Grondona

comune italiano
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Grondona (Grondòuna in piemontese, Grundùn-a in ligure) è un comune italiano di 465 abitanti della provincia di Alessandria in Piemonte

Grondona
comune
Grondona – Stemma
Grondona – Bandiera
Grondona – Veduta
Grondona – Veduta
Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Piemonte
Provincia Alessandria
Amministrazione
SindacoSilvio Barbieri (lista civica Noi per la Valle Spinti) dal 6-6-2014 (2º mandato dal 7-6-2019)
Territorio
Coordinate44°41′51″N 8°57′59″E / 44.6975°N 8.966389°E44.6975; 8.966389 (Grondona)
Altitudine303 m s.l.m.
Superficie25,94 km²
Abitanti465[1] (30-6-2023)
Densità17,93 ab./km²
FrazioniCá di Lemmi, Chiapparolo, Lemmi, Sasso, Sezzella, Torrotta, Variana
Comuni confinantiArquata Scrivia, Borghetto di Borbera, Isola del Cantone (GE), Roccaforte Ligure, Vignole Borbera
Altre informazioni
Cod. postale15060
Prefisso0143
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT006085
Cod. catastaleE191
TargaAL
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 711 GG[3]
Nome abitantigrondonesi
Patronosan Sebastiano
Giorno festivo20 gennaio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Grondona
Grondona
Grondona – Mappa
Grondona – Mappa
Mappa del comune di Grondona all'interno della provincia di Alessandria
Sito istituzionale

Il comune è situato sul torrente Spinti, tributario dello Scrivia, unico comune completamente nella valle omonima.

Storia modifica

La zona venne infeudata dai carolingi ai Marchesi di Gavi sotto Pavia. Grondona viene citata per la prima volta in un documento imperiale nel 1164 quando l'imperatore del Sacro Romano Impero Federico I "Barbarossa" che confermava i privilegi del comune di Pavia, a cui sottoponeva Grondona. Nel 1176 Grondona veniva integrata nei domini del comune di Tortona. Nel 1181 i signori di Grondona che erano Alberto Becco, Corrado, Alberto e Guglielmo Pavese giuravano fedeltà al comune di Tortona, in cambio il comune agli stessi Grondona. Nel 1181 il marchese Guido II, marchese di Gavi cedeva al suddiacono Girvino la metà del castello di Grondona e altri castelli al prezzo di 600 denari d'argento comprese le torri, le mura, i fossati e qualsiasi bene fosse all'interno e all'esterno degli stessi compresi i diritti e redditi pertinenti. Nel 1185 i consoli di Tortona promettevano la protezione ai milanesi che avessero percorso la Valle Scrivia e la giurisdizione tortonese, dove figurano i de Grondona, signori di Grondona, che passavano quindi sotto la protezione dei vescovi di Tortona. Nel periodo 185-1192 sono frequenti scorribande genovesi che fanno temere al vescovo di Tortona la fedeltà dei signori di Grondona. Nel 1192 Grondona giura nuovamente fedeltà a Tortona con l'intermediazione dei marchesi di Gavi e di Parodi, alleati di Tortona. Tra il 1198 e il 1202 i marchesi di Gavi alienano completamante i loro diritti feudali su Grondona. I de Grondona sono quindi gli unici signori del luogo e nel 1210 giurano fedeltà a Tortona. Nel 1259 si costituisce come comune autonomo, governato da un podestà, il primo è il signore del luogo Federico da Grondona, signore anche di Dernice, Roccaforte e Mangioncalda di Carrega. Tra il 1294 e il 1310 Percivalle Fieschi, futuro vescovo di Tortona acquista dai signori di Grondona parte del feudo che era quindi amministrato in condominio tra Fieschi, marchesi di Gavi e signori di Grondona. Nel 1350 dopo una controversia risolta dal luogotenente dell'impero Generardo di Arnstein venivano delimitati i confini del feudo con le comunità di Montessoro di Isola del Cantone e Roccaforte. Nel 1369 vengono delimitati i confini del feudo con le comunità di Prato di Cantalupo e Roccaforte. Nel 1433 Nicolò Fieschi giura fedeltà ai Visconti. Nel 1457 passa definitivamente sotto il Ducato di Milano, ma nel 1471 è restituito a Nicolò Fieschi. Nel 1457 era castellano di Grondona per il Ducato di Milano il Marchese di Fosdinovo Giacomo I Malaspina, nel 1477 viene restituito a Nicoló Fieschi, dato che aveva giurato fedeltà al nuovo duca di Milano Gian Galeazzo Sforza. Nel 1547 passa insieme a Vargo di Stazzano ad Andrea Doria che lo renderà feudo imperiale, ma nel 1560 ritorna ai Malaspina, che lo terranno fino al 1797. Nel 1736 con la Contea di Tortona passa ai Savoia. nel 1797 entra a far parte della Repubblica Ligure, nel 1805 dell'Impero francese e nel 1815 rientra a far parte del Regno di Sardegna nella Provincia di Novi nella Divisione di Genova, da cui viene staccata nel 1859 col decreto Rattazzi per entrare a far parte della provincia di Alessandria e quindi del Piemonte. Dal 1943 al 1945 nelle sue frazioni si svolsero combattimenti tra nazifascisti e partigiani. Grondona fu liberata il 27 aprile 1945. Nel 1968 ha ricevuto le frazioni di Cà di Lemmi e di Lemmi dal comune di Roccaforte Ligure.

