Drosera

genere di piante carnivore

Drosera L., 1753 è un genere di piante carnivore della famiglia delle Droseracee[1], dotate di trappole adesive.

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Drosera
Drosera capensis
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
Ordine Caryophyllales
Famiglia Droseraceae
Genere Drosera
L., 1753
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Ordine Nepenthales
Famiglia Droseraceae
Genere Drosera
Specie
Areale

Include oltre 250 specie distribuite principalmente in Australia, Africa e Sud America, con un numero limitato di specie diffuse nell'emisfero nord.

Etimologia modifica

Il nome del genere deriva dal greco δρόσος (drosos) e significa "gocce di rugiada", facendo riferimento alle piccole gocce di mucillagine che si formano sulla superficie delle foglie della pianta e che ricordano la rugiada mattutina.

Descrizione modifica

Le varie specie sono accomunate dalla presenza di foglie ricoperte di tentacoli vivacemente colorati, che presentano gocce di una sostanza collosa secreta da apposite ghiandole, in grado di attirare gli insetti e farli rimanere intrappolati e in secondo tempo di secernere succhi simili alla tripsina, grazie ai quali digeriscono gli insetti. Per favorire quest'ultima fase, la foglia nella quale è intrappolato l'insetto tende ad arricciarsi, avvolgendolo, in un arco di tempo che può variare, arrivando anche a durare 14 ore.

La fioritura avviene nel periodo primaverile ed estivo e, generalmente, ha una durata di circa 3 giorni. In seguito i fiori appassiranno, dando inizio alla fase di sviluppo dei semi.

È notevole, inoltre, la sua longevità: infatti la pianta può raggiungere 50 anni d'età.[senza fonte]

Distribuzione e habitat modifica

L'areale del genere Drosera si spinge dall'Alaska al nord sino alla Nuova Zelanda al sud. Le aree di maggiore espressione della biodiversità sono l'Australia (con circa il 50% di tutte le specie note), il Sud America (oltre 20 specie) e l'Africa meridionale (oltre 20 specie). Solo alcune specie sono diffuse in Eurasia e Nord America.

Il genere ha avuto origine in Africa e Australia e si è successivamente diffuso, per speciazione, sino all'attuale areale[2].

Tassonomia modifica

Il genere comprende le seguenti specie:[1]

In Europa sono presenti solo 3 specie: Drosera intermedia, Drosera anglica e Drosera rotundifolia[3].

Alcune specie modifica

Coltivazione modifica

Le specie di Drosera sono generalmente molto resistenti. Il loro substrato ottimale è costituito da un 70% di torba acida di sfagno e un 30% costituito da perlite o, in alternativa, sabbia di quarzo. È altamento sconsigliato, come per quasi tutte le piante carnivore, l'utilizzo di fertilizzanti.

Le annaffiature devono essere frequenti al fine di garantire una costante umidità del substrato. Annaffiare le Drosere con regolarità aggiungendo 2–3 cm di acqua piovana, distillata o demineralizzata ad osmosi inversa nel sottovaso. Non si utilizza l'acqua di rubinetto o in bottiglia in quanto il ph elevato e i sali disciolti sarebbero fatali per la pianta. In alcuni casi la pianta può adattarsi anche a sopravvivere galleggiando in acqua (distillata) se presenti le sostanze nutritive.

Usi terapeutici modifica

  Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

È consigliata nelle malattie da raffreddamento, per calmare la tosse, nella bronchite e come diuretico. È attiva contro gli stafilococchi, e gli streptococchi.[4][a quale specie si riferisce?]

Note modifica

  1. ^ a b (EN) Drosera, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 16 giugno 2023.
  2. ^ Rivadavia F. et al., Phylogeny of the sundews, Drosera (Droseraceae), based on chloroplast rbcL and nuclear 18S ribosomal DNA Sequences, in American Journal of Botany. 2003;90:123-130.
  3. ^ Blondeau G., Il grande libro delle piante carnivore, De Vecchi, 2002, ISBN 88-412-4979-X.
  4. ^ "Le piante medicinali", di Roberto Michele Suozzi, Newton&Compton, Roma, 1994, pag.69

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

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