Emilio Bianchi (incursore)

militare italiano (1912-2015)

Emilio Bianchi (Sondalo, 22 ottobre 1912Viareggio, 15 agosto 2015[1]) è stato un palombaro della Marina Italiana.

Emilio Bianchi
NascitaSondalo, 22 ottobre 1912
MorteViareggio, 15 agosto 2015
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Bandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Marina
Marina Militare
CorpoPalombari
UnitàXª Flottiglia MAS
Anni di servizio1932 - ?
ComandantiJunio Valerio Borghese
BattaglieAttacchi a Gibilterra
Impresa di Alessandria
DecorazioniMedaglia d'Oro al Valor Militare
Studi militariScuola CREM
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Prestò servizio come operatore nella Xª Flottiglia MAS della Regia Marina durante la seconda guerra mondiale con il grado di capo di terza classe palombaro, venendo decorato con la medaglia d'oro al valor militare.

Biografia modifica

Arruolatosi come volontario nella Regia Marina nel 1932, entrò a fare parte del corpo dei palombari dopo aver frequentato il corso di specializzazione presso la scuola CREM di Varignano (La Spezia).[2]

Fu imbarcato dapprima sulla nave idrografica Ammiraglio Magnaghi, compiendo missioni nell'Egeo e nel Mar Rosso, e poi, nel 1934, venne trasferito sull'incrociatore Fiume, a bordo del quale ottenne la promozione a sottocapo.[2]

Terminato il servizio sulla R.N. Fiume, venne aggregato al primo gruppo sommergibili di La Spezia e, infine, dopo essere stato promosso a sergente, fu destinato alla Xª Flottiglia MAS, dove partecipò all'addestramento che lo avrebbe portato alla qualifica di operatore di mezzi di assalto subacquei.[2]

Nel secondo conflitto mondiale modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Impresa di Alessandria.

Allo scoppio della seconda guerra mondiale partecipò con il grado di 2° capo palombaro agli attacchi dell'autunno 1940 della roccaforte inglese di Gibilterra; quindi, nel dicembre 1941, partecipò all'attacco alla base navale inglese di Alessandria d'Egitto.

Dopo essersi avvicinato al porto inglese grazie al sommergibile Scirè, prese posto come 2° operatore del siluro a lenta corsa n. 221 condotto dal tenente di vascello Luigi Durand de la Penne. I due portarono sotto la corazzata inglese HMS Valiant il mezzo esplosivo; tuttavia il Bianchi dovette riemergere a causa di un'intossicazione da ossigeno dovuta al malfunzionamento del suo respiratore e allo sforzo immane dovuto alle cinque ore di immersione.[2][3]

Avvistato nel buio, in acqua, da una sentinella, venne catturato e condotto a bordo insieme a Luigi Durand de la Penne. I due incursori italiani furono interrogati dagli ufficiali inglesi e, rifiutandosi di fornire al nemico informazioni, furono entrambi rinchiusi in un locale sotto la linea di galleggiamento. Salvatosi dopo lo scoppio della carica esplosiva collocata sotto la chiglia della nave in cui era tenuto prigioniero, venne portato in un campo di prigionia nel quale rimase sino dopo l'armistizio del settembre 1943. Il 31 agosto 1944 gli venne conferita per l'azione nel porto di Alessandria d'Egitto la medaglia d'oro al valor militare.[2][4]

Nel dopoguerra modifica

Promosso per meriti di guerra capo di 3ª classe e di 2ª classe, fu promosso a capo di 1ª classe palombaro nel 1954. Divenuto ufficiale del CEMM, fu assegnato dapprima al centro subacqueo di Varignano, poi al Nucleo Sminamento di Genova e per ultimo all'Accademia Navale di Livorno; fu infine posto in congedo con il grado di capitano di corvetta.[2]

Il 18 dicembre 2004, nell'anniversario dell'attacco di Alessandria d'Egitto, presenziò al varo del nuovo sottomarino Scirè.[1]

In occasione del suo centesimo compleanno, nel 2012, venne omaggiato dal presidente della repubblica con una medaglia commemorativa.[3] Emilio Bianchi morì a Torre del Lago (frazione del comune di Viareggio) nel 2015.

La Marina Militare, il 25 gennaio 2020, ha varato una fregata della classe FREMM intitolata a Emilio Bianchi (F589). Tuttavia tale unità navale non entrerà mai in servizio, come la precedente ("Spartaco Schergat" F598), in quanto, a seguito di accordi bilaterali con l'Egitto, le due fregate sono state vendute alla marina nordafricana.[5]

Onorificenze modifica

«Eroico combattente, fedele collaboratore del suo ufficiale dopo averne condivisi i rischi di un tenace, pericoloso addestramento lo seguiva nelle più ardite imprese e, animato dalla stessa ardente volontà di successo, partecipava con lui ad una spedizione di mezzi d'assalto subacquei che forzava una delle più potenti e difese basi navali avversarie, con un'azione in cui concezione operativa ed esecuzione pratica si armonizzavano splendidamente col freddo coraggio e con l'abnegazione degli uomini. Dopo aver avanzato per più miglia sotto acqua e superato difficoltà ed ostacoli di ogni genere, valido e fedele aiuto dell'ufficiale le cui forze erano esauste, veniva catturato e tratto sulla nave già inesorabilmente condannata per l'audace operazione compiuta. Noncurante della propria salvezza si rifiutava di dare ogni indicazione sul pericolo imminente, deciso a non compromettere l'esito della dura missione. Col suo eroico comportamento acquistava diritto all'ammirata riconoscenza della Patria e al rispetto dell'avversario[6]
— Alessandria d'Egitto, 18-19 dicembre 1941.

Note modifica

Bibliografia modifica

  • Emilio Bianchi, Ferruccio Bravi, Pagine di diario 1940-1945. Memorie di guerra e di prigionia di un operatore della Marina Militare Italiana, Viareggio, Pezzini, 1996.
  • Marc'Antonio Bragadin, La Marina Italiana nella seconda guerra mondiale (1940-1943), Roma, Lega Navale Italiana, 1950.
  • Giorgio Giorgerini, Attacco dal mare. Storia dei mezzi d'assalto della Marina italiana, Milano, Mondadori, 2007, ISBN 9788804512431.
  • James Sadkovich, La marina italiana nella seconda guerra mondiale, Milano, Feltrinelli, 2006 [1994], ISBN 978-88-07-88532-7.
  • Ufficio storico della Marina Militare, I mezzi d'assalto, a cura di Carlo De Risio, Paolo Cocchia, Carlo Paladini, Gian Paolo Pagano, XIV: i Mezzi d'Assalto, IV edizione, Roma, Edizioni Marina Militare, 1992.

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàISNI (EN0000 0000 5704 4857 · SBN BVEV196026 · LCCN (ENnb2003017036 · BNF (FRcb12891753f (data)