Ferrovia Circumetnea

linea ferroviaria italiana

La ferrovia Circumetnea è una linea ferroviaria italiana a scartamento ridotto che collega Catania a Riposto, compiendo il periplo dell'Etna, e passando per diversi centri pedemontani etnei.

Ferrovia Circumetnea
Stati attraversatiBandiera dell'Italia Italia
InizioCatania Borgo
FineRiposto
Attivazione189598
GestoreGestione governativaFerrovia Circumetnea
Lunghezza107,4 km
Scartamento950 mm
Elettrificazioneno
Ferrovie

È gestita dalla Direzione generale Trasporto pubblico locale del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che ha in carico anche la gestione della metropolitana di Catania e dei servizi automobilistici integrativi e suburbani.

Storia modifica

Trasporti

Il progetto modifica

Il progetto di una ferrovia che si inerpicasse sui fianchi dell'Etna fino a Bronte, prese le mosse dalla circolare emanata il 20 settembre 1870 dal presidente della "commissione provinciale per lo studio di linee ferroviarie della provincia di Catania", Salvatore Majorana-Calatabiano, con i preliminari per la creazione di un consorzio tra i comuni interessati ad una ferrovia che, partendo dalla stazione di Bicocca, salisse per Paternò, Licodia, Biancavilla e Adernò fino a Bronte[1].

Tratta Inaugurazione[2]
Catania Borgo–Adrano 2 febbraio 1895
Catania Gaito–Catania Borgo 13 marzo 1895
Adrano–Bronte 2 giugno 1895
Lave CastiglioneGiarre 1º luglio 1895
Bronte–Lave Castiglione 30 settembre 1895
Giarre–Riposto 25 novembre 1896
Catania Porto–Catania Gaito 10 luglio 1898

L'approvazione, nel 1879, della legge 5002 ("legge Baccarini") accelerò la concretizzazione di proposte su impulso da parte della provincia, della Camera di Commercio di Catania e dei comuni dei centri pedemontani etnei, interessati per la creazione di un vero e proprio sistema ferroviario economico e a scartamento ridotto (quella che poi è stata la Circumetnea), che prevedesse, fino ad Adernò (Adrano), oltre al tracciato, anche la creazione di un bivio in quest'ultima stazione che desse origine ad una ferrovia per Leonforte e Nicosia, e un'altra per raggiungere a Giardini la già esistente ferrovia Messina-Catania.[3]

Le discussioni tra opposizioni e richieste di varianti, portarono ad abbandonare il progetto di prosecuzione su Giardini, in favore del raggiungimento di Giarre-Riposto. Tuttavia il primo atto di riconoscimento ufficiale si ebbe solo con il regio decreto del 31 dicembre 1883[4], e la concessione dei lavori da parte del ministro del tesoro Giovanni Giolitti, giunse il 23 maggio 1889.[5]

La costruzione e l'inaugurazione della linea modifica

 
La locomotiva n.10, denominata Mascali, esposta a Misterbianco durante le festività natalizie del 2013.
 
Accoglienza dei Reali di Savoia, presso la stazione di Piedimonte Etneo (1911).
 
Il logo FCE dell'ADe 18, denominata La Prima (serie automotrici ADe 11-20).

La concessione ottenuta dal consorzio venne quindi sub-concessa alla Società Siciliana di Lavori pubblici, società che faceva capo all'imprenditore inglese Robert Trewhella[5], personaggio molto noto all'epoca. Due notabili catanesi, appartenenti alla famiglia Asmundo, Michele Scammacca Asmundo e Francesco Asmundo, erano rispettivamente presidente e vice presidente del consiglio d'amministrazione della società. Il progetto iniziale subì alcune variazioni, e rimase inattuata l'idea di creare una linea che effettuasse un periplo completo dell'Etna con ritorno a Catania; venne comunque deciso che la linea doveva essere costruita secondo il tipo 4 delle ferrovie economiche previste dalla legge, ovvero a scartamento ridotto[6] e a binario unico.

Le stazioni furono progettate in stile italiano, con colorazioni che andavano dal giallo ocra al rosso mattone.

Il 2 febbraio 1895 entrò in funzione il tratto Catania-Adernò (dal 1929 Adrano), e a breve distanza di tempo, anche gli altri. Il 10 luglio 1898, la tratta che va da Riposto al porto di Catania, era interamente percorribile con la trazione a vapore, ed una velocità massima di linea ammessa di 27 km/h. In tempi abbastanza brevi, erano stati costruiti 22 ponti, 22 viadotti e 6 tunnel, oltre a numerose opere annesse, come stazioni, rimesse e case cantoniere.[7].

La trazione venne affidata alle locotender a vapore di rodiggio 0-3-0; le locomotive, in numero di dodici, ricevettero ciascuna un nome scelto tra le principali località attraversate.[8]

L'attivazione della ferrovia permise ai centri di Adrano, Bronte, Maletto, Randazzo e Linguaglossa di potersi affrancare da un isolamento che durava ormai da secoli.

Edmondo De Amicis vi compì un viaggio all'inizio del XX secolo di cui rimane il racconto nell'opera «Ricordi di un viaggio in Sicilia».

