Principale tassello a mutare nello scacchiere nerazzurro fu il centravanti[4], col tedesco Klinsmann scelto in luogo di Ramón Díaz.[5][6] Pur a fronte di spiccate qualità sottorete[7][8], il teutonico formò con Serena una coppia dal profilo tattico eccessivamente similare[9][10]: le punte assommarono 28 gol complessivi[11], con Matthäus distintosi a sua volta sul piano realizzativo per effetto di 13 marcature.[12][13]
Aggiudicatasi il 29 novembre 1989 la prima Supercoppa italiana della sua storia — battendo la Sampdoria con reti di Cucchi e Serena —[14][15] l'Inter non andò oltre i sedicesimi di finale in Coppa Campioni[16], arrendendosi allo svedese Malmö[17]: dopo una sconfitta di misura sul terreno scandinavo, nel retour match la squadra impattò con Elqvist (favorito dall'errore di Zenga[17]) a replicare al vantaggio firmato Serena.[18] Deludente anche la partecipazione alla Coppa Italia[19], coi milanesi estromessi al secondo turno per mezzo di un sorteggio di cui beneficiò la Roma.[20]
Foriero di rimpianti risultò infine il campionato[16][21], col testimone ceduto dalla Beneamata a Napoli e Milan[22]: una crisi invernale vanificò le opportunità di rimonta, con appena 3 punti racimolati dalla 22ª alla 25ª giornata.[16] Colta una soddisfazione a scapito dei rossoneri con la vittoria nel derby del 18 marzo 1990[23], gli uomini di Trapattoni si posizionarono a pari merito con la Juventus[24][25]: il criterio della differenza-gol assegnò il terzo posto ai lombardi, con accesso alla UEFA.[26]
^Recupero della gara iniziata il 14 aprile 1990 (alle 15:30) ma sospesa al 10' per impraticabilità di campo, dovuta alla pioggia, sul punteggio di 1-0 per il Genoa; cfr. Licia Granello, Un lago a Marassi, in la Repubblica, 15 aprile 1990, p. 38.