Francesco d'Este

figlio di Alfonso I d'Este e Lucrezia Borgia (1516-1578)
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Francesco d'Este (Ferrara, 1º novembre 1516Ferrara, 22 febbraio 1578) era il quintogenito di Alfonso I d'Este, duca di Ferrara e della seconda moglie Lucrezia Borgia, figlia del papa Alessandro VI e sorella di Cesare. Suoi nonni paterni erano il duca Ercole I d'Este ed Eleonora d'Aragona, figlia del re Ferdinando I di Napoli.

Francesco d'Este
Ritratto del marchese Francesco d'Este di Dosso Dossi, Pinacoteca di Brera
Marchese di Massa Lombarda
Stemma
Stemma
In carica8 agosto 1544 –
22 febbraio 1578
Predecessoresé stesso come signore di Massa Lombarda
SuccessoreAlfonso II d'Este
(torna alla Camera Ducale Estense)
Signore di Massa Lombarda
In carica31 ottobre 1534 –
8 agosto 1544
Predecessorenuovo titolo
Successoresé stesso come marchese di Massa Lombarda
Altri titoliPrincipe di Ferrara,
Modena e Reggio
Marchese consorte di Padula
Conte consorte di Avellino
Barone consorte di Candida
Signore consorte di Chiusano
NascitaFerrara, 1º novembre 1516
MorteFerrara, 22 febbraio 1578 (61 anni)
Luogo di sepolturaChiesa di San Paolo, Massa Lombarda
DinastiaEste
PadreAlfonso I d'Este
MadreLucrezia Borgia
ConsorteMaria de Cardona
FigliMarfisa
Bradamante
ReligioneCattolicesimo

Biografia modifica

Nato a Ferrara, gli fu imposto il nome Francesco in onore del re di Francia Francesco I[1]. A tre anni perse la madre, che morì dando alla luce Isabella Maria.

Fu educato alle armi secondo la tradizione, che prevedeva per il terzo figlio maschio la carriera militare[2]. All'età di 18 anni, Francesco si trasferì in Francia senza accordarsi con la famiglia. Il padre Alfonso non accettò il gesto impulsivo e lo diseredò (modificò il testamento assoggettando Francesco al fratello maggiore Ercole). Alfonso morì tre giorni dopo, il 28 ottobre 1534. Francesco tornò a Ferrara e fu perdonato. Il fratello Ercole successe al padre Alfonso come duca.

Nel maggio del 1536 Ercole inviò Francesco in Lombardia, in qualità di capitano della cavalleria leggera, in aiuto di Carlo V. Fu tramite i buoni uffici di Carlo V che Francesco ottenne la mano di Maria de Cardona, marchesa di Padula e contessa di Avellino, rimasta vedova nel 1536 del cugino Artale de Cardona. L'imperatore, infatti, inviò una lettera alla nobildonna. Da lei Francesco non ebbe prole; ebbe invece due figlie da una donna rimasta sconosciuta. Entrambe le bambine vennero legittimate alcuni anni dopo la loro nascita sia dal papa Gregorio XIII che dal duca di Ferrara Alfonso II d'Este (1533-1597).

Maria e Francesco ottennero nel 1547 il permesso di aprire delle ferriere nei feudi d'Avellino e Candida. Inoltre vennero autorizzati da Carlo V a tenere ogni anno una fiera ad Avellino. Per l'imperatore Francesco combatté in Spagna e si trasferì anche in Nordafrica, partecipando alla campagna di Algeri (1541). Seguirono battaglie contro il duca di Clèves, in Fiandra, in Francia, in Piemonte e in Toscana[1].

Nel 1544 fu nominato da Paolo III marchese di Massa Lombarda[3], con diritto di trasmettere il titolo agli eredi maschi e facoltà di battere moneta. Aprì, infatti, una zecca, presso la rocca, che svolse un'intensa attività fino al 1573[4].

