Il codolo ("códolo" da "códa") è la parte piatta terminale della lama di un'arma bianca manesca del tipo spada o coltello, atta ad assicurarne l'ammanicamento nell'impugnatura, chiusa terminalmente dal pomolo o ribattuta contro l'impugnatura medesima.

Spada a due mani del Tardo Medioevo: sono ben visibili il pomolo, il codolo, parte dell'elsa a crociera ed il "forte" della lama.
Spada celtica ripiegata per scopi rituali: è ben visibile la lunga "spina" del codolo.

In lingua italiana, il vocabolo "codolo" serviva anticamente ad indicare l'impugnatura di forchetta e cucchiaio.

Storia modifica

Il codolo fu un'invenzione dell'Età del Ferro.
Nei coltelli dell'Età della Pietra, la lama e l'impugnatura erano un tutt'uno, ricavati dal medesimo blocco di pietra (es. selce) e distinti solo, forse, dalla presenza di una copertura della "manica" che ne rendesse più agevole la presa: una striscia di cuoio o tessuto avvolgente come una fascia la superficie ignea[1]. La nascita della daga e, fondamentalmente, della spada durante l'Età del Rame segnò il primo passo verso una detta differenziazione tra la lama e quella protuberanza finale che doveva garantirne l'ammanicamento. La realizzazione, a parte rispetto alla lama, di una vera e propria impugnatura che con essa doveva poi dialogare in pianta stabile costrinse l'armaiolo a predisporre in modo adeguato quella parte non affilata della lama destinata ad essere chiusa dall'impugnatura. Le spade dell'Età del Bronzo avevano lama terminante in una piastra o "lingua" di metallo traforato destinata a combaciare con la manica, a sua volta realizzata in metallo traforato, onde poi esservi assicurata dall'applicazione di chiodi o rivettini[2].

Primordiali esempi di codoli "a spina" sono rintracciabili ad esempio nei pugnali cosiddetti "a stami" tipici dell'area centro-Italiana, databili a partire dall'ultimo VIII° secolo a.C. Dalla lama di queste armi, più precisamente dal "forte" della lama, dipartiva non più una piastrina traforata bensì un vero e proprio artiglio (in lingua inglese il codolo è ancora oggi indicato con il vocabolo tang, i.e. "artiglio") destinato ad essere chiuso tra le componenti lignee o metalliche della manica. Questa lunga e sottile cuspide di ferro veniva poi assicurata all'impugnatura ribattendola contro di essa.

Il codolo a "spina", costituentesi quale anima dell'impugnatura, chiuso terminalmente dal pomolo continuò ad essere usato per secoli, arrivando inalterato al Medioevo.

Nelle armi da scherma sportiva, il codolo è l'estremità della lama che, tramite una filettatura e un dado, fissa le componenti della spada (impugnatura, coccia, presa di coccia e cuscinetto protettivo) alla lama.

Etimologia modifica

Il vocabolo "codolo" veniva inizialmente utilizzato in lingua italiana per indicare il prolungamento di una forchetta o di un cucchiaio costituentene il manico.

«CÓDOLO la parte di un cucchiaio e di una forchetta (che rassomiglia a una CÓDA), con cui si tengono in mano per adoperarli.»

La lingua metallica della lama di un'arma bianca incastonata nell'impugnatura veniva invece indicata come "coda" per il coltello o "spiga" per la spada.

«Spica della lama si dice la coda della medesima, ed è quel pezzo di ferro, che passa per la impugnatura, e pomo a somiglianza della coda del Coltello, che passa pe'l suo manico.»

In lingua francese, il codolo è indicato con il vocabolo soie, "seta".

Tipologie modifica

  • Push Tang:
  • Encapsulated Tang:
  • Hidden Tang:
  • Stick and Rat-Tail Tangs:
  • Tapered Tang:
  • Skeletonized Tang:
  • Extended Tang:

Note modifica

  1. ^ Burton, Richard (1884), The Book of the Sword, Londra, Chatto & Windus, p. 80, analizza una daga dell'Antico Egitto in bronzo con codolo-impugnatura, priva di pomolo, che sviluppa in soluzione di continuità dalla lama lanceolata.
  2. ^ Burton, Richard, Op. Cit., p. 96.

Bibliografia modifica

  • Burton, Richard (1884), The Book of the Sword, Londra, Chatto & Windus [1].
  • Rosaroll-Scorza, Giuseppe (1814) [e] Grisetti, Pietro, La scienza della scherma esposta dai due amici il barone Rosaroll Scorza commendatore dell'ordine reale delle Due Sicilie, maresciallo di campo ecc. e Pietro Grisetti capo di battaglione del I.mo reggimento dell'artiglieria, Napoli, nella Stamperia Reale [2].

Voci correlate modifica

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