Concilio di Arles (314)

sinodo cristiano del 314

Il concilio di Arles, celebrato nel mese di agosto del 314, è stato un concilio della Chiesa cristiana, il primo ad essere convocato da un imperatore[1]; fu il primo di numerosi altri concili celebrati ad Arles in Gallia.

Svolgimento modifica

Fu organizzato dall'imperatore Costantino I a causa dello scisma donatista che durava in Africa da circa un decennio, in seguito al rifiuto di un folto gruppo d'intransigenti vescovi africani di riconoscere Ceciliano, vescovo di Cartagine, consacrato da Felice, un vescovo presunto "traditore" che nella persecuzione dioclezianea aveva destinato le Sacre Scritture al rogo[2].

Il sinodo condannò i donatisti. Esso minacciò anche di scomunica tutti i soldati che volevano disertare dalle armate imperiali: il che tornava comodo a Costantino nella sua lotta contro Licinio.

Successive indagini provarono non solo che Felice non era un traditore, ma che lo erano stati alcuni vescovi del movimento donatista. Sicché Costantino, vista la loro ostinazione a rifiutare le decisioni del sinodo, prese a reprimerli con la forza, facendo esiliare molti vescovi eretici e confiscare le loro chiese. Ma riuscì solo a creare dei martiri, finché, rassegnato, abbandonò la lotta, che fu ripresa dall'imperatore Costante I che proibì il culto ed esiliò i capi della setta.

Insieme al Concilio di Nicea I, il Concilio di Arles stabilì che la consacrazione episcopale dovesse avvenire per opera di almeno tre vescovi: un consacrante principale e due co-consacranti.

Il Sinodo di Arles del 314 e il Concilio di Nicea I negarono ai diaconi la possibilità di presiedere anche l'Eucaristia anche in casi eccezionali. [3]

Durante questo concilio, si sancì che i cristiani che si rifiutavano di servire l'esercito romano in tempo di pace venissero scomunicati[4].

Al Concilio di Arles del 314 presero parte il vescovo di Lincoln, di York e di Londra, attestando l'esistenza di queste diocesi già a partire dal IV secolo.

Elenco dei partecipanti modifica

Al concilio presero parte rappresentanti di 44 Chiese occidentali, provenienti dell'Italia, della Gallia, della Britannia, della Hispania e dell'Africa romana. Di queste Chiese, 33 furono rappresentate dai loro rispettivi vescovi, mentre le altre da presbiteri e diaconi.

Questo è l’elenco dei 33 vescovi presenti ad Arles, secondo le sottoscrizioni della lettera sinodale inviata dai padri conciliari a papa Silvestro I e riportata da Mansi nel secondo volume della sua Sacrorum Conciliorum nova et amplissima collectio.[5]

Le Chiese rappresentate da presbiteri o diaconi furono quelle di Roma, Orange, Nizza, Apt, Gévaudan (Mende ?), Betica, Ursona, Tarragona, Saragozza, Basti e Ostia.

Note modifica

  1. ^ Rossana Barcellona, Concili "nazionali" e sotterranee rivoluzioni. Agde 506, Orléans 511, Épaone 517, in Reti Medievali, 18, 1 (2017), Firenze university Press, p. 49, ISSN 1593-2214 (WC · ACNP).
  2. ^ La svolta costantiniana, su homolaicus.com. URL consultato il 25/08/2015.
  3. ^ Commissione Teologica Internazionale, Il diaconato: evoluzione e prospettive, su vatican.va, 2003.
  4. ^ Jean Flori, Le crociate, Bologna, il Mulino, 2015, p. 10, ISBN 9788815259448.
  5. ^ Sacrorum Conciliorum nova et amplissima collectio, II, coll. 476-477. Anche: Francis Thackeray, Researches Into the Ecclesiastical and Political State of Ancient Britain Under the Roman Emperors, vol. I, London 1843, pp. 272-278.
  6. ^ Secondo altri storici Pardo fu vescovo di Salpi.
  7. ^ Materno avrebbe partecipato al concilio di Roma del 313 ed a quello di Arles nel 314.
  8. ^ Incerta è l’attribuzione di questa sede, che alcuni autori correggono in Colonia Lindum, ossia Lincoln, altri in Colonia Legionensium, ossia Isca Augusta.
  9. ^ Le sottoscrizioni non specificano se si tratti della sede di Tuburbo Maggiore o quella omonima di Tuburbo Minore.

Bibliografia modifica