Il 30 maggio 1911 viaggiarono sulla linea i Reali d'Italia, Vittorio Emanuele III ed Elena del Montenegro.

Nel 1937, in periodo di autarchia, vennero acquistate e messe in servizio, 6 automotrici Fiat del tipo ALn 56 (chiamate littorine) di fabbricazione nazionale, e caratterizzate da economicità e bassi costi di esercizio, oltre che da una velocità commerciale decisamente più elevata, che dimezzò i tempi di percorrenza.[9] La littorina, che andò a sostituire le prime locomotive a vapore della fine del XIX secolo, segnerà particolarmente la storia della ferrovia, tanto che il treno della Circumetnea viene ancora erroneamente chiamato, dalle persone più anziane o dalla gente dei luoghi attraversati, 'a Litturina.

Il secondo dopoguerra modifica

Alla fine del 1943, dopo la fine della seconda guerra mondiale, la Circumetnea risultava seriamente danneggiata dai combattimenti che l'avevano interamente coinvolta, durante l'avanzata degli Alleati, con il passaggio del fronte a sud e a nord dell'Etna, le cui operazioni belliche avevano distrutto mezzi ed impianti. Le gravissime difficoltà in cui versava la Società esercente (che aveva mutato nel frattempo la propria denominazione in "Società Etnea di Lavori Pubblici", SELP), accertate da un'inchiesta ufficiale, spinsero il Ministero dei trasporti a revocarle la concessione, con decreto del 14 gennaio 1947, n. 2051,[10] e ad istituire la Gestione commissariale governativa[11].

Nel 1954 furono acquistate, dalle Officine Ranieri di Roma, due automotrici diesel, immatricolate ALn 541 e 542, con una capienza massima di 52 posti a sedere. Oltre alle automotrici, furono acquistate anche le due relative rimorchiate a carrelli, immatricolate R.551 e 552[11].

Le difficoltà di esercizio, tuttavia permanevano, in quanto le infrastrutture erano fatiscenti, rabberciate alla meglio dopo le distruzioni, e il parco rotabili era insufficiente, oltre che obsoleto; nel 1959 fu presentata, alla Camera dei deputati, una proposta di legge di iniziativa parlamentare per l'inclusione della "Circumetnea" nella rete ferroviaria FS; la proposta tuttavia non ebbe seguito[10], e la ferrovia rimase in gestione commissariale governativa.

Nel 1961, per fronteggiare l'aumento della richiesta di servizi viaggiatori, furono acquistate, usate, tre automotrici diesel e monomotore, a 2 assi, sempre di costruzione Ranieri, immatricolate AL 35. Oltre a queste tre automotrici, venne acquistata, sempre usata, e sempre di costruzione Ranieri, un'automotrice diesel e a carrelli, proveniente dalla Ferrovia Rimini-Novafeltria, immatricolata ALn 52.10.

Negli anni 1970 venne finanziato l'acquisto di 13 nuove automotrici diesel-elettriche, di costruzione OMS-TIBB-Fiat Ferroviaria, ovvero le ADe 01-03 e le ADe 11-20, le quali permisero la definitiva scomparsa dei servizi a vapore[11].

Negli anni 1980 fu deciso l'ulteriore acquisto di 4 automotrici usate, in esubero, dalle Ferrovie Calabro Lucane, e di 6 RALn 60 provenienti dalle dismesse ferrovie Dittaino-Caltagirone e Castelvetrano-Porto Empedocle delle FS[12].

L'ultimo arrivo di nuovi rotabili avvenne nel 1991, con le cinque automotrici diesel-elettriche, ADe 21-25, costruite dalla ITIN di Catania[13].

Le interruzioni a causa delle colate laviche modifica

Nel corso degli anni, il tracciato della Circumetnea ha subito diverse interruzioni a causa di alcune importanti colate laviche:

Tra le varianti di percorso costruite nel corso degli anni, a causa delle varie eruzioni laviche, fu particolarmente rilevante quella di Castiglione, completata nel 1926, il cui percorso, ricco di numerose opere d'arte di notevole impegno (tra cui otto gallerie e tre viadotti), descriveva un'ansa di circa 10 km che, partendo dalla frazione Rovittello, raggiungeva in salita il comune di Castiglione di Sicilia, da cui ridiscendeva con pendenza più lieve, per ricongiungersi al tracciato originario prima della stazione di Linguaglossa, tagliando fuori quella di Cerro.[17]

La variante di Castiglione, soggetta a numerose frane per la natura debole e argillosa del terreno, fu dismessa nel 1960, in seguito al ripristino del tracciato originario con la stazione di Cerro[14][17].

L'interramento della tratta urbana e la sua conversione in metropolitana modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Metropolitana di Catania.
 
La stazione di Italia della Metropolitana di Catania.

All'inizio degli anni 1990, Il tratto iniziale, da Catania Porto a Catania Corso Italia, venne interrotto per consentire l'impiantazione del cantiere di Piazza Galatea, punto di inizio dell'interramento per la trasformazione in metropolitana. Di conseguenza, fino al 1999, Corso Italia (munita di un paraurti terminale, di un marciapiede e di una biglietteria adiacente), divenne il punto di origine dei treni.

