Gnaphosidae

famiglia di ragni

Gnaphosidae Pocock, 1898 è una famiglia di ragni appartenente all'infraordine Araneomorphae.

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Gnaphosidae
Callilepis schuszteri
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Protostomia
Phylum Arthropoda
Subphylum Chelicerata
Classe Arachnida
Ordine Araneae
Sottordine Araneomorphae
Superfamiglia Gnaphosoidea
Famiglia Gnaphosidae
Pocock, 1898
Sottofamiglie

Etimologia modifica

Il nome deriva probabilmente da radici greche, e avrebbe il significato: che vivono nel buio, a causa di presunte abitudini notturne e sotterranee di questi ragni, non sempre avvalorate dagli studiosi sul campo, ed il suffisso -idae, che designa l'appartenenza ad una famiglia.

Caratteristiche modifica

Sono ragni che vivono per buona parte nel terreno (in inglese vengono detti ground-spiders) pur non avendo, a detta di molti esperti, effettive abitudini fossorie. Il cefalotorace è piriforme, l'opistosoma è più slanciato e sottile e ricoperto di peli fini di colore biancastro che conferiscono una lucentezza sericea.[1]

Le filiere hanno anteriormente una forma simile a quella di un barilotto, e inoltre una rientranza degli enditi, cioè delle appendici boccali anteriori e laterali del labbro. Hanno piccole dimensioni, non più di alcuni millimetri.

 
Gnaphosidae - distribuzione

Comportamento modifica

Sono cacciatori a prevalenza notturna, non costruiscono ragnatele se non per le uova e per i piccoli, e sono a forma di sacco e ben riposte in crepe o nel terreno; si affidano molto alla velocità nel catturare le prede. Non si conoscono conseguenze per l'uomo derivanti dal morso di questi aracnidi.

Distribuzione modifica

La famiglia ha distribuzione pressoché cosmopolita.[2] In Italia è la seconda famiglia più rappresentata dopo quella dei Linyphiidae con 154 specie e 6 sottospecie raggruppate in 27 generi.[3]

Tassonomia modifica

A seguito di un lavoro dell'aracnologo Platnick (1990a), questa famiglia ha subito varie modifiche; in particolare, diversi generi inizialmente attribuiti da Brignoli alla sottofamiglia Micariinae sono stati spostati ai Phrurolithinae, sottofamiglia delle Corinnidae.[2]

Un lavoro più recente di Ramírez del 2014, sulla base di considerazioni filogenetiche accurate ed approfondite, ha portato a precise caratterizzazioni nell'ambito dei Dionycha; in particolare ha elevato al rango di famiglia i generi attribuiti ai Phrurolithinae, divenuti quindi appartenenti alla famiglia Phrurolithidae.[2]

La famiglia Prodidomidae è stata assorbita nelle Gnaphosidae a seguito di un lavoro degli aracnologi Azevedo, Griswold & Santos, 2018b nel rango di sottofamiglia (Prodidominae), sinonimizzando sia le Molycriinae Platnick, 1990, che le Theuminae Platnick & Baehr, 2006.[2]

Nello stesso lavoro appena citato vengono distinti cladi ben precisi: Gnaphosinae Pocock, 1898, Zelotinae Platnick, 1990, Herpyllinae Platnick, 1990, Drassodinae Simon, 1893, Prodidominae Simon, 1884 and Leptodrassinae Azevedo, Griswold & Santos, 2018. Vengono anche statuite 3 sottofamiglie monogenere: Anagraphidinae Simon, 1893 (genere tipo Anagraphis),Echeminae Simon, 1893 (genere tipo Echemus) e Micariinae Simon, 1897 (genere tipo Micaria). Gli altri generi che appartenevano alle Micariinae vengono posti fra le incertae sedis.[2]

