Forlimpopoli

comune italiano

Forlimpopoli (AFI: /forlimˈpɔpoli/[5]; Frampùl[6] o Frampùla[7] in romagnolo) è un comune italiano di 13 105 abitanti[2] della provincia di Forlì-Cesena in Emilia-Romagna. Dal 2013 fa parte dell'Unione dei comuni della Romagna Forlivese che racchiude in tutto 15 comuni del territorio con capoluogo la città di Forlì.

Forlimpopoli
comune
Forlimpopoli – Stemma
Forlimpopoli – Bandiera
Forlimpopoli – Veduta
Forlimpopoli – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Forlì-Cesena
Amministrazione
SindacoMilena Garavini (lista civica Forlimpopoli Noi - Partito Democratico - Partito Repubblicano Italiano) dal 27-5-2019
Territorio
Coordinate44°11′N 12°08′E / 44.183333°N 12.133333°E44.183333; 12.133333 (Forlimpopoli)
Altitudine30 m s.l.m.
Superficie24,46 km²
Abitanti13 105[2] (31-12-2023)
Densità535,77 ab./km²
FrazioniSant'Andrea in Rossano, San Pietro ai Prati, San Leonardo in Schiova e Selbagnone[1]
Comuni confinantiBertinoro, Forlì
Altre informazioni
Cod. postale47034
Prefisso0543
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT040013
Cod. catastaleD705
TargaFC, FO (fino al 1999)
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[3]
Cl. climaticazona D, 2 082 GG[4]
Nome abitantiforlimpopolesi
Patronosan Rufillo
Giorno festivo16 maggio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Forlimpopoli
Forlimpopoli
Forlimpopoli – Mappa
Forlimpopoli – Mappa
Posizione del comune di Forlimpopoli nella provincia di Forlì-Cesena
Sito istituzionale

Geografia fisica modifica

Il territorio è pianeggiante. Il centro urbano è situato sulla Via Emilia (SS9) a 9 km di distanza da Forlì e 12 km da Cesena.

Origini del nome modifica

Il nome di Forlimpopoli è di chiara origine romana (in latino Forum Popiliī) e deriva molto probabilmente da quello del console Publio Popilio Lenate, che avrebbe fondato la città nel 132 a.C..[senza fonte]

Storia modifica

Preistoria modifica

Il territorio fu abitato sin dal paleolitico inferiore, come testimoniano alcuni manufatti di selce trovati in anni recenti; si tratta di ciottoli scheggiati, simili a quelli del più famoso giacimento di Monte Poggiolo (Forlì) e fabbricati da individui appartenenti al gruppo dell'Homo erectus, circa 700 000 anni fa. In epoca protostorica il territorio fu percorso e abitato da genti dell'età del bronzo e successivamente sia dagli Umbri, che scendevano dall'Appennino, sia dai Galli provenienti dalla Pianura Padana.

Storia romana modifica

Nel territorio forlimpopolese sono ancora oggi visibili tracce di tre successive centuriazioni, che testimoniano l'opera di bonifica agraria e di colonizzazione della pianura effettuata dai Romani a partire dal II secolo a.C.; certamente l'antica via Emilia costituiva l'asse fondamentale del reticolato urbano della città romana. Nel I secolo a.C. Forum Popilii divenne un municipium, centro coordinatore di un vasto territorio confinante con quelli di Caesena, Forum Livii (Forlì), Mevaniola e Sarsina.

Forum Popili si avvantaggiava della vicinanza con il porto ravennate di Civitas Classis, dal quale arrivavano merci e idee provenienti anche dall'oriente, come dimostra la scoperta di una stele funeraria databile al tardo III secolo. Nel V secolo Forlimpopoli divenne sede episcopale. Il suo primo vescovo, secondo la devozione popolare, sarebbe stato l'ateniese Rufillo; sul luogo ritenuto il suo sepolcro, appena fuori dell'abitato, sorse un'abbazia benedettina.

A partire dal III secolo ebbe inizio un periodo di decadenza economica della città, che si protrasse per tutto l'Alto Medioevo, durante il quale la pianura fu sommersa da disastrose inondazioni e ampie zone coltivate furono abbandonate dagli agricoltori.