L'apertura della prima tratta della metropolitana di Catania, avvenne il 29 giugno 1999, era lunga 3,8 km e comprendeva sei fermate: CT Porto, FS, Galatea, Italia, Giuffrida, Borgo.

I primi 1,8 km erano in superficie, nonché a binario unico, mentre i restanti 2 km erano a doppio binario e interrati.

Contestualmente all'apertura della tratta metropolitana Porto-Borgo, venne dismesso il binario di superficie tra Corso Italia e Borgo, per poi essere definitivamente smantellato negli anni successivi.

La metropolitana di Catania fu la prima metropolitana vera e propria della Sicilia.

Dopo più di 17 anni in cui la tratta metropolitana non ebbe sviluppi, il 12 dicembre 2016 venne aperta la tratta Galatea-Stesicoro, contestualmente alla sospensione della tratta Galatea-Porto e la soppressione della fermata FS, a favore della nuova fermata Giovanni XXIII[18][19].

Il 30 marzo 2017 venne aperta la tratta Borgo-Nesima, affiancandosi alla tratta in superficie a scartamento ridotto[20].

L'ammodernamento della linea (2005-oggi) modifica

La storica stazione di Santa Maria di Licodia, dismessa ed inglobata da quella nuova. Da notare l'assenza dell'armamento ferroviario.
La nuova stazione interrata di Santa Maria di Licodia sud.

Nel 1988 fu presentato un progetto che prevedeva l'interramento della tratta, con doppio binario a scartamento ordinario ed elettrificato, della tratta Catania Borgo-Paternò, e con il conseguente ammodernamento della tratta fino ad Adrano.

Nel 2000, il Ministero dei trasporti erogò un finanziamento di oltre 80 milioni di euro per l'inizio dei lavori del progetto, ma l'opera di ammodernamento venne avviata solo nel 2005. Il «Piano d'interventi prioritari»[21] del Ministero dei lavori pubblici (redatto a fine 2006), prevedeva un ammodernamento a rete metropolitana sino ad Adrano, l'aggiunta di una tratta Catania-aeroporto e l'ammodernamento delle tratte Adrano-Riposto e Nesima-Misterbianco, destinando un iniziale finanziamento di 90 milioni di euro su un totale previsto di 540.[22]

Nel corso del biennio 2010-2011, vennero in parte realizzate le varianti, con l'attraversamento sotterraneo dei centri abitati di Santa Maria di Licodia, Biancavilla e Adrano.

Le due nuove stazioni sotterranee, costruite nel territorio di Santa Maria di Licodia, sono: Santa Maria di Licodia Sud e Santa Maria di Licodia Centro, per una lunghezza complessiva di 2,5 km. L'attivazione delle nuove varianti, comportò la dismissione graduale della storica tratta in superficie, nonché della storica stazione di Santa Maria di Licodia.

Le quattro nuove stazioni, costruite nel territorio di Andrano, sono: Adrano Cappellone, Adrano Centro, Adrano Naviccia e Adrano Nord. Le prime due stazioni sono interrate, mentre le altre due sono state costruite in superficie.

La tratta sotterranea, di circa 4 km, di cui 2 km in galleria, con le due stazioni sotterranee a carattere metropolitano, furono inaugurate il 12 giugno 2011[23], e furono attivate all'esercizio il 19 settembre successivo[24], dopo le autorizzazioni ministeriali e dell'USTIF, nonché in concomitanza con l'entrata in vigore dell'orario invernale[25].

In corrispondenza della stazione di Adrano Nord, venne realizzata una piccola officina per i rotabili ferroviari, avente un binario a doppio scartamento (ridotto e ordinario), inoltre è presente un grande spiazzo per la sosta degli autobus[26] che fanno capolinea o hanno origine dalla stessa stazione di Adrano Nord.

Fino al 2011, la ferrovia, ultima in Italia, era gestita da un commissario governativo; un apposito decreto del governo Berlusconi IV abolì tale figura, ponendola sotto la gestione governativa della Direzione generale Trasporto pubblico locale del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti[27].

Nel corso del 2015 è stato completato il restante tracciato in corso di ammodernamento e interramento, con l'entrata in funzione di quattro nuove stazioni nel territorio di Biancavilla, di cui due sotterranee (Centro e Colombo) e due di superficie con doppio binario (Pozzillo e Poggio Rosso), poste agli ingressi del tratto sotterraneo.

Nel mese di luglio 2015, l'ammodernamento dell'intera tratta Paternò-Adrano era stato ultimato, con numerose tratte in variante e sotterranee, e predisposta ad un eventuale futura elettrificazione, nonché al cambio dello scartamento, da ridotto a ordinario,[28] quindi per essere usata dalla metropolitana di Catania.

L'acquisto di nuovo materiale rotabile modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Autotreno FCE DMU 001-004.
 
Il DMU 003, denominato Vulcano, in transito presso le sciare di Bronte, 26 marzo 2018.

