Florio

famiglia italiana
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I Florio furono, tra l'Ottocento e l'inizio del Novecento, tra le famiglie più ricche d'Italia, di tradizione industriale, protagonisti del periodo della cosiddetta Belle époque. La famiglia arrivò a disporre di una flotta di novantanove navi. Aveva un impero aziendale che spaziava dalla chimica alla vineria, dal turismo all'industria del tonno.

Florio
Stato Regno di Napoli
Regno di Sicilia
Regno delle Due Sicilie
Regno d'Italia
Bandiera dell'Italia Italia
FondatorePaolo Florio
Data di fondazioneXVII secolo
Data di estinzione19 settembre 1957
Etniaitaliana
Il nome dei Florio su di una pubblicità del loro tonno.

La vicenda storica della famiglia, di origini calabresi precisamente da Bagnara Calabra, si svolse nella ricca Palermo degli anni a cavallo fra il XIX e il XX secolo.

Storia modifica

Origini modifica

 
Paolo Florio, busto di Benedetto Civiletti.

I Florio erano originari di Bagnara (Calabria Ulteriore, Regno di Napoli; oggi città metropolitana di Reggio Calabria), ma dopo il disastroso terremoto che colpì la loro terra nel 1783, Paolo Florio (1772 - 1807), padre del futuro senatore Vincenzo Florio, partì nel 1799 alla volta della Sicilia. Qui Paolo Florio aprì, a Palermo in via dei Materassai, nei primi anni del 1800, un negozio di spezie, prodotti coloniali e chinino, che serviva a curare la malaria, che in breve tempo divenne uno dei più floridi della città.

Quando nel 1807 Paolo Florio morì, il figlio Vincenzo era ancora troppo piccolo per succedergli nella gestione del negozio, così fu chiamato il fratello minore di Paolo, Ignazio (1776-1828), il quale gestì con grande capacità l'attività iniziata dal fratello. Ad Ignazio venne inoltre affidato il nipote, che avviò all’attività di famiglia, facendogli fare anche un viaggio in Inghilterra sotto la tutela del rivale in affari ed amico Benjamin Ingham, perché si impratichisse e facesse nuove esperienze.

Proprio Ignazio aveva compreso la necessità di espandere gli ambiti di interesse della famiglia oltre la semplice drogheria, e tale intuizione avrebbe condotto a infinite ricchezze i Florio. In particolare, egli si avvicinò alle tonnare e prese in affitto quella di San Nicola e quella di Vergine Maria.

Quando Ignazio morì, Vincenzo, che aveva all'epoca 29 anni, successe allo zio nell'attività paterna.

XIX secolo modifica

 
Vincenzo Florio

Vincenzo Florio nato a Bagnara nel 1799 e trasferitosi quando aveva pochi mesi d'età a Palermo nel 1799, nella drogheria del padre, quando nel 1828 successe allo zio, intraprese numerose iniziative industriali, tra cui nel 1833 quella dei vini Marsala, e quella del tabacco e del cotone. Vincenzo acquisì tra le altre tonnare anche quella dell’Arenella.

Fondò nel 1840 la "Società dei battelli a vapore", che avrebbe coperto numerosi collegamenti fino ad arrivare anche in America. I contatti dei Florio con le terre lontane e gli stranieri sono ben noti, tanto che proprio Vincenzo fondò con alcuni imprenditori inglesi la "Anglo-Sicilian Sulphur Company".[1] Fu nominato senatore del regno d'Italia. Morì a Palermo nel 1868.

 
Ignazio Florio, ritratto nel XIX secolo.

Alla morte di Vincenzo nel 1868 successe nella gestione dell'industria paterna il figlio Ignazio Senior (Palermo 1838 - 1891), che con grande maestria e disponibilità economiche accrebbe e potenziò il giro degli affari creato e mandato avanti dal padre.

 
La tonnara di Favignana in un dipinto di Antonio Varni del 1876

Ignazio nel 1874 acquistò, al prezzo di lire 2.700.000, le isole di Favignana e Formica.[2] Su quest'isola organizzò una grande tonnara con stabilimento conserviero (Tonnara di Favignana), sperimentando un nuovo metodo di produzione.

Infatti, anziché produrre tonno sotto sale, come consuetudine del tempo, si approntò per la prima volta la conservazione del tonno sott'olio e il relativo inscatolamento nelle latte. L'azienda fu in grado di dar lavoro a un gran numero di operai e di far affermare i suoi prodotti nel mondo.

 
Il transatlantico Duilio della Navigazione Generale Italiana.

Le Flotte Riunite Florio divennero la prima compagnia di navigazione italiana. In seguito divenne, come il padre, senatore del Regno d'Italia.

XX secolo modifica

 
Ignazio Florio jr, la moglie Franca e i primi due figli, Giovanna (1893-1902) e Ignazio "baby boy" (1898-1903).

Nel 1891 Ignazio Florio (che aveva avuto tre figli maschi, il primo dei quali era deceduto quando era ancora bambino, e una figlia) morì, gli succedette il suo secondogenito, Ignazio "Junior", nella gestione dell'industria di famiglia, continuandone per diversi anni con successo le varie attività familiari. Anche lui, come i suoi predecessori, riuscì a intraprendere nuove attività, che esistono tutt’oggi: Villa Igiea, luogo inizialmente dedito ai malati di tubercolosi ed oggi hotel prestigioso che porta il nome della figlia, e i cantieri navali. Inoltre diede vita al quotidiano L'Ora, il cui primo numero uscì il 22 aprile 1900.

