanni. Il tabernacolo poggia su una predella con due angeli che sostengono una ghirlanda di foglie in cui è il calice con l’ostia e con l’iscrizione “HIC EST PANIS QUI DE COELO DESCENDIT”. L’edicola è formata da lesene corinzie che sorreggono la trabeazione all’interno della quale quattro colonne in prospettiva e una volta a botte con rosette racchiudono lo sportello del ciborio che raffigura Cristo che risorge dal sepolcro; lo spazio circolare aperto sopra potrebbe contenere la terza pietra del S. Sepolcro, collocata in luogo privilegiato. Nella lunetta è la colomba dello Spirito Santo. Nella parte superiore del ciborio è rappresentato a bassorilievo il Padre benedicente. ll bianco dello smalto, in contrasto con il colore blu del fondo, riflettendo la luce, riesce a mettere in risalto la plasticità di ogni dettaglio.[1]

Nell'abside:

Nella navata destra:

Opere già in Santi Apostoli modifica

Note modifica

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