Dopo quasi un ventennio dall'ultimo acquisto di rotabili nuovi, nel 2010 fu aggiudicata alla RSI Italia la commessa per la costruzione di 8 nuove unità binate diesel-elettriche, munite di ogni comfort, che avrebbero dovuto essere consegnate nel 2012[29]. Successivamente, in conseguenza della crisi irreversibile, che portò alla messa in liquidazione della RSI-Costa Sistemi Ferroviari (ex Costamasnaga), l'ordinativo fu acquisito, nel settembre 2013, dalla società polacca Newag, che siglò, presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il contratto per la fornitura di quattro complessi automotori, con un'opzione per la fornitura di altri sei complessi prevista entro i successivi quattro anni. La firma del contratto esecutivo avvenne tra le due parti, Zbigniew Konieczek per la Newag SA e l'ingegnere Virginio Di Giambattista, Direttore Generale TPR per il ministero. I nuovi convogli, del un valore complessivo di 14,8 milioni di euro, vennero messi in produzione nello stabilimento Newag di Nowy Sącz, in Polonia[30]. La consegna dei primi treni venne annunciata per il mese di ottobre del 2015[31]. Il primo treno della serie battezzata "Vulcano", DMU 001 A-B, giunse a Catania, via mare, su appositi carrelli stradali, il 1º dicembre del 2015[32], ed entro la fine di dicembre giunsero a Catania anche i treni DMU 002 e 003[28]. L'ultimo treno della serie, il DMU 004, giunse il 28 giugno 2016, completando la prima fornitura.

La nascita dello spazio espositivo dei rotabili storici modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Spazio Espositivo Rotabili Storici.
 
Lo storico deposito locomotive della stazione di Bronte, oggi convertito in Spazio Espositivo dei Rotabili Storici.

Nel 2016, lo storico deposito locomotive della stazione di Bronte, è stato convertito in Spazio Espositivo Rotabili Storici, nel quale vengono preservate le due littorine storiche ALn 56, la locomotiva n. 10, denominata MASCALI, e due carri[33][34][35][36].

Dati generali modifica

  • Anno di fondazione: 1883 (con regio decreto del 31 dicembre)
  • Anno di inaugurazione: 1898
  • Km: 110,963 (in origine, con partenza da Catania Porto, 114,700 km circa comprensivi della tratta metropolitana)
  • Tempo di percorrenza: 190 min. circa
  • Stazioni: 30
  • Galleria più lunga: Biancavilla 3165 m
  • Pendenza massima: 36 per mille
  • Altezza massima: 976 m.s.l.m. (nei pressi di Rocca Calanna)
  • Velocità commerciale: 35 km/h
  • Mezzi di trazione: 21 automotrici Diesel (di cui 12 funzionanti), 4 treni "Vulcano", 2 ALn 56 (Littorine) del 1937 (di cui una funzionante)
  • Depositi automotrici: Catania Borgo, Adrano, Bronte, Randazzo, Riposto.
  • Officina aziendale: Catania Borgo.

Materiale rotabile modifica

Locomotive a vapore modifica

Unità Anno di acquisizione Costruttore N. costruzione Potenza Note
1 - Randazzo 1890 Hawthorn Leslie and Company ? kW Demolita
2 - Linguaglossa 1890 Hawthorn Leslie and Company ? kW Demolita
3 - Biancavilla 1894 Ernesto Breda ? kW Demolita
4 - Misterbianco 1894 Ernesto Breda Demolita
5 - Paternò 1894 Ernesto Breda Demolita
6 - Bronte 1894 Ernesto Breda Demolita
7 - Adernò 1894 Ernesto Breda Demolita
8 - Maletto 1894 Ernesto Breda Demolita
9 - Castiglione 1894 Ernesto Breda Demolita
10 - Mascali 1894 Ernesto Breda 302 Preservata, non funzionante
11 - Giarre 1894 Ernesto Breda Demolita
12 - Licodia 1894 Ernesto Breda Demolita
13 - Walther Sousendt 1910 Ernesto Breda Restituita alla fabbrica entro l'anno
14 - Carlo V 1910 Ernesto Breda Restituita alla fabbrica entro l'anno
15 - Spedalieri 1910 Ernesto Breda Restituita alla fabbrica entro l'anno
16 - Gemellaro 1910 Ernesto Breda Restituita alla fabbrica entro l'anno
13 - Catania 1911/12 Officine Catania Borgo Riutilizza il numero 13; demolita
14 - La Meuse (soprannome) 1926 (1909) Ateliers de construction de La Meuse 2224 Riutilizza il numero 14; acq.usata ex-Alifana, preservata, non funzionante

Nel 1910, la Circumetnea, per far fronte all'aumento del traffico, soprattutto turistico, acquisì nuovo materiale rotabile dalla Breda; tuttavia, le quattro locomotive fornite, di uguale rodiggio, ma più pesanti (33 t) e differenti dalle precedenti, in quanto costruite sul modello fornito alle Ferrovie Economiche Biellesi, non fornirono un buon risultato e vennero restituite alla fabbrica entro poco tempo.[37]

La locomotiva n. 14 venne acquistata, usata, nel 1926 dalla Ferrovia Alifana, e a differenza delle altre locomotive a vapore, ad essa non venne attribuito un proprio nome.

Sono state preservate solo due locomotive a vapore: la n. 10, denominata Mascali, e la n. 14 (ex Alifana, nota come La Meuse, nome proveniente dal nome della fabbrica di Liegi, che l'aveva prodotta), ambedue non operative ed usate solo per esposizione.