Medioevo modifica

Nella seconda metà del VI secolo l'Italia fu divisa in due a causa dell'invasione dei Longobardi. Forlimpopoli rimase sotto il dominio bizantino e alla fine del secolo entrò a far parte dell'Esarcato di Ravenna. Alla metà del VII secolo gli abitanti di Forlimpopoli impedirono al re longobardo Grimoaldo, in marcia verso il centro-sud della penisola, di attraversare il proprio territorio. Grimoaldo, si vendicò al ritorno, radendo al suolo la città (tra il 661 e il 671).[senza fonte] Dopo la fine del dominio bizantino in Italia, nell'VIII secolo Forlimpopoli entrò a far parte della sfera d'influenza della Chiesa di Ravenna. Nel 943 è attestata una fortificazione, designata castrum novum sui documenti dell'epoca. Attorno al sito sorsero una pieve e un nuovo centro abitato[8].

Nel 1044 Michele di Silvestro Merenda ricevette l'incarico da parte di Scarpetta Ordelaffi di edificare la Civitas Nova.
Seguì la conquista dell'autonomia comunale: documenti dell'epoca ci informano della presenza a Forlimpopoli di consoli e successivamente di un podestà.

Età comunale modifica

 
Rocca Albornoziana.

Nel secolo XIII la cittadina entrò nell'orbita della famiglia degli Ordelaffi che da Forlì cercava di estendere la propria influenza sulla Romagna.
L'azione degli Ordelaffi fu contrastata dalla Santa Sede che riconquistò il territorio grazie all'energica azione del cardinale Albornoz. Nel 1360 il cardinale scampò ad un attentato tesogli a Forlimpopoli. L'anno seguente ordinò una rappresaglia: la città fu parzialmente distrutta e le fu tolta la sede vescovile, trasferita nella vicina Bertinoro[9]. In luogo della cattedrale distrutta fu costruita una fortezza, tuttora esistente. Nella Descriptio provinciæ Romandiolæ del 1371, Forlimpopoli viene rinominata Salvaterra. Pochi anni dopo, Sinibaldo Ordelaffi, fatta la pace con la Chiesa, fece risorgere Forlimpopoli, con la costruzione di mura cittadine ed il ripristino del toponimo originale.

Età moderna modifica

Nei secoli XV e XVI Forlimpopoli fu posseduta da diversi signori, tra i quali Caterina Sforza e Cesare Borgia. Nel 1535 la città fu concessa dal papa Paolo III, come feudo perpetuo, ad Antonello Zampeschi, alla cui morte successe Brunoro II Zampeschi, che divenne un valoroso condottiero al servizio di Venezia, del papa, del duca di Savoia e del re di Francia. Dal 1592 la Rocca passò ai principi Savelli, che rilevarono i beni degli Zampeschi, e quindi al cardinale Capponi. La successione della famiglia va identificata e riferita al figlio naturale di Antonello Zampeschi: Organtino il Gamorano (o Gammarano). Ultimo erede fu Cosimo Cammarano Zampeschi

Dopo la parentesi napoleonica, Forlimpopoli tornò sotto il governo pontificio. Durante il Risorgimento la cittadina partecipò attivamente ai moti liberali, in particolare a quelli del 1831. Nel 1851 fu saccheggiata dalla banda del famigerato brigante Stefano Pelloni, detto "il Passatore"; tra le vittime della rapina vi furono anche il padre e una sorella di Pellegrino Artusi.

Dopo l'unità d'Italia modifica

Nel 1890 fu istituita una Regia Scuola Normale Maschile per la preparazione degli insegnanti elementari, grazie anche al sostegno del poeta Giosuè Carducci che si interessò direttamente per l'ottenimento dell'autorizzazione da parte del Ministero della pubblica istruzione. Nei primi decenni il direttore fu il fratello del poeta, Valfredo Carducci. A quest'ultimo è tuttora intitolato l'istituto, oggi denominato Liceo delle Scienze Umane.

Negli anni Trenta vennero costruiti vari edifici nello stile dell'epoca, tra cui nel 1935 quello della Gioventù italiana del littorio, attualmente adibito a polo liceale. Durante la seconda guerra mondiale Forlimpopoli fu gravemente danneggiata dal passaggio del fronte e diversi suoi abitanti parteciparono alla Resistenza, fino alla liberazione della città, avvenuta il 25 ottobre dell'anno 1944.

Il comune fa parte dell'Associazione "Borghi Autentici d'Italia" e del Movimento Patto dei Sindaci.

Simboli modifica

Lo stemma è stato riconosciuto con DCG del 14 aprile 1929.[10]

«Di rosso, al leone d'oro, tenente con la branca destra anteriore una spada d'argento, posta in sbarra. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone, concesso con DPR del 12 giugno 1984[10], è un partito di giallo e di rosso.