La sottofamiglia Molycriinae Platnick, 1990 viene ristabilita come valida a seguito di uno studio degli aracnologi Rodrigues & Rheims, 2020b, e include i generi: Cryptotoerithus, Molycria, Myandra, Nomindra, Wesmaldra e Wydundra. Nello stesso studio viene ridefinita la sottofamiglia Prodidominae che include i generi: Austrodomus, Brasilomma, Caudalia, Chileomma, Chileuma, Chilongius, Eleleis, Indiani, Katumbea, Lygromma, Lygrommatoides, Moreno, Namundra, Neozimiris, Nopyllus, Paracymbiomma, Plutonodomus, Prodidomus, Purcelliana, Theurma, Theumella, Tivodrassus, Tricongius, Zimirina e Zimiris.[2]

Infine in un recente lavoro di Lin & Li, 2020e, è descritta una nuova famiglia monogenere: Solitudinae, con l'unico genere Solitudes Lin & Li, 2020.[2]

Attualmente, a novembre 2020, si compone di 162 generi e 2 547 specie;[2] la classificazione in sottofamiglie, sono 12 al 2020, segue inizialmente quella dell'entomologo Joel Hallan[4], con ulteriori inserimenti a partire dal 2017 (per circa il 10% dei generi è ancora incerta l'attribuzione ad una sottofamiglia):

  Lo stesso argomento in dettaglio: Generi di Gnaphosidae, Specie di Gnaphosidae e Famiglie di Araneae.

Generi fossili modifica

A marzo 2016 sono noti sei generi fossili di Gnaphosidae[52]

Generi trasferiti modifica

Sinonimi modifica

  • Sillemia - posto in sinonimia con Drassodes Westring, 1851, a seguito di un lavoro dell'aracnologo Murphy del 2007.
  • Siruasus - posto in sinonimia con Drassodes Westring, 1851, a seguito di un lavoro dell'aracnologo Murphy del 2007.

