François Jullien

filosofo francese

François Jullien (Embrun, 2 giugno 1951) è un filosofo, grecista e sinologo francese.

François Jullien

Biografia modifica

François Jullien ha elaborato il proprio lavoro a partire dal pensiero della Cina e dell'Europa. Più che un lavoro di comparazione Jullien ha sviluppato una nuova problematizzazione che, decostruendo dal di fuori i partiti presi dell'ontologia europea, permette di riconsiderare, attraverso una visione obliqua, i campi della strategia, dell'etica e dell'estetica. Una tale riflessione interculturale l'ha portato a riproporre la questione dell'universale, affrancandola sia da un universalismo facile (etnocentrico) sia da un relativismo pigro (culturalista), per proporre invece un dia-logo tra culture affrontato non più dal punto di vista della loro identità fantasmatica, ma da quello delle risorse che i loro scarti differenziali (écarts) fanno apparire per promuovere un comune.

La filosofia che ne emerge, passando dal pensiero dell'Essere al pensiero dell'Altro, tenta di svincolarsi, nella sua scrittura concettuale, dalla presa identitaria del concetto che occulta e ottunde la vita. In tal modo, Jullien intende sviluppare una filosofia dell'esistenza in quanto promozione di risorse.

Allievo della "École normale supérieure" di Parigi e « agrégé » della stessa Università a partire dal 1974, ha proseguito i suoi studi approfondendo la lingua e il pensiero cinesi presso le università di Pechino e di Shanghai (negli anni 1975-1977). È stato inoltre responsabile della Antenne française di sinologia a Hong-Kong (1978-1981) e borsista della Maison franco-japonaise a Tokyo (1985-1987). Ha ottenuto un dottorato di terzo ciclo nel 1978, e in seguito un dottorato in Studi Estremo-orientali nel 1983. È quindi divenuto presidente della « Association française des études chinoises » (1988-1990), direttore dell'UFR Asie orientale dell'Università Paris-VII (1990-2000), presidente del Collège international de philosophie (1995-1998), professore all'Université Paris Diderot Paris-VII e direttore dell'Institut de la pensée contemporaine e del Centre Marcel-Granet.

Attualmente è professore all'Università Paris VII, direttore dell'Institut de la pensée contemporaine presso la medesima università e regge la Chaire sur l'alterité presso la Fondation Maison des Sciences de l'Homme. È stato inoltre responsabile di numerose collane della Presses Universitaires de France, ha diretto la rivista Agenda de la pensée contemporaine ed è stato presidente della Association française des études chinoises negli anni 1988-1990 e del Collège international de philosophie tra il 1995 e il 1998; gioca spesso un ruolo come consigliere in ambito economico per le imprese occidentali che vogliano aprire filiali in Cina. In Italia è particolarmente amico del filosofo partenopeo Roberto Esposito.

Sono stati organizzati diversi colloqui e convegni internazionali attorno al suo pensiero, sia in Francia che all'estero (Germania, Argentina, Cina, Vietnam); le sue opere sono state tradotte e pubblicate in oltre venti paesi. Nel 2010 ha ricevuto in Germania il Premio Hannah Arendt per il pensiero politico ; nel 2011 ha ottenuto il Grand prix de philosophie da parte dell'Académie française per l'insieme della sua opera filosofica.

Pensiero modifica

La riflessione filosofica che Jullien conduce tra Cina ed Europa – la Cina costituendo l'eterotopia o luogo di preliminare "esteriorità" (in-differenza) storica, culturale e linguistica rispetto all'Europa – ha mirato inizialmente a mostrare l'impensato o implicito su cui si basa inconsapevolmente la tradizione filosofica occidentale: in rapporto a ciò che la Cina ha o non ha detto, in rapporto ai problemi che in seno a quella cultura sono emersi o meno, si dischiude la possibilità di «rimettere in prospettiva il pensiero europeo e scoprirlo dal di fuori, da un altrove, al fine di interrogarlo nuovamente».

