Frattura del gomito

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La frattura del gomito è un evento patologico che consiste nella frattura di una combinazione qualsiasi delle tre ossa che compongono l'articolazione del gomito.

Classificazione modifica

 
Grave frattura sovracondiloidea scomposta dell'omero in un bambino. Immagine radiologica. La freccia indica la frattura. H: omero. R: radio. U: ulna

Le fratture che possono interessare il gomito si dividono in:

  • Fratture sovracondiloidee dell'omero = molto frequenti in bambini, per trauma in flessione o in estensione, associate rispettivamente ad un movimento del frammento distale dell'omero (paletta) anteriormente o dorsalmente. Molto gravi le possibili complicanze da lesione del nervo radiale e raramente il mediano, la sindrome di Volkmann, o la viziosa consolidazione in varismo o valgismo.
  • Fratture dell'olecrano dell'ulna" = principalmente negli adulti per trauma diretto, richiede a volte il trattamento chirurgico
  • Fratture intercondiloidee = colpiscono a "V" o a "T" l'epifisi distale dell'omero ma non sono molto frequenti.
  • Fratture del capitello radiale = abbastanza frequenti legate principalmente per trauma indiretto su mano in difesa.

Pratica diagnostica modifica

Nella pratica diagnostica, la frattura al gomito può essere indagata mediante il test di estensione del braccio: nel caso in cui il paziente non sia in grado di effettuarlo interamente, la probabilità di trovarsi di fronte a una frattura è pari a circa il 50%;[1] in questo caso è necessario procedere all'indagine radiografica.[1]

La frattura può essere invece esclusa, con un'ottima accuratezza predittiva negativa (adulti: circa il 98,4%; bambini: circa il 95,8%)[1], quanto il paziente è in grado di effettuare il test raggiungendo l'estensione completa del braccio. In questo caso è possibile evitare l'esame radiografico purché il medico visitante sia in grado di escludere una frattura dell'olecrano.[1]

Follow up modifica

Nel caso in cui, superato con successo il test di estensione, non si proceda alla radiografia, sarà previsto un ritorno del paziente qualora i sintomi non si risolvano, ma persistano oltre un periodo di 7-10 giorni.[1]

Note modifica

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

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