Clowes-Campusano LQG

Il Clowes-Campusano LQG (CCLQG), anche noto come LQG 3 o U1.28, è un grande ammasso di 34 quasar che misura circa 2 miliardi di anni luce. È una delle più grandi cosiddette superstrutture dell'universo osservabile. È situato in vicinanza del grande Huge-LQG.[1][2][3] Fu scoperto nel 1991 dagli astronomi Roger Clowes e Luis Campusano, dai quali ha preso il nome[4].

Mappa RA/Dec delle densità di quasar nella costellazione del Leone rappresentate dai colori più scuri, le croci rosse per il CCLQG ed i cerchi neri per lo Huge-LQG. ''Credit: R.G. Clowes''

Caratteristiche modifica

Posto alla distanza di 9,5 miliardi di anni luce in direzione della costellazione del Leone, il Clowes–Campusano LQG è formato da 34 singoli quasar (nuclei galattici attivi estremamente luminosi alimentati da buchi neri supermassicci) lungo una regione di spazio dalle dimensioni approssimative di 2 miliardi di anni luce di lunghezza e 1 miliardo di anni luce di larghezza, il che ne fa una delle più grandi ed “esotiche” strutture nell'universo osservabile. La denominazione alternativa di U1.28 deriva da suo redshift di z=1,28.[5] Altra caratteristica rilevante è la sua posizione sull'eclittica, il percorso apparente che il Sole compie nell'arco di un anno rispetto allo sfondo della sfera celeste. Il Clowes–Campusano LQG si trova a 1,8 miliardi di anni luce dallo Huge-LQG, un ammasso di 73 quasar scoperto nel 2012.[1][2]

Proprio la sua vicinanza allo Huge-LQG ha attratto l'attenzione degli scienziati. In primo luogo perché pur molto vicino a Huge-LQG, le regioni di spazio in cui sono situati i due LQG sono diverse, disomogenee, in confronto ad altre regioni dell'universo con simili dimensioni e redshift. Poi, data la loro estrema vicinanza, si è ipotizzato che in realtà i due LQG facciano parte di una singola struttura, collegata da filamenti intergalattici non visibili. Tuttavia non sono ancora state trovate delle prove a supporto di questa ipotesi.

Note modifica

  1. ^ a b Jacob Aron, Largest structure challenges Einstein's smooth cosmos, su newscientist.com, New Scientist. URL consultato il 14 gennaio 2013.
  2. ^ a b Astronomers discover the largest structure in the universe, su ras.org.uk, Royal astronomical society. URL consultato il 13 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 14 gennaio 2013).
  3. ^ Roger Clowes, Kathryn A. Harris, Srinivasan Raghunathan, Luis E. Campusano, Ilona K. Soechting e Matthew J. Graham, A structure in the early Universe at z ∼ 1.3 that exceeds the homogeneity scale of the R-W concordance cosmology, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 1211, n. 4, 11 gennaio 2012, p. 6256, Bibcode:2013MNRAS.429.2910C, DOI:10.1093/mnras/sts497, arXiv:1211.6256. URL consultato il 14 gennaio 2013.
  4. ^ (EN) Roger G. Clowes e Luis E. Campusano, A 100–200 Mpc group of quasars, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 249, n. 2, 15 marzo 1991, pp. 218-226, DOI:10.1093/mnras/249.2.218. URL consultato il 17 ottobre 2015.
  5. ^ Sergio Prostak, Universe's Largest Structure Discovered, scinews.com, 11 gennaio 2013. URL consultato il 15 gennaio 2013.

Voci correlate modifica

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