Ficana
Cronologia
Fondazione XII secolo a.C.
Fine III secolo a.C.
Amministrazione
Dipendente da Repubblica romana, Impero romano
Territorio e popolazione
Lingua latino
Localizzazione
Stato attuale Bandiera dell'Italia Italia
Località Acilia (Roma)
Coordinate 41°47′52.51″N 12°21′33.84″E / 41.79792°N 12.3594°E41.79792; 12.3594
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Ficana
Ficana

Ficana fu un abitato del Latium vetus, ricordato da Plinio il Vecchio[1] nella lista delle cinquantatré città che «scomparvero senza lasciare traccia» (interiere sine vestigiis).

Localizzazione modifica

Ficana era collocata sulla sponda sinistra del fiume Tevere, sulle piccole alture di Monte Cugno, presso le località Monti di San Paolo e Centro Giano, ad Acilia[2], oggi ridotto a una collinetta, ma un tempo più scosceso, naturalmente difeso su tre lati, e posto a dominare strategicamente il Tevere fino alla foce.[3]

Storia modifica

Origini latine modifica

Eccezion fatta per un frammento ceramico riferibile alla fase finale della media età del bronzo, le prime testimonianze di un insediamento umano presso il sito risalgono al XII secolo a.C. circa. Questo si deduce dalla gran quantità di ceramica protovillanoviana e in parte subappenninica in giacitura secondaria presso alcune strutture forse connesse alla fortificazione della città. Nonostante il mancato rinvenimento di tracce di abitazioni risalenti a quell'epoca, tali materiali provano l'esistenza certa di un abitato stabile nell'età del bronzo recente e finale.

Un'altra evidenza dell'occupazione stabile del sito durante la prima fase laziale (Bronzo finale 3) proviene da un gruppo di tombe a pozzetto rinvenute su una piccola altura a sud del pianoro ove sorgeva l'abitato. Le tombe in questione, abbastanza sconvolte dalle arature, presentano scarso corredo e seguono il rito dell'incinerazione. Sono in numero limitato (quindici), ma bastano a comprovare l'esistenza di un abitato risalente all'ultima fase dell'età del bronzo finale, che corrisponde alla prima fase della cultura laziale (Roma - Colli Albani I).

Non vi è dubbio che la città ebbe un salto qualitativo per la sua identità con la costruzione dell'aggere difensivo, risalente alla metà dell'VIII secolo a.C. circa. Questa struttura, costituita da un aggere in terra e tufo largo ben 7 m e una fossa larga 10 m, difendeva tutto il lato occidentale della piccola collina, elevandosi a difesa di essa. La struttura, di cui si è rinvenuta buona parte, era lunga 150 m circa ed il suo stato di conservazione al momento dello scavo era discreto. La città non aveva bisogno di un muro di cinta completo, in quanto ben protetta sugli altri tre lati da costoni molto ripidi, che facevano dell'abitato una sorta di acropoli dominante la valle del Tevere. Un'ipotesi di Alessandro Bedini propone di identificare con un primo apprestamento difensivo, riferibile già all'età del bronzo finale, in alcune strutture con andamento parallelo e perpendicolare all'aggere di VIII secolo a.C.

All'interno dell'abitato la costruzione caratteristica di quest'epoca (prima età del ferro) era la capanna. A Ficana esse erano di forma quadrata, rettangolare o ellittica, raramente ovale come a Roma o a Satrico, anche se la più antica presenta una pianta rotonda (tuttavia l'identificazione del contesto con una capanna è dubbia). Le tracce di esse, rinvenute soprattutto nel settore nord orientale del pianoro, testimoniano l'esistenza di questo tipo di costruzione. Le capanne erano costruite piantando dei pali nel terreno, l'alzato era in opera a graticcio e il tetto un intreccio di rami in legno e paglia. Altre tracce di capanne sono state rinvenute in una zona quasi a ridosso dell'aggere difensivo, sul lato interno.

