Dennis O'Keefe

attore statunitense

Dennis O'Keefe, pseudonimo di Edward Vance Flanagan (Fort Madison, 29 marzo 1908Santa Monica, 31 agosto 1968), è stato un attore statunitense.

Dennis O'Keefe nel film The Kid from Texas (1939)

Biografia modifica

Il giovane Edward Vance Flanagan pareva destinato a una carriera artistica sulle orme dei genitori, attori di origine irlandese che lavoravano entrambi nel vaudeville[1]. Da ragazzino affiancò il padre e la madre sul palcoscenico, ma per un certo periodo il teatro fu per lui solo un hobby che non lo distolse dall'intraprendere la professione di giornalista e scrittore di novelle con lo pseudonimo di Jonathan Hicks[1].

All'inizio degli anni trenta, dopo aver scritto diversi copioni per il cinema, fece il suo debutto davanti alla macchina da presa come comparsa e continuò a recitare in piccole parti non accreditate per tutta la prima metà del decennio[1]. Dal 1936, dopo anni di gavetta in numerose pellicole, iniziò a essere accreditato nei titoli come Bud Flanagan, mentre l'anno successivo venne notato da Clark Gable sul set di Saratoga (1937). Grazie alla segnalazione di Gable, Bud Flanagan sottoscrisse un contratto con la Metro Goldwyn Mayer, che gli cambiò definitivamente il nome in Dennis O'Keefe e gli offrì ruoli più consistenti[1], come quello di Jeff Burton, detto The Kanarsy Kid, ne Il grande segreto (1937), e un ruolo da protagonista in Burn 'Em Up O'Connor (1939).

All'inizio degli anni quaranta O'Keefe lasciò la MGM e lavorò in diverse produzioni prevalentemente a basso budget, sia in ruoli leggeri che in interpretazioni drammatiche. Da ricordare la sua partecipazione alla commedia Arrivederci in Francia (1940) di Mitchell Leisen, al dramma Anche i boia muoiono (1943) di Fritz Lang, e soprattutto all'horror L'uomo leopardo (1943), prodotto per la RKO da Val Lewton e diretto da Jacques Tourneur, un giallo sofisticato di gusto esotico, tratto dal romanzo di Cornell Woolrich The Black Alibi[2].

Dopo la seconda metà degli anni quaranta, O'Keefe trovò altre opportunità nel genere noir grazie alla collaborazione con il regista Anthony Mann, che lo diresse in T-Men contro i fuorilegge (1947), in cui l'attore interpretò il ruolo di un agente del Tesoro che cerca di sgominare una rete di ladri, e in Schiavo della furia (1948), in cui impersonò un gangster in fuga con due donne (Claire Trevor e Marsha Hunt), entrambe innamorate di lui[3]. I due film, divenuti col tempo “classici” del genere, rappresentarono l'apice della carriera per O'Keefe, che da quel momento iniziò a diradare le apparizioni sul grande schermo.

A partire dagli anni cinquanta l'attore comparve prevalentemente in pellicole d'avventura come Tamburi a Tahiti (1954) e Massacro ai grandi pozzi (1957), e di genere poliziesco come La gang dei falsari (1954), di cui fu anche regista e sceneggiatore, Il sindacato di Chicago (1955) e La città corrotta (1956). Sempre nel 1954 diresse e interpretò Angela (1954), una coproduzione italiana in cui impersonò un americano che a Roma viene coinvolto in un intrigo da una femme fatale. Fu attivo principalmente in televisione, in serie come Lux Video Theatre (1953-1956) e Climax! (1954-1956), raggiungendo grande popolarità con lo spettacolo della CBS The Dennis O'Keefe Show, in cui interpretò il ruolo di Hal Towne in 32 episodi tra il 1959 e il 1960.

Vita privata modifica

Dopo il primo matrimonio con Louise Stanley, nel 1940 O'Keefe sposò l'attrice Steffi Duna, dalla quale nel 1944 ebbe il figlio Edward James[1]. Accanito fumatore, l'attore morì per un cancro ai polmoni nel 1968, all'età di sessant'anni.

Filmografia modifica

Apparizioni non accreditate modifica

Accreditato come Dennis O'Keefe modifica

Televisione modifica

Doppiatori italiani modifica

Nelle versioni in italiano dei suoi film, Dennis O'Keefe è stato doppiato da:

Note modifica

  1. ^ a b c d e Tutto Cinema – Il libro degli attori, Rizzoli Editore, 1977, pag. 188
  2. ^ Il cinema, grande storia illustrata, De Agostini, 1983, Vol. IV, pag. 8-9
  3. ^ John Gabree, Gangsters. Da Piccolo Cesare a Il Padrino, Milano Libri Edizioni, 1976, pag. 113

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

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