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

 
Forlimpopoli negli anni cinquanta
  • La Rocca Albornoziana a pianta quadrata domina la piazza principale, costruita verso la metà del XIV secolo sulle rovine dell'antica cattedrale, denominata in origine con l'appellativo "Salvaterra". La rocca tuttora ospita il municipio; i suoi sotterranei ospitano le sale del Museo Civico conservanti manufatti e reperti paleolitici, romani (fra i quali mosaici ed anfore), medioevali e tardo medievali ritrovati nel territorio. All'interno della rocca è stato realizzato il Teatro Giuseppe Verdi.

Architetture religiose modifica

Musei modifica

  • La Collezione Guzzi Brunelli, realizzata da Elio Brunelli e dedicata ad Augusto Farneti, conserva 70 esemplari di Moto Guzzi prodotti tra il 1930 e il 1970, oltre a vari esemplari di Lambretta e motociclette Ducati.[11][12]

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[13]

Etnie e minoranze straniere modifica

Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2009 la popolazione straniera residente era di 1 098 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:

Lingue e dialetti modifica

Accanto alla lingua italiana, è parlata anche la lingua romagnola nella sua locale variante, rientrante nell'area dialettale della pianura ravennate-forlivese.

Cultura modifica

Casa Artusi modifica

È il centro culturale cittadino. Comprende la Biblioteca civica e un centro di cultura gastronomica. Inaugurata nel 2007, Casa Artusi comprende ristorante, cantina e museo[14]. Nella biblioteca sono conservate: la Collezione Artusiana (archivio e libreria di Pellegrino Artusi, tutte le edizioni del manuale culinario La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene e la letteratura sull'Artusi) e la Raccolta di gastronomia italiana (collezione storica e moderna di libri, riviste, documenti multimediali di argomento gastronomico).

Media modifica

  • Radio Stella Azzurra dal 2014 è attiva su Web

Eventi e ricorrenze modifica

  • Segavecchia: festa tradizionale, di stampo carnascialesco, che si svolge ogni anno in periodo di quaresima. Vede la partecipazione della popolazione e assume il carattere tipico della festa di paese con bancarelle di dolciumi, frutta secca, spettacolo pirotecnico e la sfilata di carri allegorici allestiti dalle frazioni di Forlimpopoli. Dura una settimana;
  • La Festa Artusiana si svolge in giugno ed evidenzia l'aspetto tipico della cultura e della tradizione eno-gastronomica della città che diede i natali a Pellegrino Artusi;
  • Festival «Didjin'Oz»[15]: dedicato alla musica ed alla cultura degli aborigeni australiani, si svolge abitualmente nella prima metà di luglio ed è divenuto, negli anni, il più importante riferimento italiano del settore. Unico nel panorama italiano, prevede film, concerti e mostre con la presenza di importanti artisti provenienti dall'Australia e da tutta Europa;
  • Festival di musica popolare[16]: nato nel 1996, è ormai un appuntamento tradizionale nel panorama delle manifestazioni estive della città. Si propone, attraverso un percorso fatto di concerti, stage e mostre, di analizzare l'evoluzione delle musiche di tradizione, dalle loro origini alla riproposta dei musicisti di oggi;
  • Un de int la Roca ad Frampùl ("Un giorno nella Rocca di Forlimpopoli") si svolge il secondo fine settimana di settembre. È una rievocazione storica organizzata dal Gruppo Storico "Brunoro II" della Pro Loco di Forlimpopoli. La festa rievoca un evento storico di cui fu protagonista il signore di Forlimpopoli, il conte Brunoro II. Di ritorno dalla guerra in terra di Francia, dove aveva combattuto gli eretici Ugonotti, Brunoro viene accolto dal paese in festa e dalla moglie, la contessa Battistina Savelli. Durante i giorni di festa si assiste a un vero e proprio salto nel passato: il cortile e il fossato della Rocca sono animati da mercatini medioevali, giochi di giullari e mangiafuoco, duelli di armati e da spettacoli di sbandieratori e tamburini.

Economia modifica

 
Una distilleria a Forlimpopoli in una foto di Paolo Monti del 1966

Con un'economia basata su artigianato e agricoltura in cui spiccano le coltivazioni di pesche e barbabietole, il comune gode dell'indotto economico determinato dalle grandi industrie presenti nella zona limitrofa forlivese. È stata sede, per molti anni, di un importante zuccherificio poi smantellato.