Automotrici modifica

Gruppo e numeri Anni di acquisizione Costruttore Tipologia trazione Alimentazione Miniatura Note
ALn 56.01-06 1937 Fiat ferroviaria Meccanica Gasolio   4 unità demolite (l'ALn 56.02, 56.03, 56.04 e la 56.05)
ALn 541-542 1956 Officine Ranieri Meccanica Gasolio   1 unità demolita (l'ALn 541)
ALn 52.10 1957 Officine Ranieri Meccanica Gasolio   1 unità, trasformata in Officina mobile, e successivamente demolita
AL 35 01-03 1957 Officine Ranieri Meccanica Gasolio   tutte le unità sono state demolite
ADe 01-03 1961-62 Stanga-TIBB-Fiat Ferroviaria Diesel-elettrica Gasolio   2 unità demolite (l'ADe 01 e l'ADe 02)
ADe 07-10 1979 Stanga-TIBB-Fiat Ferroviaria Diesel elettrica Gasolio   2 unità demolite (l'ADe 07 e l'ADe 10)
RALn 64 01-06 1979 Fiat ferroviaria Meccanica Gasolio   1 unità demolita (la RALn 6401)
ADe 11-20 1980 Stanga-TIBB-Fiat Ferroviaria Diesel-elettrica Gasolio   3 unità revampizzate (l'ADe 18, l'ADe 19 e l'ADe 16)
ADe 21-25 1990-91 ITIN-Italimprese Industrie Diesel-elettrica Gasolio   1 unità accantonata (l'ADe 21)
DMU 001-004[38] "Vulcano" 2015 Newag Diesel-elettrica Gasolio   Ciascun autotreno è composto da 2 casse (A e B)
L'ALn 56.02, nella livrea castano-isabella degli anni '40, alla stazione di Belpasso-Piano Tavola, 20 ottobre 1983.
Il DMU 001 alla stazione di Misterbianco, 11 maggio 2023.

La ferrovia Circumetnea si dotò di automotrici a gasolio nel 1937, puntando sul tipo di automotrici di largo successo, prodotto dalla Fiat; si trattava di 6 unità uguali, immatricolate ALn 56.01-06, munite di 2 motori e da 56 posti a sedere. Di queste sei unità di automotrici, ne sono state preservate due: l'ALn 56.01 e l'ALn 56.06; l'unità 56.01 non è più marciante, ed è preservata presso lo spazio espositivo dei rotabili storici, mentre l'unità 56.06 è stata restaurata e riportata nei colori originali; anch'essa è preservata presso lo spazio espositivo dei rotabili storici, è funzionante ed è utilizzata per scopi turistici, prevalentemente nella tratta Bronte-Randazzo.

Nel dopoguerra, il parco venne integrato dai nuovi rotabili costruiti dalle officine Ranieri di Roma[11], ovvero, le due automotrici ALn 541 e 542, con le relative rimorchiate R.551 ed R.552[11]. Oltre quest'ultimi, si aggiunsero dei rotabili usati, provenienti dalla dismessa ferrovia Rimini-Novafeltria[11], ossia: l'automotrice bimotore a carrelli ALn 52.10, e tre automotrici monomotore AL 35 ad assi, sempre di costruzione Ranieri.

Tutte le automotrici AL 35 ad assi, furono demolite. L'ALn 541 fu demolita nel 2014. L'ALn 542 è accantonata presso una delle rimesse della stazione di Riposto. L'ALn 52.10, che la FCE trasformò come carro da soccorso, fu demolita nel 2015.

Negli anni 1960, il parco obsoleto venne rinnovato con l'immissione di automotrici diesel elettriche, di costruzione Stanga-TIBB; si trattava delle ADe 01-03[11], ADe 07-10, immesse nel parco rotabili nel 1980 (ex automotrici M4.150 delle Ferrovie Calabro Lucane) e delle ADe 11-20, anch'esse di costruzione Stanga-TIBB.

Alla fine degli anni 1970 furono acquistate, usate, 6 automotrici ex-FS del la serie RALn 60, e trasformate, presso le officine del deposito locomotive di Catania Borgo, in RALn 64, con la sostituzione dei motori, l'allungamento della parte frontale, quindi con la costruzione di una nuova cabina di guida, e l'applicazione di porte pneumatiche a due battenti[39].

Nel 1991 vi fu un ulteriore ammodernamento del parco rotabili, con l'acquisto delle automotrici diesel-elettriche ADe 21-25, costruite dalla ITIN[40].

Nel settembre del 2013, dopo uno stallo di tre anni dovuto al fallimento della RSI international (ex-Costamasnaga), che avrebbe dovuto consegnare otto nuove unità binate entro il 2012, la FCE siglò l'accordo con la ditta polacca Newag, che avendo rilevato la precedente commessa, ha provveduto a realizzare 4 nuovi complessi binati automotori. Il primo nuovo treno (DMU 001[38]) è arrivato a Catania il 1º dicembre 2015[32][41], altri due sono giunti il 13[42] e il 15 dicembre. Nella prima metà del 2016, gli autotreni Vulcano hanno iniziato le corse di prova e di abilitazione del personale, e gradatamente, hanno iniziato a svolgere servizio passeggeri con alcuni treni giornalieri.

