De Wallen

quartiere a luci rosse di Amsterdam

De Wallen o De Walletjes (letteralmente: "le mura" e "le piccole mura") è il più grande e meglio conosciuto quartiere a luci rosse e una delle maggiori attrazioni turistiche di Amsterdam, nonché uno dei più famosi quartieri a luci rosse d'Europa e del mondo.

De Wallen
StatoBandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi
CittàAmsterdam
Superficie0,01 km²

Si trova nel cuore della parte antica della città e comprende diversi isolati a sud della chiesa di Oude Kerk ed è attraversato da numerosi canali. De Wallen è una rete di vicoli che contengono poco meno di trecento stanze, affittate da prostitute donne (e in minor parte donne transgender), che offrono i loro servizi dietro ad una parete o una porta di vetro, illuminata dalle tipiche luci rosse. L'area contiene anche un grande numero di sexy shop, teatri erotici, peep show, un museo del sesso e uno della cannabis, oltre ad alcuni coffee-shop.

De Wallen, assieme alle zone di Singelgebied e Ruysdaelkade, forma il Rosse Buurt (l'area a luci rosse) di Amsterdam.

Zona, storia e nome modifica

L'area totale, approssimativamente, corrisponde a 6500 metri quadrati ed è limitata a nord da Niezel, il mare ad est, il Sint Jansstraat a sud e Warmoesstraat ad ovest. La prostituzione si svolge in questa zona, nelle seguenti strade: Barndesteeg, Bethlehemsteeg, Bloedstraat, Boomsteeg (ora chiusa), Dollebegijnensteeg, Enge Kerksteeg, Goldbergersteeg, Gordijnensteeg, Molensteeg, Monnikenstraat, Oudekerksplein, Oudekennissteeg, Oudezijds Achterburgwal, Oudezijds Voorburgwal, Sint Annendwarsstraat, Sint Annenstraat, Stoofsteeg e Trompettersteeg.

Il quartiere a luci rosse esiste dal XIV secolo e precedentemente conteneva anche distillerie, prevalentemente per marinai. Il nome Wallen (mura) si riferisce al mantenimento della diga medievale nel centro storico di Amsterdam.

Organizzazione modifica

 
Statua di una prostituta

La prostituzione è legale nei Paesi Bassi, ma non si può esercitare per strada. Comunque, solo cittadini della comunità europea possono lavorare in questo ambito e non vengono concessi permessi di lavoro ad extra-europei.

Mentre i servizi sanitari e sociali sono sempre disponibili, le prostitute non sono tenute a sottoporsi periodicamente a controlli medici. Uno studio condotto prima del 2006 ha rivelato che il 7% delle prostitute olandesi (incluse quelle che lavorano per strada) è positiva al virus HIV. I proprietari di bordelli e le prostitute richiedono spesso certificati sanitari ai clienti.[1]

Le donne che lavorano come prostitute al De Wallen affittano le stanze per 100-150 € per otto ore, a turni, e comprendono anche la sicurezza. Il profilattico viene usato per i rapporti sessuali con penetrazione, mentre non sempre per il sesso orale. Venti minuti di sesso costano circa 50 €. Ci sono donne di diverse nazionalità che offrono questi servizi.

Per contrastare la pubblicità negativa, Mariska Majoor (fondatrice del Prostitutie Informatie Centrum, centro informativo prostituzione) ha organizzato due giornate gratuite, a febbraio 2006 e a marzo 2007, consentendo l'accesso ai visitatori in alcune vetrine dei bordelli e ad alcuni peep show, informandoli sulle condizioni delle donne che ci lavorano.[2] Majoor ha anche spinto per avere il primo monumento dedicato alle prostitute nel quartiere a luci rosse. La statua di bronzo è stata rivelata a marzo 2007, di fronte ad Oude Kerk, e mostra una donna che aspetta sulla porta.[3]

Lenocinio e traffico umano modifica

Le autorità della città sono preoccupate riguardo rapporti sul lenocinio e sul traffico di esseri umani nell'area, sebbene la misura di questi fenomeni nella zona sia incerta.

Due anonimi vice-ufficiali di polizia che hanno lavorato nel distretto hanno rivelato, ad ottobre 2005, che ci sono due principali gruppi di trafficanti umani al De Wallen, i loverboys e i Turks (turchi). Il gruppo dei loverboys consiste, principalmente, in un certo numero di giovani uomini marocchini che usano tecniche romantiche per convincere le donne a lavorare per loro come prostitute. Una indagine su di loro del 2003 ha portato pochi frutti: solo alcuni arresti e gli indagati sono stati liberati quasi immediatamente per mancanza di prove.[4]

Note modifica

  1. ^ (EN) Amsterdam Red Light District turns spotlight on its practice, su seattletimes.nwsource.com, Seattle Times. URL consultato il 10-01-2009.
  2. ^ (EN) Red Light District holds 2nd annual Open Day, su dutchamsterdam.nl. URL consultato il 10-01-2009.
  3. ^ (EN) Statue in honor of prostitutes unveiled, su dutchamsterdam.nl. URL consultato il 10-01-2009.
  4. ^ (NL) Slavenhandel op de wallen, su debalie.nl, NRC-handelsblad. URL consultato il 10-01-2009 (archiviato dall'url originale il 29 luglio 2013).

Voci correlate modifica

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