Marcel Gauchet ha presentato così il lavoro di François Jullien : «Mi sembra che esso si inscriva nella grande traiettoria del programma, così attivo senza essere mai stato scritto, di quella che definirei la scuola antropologica del XX secolo. Scuola francese, ma non solo, che si è sviluppata attraverso i lavori di Durkheim, Mauss, Granet, Levi-Strauss e di altri ancora. In una parola, è la scuola del decentramento occidentale. [...] Tali differenti imprese ci hanno offerto la possibilità di pensare a partire da un fuori, per riprendere un'espressione di François Jullien che mi sembra particolarmente felice. [...] Mais François Jullien non si è accontentato di portare il suo contributo a questo sforzo, uno dei più difficili. Ha infatti condotto questo sforzo di decentramento al suo punto di compimento, dal momento che l'ha rivolto verso l'Occidente. E l'ha fatto portandosi sul terreno della filosofia, cosa che nessuno prima aveva mai fatto davvero, e confrontandosi con l'alterità cinese che offriva, in verità, un supporto privilegiato. Ha spinto lo sforzo di decentramento più lontano di quanto avessero fatto i suoi predecessori. Ci ha insegnato a osservare il nostro pensiero più teorico e astratto, quello che interessa le categorie di base grazie alle quali cogliamo spontaneamente qualunque oggetto, altrimenti : è diventato l'etnologo del nostro universao concettuale»[1].

La distanza ("scarto") che viene misurata, elaborata e costruita "fra" queste due tradizioni culturali – oscillando tra molteplici dominii come la morale, le logiche del senso, l'arte, la strategia, il vivere – consente al pensiero europeo di guadagnare un diverso accesso a se stesso, di riscoprire il carattere inedito e non scontato delle proprie opzioni, riattivando così l'originalità delle proprie categorie e mettendo in luce la particolare piega che le ha prodotte: a venire rimesse in discussione sono categorie decisive per l'orizzonte teoretico, pratico e politico contemporaneo, come quella di cultura, di identità e differenza, di universalità.

Avendo aperto il proprio cantiere teorico nello 'scarto' dei pensieri cinese ed europeo, Jullien ha continuato a organizzare un faccia a faccia tra di essi, piuttosto che cercare di compararli, per dispiegare tra tali pensieri un comune campo di riflessione. Circolando così tra gli ambiti della morale, dell'estetica, della strategia, della Storia e della natura, ha cercato tramite una sorta di "decostruzione" condatta a partire da un "fuori" di individuare i partiti presi celati o rimossi da una parte e dall'altra, facendo anche apparire il nostro impensato. È questo un modo per far emergere le "fecondità" delle culture, invece di considerarle dalla prospettiva della loro "identità", e di rilanciare la filosofia sganciandola dai suoi atavismi. Questo modo di procedere ha prodotto disturbi e inquietudini tanto in filosofia che nel cosiddetto orientalismo; invece di insistere su somiglianze e affinità, sul "simile" che resta infecondo, Jullien ha mostrato come sia proprio facendo lavorare degli "scarti" e aprendo delle distanze che appare un "fra" in grado di mettere in tensione i pensieri per poi produrre un "comune" dell'umano. Da ciò François Jullien ha quindi costruito una filosofia del "vivere", uscendo dal pensiero dell'Essere, sviluppando negli ultimi anni un pensiero della vitalità che si oppone alla stagnazione, sia nell'ambito dell'intimo che in quello del paesaggio.

La stessa nozione di filosofia ne risulta infine trasformata, aprendosi in un'ottica interculturale: solamente dalla comprensione dei diversi "possibili" del pensiero, intesi come risorse di cui l'intelligenza – la comune capacità di circolare tra queste diverse "configurazioni" del pensabile, ognuna coerente al suo interno e potenzialmente intelligibile da parte di ciascun soggetto culturale – è in grado di ricavare e sfruttare la fecondità, può derivare un rinnovato e produttivo dialogo tra culture, ciò che Jullien definisce come auto-riflessione dell'umano nella forma specifica di un'etica della traduzione.

François Jullien è uno dei pensatori francesi più tradotti all'estero (in circa venticinque paesi): più di venti opere sono state tradotte in tedesco, italiano e spagnolo; una dozzina in inglese, cinese, vietnamita e portoghese[2]. Una presentazione complessiva del suo lavoro si trova nell'opera "De l'Être au vivre, lexique euro-chinois de la pensée", Gallimard, 2015.