L'insediamento, abitato dai "Prisci Latini", vive un vero momento cruciale con l'ascesa al trono di Roma di Anco Marzio (re dal 641 al 616 a.C.) . La storiografia, nonostante le varianti dei racconti, è quasi unanime nel raccontare la conquista di Ficana da parte del re intorno alla metà del VII secolo a.C. Secondo diversi autori, tra cui Dionigi di Alicarnasso, Plinio il Vecchio e Tito Livio, la città sarebbe stata rasa al suolo e gli abitanti deportati sull'Aventino.[4]

Conquista romana modifica

Diverse sono le interpretazioni relative alla fase successiva alla conquista romana. I rinvenimenti testimoniano infatti un'occupazione del sito senza soluzione di continuità dal X al III secolo a.C. Nulla lascia dunque pensare che l'insediamento sia stato annientato: forse Roma occupò il sito, ma invece di obliterarlo, lo annientò politicamente, annettendolo al suo regno. Michele Mattei attraverso l'analisi dei dati archeologici pubblicati, ha individuato varie aree di scavo del sito (almeno cinque) che mostrano segni di distruzione violenta proprio alla fine dell'VII secolo a.C. coeve dunque al presunto arrivo di Anco Marzio, proponendo di vedere in quelle evidenze, i chiari segni del passaggio del re romano sul sito. Sito che sarebbe stato si distrutto, ma ricostruito subito dopo, non potendo Roma perdere l'occasione di possedere una città posta in un punto così strategico del territorio. In effetti, Ficana non aveva solo il controllo sulla foce del Tevere: di grande importanza per i romani era il possesso delle saline, che si trovavano pochi chilometri a ovest ed erano probabilmente sfruttate dai ficanesi stessi. Secondo la storiografia altre due città fecero le spese della spinta di conquista di Anco Marzio: Tellenae e Politorium. la tesi dell'epigrafista Lucio Benedetti, secondo la quale la prima delle due coinciderebbe con Ficana, sempre secondo Mattei, non trova alcun riscontro né logico né linguistico[5].

Con l'avvento del controllo romano iniziano a sorgere edifici in pietra al di fuori dell'aggere. La superficie del sito passa da cinque a dieci ettari circa, forse anche di più. Sono stati rinvenuti tre di questi edifici a ovest del pianoro. L'aggere perde le sue funzioni difensive e una nuova fortificazione costituita da una fossa sembra prendere il suo posto a fine VII secolo a.C. Circa due secoli e mezzo dopo, viene eretta una struttura in blocchi di tufo che sembra avere le caratteristiche di un nuovo muro di difesa riferibile al IV secolo a.C. e che sembra far parte di un sistema di cittadelle fortificate intorno a Roma in funzione difensiva. Come leggere questi dati archeologici è tuttora oggetto di dibattito[senza fonte]: si può infatti vedere nella perdita di uso dell'antico aggere un'espansione della città vera e propria ma anche la perdita dello status di città e la prosecuzione tutta romana dell'insediamento che avrebbe assunto un carattere prettamente agricolo. Rasmus Brandt[senza fonte] propone addirittura, basandosi sull'assenza o quasi di rinvenimenti a Ostia riferibili alla sua fase più antica (VII-V secolo a.C.), di riconoscere in Ficana stessa il sito della prima Ostia fondata da Anco Marzio.

Man mano che Roma si espande la città di Ficana perde la sua importanza strategica e, tra il IV e III secolo a.C., inizia ad essere sicuramente abbandonata come insediamento urbano. Sullo stesso territorio e intorno nascono però diverse ville rustiche tra la tarda età repubblicana e la prima età imperiale. Indubitabile segno questo che l'area si trasformò più che altro in zona rurale. Durante la prima età imperiale la città era già solamente un ricordo di pochi eruditi.

Archeologia modifica

Il rinvenimento intorno al 1869 dell'XI miliario della via Ostiense[6] in località Malafede, quello di una dedica a Mars Ficanus nel 1955 e gli scavi effettuati in maniera estensiva tra il 1975 ed il 1983 hanno consentito di identificare con sicurezza il sito dell'antica città latina[7]. L'ultima campagna di scavo, che ha avuto luogo nel 2007, ha messo in luce dodici sepolture orientalizzanti, tra cui spiccano una vera e propria tomba principesca e due sepolture infantili estremamente ricche.

