Federico Salvatore

cantautore e cabarettista italiano (1959-2023)

Federico Salvatore (Napoli, 17 settembre 1959Napoli, 19 aprile 2023) è stato un cantautore e cabarettista italiano.

Federico Salvatore
NazionalitàBandiera dell'Italia Italia
GenereCanzone napoletana
Canzone popolare
Musica d'autore
Musica demenziale
Cabaret
Periodo di attività musicale1989 – 2021
Strumentovoce, chitarra
Album pubblicati12
Studio10
Live1
Raccolte2

Biografia modifica

Carriera modifica

Nato a Napoli nelle vicinanze della storica via Santa Teresa degli Scalzi, iniziò a suonare la chitarra da autodidatta all'età di 8 anni. Mancino naturale, non invertì l'ordine delle corde sulla tastiera, come si fa di solito, bensì la posizione delle dita. Lasciò gli studi di giurisprudenza dopo due anni, con dispiacere dei genitori che volevano che diventasse un avvocato, per dedicarsi alla carriera di cantautore.[1]

Fece le sue prime apparizioni in teatro, dove si esibì riadattando testi divertenti su musica di canzoni famose. La notorietà arrivò nel 1994 con la vittoria al concorso BravoGrazie, che gli permise di partecipare alla trasmissione televisiva Maurizio Costanzo Show [1][2].

Grazie alle numerose presenze in questa trasmissione ottenne grande successo: i suoi album Azz... e Il mago di Azz vendettero più di 500.000 copie, facendogli vincere due dischi di platino nel 1995.[1]

Nello stesso anno Federico Salvatore partecipò al Festivalbar come ospite fisso, e nel 1996 fu in gara al Festival di Sanremo dove si classificò tredicesimo con il pezzo Sulla porta,[1] che trattava il difficile rapporto tra un ragazzo omosessuale e la madre. La canzone sanremese fu inserita nell'album Il mago di Azz, mentre nel 1997 fu il turno di Coiote interrotto, dove si trovava anche un brano dedicato ad uno dei suoi idoli, Totò.

Nel 2002 l'uscita dell'album L'osceno del villaggio segnò un'ulteriore svolta nella sua carriera, e il cantante cabarettista lasciò definitivamente il posto al cantautore di denuncia, ad esempio in brani come Se io fossi San Gennaro, in cui elencava tutto ciò che, secondo lui, ha rovinato la sua Napoli negli ultimi anni, e le cause per così dire "endogene", ovvero le colpe dei Napoletani stessi. Del 2004 è l'album Dov'è l'individuo?, con il quale egli continuò nel solco tracciato dal lavoro precedente.

La decisione di spostarsi verso la musica impegnata lo mise un po' ai margini di quel mondo dello spettacolo in cui era esploso negli anni precedenti, che non rinnegò ma a cui guardava con distacco e senza rimpianti, come spiegò nel brano Homo Sapiens (sempre dall'album L'osceno del villaggio):

«…se non frequento Roma le notti più mondane e non vado a Cortina per due o tre settimane, se non m'importa di fare la firma sulla foto, se non voglio pagare il prezzo d'esser noto (…) ma io me ne sto fuori da questa strana guerra, fra me e gli spettatori c'è solo una chitarra (…) e cercherò di fare quello che ho fatto sempre, girare per cantare le mie canzoni strambe…»

Nel 2007, per la prima volta dopo anni, fece la sua ricomparsa in televisione come ospite in tre puntate del programma del sabato sera di Rai Uno Apocalypse Show, condotto da Gianfranco Funari.[1]

Nel 2008 partecipò in qualità di voce recitante nei brani Robot d'acciaio e Folata in conclusione contenuti nel disco Frequento il vento del cantautore Zorama.

Nel 2009 uscì, dopo una gestazione di tre anni, il lavoro discografico Fare il napoletano stanca, contenente 13 brani tra cui una nuova versione di Se io fossi San Gennaro.

Nel 2011 vide la luce il DVD Se io fossi San Gennaro - LIVE, compendio degli ultimi anni di attività dal vivo, con in vendita in allegato, esclusivamente nella versione per librerie, il libro dal titolo Il dramma dell'anagramma.[1]

Il malore e la morte modifica

Fu colpito da emorragia cerebrale il 13 ottobre 2021.[3] Ricoverato all'ospedale del Mare a Napoli, intraprese poi un percorso di riabilitazione, interrotto dalla morte, avvenuta il 19 aprile 2023 all'età di 63 anni.[4] Il funerale è stato celebrato il giorno dopo presso la basilica di San Ciro a Portici.[5] Riposa nel locale cimitero.[6]

Stile musicale modifica

I testi di Federico Salvatore sono a sfondo comico-satirico. La sua satira è ambientata soprattutto nel mondo napoletano, di cui il cantante dipinge i risvolti quotidiani. Tra i testi più riusciti Azz, Azz Vacanze e i suoi vari "incidenti": Incidente in Banca, incidente al Vomero, Incidente in Paradiso, Incidente telefonico, brani umoristici e rapidi che propongono buffi episodi e battibecchi, nei quali l'autore contrappone Federico, personaggio ricco e blasonato ma arrogante e snob, a Salvatore, povero popolano, ignorante e un po' rozzo, in una serie di divertenti dualismi.

Negli ultimi anni aggiunse alla sua satira bonaria e scherzosa un tono di denuncia e critica. Tra queste tematiche, spiccano il contrasto fra bene e male nella mente dell'uomo, il progressivo allontanamento dalla fede dovuto al passaggio dell'individuo dall'infanzia all'età adulta, il rimpianto nei confronti dell'infanzia e la crisi della cultura musicale nel mondo moderno, nonché la riflessione sui pregiudizi nei confronti degli omosessuali.

Discografia modifica

Note modifica

  1. ^ a b c d e f Biografia di Federico Salvatore, su federicosalvatore.it. URL consultato il 29 novembre 2012 (archiviato dall'url originale il 26 novembre 2012).
  2. ^ Federico Salvatore e “l’incidente telefonico” al Maurizio Costanzo Show, su larampa.it. URL consultato il 19 aprile 2023.
  3. ^ Federico Salvatore ricoverato in rianimazione a Napoli: colpito da emorragia cerebrale, su ilmattino.it, 13 ottobre 2021.
  4. ^ Federico Salvatore morto a Napoli: addio all'istrionico chansonnier, su ilmattino.it, 19 aprile 2023.
  5. ^ Federico Salvatore morto, funerali a Portici con Biagio Izzo, Peppe Iodice, Lino D'Angiò e Alan de Luca, su ilmattino.it, 20 aprile 2023.
  6. ^ È morto Federico Salvatore, su ulisseonline.it.

Bibliografia modifica

  • Antonio Sciotti, I Divi della Canzone Comica, Arturo Bascetta Editore 2021, Napoli. Pag. 287-294

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Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN58682232 · ISNI (EN0000 0000 4164 2617 · SBN REAV094310 · LCCN (ENno97021567 · WorldCat Identities (ENlccn-no97021567