Successivamente fu al servizio del re di Francia Enrico II, che gli conferì la carica di luogotenente al fine di difendere il castello di Montalcino, ultimo baluardo della Repubblica di Siena.[5]

Alla fine dell'anno 1553 Francesco, all'età di 47 anni, fu liberato dalla soggezione al fratello Ercole[6]. Tornò nella città natale e acquistò un palazzo che fece arricchire di giardini e di altre costruzioni, la più famosa delle quali è la cosiddetta palazzina di Marfisa d'Este, eretta nel 1559 e passata in eredità alla figlia di Francesco, che le diede il nome. Dopo il 1566 si ritirò a vita privata.

Morte modifica

Francesco d'Este morì a Ferrara il 22 febbraio 1578, all'età di 62 anni. Secondo le sue disposizioni testamentarie, fu tumulato a Massa Lombarda nella chiesa arcipretale di San Paolo, al centro del presbiterio vicino all'altare maggiore, la chiesa era stata consacrata il 10 novembre 1577 dopo la sua completa ricostruzione. Egli fornì un contributo all'abbellimento della nuova chiesa donando due dipinti della sua collezione: la Caduta di San Paolo di Sebastiano Filippi, detto il Bastianino (Ferrara 1532-1602) e La Risurrezione di Cristo di Benvenuto Tisi, detto il Garofalo (Ferrara, 1481-1559)[7]. Nel 1889 le spoglie furono traslate nel cimitero comunale, per poi essere ricollocate dentro la chiesa nel 1932, sulla parete della navata laterale destra[6].

Non avendo avuto eredi maschi, il territorio di Massa Lombarda rientrò nei possedimenti della famiglia Este[1].

Discendenza modifica

Da una donna rimasta sconosciuta ebbe due figlie:[8]

Ascendenza modifica

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Niccolò III d'Este Alberto V d'Este  
 
Isotta Albaresani  
Ercole I d'Este  
Ricciarda di Saluzzo Tommaso III di Saluzzo  
 
Margherita di Roucy  
Alfonso I d'Este  
Ferdinando I di Napoli Alfonso I di Napoli  
 
Gueraldona Carlino  
Eleonora d'Aragona  
Isabella di Chiaromonte Tristano di Chiaromonte  
 
Caterina di Taranto  
Francesco d'Este  
Jofré Llançol i Escrivà Rodrigo Gil de Borja  
 
Sibila de Oms  
Papa Alessandro VI  
Isabel de Borja y Cavanilles Domingos de Borja  
 
Francisca Marti  
Lucrezia Borgia  
Giacomo Conte dei Cattanei  
 
 
Vannozza Cattanei  
Mencia Pinctoris  
 
 
 

Onorificenze modifica

Galleria d'immagini modifica

Note modifica

  1. ^ a b c Mario Montanari, L'amato Francesco d'Este, il marchese della guerra, «Giornale di massa», novembre 2016, p. 24.
  2. ^ Bellesia, p. 9.
  3. ^ Archivio di Stato di Modena, Casa e Stato, busta 487, Diploma di investitura 8 agosto 1544.
  4. ^ M. Tabanelli, Questa è la Massa, p. 250.
  5. ^ Chiappini, p. 278.
  6. ^ a b M. Tabanelli, op. cit.
  7. ^ Oggi entrambi i dipinti sono conservati alle Opere Pie
  8. ^ Tabanelli, p. 225

Bibliografia modifica

  • Lorenzo Bellesia, Le monete di Francesco d'Este, Astarte, Lugano 1997.
  • Luciano Chiappini, Gli Estensi, dall'Oglio, Milano 1967.
  • Sarah Bradford, Lucrezia Borgia, Mondadori, Milano 2005 ISBN 88-04-55627-7.
  • Mario Tabanelli, Questa è «la Massa», Lega, Faenza 1972.

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Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN27915857 · ISNI (EN0000 0000 3793 2507 · CERL cnp00562765 · LCCN (ENn99015135 · GND (DE120996405 · BNE (ESXX1763033 (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n99015135
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