Amministrazione modifica

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1995 2004 Maurizio Castagnoli Democratici di Sinistra Sindaco
2004 2014 Paolo Zoffoli Democratici di Sinistra/Partito Democratico Sindaco
2014 2019 Mauro Grandini Partito Democratico Sindaco
2019 in carica Milena Garavini Partito Democratico Sindaco

Gemellaggi modifica

Sport modifica

  • Calcio: A.S.D. Forlimpopoli 1928 Calcio - militante nel girone D di Promozione
  • Calcio: Artusianna Calcio, militante nel girone A di Terza Categoria
  • Calcio: Atletic Frampula, militante nel girone A di Terza Categoria
  • Calcio: A.S.D. Calcio a 5 Forlimpopoli - militante nel girone P di Seconda Categoria
  • Pallavolo: Arcobaleno Volley, del consorzio Romagna in Volley
  • Basket: Artusiana Basket Forlimpopoli, campionato Serie C Silver
  • Basket: Baskérs Forlimpopoli A.S.D. - militante nel girone B del campionato di serie D
  • Ciclismo: A.S.D. Artusianabike Forlimpopoli

Galleria d'immagini modifica

Note modifica

  1. ^ Comune di Forlimpopoli - Statuto.
  2. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ Luciano Canepari, Forlimpopoli, in Il DiPI: dizionario di pronuncia italiana, Bologna, Zanichelli, 2009, ISBN 978-88-08-10511-0.
  6. ^ Teresa Cappello e Carlo Tagliavini, Dizionario degli etnici e dei toponimi italiani, Bologna, Pàtron, 1981, p. 221, SBN IT\ICCU\UMC\0979712.
  7. ^ Dizionario di toponomastica: storia e significato dei nomi geografici italiani, Milano, Garzanti, 1996, p. 280, ISBN 88-11-30500-4.
  8. ^ Marco Sassi, Castelli in Romagna, Cesena, Il Ponte Vecchio, 2005, p. 44.
  9. ^ Leardo Mascanzoni, Territorio, insediamenti, popolamento e viabilità, in Storia di Bertinoro, coordinamento di Augusto Vasina, Cesena, Società Editrice Il Ponte Vecchio, 2006, pp. 113-144.
  10. ^ a b Forlimpopoli, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato l'11 aprile 2024.
  11. ^ Canale ViaggiArt - ANSA.it - Homepage [collegamento interrotto], su ANSA.it. URL consultato il 15 luglio 2021.
  12. ^ Collezione Guzzi Brunelli, su Motor Valley • Il sito della Terra dei Motori dell’Emilia-Romagna. URL consultato il 15 luglio 2021.
  13. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 12-02-2023.
  14. ^ Casa Artusi, su forlimpopolicittartusiana.it. URL consultato il 14 aprile 2020.
  15. ^ Sito del Didjin'Oz
  16. ^ Festival Musica popolare 2011, su musicapopolare.net. URL consultato l'8 dicembre 2022 (archiviato dall'url originale l'11 settembre 2012).
  17. ^ Il Mose um’fa na pugnèta!, su egoz.it, 17 novembre 2019.

Bibliografia modifica

  • Tobia Aldini e Vittorio Bassetti, Risveglio dell'archeologia forlimpopolese, in "Forum Popili", I (1961), pp. 73–76.
  • Vittorio Bassetti, Forlimpopoli medievale: radiografia di una città, in Forlimpopoli nel 600° della ricostruzione (1380-1980), Forlimpopoli 1983, pp. 19–40.
  • Vittorio Bassetti, Alcune sedute quattrocentesche del Consiglio comunale di Forlimpopoli, "Forum Popili", 3 (1992), PP. 115–121.
  • Vittorio Bassetti, Personaggi, liti, beni, oggetti d'uso sacro e profano in alcuni documenti forlimpopolesi dei secoli XV-XVI, pdf, "Forlimpopoli. Documenti e Studi", IV (1993), pp. 109–130.
  • Vittorio Bassetti, Documenti su alcuni aspetti di vita economica forlimpopolese nel medioevo e dintorni,pdf, "Forlimpopoli. Documenti e Studi", V (1994), pp. 73–97.
  • Vittorio Bassetti, Uno sguardo al mondo agrario medievale del territorio forlimpopolese e dintorni, pdf "Forlimpopoli. Documenti e Studi", VI (1995), pp. 79–100.
  • Vittorio Bassetti, La distruzione albornoziana di Forlimpopoli, pdf, <<Forlimpopoli. Documenti e Studi", VIII (1997), pp. 67–83.
  • Vittorio Bassetti, L'istruzione a Forlimpopoli prima dell'Unità d'Italia, pdf, "Forlimpopoli. Documenti e Studi", XI (2000), pp. 85–117.
  • Vittorio Bassetti, Testimonianze archivistiche sul Comune di Forlimpopoli (secoli XV-XVI),pdf ,"Forlimpopoli. Documenti e Studi", XXX (2019), pp. 274–284.

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Collegamenti esterni modifica

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