Opere principali in italiano modifica

  • Processo o creazione. Introduzione al pensiero dei letterati cinesi, tr. it di E. Pasini, M. Porro, Parma, Pratiche 1991.
  • Elogio dell'Insapore. A partire dal pensiero e dall'estetica cinese, tr. it di F. Marsciani, Milano, Cortina 1999.
  • Figure dell'immanenza. Una lettura filosofica del I Ching, tr. it. di E. Confaloni, Roma-Bari, Laterza 2005.
  • Strategie del senso in Cina e in Grecia, tr. it di M. Porro, Roma, Meltemi 2004.
  • Trattato dell'efficacia, tr. it. di M. Porro, Torino, Einaudi 1998.
  • Il saggio è senza idee, o l'altro della filosofia, tr. it. di M. Porro, Torino, Einaudi 2002.
  • Il nudo impossibile, tr. it. di M. Tommasi, Roma, Sossella 2004.
  • Il tempo. Elementi di una filosofia del vivere, tr. it. di M. Guareschi, Roma, Sossella 2002.
  • La Grande Immagine non ha forma. Pittura e filosofia tra Cina antica ed Europa contemporanea, tr. it. di M. Ghilardi, Costabissara, Colla 2004.
  • L'ombra del «male». Il «negativo» e la ricerca di senso nella filosofia europea e nel mondo cinese, tr. it. di M. Ghilardi, Costabissara, Colla 2005.
  • Nutrire la vita. Senza Aspirare alla felicità, tr. it. di M. Porro, Milano, Cortina 2006.
  • Pensare l'efficacia in Cina e in Occidente, tr. it. di M. Guareschi, Roma-Bari, Laterza 2006.
  • Pensare con la Cina, a cura di M. Ghilardi, Milano, Mimesis 2007.
  • Parlare senza parole. Logos e Tao, tr. it. di B. Piccioli Fioroni, A. De Michele, Roma-Bari, Laterza 2008.
  • L'universale e il comune. Il dialogo tra culture, tr. it. di B. Piccioli Fioroni, A. De Michele, Roma-Bari, Laterza 2010.
  • Le trasformazioni silenziose, tr. it. di M. Porro, Milano, Cortina 2010.
  • L'invenzione dell'ideale e il destino dell'Europa, tr. it. di M. Porro, Milano, Medusa 2011.
  • Quella strana idea del bello, tr. it. di B. Piccioli Fioroni, A. De Michele, Bologna, Il Mulino 2012.
  • Cinque concetti proposti alla psicanalisi, Brescia, La Scuola 2014.
  • Contro la comparazione. Lo «scarto» e il «tra». Un altro accesso all'alterità, tr. it. di M. Ghilardi, Milano-Udine, Mimesis 2014.
  • Sull'intimità. Lontano dal frastuono dell'amore, tr. it. di R. Prezzo, Milano, Raffaello Cortina 2014.
  • Accanto a lei, tr. it. di M. Ghilardi, Milano, Mimesis, 2016.
  • Una seconda vita, trad. it. di M. Guareschi, Milano, Feltrinelli 2017.
  • Il gioco dell'esistenza. De-coincidenza e libertà, tr. it. di M. Guareschi, Milano, Feltrinelli 2019.

Note modifica

  1. ^ Marcel Gauchet, Dérangements-Aperçus, autour du travail de François Jullien, Hermann, p. 174, 175
  2. ^ Copia archiviata, su francoisjullien.hypotheses.org. URL consultato il 18 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 10 ottobre 2014).