Note modifica

  1. ^ Guida delle famiglie di ragni, Gnaphosidae
  2. ^ a b c d e f g h World Spider Catalogue, versione 21.5, Famiglie di ragni, con numero di generi e specie URL consultato il 28 novembre 2020, su wsc.nmbe.ch.
  3. ^ Checklist dei ragni italiani, di Isaia e Pantini
  4. ^ Biology Catalog di Hallan, Gnaphosidae Archiviato il 5 marzo 2016 in Internet Archive.
  5. ^ Drassodinae su Wikispecies, su species.wikimedia.org.
  6. ^ Varie affinità con Theuma come già riscontrato negli anni '90 da Platnick (Platnick & Baehr, 2006).
  7. ^ Riscontrate varie affinità con l'ex-genere Drassus (Simon, 1880i).
  8. ^ a b c d e Secondo l'aracnologo Murphy (2007) fa parte dell'Anzacia group delle Drassodinae.
  9. ^ In un lavoro dell'aracnologa Deeleman-Reinhold del 2001 questo genere è considerato sinonimo di Haplodrassus Chamberlin, 1922.
  10. ^ Attribuito ai Drassidae da Strand (1909g) e, in seguito, ai Drassodinae da Benoit (1977c).
  11. ^ Varie caratteristiche in comune con Drassodes contribuiscono ad attribuire questo genere ai Drassodinae (Kovblyuk et al., 2009).
  12. ^ a b c d e Appartenente al Drassodes group secondo lo studio di Murphy del 2007.
  13. ^ Murphy, 2007.
  14. ^ Elevato al rango di genere da Murphy nel 2007 e composto da 4 specie precedentemente attribuite a Leptodrassus.
  15. ^ Da attribuire al Leptodrassex group secondo l'aracnologo Ott in un suo lavoro del 2012.
  16. ^ Secondo l'aracnologo Murphy (2007) apparterrebbe all'Echemus-group.
  17. ^ Echeminae su Wikispecies, su species.wikimedia.org.
  18. ^ Strette affinità con il genere Echemus (Ono, 2009b).
  19. ^ Per affinità con Scopoides, Zimiromus ed Echemoides (Brescovit & Höfer, 1994b).
  20. ^ Per la presenza dello scutum sull'opistosoma va ascritta agli Echeminae (Echemus-group, Murphy, 2007).
  21. ^ Affinità di vario tipo consigliano di attribuire questo genere alle Echeminae (Echemus-group, Murphy, 2007).
  22. ^ a b c d e f g h i j k l Apparterrebbe alle Echeminae (Echemus-group, secondo Murphy, 2007).
  23. ^ Apparterrebbe alle Echeminae (Echemus-group, secondo Murphy, 2007); alle Herpyllinae secondo altri autori.
  24. ^ Gnaphosinae su Wikispecies, su species.wikimedia.org.
  25. ^ Per somiglianze con Pythonissa, vecchia denominazione del genere Nomisia (Dalmas, 1921).
  26. ^ Affinità con Nomisia riscontrate in un lavoro di Murphy del 2007.
  27. ^ Da ascriversi probabilmente a questa sottofamiglia secondo il lavoro di Murphy e Russell-Smith del 2007.
  28. ^ Affinità con Echemella e Scotognapha riscontrate in un lavoro di Murphy del 2007.
  29. ^ a b c d e f g h i j Questo genere è attribuito allo Gnaphosa group da Murphy, 2007.
  30. ^ Secondo l'aracnologo Murphy (2007) fa parte del gruppo delle Hemicloeinae.
  31. ^ Herpyllinae su Wikispecies, su species.wikimedia.org.
  32. ^ Affinità con Cesonia ed Herpyllus fanno attribuire questo genere alle Herpyllinae (Murphy, 2007).
  33. ^ a b c d e f g h i j k Questo genere è attribuito all'Herpyllus group da Murphy, 2007.
  34. ^ Laroniinae su Wikispecies, su species.wikimedia.org.
  35. ^ Micariinae su Wikispecies, su species.wikimedia.org.
  36. ^ Varie affinità con il genere Micaria (Levy, 2002).
  37. ^ Un recente lavoro (2016) dell'aracnologo Mikhailov ha assurto al rango di genere a sé alcune specie di Micaria.
  38. ^ Ott, 2014; spostato nelle Prodidominae a seguito di un lavoro di Rodrigues & Rheims del 2020.
  39. ^ Zelotinae su Wikispecies, su species.wikimedia.org.
  40. ^ Affinità con Drassyllus, Trachyzelotes e Camillina (Yin & Peng, 1998).
  41. ^ Per la forma dell'apofisi appartiene agli Zelotini (Wunderlich, 2011).
  42. ^ a b c d e f g questo genere è attribuito allo Zelotes group da Murphy, 2007.
  43. ^ Varie affinità con il genere Setaphis consentono di ascriverlo alle Zelotinae (Murphy, 2007).
  44. ^ Forma un gruppo a sé secondo Murphy, 2007.
  45. ^ Di dubbia appartenenza, data l'esiguità del materiale finora raccolto.
  46. ^ Pur avendo caratteristiche proprie di uno Gnaphosidae, questo genere monospecifico secondo l'aracnologo Murphy (2007) andrebbe ascritto in una sottofamiglia comprendente l'areale Australia-Nuova Zelanda.
  47. ^ Avendo caratteristiche proprie intermedie fra uno Gnaphosidae e un Clubionidae, questo genere monospecifico secondo l'aracnologo Murphy (2007) andrebbe ascritto in una sottofamiglia a sé e proverrebbe dall'Australia.
  48. ^ Un'analisi dell'esemplare femminile di questo genere ha fatto escludere all'aracnologo Platnick l'appartenenza a questa famiglia. (Murphy, 2007).
  49. ^ In Murphy, 2007 si accenna ad una comunicazione di Brescovit riguardo all'appartenenza di questo genere alla famiglia Liocranidae.
  50. ^ In Murphy, 2007 si considera la difficoltà di rinvenire gli esemplari descritti negli anni '30-'40 del secolo scorso da Caporiacco, nonché è messa in dubbio l'appartenenza di queste specie agli Gnaphosidae.
  51. ^ Per la morfologia inusuale degli organi genitali non è stato possibile attribuire questo genere ad una sottofamiglia già nota. Nota dei descrittori Kovblyuk, Kastrygina & Marusik, nello studio del 2013.
  52. ^ A summary list of fossil spiders and their relatives (PDF), su wsc.nmbe.ch.
  53. ^ Genere inizialmente monospecifico, ampliato e trasferito alla famiglia Corinnidae a seguito di un lavoro dell'aracnologo Raven del 2015.

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