Questi scavi hanno permesso di datare alla media età del bronzo (ca XIV sec. a.C.) le prime frequentazioni umane, anche se prime occupazioni stabili, datano al XII-XI sec. a.C. . [8]

Gli scavi condotti a Monte Cugno hanno riportato alla luce un muro di cinta con delle abitazioni e una necropoli riferibile a un periodo che va dall'orientalizzante medio (circa metà VII secolo a.C. con una sola sepoltura databile alla fase antica del periodo) alla tarda età repubblicana e al primo impero. Non sono attestate, come a Decima, sepolture riferibili all'VIII secolo a.C., sicuramente presenti ma ancora da indagare. Tra i materiali dei corredi funerari si trovano diverse anfore con alto collo, spalla pronunciata e ricca decorazione sia plastica sia incisa, di una tipologia largamente attestata nel Latium vetus nel corso del VII secolo a.C. Questi oggetti sono chiara testimonianza di una grande ricchezza e di una cultura materiale raffinata che le ultime campagne di scavo nella necropoli si rivela completamente allineata ai centri di Decima e Laurentina Acqua Acetosa. Interessanti due sepolture aristocratiche infantili rinvenute nella necropoli orientalizzante, in contrasto con l'assai ben attestato uso latino di seppellire i bambini quasi esclusivamente nell'abitato.

A giugno 2021, è stato pubblicato dalla casa editrice "Edizioni Horti di Giano" il romanzo storico di Michele Mattei "Ficana. L'ultimo banchetto". Il testo si basa sulle fonti e su dati archeologici molto precisi, raccontando la storia dell'amore tra due giovani latini ai tempi dell'arrivo di Anco Marcio.

Note modifica

  1. ^ Plinio, III, 68-70.
  2. ^ L'identificazione del Mons Draconis col monte di San Paolo è data da Antonio Nibby, in Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de' dintorni di Roma, 1837, Vol. 2. p.42; l'individuazione del sito si deve alle ricognizioni di Lorenzo Quilici e Stefania Quilici Gigli: Quilici Gigli 1971.
  3. ^ Luciana Drago Troccoli, Scavi e Ricerche Archeologiche dell'Universita di Roma "La Sapienza", p. 110
  4. ^ Dionigi di Alicarnasso, III, 38, 3.
  5. ^ Michele Mattei 2017, Ancora sull'identificazione e il destino dei centri latini dopo la conquista di Anco Marzio, p.12 (PDF), su academia.edu.
  6. ^ CIL VI, 31585.
  7. ^ Quilici Gigli 1971; v. anche Menghi 2003.
  8. ^ Le fortificazioni arcaiche del Latium vetus e dell’Etruria meridionale (IX-VI sec. a.C.). Stratigrafia, cronologia e urbanizzazione. Atti delle Giornate di Studio a cura di Paul FONTAINE e Sophie HELAS. Pubblicato dell’Instituto Storico Belga di Roma, settembre 2013. Tobias Fischer Hansen relatore per Ficana (Monte Cugno), pg 177-198.