Bibliografia modifica

  • Penser d'un dehors (La Chine), Entretiens d'Extrême-Occident, entretiens conduits par Thierry Marchaisse, Seuil, 2000 ;
  • Der Umweg über China, Ein Ortswechsel des Denkens, Merve Verlag, 2002 ;
  • Apo ten Ellada sten Kina, metabase kai epanodos, Exantas, 2002 ;
  • Yuanqu yu guilai, Dialogue entre la Grèce et la Chine, sur la recherche du philosophe français François Jullien, par Du Xiaozhen, Zhongguo renmin daxue chubanshe, 2004 ;
  • Dépayser la pensée, Dialogues hétérotopiques avec François Jullien sur son usage philosophique de la Chine, (textes de G. Samama, Jean-François Lyotard, Le Huu Khoa, Jean-Marie Schaeffer, T. Marchaisse, L. Vandermeersch, M. Bitbol, R. Lanselle, Paul Ricœur), Ed. Les Empêcheurs de penser en rond (diffusion Seuil), 2003 ;
  • L'Indifférence à la psychanalyse, Sagesse du lettré chinois, désir du psychanalyste : rencontres avec François Jullien, (textes de L. Cornaz, P. Hassoun, R. Abibon, O. Natahi, H. Fontana, O. Douville, M. Guibal et T. Marchaisse), Presses Universitaires de France, 2004 ;
  • Furen Daxue di er jie hanxue guoji yantaohui « qi yan qu er zhong : hanxue zuowei dui Xifang de xin quanshi — Faguo de gongxian », Le Détour et l'accès : la sinologie en tant que nouvelle herméneutique pour l'Occident – la contribution française (Colloque international organisé sur le travail de François Jullien par l'Université Fu-Jen de Taïwan 5 et 6 novembre 2004 ; textes de Pierre Chartier, Philippe Jousset, Alain Riou, Wolfgang Kubin) ; bilingue chinois-français Monumenta Serica, français-chinois, juin 2005 ;
  • La China da que pensar, par Natalia Fernandez Diaz, Anthropos, 2005 ;
  • Nutrire la vita senza aspirare alla felicità, Raffaello Cortina Editore, 2006
  • Chine / Europe, Percussions dans la pensée. À partir du travail de François Jullien, PUF, 2005 (Collectif de 19 auteurs, dont Alain Badiou, Patrice Bollon, Daniel Bougnoux, André Chieng, Benoït Heilbrunn, Philippe Jousset, Wolfgang Kubin) ;
  • Sang Viên Dông… Tro Vê Viên Tây, François Jullien, passeur de concepts, concepteur de rencontres, Actes du colloque international organisé par l'Université de Hué, Viêt Nam en mai 2005, Nhà Xuât Ban, Dà Nang, 2005 ;
  • La pratique de la Chine, en compagnie de François Jullien, par André Chieng, Grasset, 2006 ;
  • Contre François Jullien, par Jean-François Billeter, Allia, 2006 ;
  • L'œuvre en cours de François Jullien, un déplacement philosophique, par Philippe Jousset, collection « Philosophie ouverte », L'Harmattan, 2007 ;
  • Oser construire, Pour François Jullien (Contributions de François Gaillard, Philippe d'Iribarne, Jean Allouch, Patrick Hochart, Philippe Jousset, Jean-Marie Schaeffer, Lin Chi-Ming, Wolfgang Kubin, Ramona Naddaff, Du Xiaozhen, Léon Vandermeersch, Bruno Latour, Paul Ricoeur et Alain Badiou), Les Empêcheurs de penser en rond, 2007 ;
  • Penser l' « autre » : dialogue autour de la pensée de François Jullien, actes du colloque international organisé par l'Université de Pékin, 15-17 oct. 2007, édités par Du Xiaozhen aux Presses de l'Université de Pékin, 2011 ;
  • François Jullien et le public vietnamien, coordonné par An Na Truong Thi, VoXuan Ninh et Jacques Cortès, Synergies Monde, Revue du Gerflint, numéro 3, 2008 ;
  • Les apports de la pensée chinoise au pilotage par les processus, réflexion menée à partir des travaux de François Jullien, sous la direction de Dominique Fauconnier, Les Dossiers du Club des Pilotes de Processus, octobre 2008 ;
  • François Jullien & Nghiên cuu so sanh, Van Hoa, Dông-Tây, par Hoang Ngoc Hien, Nha Xuat Ban Laodong, 2009 ;
  • Chine, la dissidence de François Jullien, par Nicolas Martin et Antoine Spire, Seuil 2011 ;
  • « François Jullien, retour de Chine », (textes de Mathieu Potte-Bonneville, Martin Rueff, Daniel Bougnoux), revue Critique, mars 2011 ;
  • Dérangements-aperçus, autour du travail de François Jullien (contributions de Bernadette Bricout, Marcel Detienne, Marcel Gauchet, Patrick Hochart, Philippe Jousset, Étienne Klein, Frédéric Mantienne, Jean-Jacques Melloul, Mathieu Potte-Bonneville, Martin Rueff, Bernard Sichère, Léon Vandermeersch), actes du colloque des 7, 8, 9 décembre 2010 réunis par Cécile Serrurier et présentés par Bernadette Bricout, éditions Hermann, 2011 ;
  • En lisant François Jullien. La foi biblique au miroir de la Chine, sous la direction de Pascal David et Alain Riou (avec Thierry-Marie Courau, Pascal David, Jacques Fantino, Bernard Ganne, Antoine Guggenheim, François Jullien, Pascal Marin, Alain Riou, Bernard Sichère), Paris, Lethielleux, 2012 ;
  • Riccardo Rigoni, Tra Cina ed Europa. Filosofia dell'«écart» ed etica della traduzione nel pensiero di François Jullien, a cura di Giangiorgio Pasqualotto, prefazione di François Jullien, Milano-Udine, Mimesis 2014.

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