Giuseppe Gaetani d'Aragona
Gregorio Giuseppe Gaetani d'Aragona (Piedimonte Matese, 1643 – 12 agosto 1710) è stato un patriarca cattolico, diplomatico e nobile italiano.
Giuseppe Gaetani d'Aragona patriarca della Chiesa cattolica | |
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Incarichi ricoperti |
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Nato | 1643 a Piedimonte Matese |
Nominato arcivescovo | 24 febbraio 1676 da papa Clemente X |
Consacrato arcivescovo | 15 marzo 1676 dal cardinale Francesco Nerli il Giovane |
Elevato patriarca | 2 maggio 1695 da papa Innocenzo XII |
Deceduto | 12 agosto 1710 |
Biografia modifica
Giuseppe Gaetani d'Aragona (o de Aragonia) era figlio di Alfonso (1609-1644), 2º duca di Laurenzana, conte di Alife, principe d'Altamura, signore di Piedimonte di Gioia di Dragoni e di Porzia Carafa (1608-1652), già vedova di Ferdinando Caracciolo duca d'Airola. La coppia ducale ebbe molti figli: Francesca (monaca), Giulia (monaca), Francesco (1633-1653), Antonio (1638-1710), quindi Giuseppe, Anna Maria (monaca) e Diana. Giuseppe Gaetani il 15 marzo 1646 fu ammesso tra i cavalieri di Malta.
La prematura scomparsa del fratello maggiore, Francesco, morto senza discendenti, spostò i diritti di primogenitura sul figlio maschio secondogenito, Antonio, che nel 1653 divenne 4º duca di Laurenzana.
Giuseppe scelse la carriera ecclesiastica: consacrato arcivescovo il 15 marzo 1676 dal cardinale Francesco Nerli, coadiuvato dall'arcivescovo Antonio Pignatelli, futuro Innocenzo XII, e Stefano Brancaccio, dal 24 febbraio 1676 fu arcivescovo titolare di Neocesarea del Ponto, il 2 maggio 1695 divenne patriarca titolare di Alessandria dei latini - incarico che tenne fino alla morte - e dal 4 aprile 1676 al 15 giugno 1678 fu nunzio apostolico a Firenze.
A Roma gli furono affidati incarichi: presidente del porto di Ripetta e uditore generale della Curia delle cause apostoliche. Aveva una residenza nella Rocca di Frascati e a Roma abitava al piano nobile di palazzo Caetani, con affaccio su piazza Santi Apostoli.[Non c'è nessun Palazzo Caetani a Roma che affacci su piazza dei Santi Apostoli]
Rimase sempre attaccato a Piedimonte d'Alife, feudo di famiglia, dove sua madre aveva fondato un convento e insieme al marito aveva creato un teatro. La cappella della famiglia Gaetani era nella chiesa dei Cappuccini.[1] Alla morte di Giuseppe Gaetani una tela con Madonna e Bambino che era nella sua camera da letto, fu messa sull'altare della cappella di famiglia, dove Giuseppe Gaetani fu sepolto.
La sua collezione di dipinti modifica
Due inventari, uno del 1699 e uno del 1710[2] testimoniano la ricchezza della collezione di dipinti di Giuseppe Gaetani. Le attribuzioni - tra cui Giorgione, Tiziano, Caravaggio, Sassoferrato - non sono mai sostenute da note sull'origine dei dipinti e in molti casi si tratta di copie.[3] Le opere d'arte che erano appartenute ad Alfonso Gaetani erano andate a Francesco e poi ad Antonio. Giuseppe Gaetani destinò tutti i suoi averi al nipote Niccolò (1657-1741), figlio di Antonio. Alla morte di Niccolò - che di molto aveva aumentato le collezioni d'arte di famiglia - tutto andò disperso.
Documenti modifica
Genealogia episcopale modifica
La genealogia episcopale è:
- Cardinale Tolomeo Gallio
- Vescovo Cesare Speciano
- Patriarca Andrés Pacheco
- Cardinale Agostino Spinola Basadone
- Cardinale Giulio Cesare Sacchetti
- Cardinale Ciriaco Rocci
- Cardinale Carlo Carafa della Spina, C.R.
- Cardinale Francesco Nerli il Giovane
- Patriarca Giuseppe Gaetani d'Aragona
Note modifica
- ^ La chiesa di San Francesco, del 1577, annessa al convento dei Cappuccini che erano arrivati a Piedimonte grazie a Cassandra de Capua Gaetani, fu confiscata da Murat che la trasformò in gendarmeria. Nel 1820 i Cappuccini ne ripresero il possesso, ma l'abbandonarono nel 1893. Il convento aveva una pinacoteca e una biblioteca che furono in parte disperse.
- ^ Labrot, pp. 232-243. A p. 232 note biografiche di Giuseppe Gaetani. L'inventario dei dipinti da lui posseduti, redatto alla sua morte, fu steso dal notaio Giovanni Battista d'Errico, il 7 settembre 1710.
- ^ «Jusqu'à la fin du XVIIe siècle, et parfois bien au-delà, de nombreuses collections aristocratiques renferment un nombre élevé de copies: onze pour Juan Suarez de Figueroa, dix-neuf pour Geronimo Ferdinando Alarcon de Mendoza, dix-huit pour le second Alarcon, vingt et un pour Giuseppe Gaetani D'Aragona, vingt pour Giovanna Battista Pignatelli, et vingt-trois enfin pour Alvaro Della Quadra.» Gérard Labrot, Éloge de la copie. Le marché napolitain (1614-1764), in: Annales. Histoire, Sciences Sociales, vol. 59º, n. 1, 2004, pp. 7-35.
- ^ Archivio di Stato di Rieti, Pergamena 62/0051 e 62/0058
- ^ Carlo Fea, Storia 1. delle acque antiche sorgenti in Roma, perdute, e modo di ristabilirle, 2. dei condotti antico-moderni delle acque, Vergine, Felice, e Paola, e loro autori, Roma, nella Stamperia della R.C.A., 1832, SBN IT\ICCU\RMS\0051262. L'editto di Giuseppe Gaetani è alle pp. 170-171.
Bibliografia modifica
- Gérard Labrot, Collections of paintings in Naples: 1600-1780 with the assistance of Antonio Delfino; edited by Carol Togneri Dowd and Anna Cera Sones; The provenance index of the Getty art history information program, Munich, Saur, 1992, SBN IT\ICCU\IEI\0068594.
Collegamenti esterni modifica
- (EN) David M. Cheney, Giuseppe Gaetani d'Aragona, in Catholic Hierarchy.