Rimorchiate modifica

Gruppo e numeri Anni di acquisizione Costruttore Miniatura Note
R.551-552 1954 Officine Ranieri   2 unità prodotte, accantonate nel 2019
Carrozze n. 04-06

 

3 unità prodotte, 1 unità demolita (la n. 04), le altre sono accantonate
Carrozze n. 255-258   4 unità prodotte, tutte demolite, ad eccezione della n. 258, la quale è accantonata
Carrozze n. 322-323   2 unità prodotte, 1 unità demolita (la n. 323), l'altra è accantonata

Rotabili di servizio modifica

Gruppo e numeri Anni di acquisizione Costruttore Miniatura Note
ALn 52.10 1957 Officine Ranieri   Officina mobile, alienata per demolizione nel 2015
AGR 140c 2016   2 unità: Mc 01 ed Mc 02 + 2 carri pianali P 201 P 202

Percorso modifica

 Distanze, stazioni e altitudine[43] 
 
0+000 Catania Porto -   Porto 3 m s.l.m.
         
linea RFI per Siracusa
     
Catania FS † 2016 / Catania Centrale (RFI)
     
linea RFI per Messina
         
Metropolitana di Catania
 
 
 
diramazione per Porto
     
Catania Gaito † 1993 /   Galatea 18 m s.l.m.
     
Catania Corso Italia † 1999 /   Italia 23 m s.l.m.
     
  Giuffrida
     
3+837,52 Catania Borgo /   Borgo 53 m s.l.m.
     
galleria artificiale Borgo /   Milo
     
5+487,51 Cibali /   Cibali
     
  San Nullo
     
7+205 Nesima /   Nesima 135,65 m s.l.m.
         
Metropolitana di Catania
 
9+231,43 Lineri 172 m s.l.m.
 
Tangenziale di Catania - Strada europea E45
 
11+150,18 Misterbianco 205 m s.l.m.
 
14+188,60 Belpasso-Piano Tavola 251,54 m s.l.m.
 
18+244,75 Valcorrente 264,17 m s.l.m.
 
20+837,01 Giaconia 296,80 m s.l.m.
         
linea per Motta Sant'Anastasia † 1987
     
22+577,94 Paternò (FCE) / Paternò (FS) 254,32 m s.l.m.
         
linea per Regalbuto † 1987
     
variante di Scalilli (* 21/09/2009)
     
25+684 Scalilli † 2009 335 m s.l.m.
     
     
variante di Santa Maria di Licodia (* 20/09/2010)
     
galleria urbana di Santa Maria di Licodia (portale sud)
     
28+185,40 Santa Maria di Licodia Sud * 20/09/2010
     
29+241,59 Santa Maria di Licodia Centro * 20/09/2010
     
29+241 Santa Maria di Licodia † 2010 442 m s.l.m.
     
galleria urbana di Santa Maria di Licodia (portale nord)
     
variante di Biancavilla (* 29/07/2015)
     
Biancavilla Poggio Rosso * 29/07/2015
     
galleria urbana di Biancavilla (portale sud)
     
Biancavilla Centro * 29/07/2015
     
33+484,29 Biancavilla † 28/07/2015 508,09 m s.l.m.
     
Biancavilla Colombo * 29/07/2015
     
galleria urbana di Biancavilla (portale nord)
     
Biancavilla Pozzillo * 29/07/2015
     
34+784,24 Biancavilla Circonvallazione † 28/07/2015 543,97 m s.l.m.
     
variante di Adrano (* 19/09/2011)
     
galleria urbana di Adrano (portale sud)
     
38+592,45 Adrano Cappellone * 19/09/2011
     
Adrano Cappellone * ~1970, † 18/09/2011
     
38+998,99 Adrano Centro * 19/09/2011
     
38+998 Adrano † 18/09/2011 587 m s.l.m.
     
galleria urbana di Adrano (portale nord)
     
 
Adrano Naviccia * 2009
 
41+225,75 Adrano Nord * 04/2011
 
Sacro Cuore (Casello 46) † 20/09/2021
 
Ruvolita † 20/09/2021
 
45+473,20 Passo Zingaro † 20/09/2021 699,77 m s.l.m.
 
Quattromiglia † 20/09/2021
 
48+368,24 Ruvolazzo † 20/09/2021 775,11 m s.l.m.
 
53+810,52 Bronte Casello 54 810,52 m s.l.m.
 
54+681,29 Bronte / Spazio Espositivo Rotabili Storici * 2016 833,02 m s.l.m.
 
contrada Difesa
 
galleria Rocca Calanna
 
60+526,48 culmine linea 976,04 m s.l.m.
 
galleria Rocca Calanna
 
62+715,27 Maletto 922,20 m s.l.m.
 
Tartaraci † 20/09/2021
 
67+861,49 Gurrida 871,69 m s.l.m.
 
Murazzorotto (Casello 70) † 20/09/2021
 
Randazzo Casello 71[44] † 20/09/2021
     
73+606.65 Randazzo (FCE) / Randazzo (FS) 752,89 m s.l.m.
         
linea FS per Alcantara † 1994
 
Montelaguardia (Casello 76) † 20/09/2021
 
79+194,04 Calderara 684,63 m s.l.m.
 
