Edmondo Bernacca

generale e meteorologo italiano

Edmondo Bernacca (Roma, 5 settembre 1914Roma, 15 settembre 1993) è stato un generale e meteorologo italiano.

Edmondo Bernacca
Il colonnello Bernacca (a sinistra) e il collega e amico colonnello Andrea Baroni
NascitaRoma, 5 settembre 1914
MorteRoma, 15 settembre 1993
Luogo di sepolturaFivizzano
Dati militari
Paese servito Regno d'Italia
Bandiera dell'Italia Italia
Forza armata Regia Aeronautica
Aeronautica Militare
Anni di servizio1938-1979
GradoGenerale di brigata aerea
GuerreSeconda guerra mondiale
Studi militariMeteorologia
Frase celebreNebbia in Val Padana!
Altre caricheDocente, conduttore televisivo e divulgatore scientifico
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Biografia modifica

Nato a Roma il 5 settembre 1914, nel 1938 si arruolò e frequentò la Scuola Allievi Ufficiali d’Artiglieria presso la Caserma Lucania di Potenza;[1] successivamente inquadrato nell'allora Regia Aeronautica si occupò di meteorologia e del suo insegnamento fin da prima della seconda guerra mondiale. Come meteorologo prestò servizio alla Scuola di Applicazione dell'Aeronautica Militare di Firenze, all'Istituto Idrografico della Marina di Taranto e a Roma.[2]

Si sposò nel 1947 con Bepi Bernabò con cui ebbe due figli: Federica e Paolo.[3] Dal 1948 iniziò una collaborazione con le testate giornalistiche a cui seguirono la conduzione di uno spazio radiofonico nella trasmissione mattutina Casa Serena (1955). Il suo debutto televisivo avvenne nel 1957, quando la RAI gli affidò la realizzazione e la conduzione di un programma autonomo dedicato alle previsioni meteorologiche Il tempo in Italia, da lui stesso ideato.[4] Nel 1960 condusse due puntate del programma di divulgazione La fabbrica del tempo. Successivamente fu protagonista anche di altre trasmissioni divulgative in RAI, sia in televisione sia in radio.[4]

Divenne noto al grande pubblico dalla metà degli anni sessanta come il "colonnello Bernacca". All'epoca infatti rivestiva il grado di tenente colonnello dell'Aeronautica Militare, cui fece seguito la promozione a colonnello e poi generale.

Il parere del pubblico e della critica modifica

Secondo lo studioso di tecniche di comunicazione Amedeo Benedetti, la personalità signorile di Bernacca e la dialettica raffinata, ma di facile comprensione, fecero di lui il primo divulgatore della meteorologia in Italia, soprattutto nell'appuntamento serale con Che tempo fa?. Alla citata signorilità dei modi, «… Bernacca accoppiava la rarissima dote della semplicità: le "Previsioni del tempo" divennero subito uno spettacolino a cui non potevamo mancare, dove imparavamo a familiarizzare con millibar ed isobare, scoprendo finalmente, seguendo la sua bacchetta, dove fossero le Azzorre. L'esposizione, nonostante la materia fosse di notevole complessità, risultava chiara e comprensibile. (…) I suoi successori, moltiplicatisi in varie reti, apparvero tutti, al suo confronto, più o meno incerti, goffi, noiosi; e nulla aggiunsero (che non fosse peggiorativo) alle sue "Previsioni" …».[5]

Nel 1971 venne pubblicato dalla casa editrice Arnoldo Mondadori Editore il suo libro più noto, "Che tempo farà", considerato ancora oggi uno dei migliori testi per avvicinarsi al mondo della meteorologia.[5]

Il successo della sua rubrica, originariamente in onda alle 13:00, portò i dirigenti RAI a spostarla nel palinsesto a un orario di maggiore ascolto e cioè alle 19:55, poco prima dell'apertura del telegiornale della sera. Un tentativo del 1972 di ridurre la rubrica dagli iniziali tre minuti a due causò una vasta serie di proteste da parte degli spettatori, proteste che portarono al ripristino della durata solita.[6]

Nel 1979, dopo essere andato ufficialmente in pensione, venne promosso generale. Bernacca venne chiamato nuovamente nel 1982 a presentare Che tempo fa (successivamente rinominato Meteo 1). Dal 1984 al 1989 fu testimonial in una campagna pubblicitaria di un'azienda farmaceutica. Le ultime apparizioni televisive (sia pure soltanto in voce) risalgono al 1993, all'interno delle edizioni serali del TG4.