Simboli modifica

Lo stemma e il gonfalone del comune di Grondona sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 19 ottobre 1997.[4]

«D'azzurro, al castello di rosso, merlato alla guelfa, mattonato di nero, chiuso dello stesso, munito di tre torri, la torre centrale, più alta e più larga, merlata di cinque, finestrata di due in fascia, di nero, le torri laterali merlate di tre e finestrate di uno, dello stesso, il fastigio merlato di dieci, esso castello sormontato dal giglio d'oro e fondato sulla pianura di verde. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo di giallo.

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

 
Il mastio del castello

La facciata presenta un portale, con arco a tutto sesto con scolpita una croce, tre gigli e la mano benedicente di Dio. L'architrave invece è liscio collegato a colonnine terminati a crochet. Il campanile a pianta quadrata, alto quattro piani segnati esternamente da cornici a dente di sega e con specchiature ad archetti pensili ciechi. La cella campanaria è aperta da bifore con pilastrino che si conclude con capitello a stampella

All'interno ospita affreschi con Sant'Antonio abate, San Giacomo di Compostela, San Pietro e san Giorgio, la Vergine nell'atto di bastonare il diavolo, tra Sant'Andrea e sant'Antonio abate, opera di Antonio Barbe del 1649 e la Madonna con Bambino tra i santi Pietro e Paolo, del XV secolo.

 
La Chiesa dell'Assunta
  • La chiesa parrocchiale di Variana è dedicata a San Colombano. Nei pressi fra Variana e Chiapparolo l'antica Torre di San Colombano, facente tempo dell'antica Chiesa di San Colombano non più esistente[5][6]
  • La chiesa parrocchiale di Chiapparolo è dedicata a Nostra Signora del Carmine. Al suo interno è presente una pala di altare (dipinto olio su tela) raffigurante la Madonna con Bambino, opera di Guglielmo Caccia detto il "Moncalvo". Inoltre è presente una scultura lignea della scuola del Maragliano raffigurante la Madonna col Bambino.

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[7]

Di seguito sono riportati i gruppi di stranieri più consistenti (al 31 dicembre 2014):

Cittadinanza Popolazione
  Romania 23
Resto del Mondo 11
TOTALE 34

Manifestazioni modifica

  • Sagra della capra e della fersulla. Ultimo fine settimana di agosto.

Amministrazione modifica

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
16 novembre 1985 3 giugno 1990 Antonio Luigi Pratolongo indipendente Sindaco [8]
3 giugno 1990 24 aprile 1995 Antonio Perassolo Democrazia Cristiana Sindaco [8]
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Antonio Luigi Pratolongo centro-sinistra Sindaco [8]
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Antonio Luigi Pratolongo lista civica Sindaco [8]
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Mario Sassi lista civica Sindaco [8]
8 giugno 2009 26 maggio 2014 Mario Sassi lista civica Sindaco [8]
6 giugno 2014 27 maggio 2019 Silvio Barbieri lista civica Noi per la Valle Spinti Sindaco [8]
7 giugno 2019 in carica Silvio Barbieri lista civica Noi per la Valle Spinti Sindaco [8]

Note modifica

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 30 giugno 2023.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Grondona, decreto 1997-10-23 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato.
  5. ^ Patrimonio culturale: Torre di San Colombano, su comune.grondona.al.it. URL consultato il 20 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 25 settembre 2021).
  6. ^ Grondona (AL): Torre di San Colombano, sul portale Archeocarta
  7. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  8. ^ a b c d e f g h http://amministratori.interno.it/

Bibliografia modifica

  • AA.VV., Il Secolo XIX 1886-1986, Il Secolo XIX, 1986.
  • Davide Canazza, Ennio Cirnigliaro, Sergio Pedemonte, Nuovi rinvenimenti di tegoloni romani nel Libanese montano, Libreria dell'Oltregiogo, n. 1, 2015.

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

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