81+576,42 Moio (Passo Pisciaro) 653,20 m s.l.m.
 
Casello 79[45] † 20/09/2021
     
variante di Solicchiata
     
86+269,02 Solicchiata * 2011 663,83 m s.l.m.
     
Solicchiata † 2011
     
 
Rovittello † 1981
     
variante di Castiglione (* 1926, † 1960)
     
Castiglione di Sicilia † 1960
     
90+694,40 Cerro * 1961 643,91 m s.l.m.
     
 
Catena (Casello 85)
 
93+793,92 Linguaglossa 554,00 m s.l.m.
 
97+798,68 Terremorte † 20/09/2021 489,36 m s.l.m.
 
Piedimonte Etneo Casello 92
 
100+839,41 Piedimonte Etneo 361,72 m s.l.m.
 
Presa
 
104+087,90 Santa Venera 282,00 m s.l.m.
 
Santa Venera Bassa (Casello 96) † 20/09/2021
 
Portosalvo
 
107+322,51 Mascali (Nunziata) 176,165 m s.l.m.
 
Autostrada A18 - Strada europea E45
 
108+908,41 Cutula † 20/09/2021 131,51 m s.l.m.
 
111+403,61 Villa di Giarre 52,24 m s.l.m.
         
linea RFI per Messina
 
 
 
112+132,67 Giarre / Giarre-Riposto (RFI) 42,36 m s.l.m.
     
linea RFI per Siracusa
 
Riposto Villa Comunale
 
113+469,77 Riposto 17,78 m s.l.m.
Manuale · Legenda · Convenzioni di stile

Servizio automobilistico modifica

Il servizio ferroviario è integrato da una rete di servizi su gomma.[46] Il servizio automobilistico è disciplinato da concessioni rilasciate dall'Assessorato ai Trasporti della Regione Siciliana.

  • Randazzo - Maletto - Bronte - Adrano N;.[47]
  • Adrano Nord – Paternò – Misterbianco - Catania;[47]
  • Adrano Nord - Paternò - Belpasso - Nicolosi;[47]
  • Randazzo – Bronte – Adrano N.;[47]
  • Randazzo – Castiglione - Linguaglossa– Fiumefreddo - Giarre – Acireale – Catania;[47]
  • Linguaglossa - Piedimonte etneo - Mascali - Giarre - Riposto
  • Stazione di Belpasso-Piano Tavola - comune di Belpasso;[47]
  • Servizio urbano Catania-Lineri.[47]

