Fineo (figlio di Belo)

personaggio mitologico greco, figlio di Belo

Nella mitologia greca Fineo era figlio di Belo e della ninfa Anchinoe, e dunque discendente da Poseidone per parte di padre e dal Nilo per parte di madre, nonché fratello di Danao, Egitto e Cefeo.[1]

Fineo
Fineo attacca Perseo, incisione del 1606
Sagagesta di Perseo
Nome orig.
Caratteristiche immaginarie
Sessomaschio
Luogo di nascitaEtiopia

Il mito modifica

Perseo aveva ottenuto in sposa Andromeda, figlia di Cefeo re d'Etiopia[2], dopo aver ucciso il mostro marino al quale essa era stata offerta in pasto. Fineo[3], zio della ragazza, ordì un piano per riprendersi Andromeda con la forza dato che la giovane donna in precedenza era stata promessa in sposa a lui.[4] Secondo il racconto di Ovidio, Fineo radunò un gran numero di guerrieri - sia etiopi sia orientali - coi quali irruppe nella reggia di Cefeo mentre era in corso il banchetto nuziale di Perseo e Andromeda, ingaggiando quindi lotta armata contro l'eroe greco e i suoi compagni. Perseo uccise con varie armi alcuni seguaci del rivale, tra cui il giovanissimo indiano Ati e il caucasico Abaride, per poi impietrire Fineo e i duecento suoi uomini ancora vivi mostrando loro il volto della Gorgone.[5] Secondo la versione più antica del mito, invece, Fineo tentò di rapire Andromeda col solo aiuto di Abaride, e furono entrambi trasformati in pietre.

La figura di Fineo nella cultura moderna modifica

Opere d'arte modifica

Musica modifica

Note modifica

  1. ^ Pseudo-Apollodoro, Biblioteca, II, 1, 4; Nonno, Dionisiache, III, 294 segg. L'autore della Biblioteca afferma di riferire la versione di Euripide (fr. 881 Kannicht), secondo il quale anche Cefeo e Fineo erano figli di Belo.
  2. ^ Re di Fenicia secondo Conone FGrHist 26 F 1 (Fozio, Biblioteca, cod. 186).
  3. ^ Secondo Igino, sarebbe stato Agenore e non Fineo (Fabulae, 64.)
  4. ^ Pseudo-Apollodoro, Biblioteca, II, 4, 3; Mitografo Vaticano I, 72.
  5. ^ Ovidio, Metamorfosi, V, 1-235.
  6. ^ (DE) Carl Krebs, Dittersdorfiana, Berlino, 1900, p. 71.

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