Fenesta ca lucive

canzone napoletana

Fenesta ca lucive è una canzone napoletana, pubblicata nel 1842 dalle edizioni Girard come opera di Guglielmo Cottrau, noto editore di melodie napoletane, e Vincenzo Bellini [1] per la musica, e di Giulio Genoino[2] per il testo, e ripubblicata nel 1854 con l'arricchimento di due strofe dall'editore Mariano Paolella[3].

Fenesta ca lucive
ArtistaAA.VV.
Autore/iGuglielmo Cottrau
Vincenzo Bellini
Giulio Genoino
GenereCanzone napoletana
Data1842
Vincenzo Bellini (attribuzione) (info file)
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Fenesta ca lucive — Versione per due viole accompagnate

La canzone, che la tradizione orale vorrebbe ricavata da una melodia napoletana seicentesca risalente all'epoca di Masaniello, si ispirerebbe ad una poesia cinquecentesca del poeta siciliano Matteo di Ganci, incentrata sul tragico assassinio della nobildonna Laura Lanza di Trabia, meglio conosciuta come la baronessa di Carini a seguito del matrimonio contratto col barone Vincenzo II La Grua-Talamanca, e del suo amante (cugino del marito).

La canzone è nella colonna sonora dei film Accattone, Il Decameron e I racconti di Canterbury di Pier Paolo Pasolini.

Vi è traccia della canzone anche nel film L'oro di Napoli, nell'episodio in cui si vede Vittorio De Sica nei panni di un nobile partenopeo, pervaso dal demone del gioco, il quale, pur di soddisfare la sua astinenza, gioca a carte con il figlio del portiere del suo palazzo e proprio durante una partita a carte, canta questa canzone.

Note modifica

  1. ^ Fenesta che lucive... : canzone antica napoletana attribuita al divo V. Bellini. Napoli, Bideri 1890 circa. Ma si tratta di un'attribuzione del tutto arbitraria
  2. ^ Gianni Race, Attualità di Giulio Genoino (1771 - 1856), Istituto di studi atellani, Sant'Arpino (CE), 1999, p. 3.
  3. ^ Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto, Ulrico Hoepli editore, Milano 1989 (ristampa X edizione riveduta 1995; ISBN 88-203-0092-3), p.264.; Gianni Borgna, Storia della canzone italiana, 4ª edizione, Mondadori 1996, p.9.

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