Note modifica

  1. ^ Calabrese, p.56.
  2. ^ Sviluppo delle ferrovie italiane dal 1839 al 31 dicembre 1926, Roma, Ufficio Centrale di Statistica delle Ferrovie dello Stato, 1927. Vedi Alessandro Tuzza, Trenidicarta.it, 1997-2007. URL consultato il 25 maggio 2011.
  3. ^ Calabrese, pp.56-57 e note.
  4. ^ Ogliari, p.56.
  5. ^ a b Ogliari, p.58.
  6. ^ Ogliari, p.60.
  7. ^ Ogliari, p.61
  8. ^ Ogliari, p.64.
  9. ^ Ogliari, p.66.
  10. ^ a b in "Atti parlamentari della Camera dei deputati", III legislatura, n. 1111, Proposta di legge presentata il 24 aprile 1959, "Inclusione della ferrovia Circumetnea nella rete statale", capo II, p. 2.
  11. ^ a b c d e f g Ogliari, p. 69.
  12. ^ Ogliari, pp. 69-70.
  13. ^ Ogliari, p. 70.
  14. ^ a b Inzerilli, Ferroviere sotto l'Etna, p. 30
  15. ^ Notizie flash, I treni oggi 6 (1981), n. 10, p. 6.
  16. ^ Inzerilli, A nord dell'Etna, p. 24
  17. ^ a b Inzerilli, A nord dell'Etna, p. 26.
  18. ^ FOTO | Metro, finalmente! La Galatea-Stesicoro inaugurata e aperta al pubblico, su Mobilita Catania, 20 dicembre 2016. URL consultato il 20 dicembre 2016.
  19. ^ redazionale, Metro Stesicoro, apertura fissata per lunedì prossimo. A inaugurarla il sindaco Bianco e il ministro Delrio, in Giornale di Sicilia, 9 dicembre 2016. URL consultato il 10 dicembre 2016.
  20. ^ Svelata la nuova tratta Borgo-Nesima della metropolitana: da domani sarà aperta al pubblico, su mobilità.org, 30 marzo 2017. URL consultato il 30 marzo 2017.
  21. ^ Ministero delle infrastrutture, infrastrutture prioritarie, 16 novembre 2006 (PDF) (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2007).
  22. ^ Il "Piano d'interventi prioritari" (PDF) (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2007). prevedeva 425 milioni di euro più 115 milioni di euro per la tratta Nesima-Misterbianco (da finanziarsi a parte).
  23. ^ Sicilia Way:Lombardo: 100 milioni di fondi FAS alla Circumetnea, su siciliaway.it. URL consultato il 13 giugno 2011.
  24. ^ Sicilia on line:FCE, lunedì aprono stazioni e galleria Adrano [collegamento interrotto], su siciliaonline.it. URL consultato il 19 settembre 2011.
  25. ^ Sito ufficiale, FCE news, su circumetnea.it.
  26. ^ fce:inaugurate le due stazioni interrate di Adrano, su cataniaoggi.com. URL consultato il 13 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2011).
  27. ^ Fce, domani il merito sulla revoca a Tafuri da quasi tre anni commissario governativo - QdS.it.
  28. ^ a b 120 anni di Ferrovia Circumetnea e presentazione dei nuovi treni Vulcano, su circumetnea.it. URL consultato il 22 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 23 dicembre 2015).
  29. ^ RSI Italia realizzerà i nuovi treni della ferrovia Circumetnea catanese, su adnkronos.com. URL consultato il 19 aprile 2010 (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2015).
  30. ^ Siglato accordo tra Mit e Newag per i nuovi treni della Circumetnea, su ilpendolaremagazine.it.
  31. ^ Alessandro Di Graziano: "Metro, entro il 2015 tratta Nesima-Stesicoro", in Quotidiano di Sicilia, 23 settembre 2014. URL consultato il 26 settembre 2014.
  32. ^ a b Giovanni Giglio, Giunto a Catania il primo treno Vulcano per la FCE, in Gazzetta dei trasporti, Il pendolare Magazine, 1º dicembre 2015. URL consultato il 2 dicembre 2015.
  33. ^ Ferrovia Circumetnea, Inaugurazione Spazio Espositivo Rotabili Storici. URL consultato il 29 gennaio 2024.
  34. ^ Barbara Prestianni, Circumetnea, inaugurato lo “Spazio espositivo rotabili storici”, su Live Sicilia, 5 luglio 2016. URL consultato il 5 febbraio 2024.
  35. ^ ASI Musei - Museo ferroviario di Bronte - Sicilia, su ASI Musei. URL consultato il 5 febbraio 2024.
  36. ^ Amedeo Paladino, FOTO | La storia della Ferrovia Circumetnea nel nuovo spazio espositivo della stazione di Bronte, su Mobilita Catania, 13 agosto 2016. URL consultato il 5 febbraio 2024.
  37. ^ Ogliari, pp. 64-65.
  38. ^ a b Francesco Virgillito, FCE: arrivati i treni Newag, in Tutto treno, n. 303, gennaio 2016, p. 4.
    «I convogli sono attualmente classificati come DMU, seguiti da un numero a tre cifre (001÷004) e le lettere A o B che identificano le casse ma FCE li immatricolerà con una sigla (RAT o RAL).»
  39. ^ Molino, p.20.
  40. ^ Intorno all'Etna, in I treni oggi 12 (1991), n.121, p. 9.
  41. ^ VIDEO | Vulcano sbarca alle pendici dell'Etna, su catania.mobilita.org. URL consultato il 3 dicembre 2015.
  42. ^ VIDEO | Vulcano della Circumetnea: collaudi per il primo treno, arrivato ieri anche il secondo, su catania.mobilita.org. URL consultato il 16 dicembre 2015.
  43. ^ Ferrovia Circumetnea, schema di rete, su circumetnea.it. URL consultato il 2 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 5 ottobre 2015).
  44. ^ Nei pressi di Donna Bianca, contrada di Randazzo
  45. ^ Nei pressi di Verzella, frazione di Castiglione di Sicilia
  46. ^ Le nostre linee, su Ferrovia Circumetnea. URL consultato il 17 ottobre 2022.
  47. ^ a b c d e f g FCE, Orario in vigore dal 17 settembre 2012.

Bibliografia modifica

  • Francesco Ogliari, La Ferrovia Circumetnea, in TuttoTreno e Storia, n. 13, Albignasego, Duegi Editrice, 2005, pp. 56-70.
  • Domenico Molino, Miniautomotrici per la Sicilia, in I treni, n. 294, Salò, ETR, 2007, pp. 15-20.
  • Giuseppe Sergi, Novità sulla Circumetnea; è pronta la nuova RALn 64.01, in I treni oggi, 7/8, n. 11, Salò, ETR, 1981, pp. 25-26.
  • Dati tecnici, storici e giuridici in, Proposta di legge di inclusione della Ferrovia Circumetnea nella rete statale del 24 aprile 1959 Atti della Camera dei Deputati, III Legislatura (PDF).
  • Gaetano Calabrese (a cura di), La costruzione della Circumetnea (PDF), in Imprese e capitali stranieri a Catania tra '800 e '900, pp. 56-80 (archiviato dall'url originale il 9 novembre 2005).
  • Massimo Inzerilli, A nord dell'Etna, in I treni, n. 227, giugno 2001, pp. 22-28.
  • Massimo Inzerilli, Alle spalle dell'Etna, in I treni, n. 255, gennaio 2004, pp. 24-31.
  • Massimo Inzerilli, Da Adrano a Catania, in I treni, n. 295, luglio-agosto 2007, pp. 12-18.
  • Massimo Inzerilli, La Circumetnea va sottoterra, in I treni, n. 331, novembre 2010, pp. 26-28.
  • Massimo Inzerilli, Ferroviere sotto l'Etna, in I treni, n. 347, aprile 2012, pp. 28-34.

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