A fianco di Ignazio si innalzava la moglie, Donna Franca, che seppur non fosse una Florio di nascita dimostrò nel tempo di averne le caratteristiche[quali?].

Inoltre Ignazio si rivelò un autentico mecenate a Palermo, finanziando e seguendo i lavori di diverse opere, che fecero della città siciliana un punto di riferimento importante del jet set internazionale dell'epoca tra i quali ricordiamo l'imperatore tedesco Guglielmo II, che amava spesso soggiornare in Sicilia dai Florio.

Nel 1906 il fratello d'Ignazio, Vincenzo jr, ormai cresciuto e diventato un eccellente affarista, si rivelò pure un grande sportivo e organizzatore di eventi, tra cui la famosa corsa automobilistica "Targa Florio". A lui si devono anche il "Giro Aereo di Sicilia" e il "Corso dei Fiori".

Decadenza modifica

Ignazio Florio Jr. portò la famiglia ad una graduale decadenza che si concluse con la liquidazione della gran parte dei beni. Ciò si dovette forse alle numerose spese sostenute da quest'ultimo[3] o alla cattiva gestione dei beni, una vera e propria sindrome di Buddenbrook.[4]

Epoca recente modifica

 
Costanza Afan de Rivera, figlia di Giulia Florio, nel 2020

Gli unici discendenti diretti dei Florio sono i figli di Giulia, figlia di Ignazio Jr, che sposò il marchese Achille Belloso Afan de Rivera.[5] Tra questi vi è Costanza Afan de Rivera.

Difatti i fratelli di Ignazio non ebbero discendenza; Giulia Florio, che sposò Pietro Lanza di Trabia, ebbe cinque figli, ma ne perse due, Ignazio e Manfredi morirono in guerra, e successivamente morì anche il figlio Giuseppe nel 1927 stroncato da una febbre tifoide; la figlia Giovanna, invece, sposò Ugo Moncada di Paternò e la figlia Sofia sposò Giangiacomo Borghese.[il paragrafo è troppo lungo e contorto]

Vincenzo Florio non ebbe figli né dalla prima moglie, Annina Alliata di Monterale, che morì molto giovane, né dalla seconda, la francese Lucie Henry.[6]

La tomba della famiglia Florio fu progettata dall'architetto Giuseppe Damiani Almeyda e si trova nel Cimitero di Santa Maria di Gesù a Palermo. Sulla tomba si trova la statua di un leone che beve, simbolo della famiglia, realizzato dallo scultore Benedetto De Lisi.

Ville e palazzi modifica

Immagine Struttura Località Costruzione Appaltatore Note
  Palazzina dei Quattro Pizzi  
Palermo, Sicilia
1844 Vincenzo Florio La Palazzina sorge nell'area della Tonnara Florio, nel quartiere dell'Arenella
  Villino Florio all'Olivuzza  
Palermo, Sicilia
1899 Ignazio Florio jr Il villino, immerso in un giardino ora circondato da alti edifici di nuova costruzione, venne costruito per volere della ricca famiglia Florio dall'architetto Ernesto Basile e realizzato tra il 1899 e il 1902.
  Villa Florio  
Favignana, Sicilia
1874 Ignazio Florio La Villa di Favignana è realizzato in stile neogotico nella struttura esterna e liberty negli arredi interni, richiamando le atmosfere di fine Ottocento.
  Villino Florio  
Roma, Lazio
1902 Ignazio Florio jr Fu costruito nel 1902 dall'ingegner Carlo Pincherle, su progetto dell'architetto Ernesto Basile su commissione di Ignazio Florio jr, esponente della nota famiglia di imprenditori siciliani.
  Villa Igiea  
Palermo, Sicilia
1899 Ignazio Florio jr L'edificio in stile neogotico, fu acquistato da Ignazio Florio jr. che intendeva farne inizialmente un sanatorio di lusso per malati di tubercolosi. Gli venne dato il nome di Igiea, dalla ninfa greca Hygìeia, dea dell'igiene e protettrice della salute. Negli anni 1930 Villa Igiea risulta gestita dalla Società Grandi Alberghi Siciliani.
Villa Florio-Pignatelli Palermo

Note modifica

  1. ^ Secondo la legge mineraria allora vigente il diritto di aprire solfare era del proprietario del terreno, ma l'impresa era gestita da un gabellotto, diventata poi figura di vero imprenditore, anche in forma societaria.
  2. ^ Giulio Pons, Favignana Florio: Storia della famiglia e di tre generazioni di imprenditori a Favignana, in Favignana. Guida ai punti di interesse, 7 marzo 2018. URL consultato il 25 maggio 2015.
  3. ^ Ignazio Florio, il tramonto dell'impero che illuminò la Belle Epoque in Sicilia, su Il Gazzettino di Sicilia, 1º settembre 2017. URL consultato il 27 luglio 2021.
  4. ^ Giuseppe Barone, Il tramonto dei Florio, in Meridiana, n. 11/12, 1991, pp. 15–46. URL consultato il 27 luglio 2021. Ospitato su JSTOR.
  5. ^ Paola Carella, I Florio tra mito e leggenda, su Il Giornale, 17 gennaio 2017. URL consultato il 31 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 1º aprile 2018).
  6. ^ Giuseppe Pitrone, Donna Silvana Paladino, la Signora dell’Arenella, su Palermomania.it. URL consultato il 24 ottobre 2022.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

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