Morì la sera del 15 settembre 1993 all'ospedale Sant'Eugenio di Roma, dov'era ricoverato a causa di complicanze polmonari.[3]

Riconoscimenti modifica

Meteo Museo Edmondo Bernacca modifica

Nel 2018 grazie a Paolo Grassi, l'allora sindaco di Fivizzano, viene istituito il Meteo Museo Edmondo Bernacca (MMEB), per la divulgazione della meteorologia attraverso la figura del Colonnello Bernacca. Un sito dove poter acquisire, con l’ausilio degli strumenti multimediali e di una stazione meteorologica di Meteo Apuane, alcune delle nozioni basiche ed elementari dello studio e della conoscenza del tempo.[7]

Associazione Edmondo Bernacca modifica

  • A Bernacca è stata dedicata una stazione meteorologica automatica installata presso l'osservatorio astronomico Franco Fuligni in località Vivaro. È stata inaugurata l'11 febbraio 2006 alla presenza della moglie Bepi Bernabò e dei figli Paolo e Federica.
  • Nel 1991 Sandro Bondi, l'allora sindaco di Fivizzano, gli conferisce la cittadinanza onoraria a motivo dei suoi meriti e per il fatto di soggiornare spesso, per vacanza, nella cittadina che è il paese di origine della moglie Bepi Bernabò e in cui si sono sposati.[8][9]
  • Nel 2005 il comune di Roma ha dedicato a Edmondo Bernacca una via nel quartiere EUR.
  • Nel 2009 Paolo Grassi, il sindaco di Fivizzano, dedica una via a suo nome a motivo del profondo legame con la cittadina lunigianese che ne ospita anche le spoglie, insieme a quelle della moglie Bepi Bernabò, nel locale cimitero comunale.[10]

Note modifica

  1. ^ Potenza, 8-9 settembre 1943, in Centro studi storico militari "Gerardo Salinardi". URL consultato il 1º settembre 2017.
  2. ^ Paolo Bernacca, Mio papà, il Colonnello Edmondo Bernacca, su pagine70.com, 23 giugno 2003. URL consultato il 9 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2012).
  3. ^ a b Carlo Ciavoni, É morto Bernacca, in la Repubblica, 16 settembre 1993. URL consultato il 31 agosto 2017.
  4. ^ a b Grasso, p. 76.
  5. ^ a b Amedeo Benedetti, Storia dei programmi televisivi di maggior audience in Italia, Genova, Erga, 1999, p. 318.
  6. ^ Edmondo Bernacca, su storiaradiotv.it. URL consultato il 1º gennaio 2012.
  7. ^ Un Museo Meteo intitolato al Generale Edmondo Bernacca, su centrometeo.com.
  8. ^ Maria Vittoria Cascino, Viaggio nella frazioncina che sforna i capi del partito azzurro, in Il Giornale, 4 maggio 2008. URL consultato il 31 agosto 2017.
  9. ^ Fivizzano: un museo dedicato a Edmondo Bernacca, padre della meteorologia in TV, in firenzepost.it, 23 agosto 2017. URL consultato il 31 agosto 2017.
  10. ^ Maurizio Binzeschi, Il colonnello Bernacca avrà un museo nella sua Fivizzano, in La Stampa, 30 agosto 2017. URL consultato il 31 agosto 2017.

Bibliografia modifica

Pubblicazioni di Edmondo Bernacca modifica

  • Edmondo Bernacca, Che tempo farà. Manuale di meteorologia pratica, Milano, Arnoldo Mondadori, 1971.
  • Edmondo Bernacca, La previsione del tempo e i climi della Terra e d'Italia, Brescia, La Scuola, 1972.
  • Harry Milgrom, Il gioco del meteorologo, introduzione di Edmondo Bernacca, Roma, Armando, 1974.
  • Vicente Serveda e Jesù A. San Gil, L'atmosfera e le previsioni del tempo, a cura di Curzia Ferrari, intervista di Edmondo Bernacca, Novara, Istituto geografico De Agostini, 1977.
  • Edmondo Bernacca, Il tempo domani, Firenze, Giunti, 1991.
  • Edmondo Bernacca, Profilo climatico della Lunigiana, Fivizzano, Conti Edizioni, 1996

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