Domenico Rossi (architetto)

architetto italo-svizzero (1657-1737)

Domenico Rossi (Morcote, 28 dicembre 1657Venezia, 8 marzo 1737) è stato un architetto svizzero naturalizzato italiano, attivo principalmente a Venezia.

La facciata della chiesa di San Stae progettata da Domenico Rossi
Il lato nord-est di Santa Maria Assunta, detta I Gesuiti, e il suo campanile (1715-1728)

Biografia modifica

Figlio di Francesco e di Caterina Sardi, ad appena otto anni si trasferì a Venezia presso gli zii materni Francesco, sacerdote, e Giuseppe, architetto. Avviato da questi al mestiere di tagliapietra, fece soprattutto esperienza in cantiere al seguito di Alessandro Tremignon (dal 1669) e di Baldassarre Longhena (dal 1674). Ebbe un'istruzione di base grazie a un maestro pagato dalla famiglia Priuli e apprese anche i rudimenti di disegno, probabilmente dallo zio Giuseppe. Fu descritto da Tommaso Temanza come un uomo non particolarmente colto, ma assai pratico di costruzioni, molto attento al profitto e impegnato nel tessere relazioni che lo introducessero a possibili committenti.

Nel 1684 sposò Angiola Cavalieri, che gli diede Iseppo, Francesco, Caterina, Giovanni, Paolo e Benedetta. Anche questi furono coinvolti nel mondo dell'edilizia: Francesco fu muratore, Paolo fu architetto (così come suo figlio Filippo), Benedetta sposò il capomastro Sante Trognon e Caterina l'architetto Giovanni Scalfarotto (zio di un altro architetto, Tommaso Temanza).

Opere modifica

Nel 1701 realizzò la ristrutturazione integrale di Palazzo Dolfin, attuale sede veneziana della Banca d'Italia, e in seguito (1709) venne chiamato a realizzare la facciata di una delle principali chiese di Venezia, la chiesa di San Stae, una delle poche ad affacciarsi direttamente sul Canal Grande,[1] che si caratterizza come una commistione tra il neoclassicismo palladiano e lo stile barocco. L'opera riscosse un apprezzamento tale che nel 1713 fu chiamato alla realizzazione della chiesa dei Gesuiti, in stile pienamente barocco.

Realizzò interventi anche nella chiesa di Santa Maria Formosa (i due altari degli Incurabili e di Santa Barbara) e fu inoltre il progettista del palazzo Ca' Corner della Regina, costruito nel 1724 sul Canal Grande in stile neoclassico, già sede dell'Archivio Storico delle Arti contemporanee della Biennale di Venezia e ora proprietà della Fondazione Prada, e della demolita chiesa dell'Ospedale degli Incurabili. Sempre a Venezia, curò il restauro di Ca' Maffetti Tiepolo in Campo San Polo.

Fuori Venezia progettò il Palazzo Gregoris di Pordenone e probabilmente anche il Palazzo Fullini di Polcenigo.[2]

Note modifica

  1. ^ Attualmente sono solo sette le chiese veneziane che si affacciano sul Canal Grande: oltre alla chiesa di San Stae, ci sono la chiesa degli Scalzi, la chiesa di San Simeon Piccolo, le absidi della chiesa di San Geremia, la chiesa di San Marcuola, la chiesa di San Samuele e la Basilica di Santa Maria della Salute.
  2. ^ Ugo Perut, Breve relazione storico-architettonica sul Palazzo Fullini, in I Fullini: dall'Alpago al feudo di Polcenigo, da mercanti a conti.