Bibliografia modifica

  • Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane.
  • Plinio il Vecchio, Naturalis historia.
  • Arturo Solari, Ficana, in Enciclopedia Italiana, Treccani, 1932.
  • Stefania Quilici Gigli, Nota topografica su Ficana, in Archeologia Classica, vol. 23, 1971, pp. 26-36, ISSN 0391-8165 (WC · ACNP).
  • Francesca Fulminante, Le sepolture principesche nel Latium vetus. Tra la fine della prima età del ferro e l'inizio dell'età orientalizzante, Roma, L'Erma di Bretschneider, 2003, ISBN 978-88-8265-253-1.
  • AA.VV., Ficana: una pietra miliare sulla strada per Roma. Mostra itinerante degli scavi italo nordici a Ficana (Acilia), 1975-1980, Roma, Viella Libreria editrice, 1980.
  • Charlotte Malmgren, Ficana in AA.VV., Enea nel Lazio, Roma, Palombi, 1981, pp. 102–104.
  • Carlo Pavolini, Ficana: un edificio sulle pendici sud-occidentali di Monte Cugno, Archeologia Laziale IV (=Quaderni del Centro di studio per l'archeologia etrusco-italica 5), Roma, Consiglio Nazionale delle Ricerche, 1981, pp. 258–268
  • Eero Jarva, Area di tombe infantili a Ficana, Archeologia Laziale IV (=QuadAEI 5), Roma, CNR, 1981, pp. 269–273
  • Maria Cataldi, Ficana: saggio di scavo sulle pendici sud-occidentali di Monte Cugno, nelle vicinanze del moderno casale, Archeologia Laziale IV (=QuadAEI 5), Roma, CNR, 1981, pp. 274–286.
  • Annette Rathje (1983), A Banquet Service from the Latin City of Ficana. Analecta Romana 12: pp. 7–29.
  • Maria Cataldi, Ficana: campagne di scavo 1980-1983. Archeologia Laziale VI (QuadAEI 8), Roma, CNR, 1984, pp. 91–97.
  • Annette Rathje; Antonella Magagnini, Ficana in Simonetta Stopponi (a cura di), Case e palazzi d'Etruria, Milano, Electa, 1985, pp. 164–177. ISBN 88-435-1156-4
  • Gregers Algreen-Ussing; Tobias Fischer-Hansen, Ficana, le saline e le vie della regione bassa del Tevere, Archeologia Laziale VII,1 (=QuadAEI 11), Roma, CNR, 1985, pp. 65–71.
  • Annette Rathje, Ficana: il primo scalo protostorico alla foce del Tevere in AA.VV., Tevere, un'antica via per il Mediterraneo, catalogo della mostra (Roma, complesso monumentale del S. Michele a Ripa, 21 aprile-29 giugno 1986), Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1986, pp. 292–297.
  • Johann Rasmus Brandt (1988) Ficana. Alcune osservazioni su capanne e fosse. Quaderni della Soprintendenza archeologica del Lazio 1: pp. 12–28.
  • Tobias Fischer-Hansen; Gregers Algreen-Ussing; Carlo Pavolini, Scavi di Ficana I: Topografia generale, Roma, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Libreria dello Stato, 1990. ISBN 88-240-0024-X
  • Johann Rasmus Brandt e Tobias Fischer-Hansen, Ficana, in Enciclopedia dell'Arte Antica, Classica e Orientale, Treccani, 1994.
  • Johann Rasmus Brandt; Annibale Mottana; Margherita Mussi, Scavi di Ficana II,1: Il periodo protostorico e arcaico. Le zone di scavo 3b-c, Roma, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Libreria dello Stato, 1996. ISBN 88-240-3821-2
  • Oberdan Menghi, Ficana: una pietra miliare sulla strada per Ostia, in Forma Urbis, n. 1, gennaio 2003, pp. 34-40.
  • Leena Pietilä-Castrén; Ria Berg; Anne-Maria Pennonen; Camilla Cecilie Wenn, Excavations at Ficana IV: The Republican and Imperial Periods: the Excavation of Zona 6B, Rome, Institutum Romanum Finlandiae, 2012. ISBN 952-5323-11-0
  • Margherita Bedello Tata; Alessandro Bedini; Leonardo Bassanelli; Pietro Bassanelli; Maurizio Muzzapappa; Fabio Bruno, Scoperte e restauri a Ficana tra vecchie e nuove collaborazioni, in Elisabetta Mangani; Angelo Pellegrino (a cura di), Scritti in ricordo di Gaetano Messineo, Palestrina 2016, pp. 63-80.
  • Michele Mattei: Ficana. L'ultimo banchetto. Edizioni Horti di Giano, 2021. ISBN 1280144211

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica