Classe Duca degli Abruzzi

La classe Duca degli Abruzzi di incrociatori leggeri della Regia Marina Italiana costituiva l'ultima delle cinque classi di incrociatori della serie Condottieri, una classe di incrociatori costruiti prima della seconda guerra mondiale, la maggior parte dei quali vennero battezzati in onore di condottieri italiani del periodo medievale e rinascimentale eccetto le navi della serie Duca degli Abruzzi, intitolati ad un esploratore e ad un eroe del Risorgimento e quelli della serie Cadorna, intitolati a due generali italiani della prima guerra mondiale. Le navi di questa sottoclasse, sacrificando un poco di velocità, hanno avuto, rispetto alle precedenti della classe Condottieri, un miglioramento della corazzatura e dell'armamento, con dei cannoni aggiuntivi per le batterie secondarie; trovarono ampio impiego durante la seconda guerra mondiale, partecipando alla battaglia di Punta Stilo e alla battaglia di Capo Matapan.

Classe Duca degli Abruzzi
Descrizione generale
Tipoincrociatore leggero
ClasseCondottieri tipo Duca degli Abruzzi
Numero unità2
Proprietà Regia Marina fino al 1946
Marina Militare dal 1946
Varo1936
Completamento1937
Caratteristiche generali
Dislocamentonormale: 9.300 t
a pieno carico: 11.761
Lunghezzafuori tutto 184 m
perpendicolari 178 m
Larghezza18,9 m
Pescaggio6,8 m
Propulsione
  • 8 caldaie tipo Yarrow/Regia Marina
  • 2 turboriduttori Parsons su due assi

Potenza: 100.000 CV

Velocità34 nodi (62,97 km/h)
Autonomia4.125 miglia a 13 nodi
Equipaggio640
Armamento
Armamentoalla costruzione:
Corazzaturaverticale: 100 mm + 30mm
orizzontale 40mm
artiglierie 135mm
torrione 140mm
dati tratti da [1]
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Dopo l'armistizio raggiunsero Malta e durante la cobelligeranza vennero schierate in Atlantico partecipando ad azioni di pattugliamento a fianco degli alleati. Nel dopoguerra entrarono a far parte della Marina Militare.

Unità modifica

Furono costruite due navi di questa classe:

Caratteristiche modifica

Le navi appartenenti al tipo Duca degli Abruzzi si sono rivelate ottime unità tra le migliori similari della loro epoca, presentando un perfetto equilibrio fra protezione, velocità, tenuta di mare e armamento, grazie all'esperienza acquisita dalla realizzazione delle precedenti classi e i miglioramenti introdotti richiesero un aumento del dislocamento, che per queste unità superò le 9.000 tonnellate, con un incremento di dimensioni, che portarono la lunghezza dello scafo fuori tutto a 187 metri, risultando quindi tra le più lunghe unità della Regia Marina, precedute soltanto dalle Littorio, dai Trento e dal Bolzano.

 
Due viste della classe

Particolare cura era stata posta nello studio della corazzatura. La protezione verticale era costituita da tre paratie, di cui la prima di 30 mm di acciaio al nichelcromo, la seconda di 100 mm di acciaio cementato che poggiava su un cuscino di legno con funzione ammortizzante ed una terza paratia di 12 mm con funzione di paraschegge. La protezione orizzontale era costituita da una paratia dello spessore di 40 mm nel ponte di batteria e di spessore variabile tra i 20 e 90 mm nel ponte di coperta, mentre corazze curve dello spessore di 100 mm proteggevano i pozzi delle torri principali. La sovrastruttura presentava i due fumaioli ravvicinati e due catapulte, una per lato, che permettevano di imbarcare fino a quattro idrovolanti da ricognizione marittima IMAM Ro.43 biplani biposto a galleggiante centrale capaci di raggiungere circa i 300 km/h e con circa 1 000 km di autonomia,[1] che avevano le ali ripiegabili all'indietro in modo da permetterne il ricovero sulle navi.

L'aumento delle dimensioni e del dislocamento richiese un aumento della potenza dell'apparato motore che era a vapore con due turbine tipo Belluzzo/Parsons alimentate dal vapore di otto caldaie a tubi d'acqua del tipo Yarrow/Regia Marina, con due caldaie in più rispetto alle precedenti realizzazioni della classe Condottieri. In queste caldaie, alimentate a nafta, l'acqua fluiva attraverso tubi riscaldati esternamente dai gas di combustione. Questa configurazione sfruttava il calore sprigionato dai bruciatori, quello delle pareti della caldaia e quello dei gas di scarico. Nel XX secolo questo tipo di caldaia diventò il modello standard per tutte le caldaie di grosse dimensioni, grazie anche all'impiego di acciai speciali in grado di sopportare temperature elevate e allo sviluppo di moderne tecniche di saldatura. L'apparato motore forniva una potenza massima di 100 000 CV e consentiva alla nave di raggiungere la velocità massima di 35 nodi, con un'autonomia che ad una velocità media di 13 nodi era di 4.125 miglia, mentre alla velocità di 31 nodi era di 1 .900 miglia. I serbatoi avevano una dotazione massima di combustibile di 1.725 tonnellate.

L'armamento principale[2] era costituito da cannoni da 152/55 Ansaldo Mod. 1934 a culla singola e a caricamento semi-automatico[3] installati in quattro torri, di cui una trinata ed una binata nella sovrastruttura di prua ed una torretta trinata ed una binata a poppavia del secondo fumaiolo, per un totale di dieci cannoni.

L'armamento antiaereo principale era costituito da 8 cannoni da 100/47 mm OTO[4] in quattro complessi scudati, utili anche in compiti antinave, ma che con l'aumento della velocità dei velivoli e con le nuove forme di attacco in picchiata si mostrarono insufficienti alla difesa aerea e rivelarono una certa utilità solo nel tiro di sbarramento, tanto che per ovviare a tali inconvenienti venne approntato il complesso singolo modello 90/50 mm A-1938[5] con affusto stabilizzato che trovò impiego sulle Duilio e sulle Littorio ma non sulle Cavour.

L'armamento antiaereo secondario era costituito da 12 mitragliere Breda Mod. 31 da 13,2/76 mm[6] e 8 mitragliere pesanti Breda 37/54 mm[7] montate in 4 impianti binati che si rivelarono particolarmente utili contro gli aerosiluranti e in generale contro i bersagli a bassa quota.

Durante la guerra le mitragliere da 13,2 mm furono sostituite con mitragliere da Breda 20/65 Mod. 1935,[8] che si rivelarono ottime armi, di facile uso e manutenzione, che disponevano di una notevole varietà di munizioni (traccianti, traccianti-esplodenti, ultrasensibili, dirompenti) e che furono praticamente usate su tutte le navi della Regia Marina.

L'armamento silurante era di 6 tubi lanciasiluri in 2 complessi tripli, che nel 1945 vennero rimossi e che trovavano posto in coperta circa a metà distanza fra i due fumaioli. Completavano l'armamento antisommergibile 2 lanciabombe di profondità.

Galleria d'immagini modifica

Note modifica

  1. ^ L'aviazione Navale Italiana, su regiamarina.net. URL consultato il 24-10-2008 (archiviato dall'url originale il 24 marzo 2008). di Sebastiano Tringali.
  2. ^ Cannoni & Munizioni, su regiamarinaitaliana.it. URL consultato il 3-2-2008 (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2014).
  3. ^ Italian 152 mm/55 (6") Models 1934 and 1936, su navweaps.com. URL consultato il 19 febbraio 2008.
  4. ^ Italy 100 mm/47 (3.9") Models 1924, 1927 and 1928.
  5. ^ Italian 90 mm/50 (3.5") Model 1939, su navweaps.com. URL consultato il 19 febbraio 2008.
  6. ^ Italian 13.2 mm/75.7 (0.52") MG Model 1931, su navweaps.com. URL consultato il 19 febbraio 2008.
  7. ^ Italian 37 mm/54 (1.5") Models 1932, 1938 and 1939, su navweaps.com. URL consultato il 19 febbraio 2008.
  8. ^ Italian 20 mm/65 Models 1935, 1939 and 1940, su navweaps.com. URL consultato il 19 febbraio 2008.

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