Bibliografia modifica

  • Vincenzo Maria Coronelli, Proposizioni diverse de' principali architetti per il progetto di San'Eustachio, Venezia, senza data, ma 1710.
  • Niccolò Madrisio, Orazione all'Illustrissimo e Reverendissimo Monsignor Dionigi Delfino Patriarca di Aquileia in rendimento di grazie per la sontuosa Libreria aperta in Udine a' pubblico perpetuo commodo della sua Diocesi, Venezia 1711.
  • Vincenzo Maria Coronelli, Guida de' forestieri…, Venezia 1713.
  • Pietro Antonio Pacifico, Cronica veneta sacra e profana, o sia un Compendio di tutte le cose più illustri ed antiche della città di Venezia, Venezia 1736.
  • Giovanni Battista Albrizzi, Forestiere illuminato intorno le cose più rare, e curiose, antiche, e moderne della città di Venezia, e dell'isole circonvicine…, Venezia 1740.
  • Antonio Visentini, Osservazioni di Antonio visentini architetto veneto che servono di continuazione al trattato di Teofilo Gallaccini sopra gli errori degli architetti, Venezia 1771.
  • Francesco Milizia, Memorie degli architetti antichi e moderni, Parma 1781, 349.
  • Giovanni Battista Galliccioli, Delle memorie venete antiche profane ed ecclesiastiche, tomo VI, Venezia 1795, 145-146.
  • Giovanni Antonio Moschini, Guida per la città di Venezia all'amico delle belle arti, Venezia 1815, I, 661-663; II, 142-147, 549.
  • Idem, Itinéraire de la ville de Venise et des iles circonvoisines, Venise 1819, 170.
  • Giovanni Battista Soravia, Le chiese di Venezia descritte e illustrate, Venezia 1822-1824, volume III, 1824, 44.
  • Emanuele Antonio Cicogna, Delle inscrizioni veneziane, Venezia 1824-1853, tomo IV, 1834, 384.
  • Bartolomeo Cecchetti, Documenti per la storia dell'augusta ducale Basilica di San Marco in Venezia dal nono secolo sino alla fine del decimo ottavo dall'Archivio di Stato e dalla Biblioteca Marciana in Venezia, Venezia 1886, 162.
  • Giovanni Bianchini, La chiesa di Santa Maria Assunta dei Gesuiti a Venezia, Venezia 1891.
  • Pietro Selvatico, Sulla architettura e sulla scultura in Venezia, Venezia 1897, 433-434.
  • Giulio Lorenzetti, Venezia e il suo estuario, Venezia 1926, ristampa Venezia 1974.
  • G. Vale, S. Colomba e la pieve di Osoppo, Udine 1927.
  • Ulrich Thieme, Felix Becker, Domenico Rossi, in Allgemeines Lexikon der bildenden Künstler, volume XXIX, Seemann, Leipzig 1935, 56.
  • Lina Livan (a cura di), Notizie d'arte tratte dai Notatori e dagli Annali del N.H. Pietro Gradenigo, Venezia 1942.
  • G. Vale, La congregazione delle Suore della Divina Provvidenza di Udine, Udine 1947.
  • Guglielmo Biasutti, Storia e guida del Palazzo Arcivescovile di Udine, Udine 1958.
  • Nace Šumi, Gregor Macek Ljubljanski barocni arhitekt, Ljubljana 1958, 44.
  • Wittkower Rudolf, Arte e architettura in Italia (1600-1750), Torino, Einaudi, 1996 [London 1958, Torino 1972], p. 384, nota 46, ISBN 9788806132415.
  • Elena Bassi, Un episodio dell'edilizia veneziana del secolo XVII: il palazzo Zane a San Stin, in Arte Veneta, 1961, 155-164.
  • Ugo Donati, Artisti ticinesi a Venezia, Lugano 1961, 63.
  • Nace Šumi, Ljubljanska barocna arhitektura, Ljubljana 1961, 18-19.
  • Silvio Tramontin, S. Stae. La chiesa e la parrocchia, Venezia 1961.
  • Elena Bassi, Architettura del Sei e Settecento a Venezia, Napoli 1962, 207-232.
  • Giovanni Musolino, La beata Giuliana di Collalto: chiesa e monastero di San Biagio e Cataldo alla Giudecca, Venezia 1962.
  • Tommaso Temanza, Zibaldon de' memorie storiche appartenenti a' professori delle belle arti del Disegno, manoscritto 1738, edizione a cura di N. Ivanoff, Venezia-Roma 1963.
  • Andrea Benedetti, Storia di Pordenone, Pordenone 1964, 31.
  • Francis Haskell, Mecenati e pittori. Studio sui rapporti tra arte e società italiana nell'età barocca, Firenze, Sansoni, 1966 (edizioni segg.: ivi 1985; Torino, Allemandi, 2000; ed. originale: Patrons and painters. A study in the relations between Italian art and society in the age of the Baroque, London, Chatto & Windus, 1963).
  • Carlo Palumbo-Fossati, Una chiesa dell'architetto morcotese Domenico Rossi a Ljubljana, in Bollettino Storico della Svizzera Italiana, LXXX, fascicoli 1-2, gennaio-giugno 1968, 41-53.
  • Donata Battilotti, Domenico Rossi e la riforma settecentesca del duomo di Udine, in Artisti in viaggio, 1600 - 1750: presenze foreste in Friuli Venezia Giulia, a cura di Maria Paola Frattolin, Venezia 2005, pp. 307-334.
  • Fulvio Lenzo, L'architetto Domenico Rossi di Morcote. Autore della chiesa e della facciata di Santa Maria Assunta dei Gesuiti, in Giorgio Mollisi (a cura di), Svizzeri a Venezia nella storia nell'arte nella cultura nell'economia dalla metà del Quattrocento ad oggi, Arte&Storia, a. 8, n. 40, Editrice Ticino Management S.A., Lugano, settembre-ottobre 2008, 302-321 (con ampia bibliografia).

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